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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 14 novembre 2025
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 14 novembre 2025 Gentile dottor Napolillo, Lei è stato di recente nella Casa di reclusione di Padova e ha visto un carcere dove, pur nelle difficoltà del sovraffollamento, si cerca con la collaborazione di tutti di rispettare il mandato costituzionale, cioè di garantire a più detenuti possibile di non entrare in carcere e uscirne a fine pena come sono entrati, ma di fare un percorso realmente rieducativo, che significa crescere culturalmente, mettere in discussione le proprie scelte passate, avere voglia di fare i conti con la sofferenza provocata dai reati, nelle vittime ma anche nei famigliari delle stesse persone detenute.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 14 novembre 2025 Dopo la circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che fa passare per Roma le autorizzazioni per gli eventi negli istituti in cui è presente l’alta sicurezza, anche se riguarda le sezioni di media sicurezza, sono iniziate le cancellazioni degli incontri. Vita ha raccolto le testimonianze di alcune associazioni che si sono viste annullare all’improvviso gli appuntamenti, in programma da tempo: dal rugby al teatro, dalla lettura ai laboratori di nonviolenza. Gli eventi di carattere educativo, culturale e ricreativo iniziano ad essere annullati in diverse carceri.
di Ginevra Leganza
Il Foglio, 14 novembre 2025 Nordio e Delmastro, sul referendum, come venti contrari sulla stessa vela. Al ministero della Giustizia, l’anziano padre porta su il masso. Fintanto che il figlio di Colle Oppio lo spinge giù. L’ultima circolare del sottosegretario con delega alla polizia penitenziaria è dunque l’ultimo incomodo di Via Arenula. In questo caso il problema - spiegano dal ministero - è che la Circolare-Delmastro centralizza le decisioni sulle attività educative e ricreative dei detenuti. Sicché innesca malanimo in coloro che, nell’ottica del ministro, sono gli amici del Sì al referendum. In particolare, i penalisti.
di Gian Luigi Gatta
La Repubblica, 14 novembre 2025 Dobbiamo riconoscere la gravità della situazione e aprire gli occhi. Cos’altro deve accadere? Montecitorio ha ospitato ieri (13 novembre) una cerimonia per i 50 anni della legge sull’ordinamento penitenziario, adottata per attuare l’articolo 27 della Costituzione: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Il ministro della Giustizia Nordio ha nell’occasione tenuto una lectio magistralis e ha ribadito la sua tesi sulla mancanza di una relazione tra sovraffollamento e suicidi in carcere. “I suicidi non sono per niente collegati al sovraffollamento” che è semmai “una forma di controllo reciproco”, utile a sventare gesti estremi.
di Liana Milella
Il Fatto Quotidiano, 14 novembre 2025 Mentre il guardasigilli tiene la sua lectio magistralis alla Camera, a Pavia si è ucciso il 69° detenuto. Alla Camera discutono di carcere, perfino con Carlo Nordio in veste di oratore per quella che viene presentata come una sua “lectio magistralis”. Lui subodora subito il rischio assicurato dello sfottò e piglia le distanze da se stesso. “No no, la mia non sarà una lectio magistralis”. E allora perché non ha evitato prima che fosse annunciata così nel mini incontro per ricordare i 50 anni della legge sull’ordinamento giudiziario?
di Piero Sansonetti
L’Unità, 14 novembre 2025 Il governo Meloni, da quando si è insediato, ha introdotto una ventina di nuovi reati nel codice penale. E ha stabilito un aumento delle pene per circa 40 anni di carcere per reati già esistenti. Coi decreti sicurezza ha stabilito che nelle carceri non sono permesse neanche le proteste non violente e saranno punite con una pena fino a sette anni, poi ha ridotto il permesso di manifestare ostacolando il traffico, anche qui prevedendo la prigione, e ha deciso che una donna incinta può andare in cella, e se ha un bambino anche di un anno, e non sa a chi lasciarlo, il bambino andrà in cella con lei e sconterà la pena. Queste ultime due norme sono studiate contro le mamme rom. Possiamo, senza polemiche ma limitandoci ai fatti, definirle leggi razziste.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 14 novembre 2025 Dopo lo svarione di Gratteri su Falcone, la rinuncia di Parodi alla sfida con Nordio, che divide le toghe. “E i partiti si sfilano”. Da un lato il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che cita un’intervista falsa a Giovanni Falcone in diretta televisiva. Dall’altro lato il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, che si ritira “a malincuore” dal duello con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Due circostanze susseguitesi nel giro di poche ore che possono incrinare la comunicazione del fronte del No alla separazione delle carriere, già in difficoltà visti i sondaggi.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 14 novembre 2025 Il ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Nessuna volontà di rivincita o vendetta. La magistratura non ha mai aggredito la politica, è stata la politica che in maniera anche codarda ha fatto passi indietro”. Dalla separazione delle carriere alla riforma del disciplinare, dalla giustizia civile all’ordinamento professionale, il ministro della Giustizia Carlo Nordio risponde alle domande del Sole 24 Ore al XXVIII Congresso della giovane avvocatura che si è aperto ieri a Bergamo.
