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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 1 giugno 2025
di David Allegranti
La Nazione, 1 giugno 2025 Il nuovo capo del Dap, Stefano de Michele, è un magistrato scelto dal governo. Il filosofo del diritto Emilio Santoro: “Si vedrà quanto si considererà un tecnico indipendente e quanto un esecutore di direttive ministeriali”. Nel Consiglio dei ministri del 26 maggio 2025 sono stati nominati il capo dipartimento per gli Affari di giustizia, il capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e il capo dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi. Rispettivamente i tre ruoli sono stati attribuiti ad Antonia Giammaria, Stefano Carmine De Michele e Lina Di Domenico, quest’ultima molto vicina al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.
di Antonella Barone
gnewsonline.it, 1 giugno 2025 Daniela Ursino: il carcere da periferia assoluta a incredibile fucina di esperienze. Una donna bruna e sorridente si affaccia da dietro un’enorme giara di cartapesta collocata al centro del palcoscenico del Piccolo Shakespeare, il teatro della casa circondariale di Messina. È il 2019 e Daniela Ursino è alle prove di una riduzione dell’opera pirandelliana in cui recitano detenuti-attori. La foto, una delle prime a raccontare alla stampa la storia di Daniela e delle sue tante “imprese”, la dice lunga sull’idea “immersiva” di teatro in carcere di questa messinese dalla doppia vocazione professionale, di operatrice sociale e interior designer.
Gazzetta del Sud, 1 giugno 2025 Gli Istituti a custodia attenuata per detenute madri sono strutture penitenziarie speciali progettate per garantire che le madri detenute possano tenere con sé i propri figli, offrendo un ambiente più simile a quello familiare e garantendo la tutela dei diritti dei minori. Una bimba di appena un mese di età in cella con la madre nel carcere di Pagliarelli a Palermo: “Un caso drammatico che si somma ad altre 11 storie di bambini che in carcere con le loro madri, di cui 9 straniere, ne condividono la detenzione”, afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria, ricordando che gli altri bimbi si trovano 3 nell’Icam (Istituto di custodia attenuata per detenute madri) di Milano, 3 in quello di Venezia, uno in quello di Torino; 3 nel carcere di Rebibbia e uno in quello di Perugia.
GIUSTIZIA
di Marcello Sorgi
La Stampa, 1 giugno 2025 Non è importante verificare se, come dicono gli organizzatori, i manifestanti di ieri contro il decreto “Sicurezza”, approvato alla Camera tra molte contestazioni e da martedì in Senato, erano davvero 150 mila o la metà. Ciò che invece è necessario sapere è che per ognuno di quelli che marciavano ieri ce n’erano due o tre che silenziosamente nelle loro case approvano le nuove norme, che introducono 14 nuove figure di reato e complessivamente 417 anni in più di galera, un incremento mai visto tutto insieme al sovraffollamento delle carceri per cui tra qualche settimana, alla prima ondata di caldo si invocheranno soluzioni impossibili da realizzare con queste leggi.
di Paolo Di Falco
Il Domani, 1 giugno 2025 Migliaia di persone hanno manifestato oggi a Roma contro il decreto sicurezza, la misura del centrodestra che criminalizza fortemente il dissenso, approvato in settimana alla Camera. È una marea allegra quella che questo pomeriggio si è riunita nella piazza romana di Vittorio Emanuele per protestare contro la nuova versione di un decreto sicurezza fresco dell’approvazione dello scorso giovedì da parte di Montecitorio. “Abbiamo scelto di scendere in strada prima che il testo arrivi in Senato per cercare di fermare quello che per noi è uno schiaffo alla nostra Costituzione e alla possibilità di continuare a vivere in un paese che faccia del dissenso il caposaldo della sua democrazia”, dice il portavoce della Rete No Ddl Sicurezza Luca Blasi.
