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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 17 giugno 2025
di Angela Stella
L’Unità, 17 giugno 2025 Anche Pinelli (Csm) invita a ragionare insieme. Ma i partiti restano divisi sulle soluzioni all’emergenza sovraffollamento. Che intanto peggiora. “Auspico che, anche dal punto vista dell’eventuale approfondimento su alcuni istituti già esistenti nell’ordinamento penitenziario, si possa arrivare a prendere delle decisioni che nel breve restituiscano dignità alla vita dei detenuti e nel medio-lungo termine si possa pensare a una visione sulla pena e sugli istituti penitenziari in genere di più largo respiro. Devo dire che anche il presidente del Senato, è intervenuto manifestando una sensibilità importante sul tema. E quindi io penso che si possa ragionare insieme senza divisioni su questa situazione”: così ieri il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, ospite a ‘Start’ su Sky Tg24. Il riferimento è stato al fatto che la seconda carica dello Stato qualche giorno fa ha aperto alla proposta di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata speciale per affrontare il tema del sovraffollamento.
di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 17 giugno 2025 Sono i primi episodi dopo l’istituzione del nuovo reato con il decreto sicurezza e le condizioni delle carceri italiane fanno temere che sia solo l’inizio. Verini (Pd): “Impossibile garantire la sicurezza, Nordio intervenga subito”. Alle sei del pomeriggio, quando esce dal carcere di Terni, il senatore del Pd Walter Verini, dice: “C’è stata una rivolta che poteva avere conseguenze molto gravi, un agente di polizia penitenziaria è rimasto ferito, ci sono decine di detenuti che stanno danneggiando le celle e colpito agenti, poteva finire in tragedia”.
di Mario Serio*
questionegiustizia.it, 17 giugno 2025 Il finalmente attuato adempimento da parte dell’Italia dell’obbligo internazionalmente assunto di istituire nel proprio ordinamento un meccanismo istituzionale con funzioni preventive della tortura e di ogni altra equivalente condotta lesiva della personalità umana considerata in ogni suo aspetto ha portato all’approvazione legislativa nel 2013 della figura di tutela oggi denominata Garante nazionale delle persone private della libertà personale, che tre anni dopo è stata in concreto costituita. La successione, negli anni di disposizioni, anche di rango diverso, ha portato alla configurazione di un assetto, che oggi può dirsi stabilmente consolidato, delle linee di intervento funzionale del Garante dall’ampia latitudine oggettiva, in quanto spaziante in ogni luogo nel quale, a vario titolo e per cause eterogenee, si determini la specifica situazione deprivativa della libertà.
di Pierluigi Mele
rainews.it, 17 giugno 2025 Intervista a Vincenzo Musacchio, criminologo, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (Riacs) di Newark (Stati Uniti): “I numeri sono decisivi per comprendere la situazione attuale. La gravità del quadro emerge dai suicidi nel 2024. Se ne sono contati 84, cifra record che supera i dati dell’ultimo decennio”.
ansa.it, 17 giugno 2025 Brunetta: “Oltre il 70% di recidiva, dato allarmante. Colmare divario con legame tra carcere, impresa, formazione”. “Da economista, osservo i dati. Perché i numeri non mentono: ci dicono dove siamo e quanto c’è ancora da fare. Nel 2023, quando il Cnel ha scelto di ‘investire’ in questa iniziativa, la baseline, il punto di partenza, era chiara: oltre il 70% dei detenuti ha al massimo la licenza media; il 6% è analfabeta o privo di qualsiasi titolo di studio; solo l’1% è laureato. Spendiamo ogni anno 3,5 miliardi di euro per il sistema penitenziario, ma il risultato è un dato allarmante: oltre il 70% di recidiva”.