di Alessandro De Angelis
La Stampa, 14 novembre 2025 Il presidente dell’Anm: “Sui migranti ci accusano di invadere il campo, ma noi applichiamo la legge”. Presidente Cesare Parodi, perché ha detto no al confronto con Nordio? “Perché voglio evitare il rischio che l’Anm appaia come un soggetto politico di opposizione. Pensi all’immagine, in una trasmissione di massimo ascolto: il ministro da un lato, noi dall’altra. E poi le strumentalizzazioni…”.
di Daniela Mainenti*
Il Fatto Quotidiano, 14 novembre 2025 Concentrare la campagna referendaria sulla “separazione delle carriere sì/no” è fuorviante: il quesito dirimente è se accettiamo un giudice disciplinare senza garanzie d’indipendenza. L’asse del referendum confermativo non è, malgrado la retorica da comizio, la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri: quella è una scelta politicamente divisiva ma concettualmente chiara, da anni oggetto di confronto dottrinale e comparato, con argomenti seri su entrambi i fronti; il vero punto critico, quello che può alterare in profondità la fisionomia costituzionale della giurisdizione, è l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare, perché lì si decide chi, come e con quali garanzie potrà giudicare i magistrati, e dunque quanto fragile o resistente sarà l’indipendenza effettiva dei giudici rispetto al potere politico.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 14 novembre 2025 La stessa corporazione che tenta, invano, di usare Giovanni Falcone come sponsor del no alla separazione delle carriere, non fa ancora i conti con il passato. Usare Falcone, quando lui stesso era osteggiato anche per il suo spirito riformatore della magistratura, non rende giustizia. Purtroppo non fa i conti con la stessa sentenza del Capaci Bis, che ha individuato nella strage una sinergia che “si avvaleva della cooperazione (almeno) colposa di alcuni settori della Magistratura e che agevolava il processo di isolamento intrapreso nei confronti di Giovanni Falcone”.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 14 novembre 2025 Sostiene di voler ristabilire l’equilibrio fra i poteri, riconducendo la magistratura nei suoi spazi, ma poi approva leggi che continuano ad attribuire alle toghe ampissima discrezionalità nell’attività giudiziaria. È il paradosso del centrodestra, emerso di nuovo con l’approvazione in commissione Giustizia della Camera dell’emendamento che introduce il “consenso libero e attuale” nel reato di violenza sessuale. “Una riforma necessaria, ma che lascia ai giudici una discrezionalità enorme nell’interpretazione del reato e nella determinazione della pena”, dice la giurista Ilaria Merenda.
di Barbara Stefanelli
Corriere della Sera, 14 novembre 2025 Non bisogna seguire d’istinto, e di corsa, un attivismo scomposto ma fermarci, costringerci a ragionare al largo dei roghi accesi sulle vite degli altri. L’attivismo scomposto che punta alla visibilità e non costruisce cambiamento. La comunicazione come performance esasperata che si avvita su sé stessa, stravolge e mortifica la storica rivendicazione delle donne secondo cui “il personale è politico”. Il femminismo, cioè l’unico -ismo sopravvissuto in salute al Novecento, trasformato dal cedimento agli algoritmi in un brand ambiguo. A cavallo tra ideali scagliati come pietre e i meccanismi liquidi del mercato di click & like.
di Ilaria Dainesi
informatorevigevanese.it, 14 novembre 2025 È il 15esimo dal 2021 nella casa circondariale del capoluogo pavese. Un detenuto di 30 anni di origine nordafricana si è tolto la vita nella mattinata di ieri, giovedì 13 novembre, all’interno del carcere di Torre del Gallo, a Pavia. L’uomo si è impiccato nel locale docce del reparto. I tentativi di rianimarlo sono stati inutili. È stato un agente della polizia penitenziaria, accortosi di quanto stava accadendo, a dare l’allarme. Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118, ma il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Sono in corso accertamenti per chiarire le cause e le eventuali circostanze che hanno spinto il detenuto al gesto estremo. Quello di ieri è il quindicesimo suicidio registrato dal 2021 nella casa circondariale pavese.