di Giulia Merlo
Il Domani, 1 giugno 2025 Secondo il professore, il governo fa leva sul “populismo penale” e abusa del decreto legge. “Quando un giudice lo deferirà alla Consulta non sarà una scelta eversiva, ma obbligata”. Il decreto Sicurezza è stato convertito, con la fiducia, alla Camera e ora passa al Senato per l’ultimo via libera. Tuttavia, i suoi effetti sono in vigore già dal 12 aprile quando, con una piroetta, il testo è trasmigrato da un disegno di legge a un decreto legge. È un decreto figlio del “populismo penale”, secondo Gian Luigi Gatta, professore alla Statale di Milano e presidente dell’Associazione italiana dei professori di diritto penale, che si è mobilitata per organizzare in 10 atenei un ciclo di convegni per mettere in luce le storture del testo.
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 1 giugno 2025 Un movimento che non si è fatto ingabbiare dagli schemi tossici della destra. E che ha capito che la cura collettiva e la difesa della democrazia sono precondizioni della politica nuova. Il corteo contro il dl sicurezza è stato un successo che ha sventato molti rischi. Una regola della militanza, che si impara per via empirica e ti resta attaccata alla pelle dice che quando un compagno o una compagna finisce alla sbarra del processo, recluso in casa o addirittura in galera, bisogna fare di tutto per tirarlo fuori dai guai.
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 1 giugno 2025 Intervista a Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto. Ieri il nostro giornale ha raccontato dell’invito a partecipare al corteo contro il decreto sicurezza da parte di un gruppo di detenuti di Rebibbia per “portare in piazza anche la nostra voce”. Non succede spesso che la popolazione carceraria aderisca a una manifestazione. “Non posso che apprezzare il fatto che un gruppo di detenuti possa prendere la parola. Sono norme che li riguardano direttamente. Direi di più: intimamente, ne colpiscono a fondo la soggettività e rappresentano per me uno dei tre esempi della cifra con cui è stato disegnato questo decreto dal governo: la malvagità”.
di Simone Alliva
Il Domani, 1 giugno 2025 Giulia Bongiorno rilancia la vecchia proposta di punire penalmente i dodicenni. Ma i dati del Ministero della Giustizia e i rapporti di Antigone dimostrano che i reati gravi sotto i 14 anni sono marginali. Le convenzioni internazionali parlano chiaro: sotto quella soglia non si può scendere senza violare i diritti dei minori. Zanella (AVS): “Una furia penalista che non salva nessuno”. “Oggi i ragazzi crescono più velocemente di un tempo e forse potrebbe essere utile anche valutare la possibilità di abbassare l’età dell’imputabilità da 14 a 12 anni”, intervistata dal Corriere della Sera, Giulia Bongiorno (Lega), presidente della commissione Giustizia del Senato rispolvera una proposta fondativa del partito del Carroccio.
di Paola Di Caro
Corriere della Sera, 1 giugno 2025 L’avvocato penalista e presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno: “Sempre più ragazzini violenti, dobbiamo agire tutti”. È un appello accorato quello che lancia Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia, ma da sempre attenta al tema del femminicidio, parola che “non si può né si deve cancellare: anzi, ho trovato profondamente sbagliata la raccolta firme delle giuriste contro il nuovo reato”. Perché non solo continua ad essere una piaga, ma il fenomeno si sta addirittura “aggravando”. Coinvolgendo fasce d’età sempre più basse - ultimo il caso di Martina Carbonaro - sembra ci si trovi completamente impreparati a capire come i giovanissimi affrontano quello che chiamano amore.