GIUSTIZIA
di Flavia Perina
La Stampa, 17 giugno 2025 Fa una certa impressione leggere i calcoli dell’intelligenza artificiale sul portato delle modifiche al codice penale introdotte dal governo di centrodestra: a parità di reati, circostanze, condanne, oltre quattrocento anni di carcere in più rispetto all’epoca pre-meloniana. E magari il conto è arrotondato per eccesso, magari gli anni sono “solo” trecento in più, e tuttavia i numeri risultano comunque enormi. L’Alfa e l’Omega di questo tipo di interventismo sono il primo decreto Rave, quello che puniva i raduni musicali privi di autorizzazione con galera fino a sei anni, e il decreto sicurezza di qualche giorno fa, quello che consente di tenere in carcere le detenute incinte (ma introduce anche moltissimi nuovi reati).
di Giorgio Spangher*
Il Dubbio, 17 giugno 2025 La centralità del dibattimento si è progressivamente indebolita, mentre i poteri di pm e polizia giudiziaria si sono rafforzati, spesso in nome della lotta alla criminalità organizzata o a nuove insicurezze sociali. Il passaggio da un modello processuale a un altro implica inevitabilmente, al di là di altre variabili minori, una ridistribuzione del potere processuale. Per convincersi di questo fatto, basti pensare dove si collocava il pubblico ministero nel sistema inquisitorio: a fianco al giudice. Addirittura nel processo pretorile, la figura del giudice accorpava dentro in sé la figura del pubblico ministero.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2025 Uno studio della Statale di Milano passa in rassegna le vicende oggetto dei ricorsi alla Consulta, che ha legittimato l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. E sottolinea “i gravi vuoti di tutela” lasciati dalla riforma del ministro. La pm che sequestra illegalmente le quote di una società per favorire un imprenditore amico. Il dirigente della Asl che nega il permesso di aprire nuovi ambulatori per evitare concorrenza a quello di suo figlio. I “baroni” universitari che aggiustano i bandi per assumere i loro protetti. Il commissario del concorso in magistratura che cerca di truccare la prova per aiutare un candidato amico.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 17 giugno 2025 Il 17 giugno di quarantadue anni fa i carabinieri di Roma misero le manette ai polsi a Enzo Tortora. Oggi lo ricordiamo insieme alla sua storica compagna Francesca Scopelliti.
di Paolo Persichetti
L’Unità, 17 giugno 2025 A 50 anni di distanza dalla sparatoria, procura di Torino e procura nazionale antiterrorismo hanno autorizzato il monitoraggio di Burani, legale di Azzolini, e spiato Steccanella. Per fare luce sulla sparatoria che il 5 giugno 1975 vide la morte in circostanze sospette della brigatista Margherita Cagol, e il ferimento mortale dell’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso il giorno successivo al sequestro, da parte della Brigate rosse, dell’imprenditore dello spumante Vallarino Gancia, procura di Torino e procura nazionale antiterrorismo hanno autorizzato a cinquant’anni di distanza il monitoraggio e l’intercettazione di dialoghi che riferivano il contenuto di conversazioni avute da un indagato con due avvocati.
di Antonio Alizzi
Il Dubbio, 17 giugno 2025 C’è voluta la Suprema corte per “far sparire” dalla rete i servizi con vecchie accuse (in seguito smentite) a un immobiliarista. Nel sempre più articolato equilibrio tra diritto all’informazione e diritto all’oblio, la prima sezione civile della Cassazione segna un nuovo punto fermo, ribaltando una decisione che aveva negato la deindicizzazione di alcuni “Url”, cioè indirizzi web, da parte di un noto motore di ricerca, contenenti notizie che continuavano ad associare il nome del ricorrente a un’indagine per mafia, nonostante la sua assoluzione definitiva. Con sentenza numero 14488/ 2025, depositata il 30 maggio scorso, la Suprema corte ha cassato con rinvio, sottolineando la necessità di un bilanciamento “effettivo e ragionevole” tra il diritto alla riservatezza e la libertà di cronaca, soprattutto quando in gioco c’è la reputazione di chi è stato riconosciuto innocente.
meridionews.it, 17 giugno 2025 “La situazione delle strutture penitenziarie in Sicilia presenta un quadro complesso e, in diversi casi, allarmante”. A dirlo è l’associazione Luca Coscioni, rendendo pubbliche le relazioni redatte dalle Aziende sanitarie locali in merito alle visite effettuate negli istituti penitenziari italiani. I documenti, ottenuti grazie a un accesso civico avviato lo scorso dicembre, spiega l’associazione, costituiscono “un primo passo per fare luce sulle condizioni, spesso opache, delle carceri italiane”. Per quanto riguarda la Sicilia dall’analisi delle risposte fornite dalle Asp nell’ambito delle richieste di accesso agli atti, emergono “dati parziali, assenza di documentazione e condizioni igienico-sanitarie spesso insufficienti o appena accettabili”.
di Francesca Arcai
sassaritoday.it, 17 giugno 2025 Salute negata dietro le sbarre: in Sardegna celle sovraffollate, carenza di medici, zero ispezioni. L’indagine dell’Associazione Luca Coscioni denuncia un sistema penitenziario opaco, dove il diritto alla cura resta sulla carta. Ci sono celle affollate, letti a castello incastrati nei pochi metri quadrati disponibili e infermerie con turni scoperti. Ci sono relazioni ufficiali che parlano di “rispetto degli standard”, ma poi mancano le ispezioni, i medici, gli strumenti. C’è chi ha risposto con un paragrafo e chi non ha risposto affatto. È questo il quadro che emerge in Sardegna dal monitoraggio sulla sanità penitenziaria condotto dall’Associazione Luca Coscioni, che ha ottenuto l’accesso agli atti delle Asl italiane per fare luce su un tema troppo spesso ignorato: la salute nelle carceri.
di Stefano Origone
La Repubblica, 17 giugno 2025 Entro due anni un Provveditorato regionale con sede a Genova dell’amministrazione penitenziaria, autonomo rispetto a Piemonte e Valle d’Aosta, che si occuperà concretamente dei programmi di recupero, formazione e lavoro per il reinserimento nella società del detenuto. Poi l’individuazione della nuova Casa circondariale per la provincia di Savona e l’eventuale progetto di spostamento di quello di Genova (idea lanciata dal centrodestra in campagna elettorale). Sono questi i temi principali che il sottosegretario alla Giustizia con delega ai Provveditorati e al trattamento dei detenuti, Andrea Ostellari, ha affrontato con la direttrice del carcere di Marassi, Tullia Ardito, e l’assessore alla Sicurezza della Regione Liguria, Paolo Ripamonti, nel corso della visita al carcere di Marassi.
di Rebecca De Bortoli
Corriere di Torino, 17 giugno 2025 Non accenna a diminuire il problema dei minori sottoposti a custodia in carcere. Al minorile i numeri nel 2025 confermano una crescita che è un raddoppio: nel 2023 la media era stata di 30-40, oggi siamo tra 55 e 60 ragazzi detenuti in uno spazio che dispone di 46 posti. E l’emergenza continua. Tutto questo nonostante non emerga una correlazione fra l’aumento di minori sotto custodia e quello dei reati. Da un punto di vista nazionale le denunce nei confronti dei minori sono costanti, a Torino sino al 2023 erano in diminuzione rispetto ai dati nazionali.
di Massimiliano Mingoia
Il Giorno, 17 giugno 2025 C’è tempo fino al 30 giugno. Lettera di Cgil, Mirabelli e Pirovano al sindaco a favore del sindacalista. Giungi (Pd) per l’ex direttore di San Vittore: ha fatto tanto contro il sovraffollamento e ha inventato l’Icam. Luigi Pagano o Corrado Mandreoli? L’ex direttore del carcere di San Vittore o il sindacalista con esperienze nell’Osservatorio Carcere e Territorio, nella cooperazione e nella Cgil? Chi sarà il successore di Luigi Maisto, a fine mandato, come garante dei detenuti nominato dal Comune di Milano? C’è tempo fino al 30 giugno per presentare anche altre candidature.
agrigentonotizie.it, 17 giugno 2025 Le piante si trovano all’interno dell’area del penitenziario, è un’azienda del territorio ad aver gestito le fasi di produzione. Si chiama “La Rupe” l’olio extravergine d’oliva estratto dai frutti degli alberi della casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” e raccolti dai detenuti. Si tratta del progetto di rieducazione “Viaggiare su un filo d’olio” nato dalla collaborazione tra l’istituto di pena e una nota azienda di olivicoltura del territorio. L’iniziativa è stata avviata nell’autunno scorso ed ha impiegato tre detenuti che hanno materialmente raccolto le olive che poi sono state portate in frantoio.
di Elisabetta Cassano
digitradio.it, 17 giugno 2025 È il momento di confrontarsi al Veronetta Contemporanea Festival sulla realtà del carcere o meglio su cosa fare durante ed eventualmente dopo il periodo di detenzione. A condividere le loro esperienze, successi e qualche delusione dal mondo no profit Elena Brigo (Panta Rei) e Federica Collato (Reverse), Alessandro Anderloni (attore e regista) e, a far da moderatore e soprattutto a fornire le coordinate in cui collocare esperienze alternative al chiudere le porte e dimenticarsi di chi viene privato della libertà a causa dei reati commessi, Ivan Salvadori dell’Università di Verona nel talk “Libertà vo cercando: arte, cultura e lavoro nel carcere di Montorio” svoltosi nel Polo Universitario di Santa Marta.