di Anna Campaniello
Corriere della Sera, 14 novembre 2025 Rivolta nel carcere Bassone. A tarda serata di giovedì, il bilancio: feriti due agenti della polizia penitenziaria e un detenuto. In una giornata ad alta, davvero alta tensione. Iniziata presto. Di mattina, con un tentativo di evasione. Nelle ore successive, nel rapido volgere, un agente sarebbe stato costretto a rifugiarsi in un box in quanto assediato e “tenuto in ostaggio”, secondo quanto ricostruito, mentre nell’istituto penitenziario dilagava la protesta. Per riportare la calma è stato necessario l’invio di una decina di mezzi di rinforzo da Milano.
di Rossella Conte e Stefano Brogioni
La Nazione, 14 novembre 2025 Il giovane si è ucciso prima di finire in carcere dopo aver appreso la notizia dai suoi legali: avrebbe dovuto scontare altri 14 mesi di reclusione. Gli avvocati: “Si stava rimettendo in forma grazie a un personal trainer, la notizia lo ha travolto”. Un uomo di 32 anni, fiorentino, si è tolto la vita ieri mattina gettandosi dal tetto della propria abitazione, nella zona di Firenze sud, pochi istanti dopo che due avvocati erano andati a comunicargli l’arrivo dell’ordine di esecuzione del residuo della sua pena: un anno e due mesi di reclusione per una rapina. Una tragedia improvvisa, consumata in pochi minuti, che ha scosso profondamente il quartiere.
di Luigi Benelli
Corriere Adriatico, 14 novembre 2025 È un collegamento diretto col mondo del lavoro per collocare immediatamente i carcerati al termine della pena. Un nuovo inizio. Al carcere di Villa Fastiggi di Pesaro la consegna degli attestati di formazione a quindici detenuti che hanno preso parte al corso per esperto impiantista organizzato su un progetto del Garante regionale dei diritti della persona, Giancarlo Giulianelli: “Opportunità concreta di riabilitazione sociale e reinserimento nel mercato del lavoro”. Presenti alla conferenza che ha anticipato la consegna degli attestati il Vicepresidente del Consiglio regionale Giacomo Rossi e la Consigliera Segretaria dell’Ufficio di Presidenza Marta Ruggeri.
di Matteo Macor
La Repubblica, 14 novembre 2025 Misure alternative alla detenzione per chi ha meno di tre anni di pena da scontare. É la proposta che arriva da Antigone e Comunità di San Benedetto, alla luce dei dati di “Senza respiro”, il nuovo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione nel Paese, presentato con un evento congiunto a Genova, per chiedere a gran voce alla politica di occuparsi - sono le parole dei rispettivi responsabili - “della dignità umana e di collaborare per creare percorsi di cura, emancipazione e libertà”. I numeri del settore, del resto, parlano chiaro. Solo a Genova, nel carcere di Marassi risulta un sovraffollamento del 129 per cento, con 680 detenuti presenti su 553 posti disponibili. A Pontedecimo sono detenute 137 persone su 86 posti dichiarabili, per un sovraffollamento del 159 per cento.
sardegnanotizie24.it, 14 novembre 2025 Giornata di studi del 21 novembre 2025 dedicata a detenzione, tutela e trattamenti penitenziari. Un confronto diretto sullo stato delle carceri italiane aprirà il convegno “Il sistema carcerario tra diritto penitenziario e diritti umani”, in programma il 21 novembre all’Aula Lai del Campus Sant’Ignazio. L’iniziativa, organizzata da Elsa Cagliari, riunisce docenti universitari, magistrati e avvocati per analizzare condizioni di detenzione, tutele e criticità strutturali. La sessione antimeridiana si concentrerà sulla situazione attuale degli istituti penitenziari e sul confronto con i modelli europei ed extra Ue, con gli interventi di Maria Francesca Cortesi, Andrea Deffenu e Daniele Amoroso.
di Marco Benvenuti
La Stampa, 14 novembre 2025 Nella casa circondariale il progetto “Sprigionare i pensieri”. Sono una decina di uomini di diverse età, italiani e stranieri, che hanno commesso reati anche seri, qualcuno in procinto di tornare libero dopo aver scontato la pena, qualcun altro affidato ai servizi di pubblica utilità oppure ammesso a uscire di giorno per fare rientro in cella la notte. Sono queste persone ad aver raccontato la loro vita, la loro storia, in un laboratorio di gruppo nella casa circondariale di Novara grazie al progetto “Sprigionare i pensieri”, percorso di ricostruzione della propria identità e di ripensamento di vita attraverso gli strumenti della narrazione e della scrittura, sostenuto dalla Fondazione Franca Capurro per Novara.
