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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 10 gennaio 2024

Ristretti Orizzonti, 10 gennaio 2024 La redazione di Ristretti Orizzonti, composta da persone detenute, volontarie e volontari, da venticinque anni si riunisce praticamente ogni giorno intorno ad un tavolo nella Casa di reclusione di Padova per discutere, approfondire, studiare, trovare risposte e proposte su tematiche complesse che riguardano il carcere. Da più di dieci anni ne fanno parte anche persone detenute nel circuito di Alta Sicurezza, nell’ambito di una sperimentazione importante, che punta a un lavoro di responsabilizzazione di tutti, anche di quelli che l’Istituzione spesso “condanna” a restare cattivi per sempre, gli ex appartenenti alla criminalità organizzata.

 

di Manuela Mezzacasa*

Corriere del Veneto, 10 gennaio 2024 Un giovane di 26 anni, il veneziano Stefano Voltolina, si è ucciso nel carcere Due Palazzi di Padova. Ne ha dato notizia l’associazione Ristretti Orizzonti. Voltolina è stato trovato morto lunedì sera. Era arrivato a Padova nel 2023, in agosto, con un trasferimento da un altro carcere per scontare una pena per violenza sessuale. Ci sarebbe rimasto fino al 2028. Quando è arrivato a Padova, era già seguito dai medici per una grave forma di depressione. All’associazione Ristretti Orizzonti ha scritto una lettera la volontaria Manuela Mezzacasa, insegnante, che per due anni alle scuole medie aveva avuto come allievo Voltolina.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 10 gennaio 2024 Numeri allarmanti nei dati dell’amministrazione penitenziaria: dall’utilizzo eccessivo della custodia cautelare alle mamme detenute con figli, passando per il sovraffollamento che ha raggiunto livelli altissimi. Mentre il nuovo anno inizia con la triste conta dei suicidi dietro le sbarre, con già due detenuti che si sono tolti la vita, l’ultimo dei quali è un giovane di 27 anni che ha deciso di porre fine alla sua esistenza nel carcere di Padova, la tabella del Ministero della Giustizia aggiornata al 31 dicembre 2023 evidenzia un quadro preoccupante.

 

di Fulvio Fulvi

Avvenire, 10 gennaio 2024 Le vittime erano giovani, rispettivamente di 23 e 27 anni. E negli istituti di pena sovraffollati è emergenza servizi sanitari, in particolare per quanto riguarda le cure psichiatriche. Mentre cresce ancora il numero dei detenuti, erano 60.166 il 31 dicembre 2023 (più 150 in un mese), nelle sovraffollate carceri italiane si fa sempre più critica anche la carenza dei servizi di sanità e dell’assistenza a chi necessita di cure mediche. Nella Casa circondariale “Carmelo Magli” di Taranto, per esempio, i reclusi non riescono a ottenere dall’infermeria nemmeno farmaci da banco come antipiretici e antidolorifici e sono costretti a farseli portare durante i colloqui dalle mamme e dalle mogli che ne hanno fatto richiesta alla direzione del penitenziario.

 

di Ivan Grozny Compasso

padovaoggi.it, 10 gennaio 2024 In un tempo in cui le emergenze sono talmente all’ordine del giorno che a volte è davvero complicato distinguere quando è allarme vero e quando invece no, quello del sovraffollamento delle carceri, delle condizioni in cui vivono i detenuti è una questione aperta da anni. E se si è ripreso a parlare di questo tema è perché mai come in questi mesi si sono verificati gravi episodi nei penitenziari italiani. Dall’inizio dell’anno si contano già 6 morti. E siamo solo al giorno 10. Nel 2023 sono stati registrati 155 decessi, di questi 68 sono stati rubricati come suicidi.