di Gian Domenico Caiazza*
Il Riformista, 1 giugno 2025 Posso dirlo? Lo dico. Almeno, si comincia a parlare del “dubbio” nel giudizio penale anche al di fuori delle aule giudiziarie o universitarie. In questo sempre meno decoroso spettacolo che sta andando in onda da settimane intorno alla piccola cittadina di Garlasco, è perfino possibile cogliere qualcosa di buono. Con molto cinismo, lo riconosco, perché intanto questo bailamme ustiona e scortica la pelle delle persone che, loro malgrado, ne sono protagoniste: ma insomma, la congiunzione astrale sta di fatto determinando la miracolosa possibilità che media e pubblica opinione possano finalmente toccare con mano la ragione per la quale si è tramandato intatto fino a noi, dal Codice Giustinianeo per oltre 1.500 anni, un principio fondativo della civiltà umana, tuttavia indigesto alla istintiva bulimia giustizialista dei più: “in dubio pro reo” (nel dubbio, a favore dell’imputato, ndr).
di Francesco Iacopino
Il Riformista, 1 giugno 2025 Il Direttore de L’Altra Voce condanna la ricerca di un capro espiatorio “Si cerca un bersaglio mediatico da esporre sulla pubblica piazza”. La vicenda di Garlasco porta in emersione tutte le deformazioni della giustizia in Italia: la componente emotiva della piazza, quella spettacolare dell’informazione, l’allestimento dell’aula mediatica, la celebrazione del processo sociale, la “contaminazione” di quello penale. Ne abbiamo parlato con Alessandro Barbano, Direttore de L’Altra Voce, già Direttore de Il Messaggero, Il Riformista, Il Mattino e autore de “L’Inganno” e “La Gogna”.
di Glauco Giostra
Avvenire, 1 giugno 2025 Avvilente e pericolosa. Non sovvengono altri aggettivi per qualificare la telenovela mediatico-giudiziaria sul caso Garlasco, che da molti giorni egemonizza i palinsesti della televisione, della radio e della stampa, sollecitando e soddisfacendo un ossessivo interesse per indagini che potrebbero rimettere in discussione la condanna di Alberto Stasi per l’orribile omicidio di Chiara Poggi. Ma come, si obietterà, non abbiamo sempre detto che è diritto sacrosanto del popolo conoscere come viene amministrata la giustizia in suo nome (art. 101 Cost.)?
di Salvatore Ferrante
livesicilia.it, 1 giugno 2025 L’avvocato Salvatore Ferrante, componente della Camera penale di Palermo, giovedì 29 maggio, insieme ad alcuni colleghi e rappresentanti dell’associazione “Nessuno tocchi Caino”, ha fatto visita al carcere Ucciardone di Palermo. Ha affidato la sua testimonianza a LiveSicilia. “Io svolgo la professione di avvocato nell’ambito del diritto penale da quasi vent’anni ed ho sempre frequentato gli istituti penitenziari, ma non sono mai andato oltre la sala avvocati. Ieri, invece, abbiamo avuto la possibilità di visitare alcune sezioni del penitenziario, nonché le cucine: non immaginavo che le condizioni detentive fossero così dure, ai limiti della sopportazione umana.
di Valentina Moro
La Stampa, 1 giugno 2025 L’ergastolano ha raccontato la sua esperienza agli studenti: “La prigione è la cosa più brutta che si possa vivere”. “Per garantire il benessere dei cani ci vogliono otto metri quadrati, in cella, qui ad Asti, ne abbiamo due e mezzo a testa”. Cosimo, condannato all’ergastolo, ha 71 anni ed è in carcere dall’11 gennaio 1993. Di origini calabresi, è stato in diversi istituti penitenziari e da tre anni si trova nel carcere di alta sicurezza di Quarto. “Come ergastolani avremmo diritto a una cella singola, perché chi è deve stare in prigione per tutta la vita e non può stare con chi uscirà tra qualche anno, ma di fatto spesso non è così”.