di Nino Luca
Corriere della Sera, 14 novembre 2025 Al teatro Martinitt di Milano applausi per la Band “Freedom Sounds” del carcere di Bollate che si è esibita con gli “Eugenio in Via di Gioia”. Standing ovation e pubblico in delirio al Teatro Martinitt di Milano per “Note di libertà”, il concerto che ha celebrato i 15 anni del progetto “Musica in carcere” promosso dalla Fondazione Antonio Carlo Monzino e Milano Musica. Protagonisti sul palco la Freedom Sounds, band formata da detenuti della Casa di Reclusione di Bollate, insieme agli Eugenio in Via di Gioia e al cantante Blu (nome d’arte di Nicolò Barbini, ndr) che ha ricordato come “la musica ci fa sentire tutti uguali”.
di Filippo La Porta
L’Unità, 14 novembre 2025 Quando un potere diventa cieco e astratto, e dimentica l’empatia per l’uomo, diventa mostruoso e disumano: così ragionava il padre del garantismo, rileggendo le pagine dell’Ivan Ilic di Tolstoj. All’inizio di un celebre saggio su Gandhi Orwell scrisse che tutti i santi sono colpevoli, fino a prova contraria. Si potrebbe parafrasarlo per definire la posizione di Leonardo Sciascia: tutti i giudici sono colpevoli, fino a prova contraria. Per la ragione che si trovano a disporre di un potere “terribile” (Montesquieu), che li eleva al di sopra di tutti gli altri uomini. Un giudice dovrebbe non tanto “godere” il potere che ha quanto “soffrirlo”.
AFFARI SOCIALI
di Franco Corleone
L’Espresso, 14 novembre 2025 La sete di propaganda del Governo e della maggioranza è inesauribile. L’8 marzo era stata l’occasione per una legge sul femminicidio, il 4 ottobre per stabilire la festività nazionale in onore di San Francesco d’Assisi. Quel giorno era già prevista la solennità civile per Santa Caterina da Siena, quindi una coabitazione foriera di grande confusione che era stata inutilmente segnalata dall’ufficio studi del Senato. Purtroppo la fretta e la demagogia trovano l’accordo di tutte le forze politiche. Così il presidente Mattarella si è trovato di fronte a un pasticcio inestricabile.
di Vincenzo Scalia
Il Manifesto, 14 novembre 2025 Giuseppe Conte si accorge che le città italiane sono insicure, e ripesca il vecchio armamentario giustizialista, mai del tutto dismesso, della forza politica di cui è il leader. Il primo segretario del Pd, Walter Veltroni, ormai editorialista, lancia la parola d’ordine libertà uguale sicurezza sulle colonne del Corriere della Sera. Anche la segretaria attuale del Pd, Elly Schlein, su richiesta di alcuni amministratori, riapre il tema della sicurezza, da oggi a Bologna. “Con la sicurezza si vince, o si prendono voti”. Questo è il mantra che si ripete a sinistra, guardando gli exploit realizzati in passato dalla Lega e da FdI. Ad essere troppo buonisti con migranti, rom, senzatetto, sex workers, attivisti, si perderebbero le elezioni. Ma davvero la questione della sicurezza non è mai stata affrontata dalla sinistra?
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 14 novembre 2025 Il riflesso automatico dell’“emergenza”: in passato l’invocazione tattica dell’ordine pubblico ha spianato la strada alla destra. La ciclica “emergenza sicurezza” aleggia di nuovo nel dibattito politico italiano. La agita, come è noto, la destra, che con il passepartout della retorica securitaria ha fatto passare il ddl poi divenuto decreto chiamato, appunto, “sicurezza”. Dopo il quale, a colpi di annunci roboanti, Fratelli d’Italia e Lega si stanno sfidando a chi la spara più grossa, promettendo sfratti brevi, caccia ai maranza, cittadinanze ritirate e via reprimendo. Tuttavia, rischia di succedere che anche nel campo avverso l’emergenza riprenda a strisciare.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 14 novembre 2025 La Sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti rinviato alla Corte di Giustizia europea le norme italiane che impongono il divieto di produzione, commercio e importazione delle infiorescenze della canapa non psicoattiva e derivati. Un barlume di speranza si apre per i coltivatori di canapa italiani, e anche per la filiera della cannabis light (Thc sotto lo 0,2%). La Sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti rinviato alla Corte di Giustizia europea le norme italiane che impongono il divieto di produzione, commercio e importazione delle infiorescenze della canapa non psicoattiva e derivati, in aperta contraddizione con le regole della Politica Agricola Comune (Pac) dell’Unione europea. Si tratta in particolare dell’articolo 18 del decreto Sicurezza, convertito in legge nell’aprile scorso, che interviene sulla precedente legge 242 del 2016 con cui si intendeva promuovere la produzione della canapa industriale.