Ristretti Orizzonti, 17 giugno 2025 Il 18 giugno, al Circolo della Stampa di Trieste (corso Italia 13), con inizio alle ore 17.30, verrà presentato il libro: “44 Quarantaquattro 44 - la consapevolezza dei diritti in carcere”. La pubblicazione, realizzata dall’Osservatorio Internazionale sulla Legalità di Trieste (Oisl), è il risultato di un’importante ricerca, rivolta ai detenuti, in diverse carceri del Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche, per comprendere quale consapevolezza abbiano li detenuti in tema di diritti umani, civili, politici. Indagine indispensabile quando si persegua una visione della pena costituzionalmente orientata.
Ristretti Orizzonti, 17 giugno 2025 Dopo mesi di attesa, è uscito l’ultimo numero del notiziario realizzato dai detenuti della Casa di Reclusione di Rebibbia. È dedicato a Papa Francesco, “voce e speranza dei reclusi”, l’ultimo numero del notiziario Non Tutti Sanno realizzato dai detenuti della Casa di Reclusione di Rebibbia, egregiamente coordinati dal giornalista Roberto Monteforte. Il periodico, che esce dopo mesi per una lunga attesa del rinnovo del “nulla osta” al progetto per il 2025 da parte dell’ufficio stampa del ministero della Giustizia, dedica al pontefice la sua copertina.
AFFARI SOCIALI
di Ferdinando Boero*
Il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2025 Il Ministero della Paura di orwelliana memoria è entrato in funzione e sono in molti ad operare al suo comando. Dobbiamo aver paura degli immigrati che stuprano le nostre donne, dei ladri che ci svaligiano l’appartamento, e degli Stati vicini che potrebbero aggredirci e soggiogarci. La soluzione del problema immigrati è semplice: barriere e deportazione. Per i ladri basta inasprire le pene e mettere l’allarme in casa. Mentre la soluzione al problema degli invasori è un tantino più complessa. Ci dobbiamo armare fino ai denti e dobbiamo cambiare i nostri arsenali.
di Paolo Borgna
Avvenire, 17 giugno 2025 Lo si chiami Ius scholae o Ius Italiae, ciò che conta del testo proposto è la sua ispirazione: il percorso educativo come prerequisito per l’integrazione. Così capiremmo anche i no al referendum. “Non ho votato per il referendum sulla cittadinanza perché voi fate tutto troppo facile, perché cinque anni sono troppo pochi, soprattutto per chi viene da culture in cui la donna è sottomessa”. Così mi diceva, all’indomani del voto, un’amica arrivata irregolarmente dall’Africa trent’anni fa per fare la badante e che qui in Italia ha studiato, si è laureata, sposata, ha avuto una figlia oggi maggiorenne, ha faticosamente acquisito la cittadinanza italiana e lavora come mediatrice culturale in un ospedale.
di Roberta d’Angelo
Avvenire, 17 giugno 2025 Il senatore del Pd: “Deluso dall’esito del referendum. Ma in una democrazia normale è il Parlamento che decide sui diritti civili, anche con maggioranze trasversali”. Non ha perso la speranza neppure dopo la sconfitta referendaria il senatore dem e presidente della commissione bicamerale sull’Immigrazione Graziano Delrio: sulla cittadinanza in Parlamento i voti ci sarebbero, se solo FI lo volesse.
di Società Italiana di Medicina delle Migrazioni
Il Domani, 17 giugno 2025 La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni chiede alla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) che i Centri vengano chiusi e che non si costringano professionisti della sanità a operarvi in quanto privi delle tutele essenziali per le persone detenute e contrari all’etica professionale della cura. I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) sono i luoghi adibiti in Italia alla detenzione amministrativa delle persone migranti considerate “irregolari”: si tratta di un istituto giuridico che prevede la privazione della libertà in nome di un illecito amministrativo e non di un reato, nel caso specifico delle persone migranti per il fatto di non avere il permesso di soggiorno in regola. La detenzione amministrativa presenta enormi criticità in materia di rispetto della dignità delle persone e dei loro diritti, incluso il diritto alla salute.
di Linda Caglioni e Lucrezia Lozza
Il Fatto Quotidiano, 17 giugno 2025 Recepita nel 2017, ma molte Asl non sanno nemmeno che esiste. Le linee guida emanate otto anni fa sono state formalmente recepite solo da Lazio, Piemonte, Toscana, Marche ed Emilia-Romagna. E in molti casi non sono state nemmeno trasmesse alle Asl. Lasciando alle ong il compito di supplire a un compito dello Stato. E lasciando i migranti stessi senza gli strumenti per il riconoscimento dei loro diritti nel nostro Paese.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 17 giugno 2025 Adesso il Viminale se la prende con i velieri e le piccole imbarcazioni: richieste di trasbordi pericolosi e porti lontani anche per loro. Il cambio di tattica perché la flotta civile ha continuato a salvare malgrado tutte le vessazioni. Dopo le navi, le barche. Il ministero dell’Interno ha spostato il fronte della guerra alle ong che salvano vite in mare: ora se la prende con i velieri e le piccole imbarcazioni della “flotta civile”. I primi indizi risalgono a dieci giorni fa, la conferma all’altro ieri: il Viminale indica porti di sbarco lontani anche alle unità di soccorso di dimensioni ridotte. In alcuni casi pretende trasbordi rischiosi, che già due volte i capitani hanno rifiutato per ragioni di sicurezza.
di Silvio Messinetti
Il Manifesto, 17 giugno 2025 Un processo grottesco e ideologico a carico di due cittadini iraniani che per 500 giorni hanno subito l’onta di essere considerati trafficanti di esseri umani. Con una sentenza double face: Marjan Jamali assolta, Amir Babai condannato a 6 anni e al pagamento di una multa monstre di un milione e mezzo di euro per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Malgrado avessero fatto il viaggio insieme, anche quello precedente la traversata che li ha portati in Calabria, e malgrado la posizione processuale emersa nel dibattimento fosse identica. Le urla di disperazione di Amir al termine della lunga camera di consiglio del tribunale di Locri, alla lettura del dispositivo, si possono spiegare solo con l’incongruenza del provvedimento.
di Maysoon Majidi
Il Manifesto, 17 giugno 2025 I recenti attacchi israeliani contro obiettivi militari in Iran non rompono la logica che da decenni domina la regione: quella di una guerra per procura, in cui i popoli sono solo pedine da sacrificare. In un sud-ovest asiatico attraversato da tensioni sempre più profonde, il popolo iraniano si ritrova ancora una volta intrappolato in una storia che non ha scritto. Senza voce nei processi decisionali, senza alcun potere sui giochi di forza regionali e internazionali, milioni di persone diventano bersaglio passivo di dinamiche che non hanno nulla a che vedere con la loro sicurezza o il loro futuro.
di Antonella Rampino
Il Dubbio, 17 giugno 2025 Al quinto giorno di guerra contro l’Iran appare sempre più evidente che il conflitto stia cambiando natura, poiché dopo l’obiettivo dichiarato da Israele di voler fermare il nucleare militare emerge quello di un cambio di regime a Teheran. Obiettivo questo non esplicitato ma visibile e deducibile dagli obiettivi militari israeliani: dopo aver decapitato intelligence e milizie di regime, dopo aver colpito strutture scientifiche e centrali per l’arricchimento dell’uranio, Tel Aviv è rapidamente passata a bombardare zone residenziali, depositi di carburanti, sedi di ministeri, creando il panico e il terrore nella popolazione della capitale iraniana.
DOCUMENTI
"Università contro le celle chiuse: l’appello per fermare il ritorno al passato", di Elton Kalica
Articolo. "Costituzione, colpevolezza, pena", di Rocco Blaiotta
"Non tutti sanno". Notiziario della Casa di Reclusione di Rebibbia - Roma, numero maggio 2025
APPUNTAMENTI
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CONCORSI E BANDI
Associazione Artisti Dentro: premio "Pittori Dentro" (Scadenza 20 giugno 2025)