di Egle Priolo
Il Messaggero, 1 giugno 2025 C’è anche un bambino di soli 18 mesi a vivere dietro le sbarre di Capanne. Una vicenda che ricorda la storia che arriva da Palermo, con una neonata di un mese che vive nel carcere Pagliarelli o la “storia di “Giacomo”, 2 anni, per 10 mesi recluso con la madre a Rebibbia, in grado di dire solo “apri”, “chiudi” e poco altro”, come raccontato da Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Spp. E proprio l’istituto penitenziario di Perugia, insieme a quelli di Milano, Venezia, Torino e Rebibbia, al momento ospita un bambino insieme alla sua mamma.
primapaginacastelvetrano.it, 1 giugno 2025 La Fraternità Betlemme di Èfrata A.P.S lancia il progetto per garantire mensilmente, l’acqua da bere ai detenuti. La Fraternità Betlemme di Èfrata A.P.S., che opera da diversi anni presso la Casa Circondariale di Castelvetrano con attività di ascolto, vicinanza e sostegno umano e spirituale, oggi ha avviato un’ulteriore iniziativa di cura concreta verso i fratelli detenuti che si trovano in condizioni di disagio economico. Il progetto prende spunto dalla petizione nazionale “Sete di dignità”, promossa da Don Vincenzo Aloisi, Cappellano dell’Istituto, alla quale la Fraternità ha aderito con convinzione.
di Martina Taris
nemesismagazine.it, 1 giugno 2025 Un corso professionale per diventare tecnico dello spettacolo, una vera occasione di riscatto e reinserimento sociale nel mondo del lavoro, ma anche un ponte tra due mondi spesso distanti: il carcere e la scuola. È questa la visione che ispira ‘Il carcere entra a scuola’, ambizioso progetto socio-psico-pedagogico promosso dall’associazione culturale San Domenico Caniga di Sassari e finanziato dalla Fondazione di Sardegna, in collaborazione con la Studios Academy di Roma.
di Vittorio Pelligra
Il Sole 24 Ore, 1 giugno 2025 Cosa significa “giustizia” in una società pluralista, dominata dalla tecnologica e ormai del tutto globalizzata? E quale fondamento può avere la legittimità delle istituzioni pubbliche, se non possiamo più appellarci a valori morali assoluti o a codici religiosi condivisi? Sono solo alcuni degli interrogativi che stanno alla base della ricerca di Jürgen Habermas ed in particolare della sua opera più importante Teoria dell’agire comunicativo (Il Mulino, 1981). Ne emerge una vera e propria proposta di rifondazione delle idee di razionalità e di giustizia per renderle compatibili con i sistemi democratici moderni e allontanarci il più possibile dall’unica alternativa percorribile: un regime illiberale e armato.
di Paolo Lambruschi
Avvenire, 1 giugno 2025 Il direttore di Caritas italiana a una settimana dal referendum: “I primi a beneficiare di una vittoria del “Sì” sarebbero i figli minori degli immigrati”. “L’ottenimento della cittadinanza in tempi congrui da parte di donne e uomini che contribuiscono con il loro lavoro al benessere dell’intera collettività, corrisponde al riconoscimento della dignità delle persone”. La presidenza di Caritas Italiana si è espressa con queste parole sul referendum dell’8-9 giugno sulla cittadinanza, forte di una lunga esperienza di integrazione vissuta ogni giorno sul campo dai circa 85mila volontari presenti nella rete delle migliaia di Caritas parrocchiali che fanno capo alle 217 Caritas diocesane.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 2 all'8 giugno 2025
Convegno. "L’Università in carcere: lo studio come riscatto" (Roma, 4 giugno 2025)
Convegno. "Cure senza confini. Sfide e innovazioni in sanità penitenziaria" (Bologna, 5 giugno 2025)
Incontro di formazione: "Vittime e autori di reato nella violenza di genere" (Roma, 10 giugno 2025)
Incontro-dibattito. "Diritto e clemenza: che fare per il carcere?" (Roma, 11 giugno 2025)
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI
Associazione Artisti Dentro: premio "Pittori Dentro" (Scadenza 20 giugno 2025)