di Michele Gambirasi
Il Manifesto, 14 novembre 2025 Vertice a Roma con il premier albanese Edi Rama: al centro l’ingresso nell’Ue e gli affari. La premier promette: “Con il Patto asilo finalmente funzioneranno”. “Quando entrerà in vigore il nuovo Patto Ue i centri in Albania funzioneranno, come dovevano funzionare all’inizio”. Undici mesi dopo averlo sillabato ad Atreju, il punto per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è rimasto lo stesso: la misura più emblematica del programma dell’esecutivo in materia di immigrazione non resterà incompiuta, costi quel che costi.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 14 novembre 2025 Giorgia Meloni non intende mollare sui centri migranti in Albania e lo ha ribadito di fronte all’esecutivo di Tirana, ieri a Roma per il vertice intergovernativo. Accanto al premier Edi Rama, la presidente del Consiglio ha rivendicato una scelta che considera strategica e ha denunciato apertamente chi, in questi mesi, avrebbe tentato di frenarla. “Tanti hanno lavorato per bloccarlo”, ha affermato, lasciando intendere una resistenza interna che non ha mai smesso di ostacolare il progetto. Ma il governo, ha assicurato, è determinato ad andare avanti comunque. Per Meloni, l’intesa con Tirana non è soltanto un accordo bilaterale: rappresenta un “modello innovativo” che può cambiare la gestione dei flussi a livello europeo.
di Lina Palmerini
Il Sole 24 Ore, 14 novembre 2025 Meloni camuffa il fallimento dell’accordo con l’Albania sul trasferimento degli immigrati. Nel grande allestimento del vertice intergovernativo tra Italia e Albania, un insuccesso è finito sullo sfondo. In effetti, tra i meriti ascrivibili a Meloni ci dovrebbe essere anche quello di camuffare i bersagli mancati quale è stato quello dell’accordo con Rama sul trasferimento di immigrati illegali nei centri albanesi. Due anni di travagli, molte centinaia di milioni di soldi pubblici spesi, per poi essere trasformati in centri (vuoti) per clandestini espulsi con numeri assai esigui.
di Elisa Campisi
Avvenire, 14 novembre 2025 Da Milano a Iglesias, Cameri e Viterbo, fino a Strasburgo: sono alcune delle tappe per la nonviolenza e il disarmo, nei territori e nei luoghi di lavoro. Lo abbiamo visto marciare nei cortei e riunirsi nelle piazze. Lo abbiamo visto persino solcare i mari, come nel caso della Flotilla. Ormai lo sappiamo: il popolo della pace non è disposto ad arrendersi di fronte alle ingiustizie dei nostri tempi. Lo sta dimostrando con iniziative diverse in tutti i territori, a volte in modi più eclatanti, come le manifestazioni, altre volte scegliendo il silenzio, come succede per esempio in piazza Duomo a Milano, dove per un’ora al giorno, da cinque mesi ormai, si ritrovano comuni cittadini con cartelli in mano che chiedono la pace in Palestina.
di Carlo Verdelli
Corriere della Sera, 14 novembre 2025 Il cooperante italiano è stato arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024: da allora è recluso vicino a Caracas. Da innocente. Difficile l’interlocuzione con Maduro, che vuole dall’Italia un riconoscimento politico. Ma il caso non sta suscitando clamore nella società civile, che resta in silenzio. C’è un italiano con una bella faccia buona che ha dedicato la vita a dare una mano a chi soffre e che domani, sabato 15 novembre, compie il suo primo anno da prigioniero innocente in un carcere di Caracas. E la cosa ancora più angosciante è che questa detenzione lunghissima e assurda sembra non smuovere coscienze, proteste, indignazioni istituzionali o popolari. Anche l’informazione latita, salvo rare eccezioni e come tali poco influenti.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 14 novembre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 16 novembre 2025
Seminario. "Immaginiamo città riparative" (San Paolo D'Argon-BG, 22 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI