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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 23 novembre 2025
9colonne.it, 23 novembre 2025 Il tasso di sovraffollamento nelle 189 carceri italiane ha superato il 136%, con oltre 63.493 persone detenute (di cui 20.099 straniere) a fronte di 45.651 posti effettivamente disponibili (con dati aggiornati ad ottobre e 295 detenuti in più rispetto a settembre). In un solo anno la popolazione detenuta è cresciuta di 1.336 unità. Sono cresciuti anche i numeri dei bambini reclusi con le loro madri che sono attualmente 26 contro i 21 di inizio anno e i 18 dell’ottobre dello scorso anno. È una situazione che la stessa magistratura di sorveglianza riconosce come inumana e degradante, condannando sistematicamente l’Italia per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu).
di Andrea Bulleri e Valentina Pigliautile
Il Messaggero, 23 novembre 2025 Il Governo corre ai ripari contro il sovraffollamento nei penitenziari per under 18: 4 nuove strutture in arrivo, ampliamenti in 5 istituti. Un detenuto su due è straniero. Una “inusitata esplosione di violenza”. Che dalla fine della pandemia ha visto protagonisti i giovanissimi. Minori italiani ma anche, molto spesso, stranieri non accompagnati. Provenienti quasi sempre dal Nord Africa. Tanto che oggi quasi un under 18 su due tra quelli detenuti in un istituto penale minorile è arrivato dall’estero, senza genitori. A lanciare l’allarme è il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
di Laura Distefano
La Sicilia, 23 novembre 2025 Il magistrato catanese: “Il 41 bis è un sistema penitenziario che ha le ore contate, perché esiste nel Paese una sensibilità politica trasversale, opposta al sentimento comune dei cittadini, che tende a vanificare l’esperienza penitenziaria. Sia con riguardo l’obiettivo della sicurezza che rispetto a quello della rieducazione”. Replica Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino: “Costituzione sospesa”. Il regime penitenziario previsto dall’articolo 41 bis fu introdotto nel 1986. Nella sua essenza aveva la temporaneità di controllare possibili comunicazioni con l’esterno ma poi, dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio del 1992, fu allargato ai detenuti per mafia.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 23 novembre 2025 Il ministro della Giustizia: il voto referendario sarà nella prima metà di marzo, l’Anm accetti il confronto in tv. E sul carcere non c’è una stretta alle attività culturali, Il ministro della Giustizia Carlo Nordio non sembra uomo da cambiare idea nell’espace d’un matin. E alla domanda-tormentone rivoltagli da settimane sulla possibilità di un confronto in tv coi sostenitori del No al referendum sulla riforma costituzionale per la separazione assoluta delle carriere (che si terrà, prevede, “nella prima metà di marzo”), risponde ancora una volta allo stesso modo: “Vorrei fare un incontro coi vertici dell’Anm.
di Danilo Paolini
Avvenire, 23 novembre 2025 L’apposita Sezione del Csm viene sostituita dall’Alta Corte, formata da componenti scelti in buona parte (9 su 15) per sorteggio. La creazione di un’Alta Corte disciplinare è uno dei punti qualificanti della riforma costituzionale Nordio che separa le carriere dei magistrati, insieme allo sdoppiamento del Csm. Di fatto, i procedimenti sull’operato delle toghe - che oggi sono di competenza della Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura - saranno affidati (sia per i giudici, sia per i pm) a questo nuovo organo. Vediamo allora come è strutturata la funzione disciplinare e come lo sarà se entrerà in vigore la modifica della Costituzione, in caso di vittoria dei Sì nel referendum.
di Daniela Mainenti*
Il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2025 La sentenza delle Sezioni Unite ridisegna l’equilibrio tra confisca dei beni mafiosi e diritti di chi ha subito il reato. C’è un paradosso che in Italia facciamo finta di non vedere: lo Stato racconta la confisca antimafia come la grande vittoria della legalità, ma troppo spesso chi ha subito il reato resta fuori dalla porta. Prima vengono il sequestro, la misura di prevenzione, le conferenze stampa, i beni “liberati” consegnati a enti e istituzioni; solo dopo ci si accorge che le vittime sono rimaste senza risarcimento, perché il patrimonio è stato inghiottito dal circuito pubblico.
di Luca Serranò
La Repubblica, 23 novembre 2025 I verbali dei detenuti che hanno scelto di denunciare lo scandalo della Dogaia, il carcere di Prato dove venerdì notte sono scattate perquisizioni a tappeto. Gli affari nella stanza 147, una delle principali centrali di spaccio del carcere, i traffici di armi, i pestaggi, le richieste (poi non realizzate) di omicidi su commissione. E i frenetici contatti con l’esterno, grazie ai cellulari, con cui venivano organizzate anche truffe agli anziani e manovrati giri di prostituzione. Fino a quando sei detenuti, stanchi del clima di violenza e di omertà, hanno deciso di vuotare il sacco e denunciare. Sono state fondamentali le testimonianze nelle indagini della procura sul carcere della Dogaia di Prato, perquisito cella per cella sabato notte - con un’operazione senza precedenti - da 800 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti della penitenziaria.
La Provincia, 23 novembre 2025 L’accesso effettuato da esponenti di Forza Italia e del Partito Radicale ha messo in luce condizioni critiche, con presenze elevate, fragilità sanitarie diffuse e poche occasioni formative. Una delegazione congiunta di Forza Italia - rappresentata dal consigliere regionale Giulio Gallera, Andrea Carassai, Gabriele Gallina, Luca Ghidini - e del Partito Radicale - rappresentato da Sergio Ravelli e Maria Teresa Molaschi - ha visitato venerdì pomeriggio la Casa Circondariale di Cà del Ferro.
di Irene Funghi
Avvenire, 23 novembre 2025 Il progetto U-Lead dell’Istituto universitario europeo mette in moto dinamiche di partecipazione, affiancando studenti delle scuole superiori ai minori stranieri non accompagnati. Valere come gli altri, anche quando si è giovani in un Paese straniero, non dovrebbe essere opzionale. A maggior ragione se si parla adolescenti, per i quali l’attenzione dovrebbe essere doppia. Torna a ripeterlo a Firenze l’Istituto universitario europeo, che ha elaborato un progetto per mettere in contatto tra loro minori stranieri non accompagnati dei centri di seconda accoglienza, studenti delle scuole superiori e giovani adulti, con l’obiettivo di far prendere loro consapevolezza dei propri diritti, sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
di Roberta Barbi
vaticannews.va, 23 novembre 2025 Dalla fine di settembre la famiglia del bistrot di Fuga di sapori, aperto nelle mura del carcere di Alessandria, si è arricchito di un nuovo elemento: Danilo Bovio, un ragazzo autistico di 21 anni, che sta effettuando un tirocinio di tre mesi accanto ai detenuti lavoratori. Cos’hanno in comune detenuti in permesso lavoro e un giovane con autismo? Nel bistrot “Fuga di Sapori”, aperto nelle mura del carcere di Alessandria, hanno in comune un lavoro. E poi il pranzo insieme, le confidenze, qualche risata. L’idea nasce dalla cooperativa Idee in fuga di Carmine Falanga, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, abituata a dare a chi ne ha bisogno “non solo una seconda opportunità, ma spesso la prima che non hanno mai avuto”.
di Giuseppe Lamanna
oltreilfatto.it, 23 novembre 2025 Un appuntamento con la civiltà giuridica, sulla difficile situazione delle carceri italiane e alla luce delle ultime riforme. Questo il convegno organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Taranto, dalla locale Camera Penale e dall’associazione Antigone, presso il salone degli Specchi di Palazzo di Città. Moderato dall’avv. Fabrizio Lamanna, ha ospitato gli interventi del presidente nazionale ANM Taranto Francesco Sansobrino e sostituto procuratore, la dirigente del servizio per le dipendenze per il carcere di Taranto Paola Cauzo, l’avv. Gianluca Sebastio, rappresentante di Antigone e il presidente dell’Ordine degli avvocati di Taranto, avv. Vincenzo di Maggio.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 23 novembre 2025 Era il 15 gennaio 2019. Ornella Vanoni era stata invitata poche settimane prima a cantare con il coro di persone detenute e volontari del reparto La Nave: e aveva risposto di sì senza pensarci un secondo. La sua interpretazione di “Ma mi” fatta in carcere, in collegamento con la Triennale, resta un momento memorabile per chi c’era. “Spero che sia morta”, rispose. E il pubblico della rotonda di San Vittore - in parte autorità e invitati vari ma per più di metà “ospiti fissi”, diciamo così, del più famoso carcere italiano - naturalmente scoppiò a ridere. Era la conclusione di un aneddoto che Ornella Vanoni aveva appena finito di raccontare, prima di esibirsi in quello che grazie a “Ma mi” poteva ben essere considerato il “suo” carcere.
L’Edicola del Sud, 23 novembre 2025 Punta a raggiungere quota 10mila panettoni prodotti la campagna natalizia del Fieri Potest Pastry Lab, il laboratorio di pasticceria gestito dalla cooperativa Noi & Voi all’interno del carcere di Taranto. L’iniziativa non solo si espande in termini di volumi, ma allarga anche la sua rete di solidarietà: per ogni panettone venduto, un euro sarà devoluto a un fondo dedicato a finanziare nuovi interventi di inclusione in altri istituti penitenziari italiani. Le novità della campagna sono state presentate a Casa Viola. Il bilancio del progetto mostra un incremento significativo: la cooperativa Noi & Voi ha raddoppiato il proprio personale, passando da tre a sei unità. Parallelamente, si è ampliata la rete di collaborazioni a livello regionale, coinvolgendo realtà sociali nelle province di Bari e Brindisi per il confezionamento e la distribuzione dei prodotti.
CULTURA
di Gianni Armand-Pilon
La Stampa, 23 novembre 2025 Nel nuovo libro dell’ex giudice e scrittore torna l’Italia anni 70: “Stagione ancora attuale, sento alzarsi un venticello utopistico”. Neanche stavolta l’Italia svela i suoi segreti più profondi. E del resto, trattandosi degli Anni 70, poteva forse essere altrimenti? Nell’ultimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, “Una storia sbagliata”, in libreria per Einaudi Stile Libero, un poliziotto e un giudice istruttore indagano su una ragazza morta per droga nella Roma del 1974. Uno dei primi casi di overdose da eroina. Si ritroveranno invischiati in un gioco criminale condotto da agenti provocatori (Jay Dark, lo stesso del romanzo “L’agente del caos”), servizi paralleli, funzionari corrotti o che fanno finta di non vedere.
di Guido Caldiron
Il Manifesto, 23 novembre 2025 Lo scrittore: “Costruire una rete di letteratura di opposizione che analizzi la situazione del Paese per mostrarne tutte le contraddizioni”. I suoi romanzi non hanno reso Massimo Carlotto solo uno dei protagonisti del noir europeo, ma anche un attento e appassionato osservatore delle trasformazioni del Veneto. Come indicano le indagini dell’Alligatore, il detective senza licenza protagonista di molte sue storie, che vive e opera a Padova, la città di Carlotto, che hanno appena compiuto trent’anni, celebrati con il romanzo “A esequie a venire” (Einaudi), recensito sul manifesto l’8 novembre.
AFFARI SOCIALI
di Anna Foa
La Stampa, 23 novembre 2025 Stiamo ogni giorno di più interrogandoci sulla democrazia, su cosa la definisca, su come si sia trasformata a partire dalla seconda metà del Novecento, quando si è affermata sulle rovine della guerra e delle dittature, sul suo declino o forse sulla sua morte imminente, da troppi profetizzata. Era per tutti, almeno per chi come noi viveva in un continente come l’Europa, al sicuro nelle nostre tiepide case, un dato scontato, acquisito, e pensavamo che non sarebbe mai tramontata. Dico un continente, ma dovrei dire la nostra parte, quella occidentale, del continente, perché nella parte orientale invece imperversavano mancanza di libertà, processi, gulag, invasioni, come nell’Ungheria del 1956 o nella Praga del 1968.
di Andrea Malaguti
La Stampa, 23 novembre 2025 Al Torino Film Festival Jacqueline Bisset porta sul palco del teatro Regio l’incredibile meraviglia dei suoi ottantuno anni. Elegante, determinata, piena di fascino, impugna il microfono e rompe il protocollo da serata inaugurale. Non parla di cinema, parla di una cosa che è successa a lei. Ma in realtà parla di chi non riesce a sbarcare il lunario, di chi non ha un tetto sopra la testa, di chi trattiamo come feccia. Gli invisibili, i fragili, meglio se immigrati.
di Marco Pappalardo
Avvenire, 23 novembre 2025 Abbiamo visto piazze e scuole riempite dalle proteste. Perché non fare lo stesso con un movimento di cultura, sport, musica e attività educative? Viviamo un tempo che chiamiamo spesso di “emergenza educativa”, una definizione importante che rischia di diventare abitudine, come se fosse un’etichetta inevitabile e il sottotitolo purtroppo scontato di molti convegni. Dietro questa espressione ci sono volti, storie, ragazzi e ragazze che si perdono per strada, che si cercano in notti confuse, tra la movida e il web, in quei vuoti che la scuola, la famiglia, la comunità non riescono più a riempire. È una povertà che non riguarda solo il portafoglio ma l’anima: povertà educativa, la mancanza di spazi di senso, di adulti credibili, di luoghi dove imparare a vivere serenamente insieme agli altri e per gli altri.
di Cristina Carelli e Luisanna Porcu
Il Manifesto, 23 novembre 2025 La violenza maschile contro le donne e di genere non è un fatto neutro, ma una questione culturale e sociale che ad oggi dipende da scelte politiche che di fatto negano questa origine. Lo dimostrano proposte di legge che vietano l’educazione sesso-affettiva nelle scuole primarie e impongono il consenso delle famiglie per portarla nelle scuole secondarie. Le famiglie hanno un problema: sono i luoghi in cui si manifesta maggiormente la violenza. Lo dimostra un approccio securitario alle politiche di sostegno alle donne che chiedono aiuto al sistema antiviolenza. La violenza si contrasta affermando e nutrendo la libertà delle donne e di tutte le soggettività che escono dalla norma patriarcale.
di Alberto Sofia
Il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2025 “Le parole dei ministri Nordio e Roccella? Sono fuori dalla realtà, non soltanto producono senso di impunità, ma confermano e normalizzano una struttura sociale che vuole la violenza maschile contro le donne e la violenza di genere ancora fortemente radicate e al centro della nostra organizzazione sociale”. Nel giorno in cui per le strade di Roma è tornato il corteo nazionale di “Non una di meno”, con lo slogan “Sabotiamo guerre e patriarcato”, in vista della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del prossimo 25 novembre, la “marea” fucsia si è scagliata contro gli esponenti del governo e contro l’attacco rivolto alla scuola pubblica e all’educazione sessuo-affettiva portato avanti dal ministro Giuseppe Valditara.
di Carlo Petrini
La Stampa, 23 novembre 2025 Nel testo finale sparisce l’impegno ad abbandonare i combustibili fossili. Ancora una volta gli unici vincitori sono le lobby dell’industria e del profitto. Mentre scrivo queste righe, nonostante il ritardo di un giorno, la Cop30 di Belém non si è ancora conclusa. Da quanto trapela dalle ultime bozze di dichiarazione finale, con ogni probabilità vincerà l’opzione al ribasso. La parola “uscita” dai combustibili fossili è stata rimossa dal testo e sostituita con un più soft e poco significante “allontanamento”; peraltro già menzionato alla Cop di Dubai di due anni fa (dove sta il progresso dunque?). Alla fine, gli unici vincitori della COP30 sono ancora una volta le lobby del profitto. Ma cosa hanno vinto se non la loro e nostra condanna? La loro e nostra distruzione?
di Estefano Tamburrini
Il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2025 “È troppo dura da raccontare. Non lo capirete mai. Preferisco non parlarne”. Poche parole, scandite con dolore, quelle di Camilo Castro, il 41enne francese rilasciato lo scorso 15 novembre, anniversario di prigionia di Alberto Trentini, dal maxi-carcere El Rodeo I, dove si trova anche l’operatore umanitario di Lido Venezia. Ora è libero, ma una parte di sé è rimasta dietro le sbarre, con gli altri detenuti, compreso Trentini, che è stato il suo vicino di cella.
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