 

di Alessandro Trocino

Corriere della Sera, 10 gennaio 2024 L’introduzione del reato di rivolta, le relazioni politiche degli agenti, il ritardo nell’insediamento del garante e le pressioni per abolire la fattispecie della tortura. Le carceri sono piene ben al di sopra della capienza massima e il tasso di violenze e suicidi è altissimo. Ma ci sono alcuni segnali che fanno pensare che le cose possano peggiorare. Sono quattro, per la precisione, i motivi di allarme: un nuovo reato criminogeno, inserito nel pacchetto sicurezza; il collateralismo sempre più spinto dei sindacati degli agenti di custodia con il sottosegretario Andrea Delmastro; il ritardo nel (contestato) passaggio di consegne del nuovo garante nazionale dei detenuti; e la possibile modifica del reato di tortura. Il tutto in un quadro di aggravamento delle pene e di introduzione di nuovi reati ...

 

di Raffaella Malito

La Notizia, 10 gennaio 2024 Sovraffollamento da terzo mondo nelle carceri italiane. Il nuovo anno si è aperto con l’ennesimo suicidio di un detenuto. Alla sua prima uscita pubblica da ministro di Giustizia, Carlo Nordio, a fine ottobre 2022, dichiarò: “Le carceri sono la mia priorità”. Ma, a distanza di oltre un anno, nulla è stato fatto dal governo Meloni. Carceri fatiscenti, sovraffollamento, condizioni degradate di vita per detenuti e personale, con casi di suicidi e rivolte continuano a rimanere problemi all’ordine del giorno.

 

di Riccardo De Vito

volerelaluna.it, 10 gennaio 2024 Il 31 dicembre 2023 le persone detenute presenti nelle carceri italiane hanno toccato quota 60.166. La capienza regolamentare degli istituti di pena prevede un massimo di 51.179 ospiti, ma quella effettiva si aggira attorno ai 48.000 posti. Le carceri italiane, dunque, tornano a esplodere. Il sovraffollamento è un buco nero che ingoia tutto, a partire dalle vite dei detenuti: 84 suicidi nel 2022, 68 nel 2023. Nel carcere straripante di presenze, ogni prospettiva di umanità della pena e di rispetto dei diritti soggettivi delle persone ristrette rischia di essere uccisa in culla, per non parlare delle concrete possibilità di reinserimento sociale delle condannate e dei condannati. Sotto quest’ultimo profilo, le cifre sono spietate: nel carcere italiano, in media, è presente un educatore ogni 75 detenuti ...

 

di Giuseppe Rizzo

Internazionale, 10 gennaio 2024 Il carcere è diventato la risposta a tutto: alla malattia psichiatrica, alla dipendenza da alcol o droghe, alla povertà. Il primo suicidio in prigione del 2024 è quello di un ragazzo di 23 anni, ma anche quello di un sistema crudele e fallimentare. Matteo Concetti era rinchiuso nel carcere di Montacuto ad Ancona per reati legati alla droga e contro il patrimonio. Da quando aveva quindici anni faceva i conti con un disturbo bipolare, e poi con la tossicodipendenza: le due cose, come può succedere, si erano strette in un abbraccio pericoloso; e il carcere, come sempre succede, è intervenuto a peggiorare entrambe.

 

di Felice Manti

Il Giornale, 10 gennaio 2024 A chiedere il suicidio assistito è Nazareno Calajò, malato e senza una gamba: voglio togliermi la vita ma non ci riesco. Quanto vale la vita di un detenuto in attesa di giudizio, così disperato da chiedere allo Stato di aiutarlo a togliersi la vita? Il Giornale ha intercettato la richiesta di suicidio assistito depositata all’Asl e all’Associazione Luca Coscioni da Nazareno Calajò, piccolo boss della mala milanese, malato e senza una gamba e sotto sorveglianza speciale a Opera. “Sono curato (male) al centro clinico e non posso suicidarmi perché guardato a vista. Chiedo il suicidio assistito”, scrive nella lettera pubblicata sul quotidiano.

 

di Francesca Galici

Il Giornale, 10 gennaio 2024

Non tutti i detenuti sono fumatori ma le regole penitenziarie permettono a chiunque di fumare in cella, penalizzando chi non è dedito a questa attività. “Servono carceri per non fumatori”. Un detenuto che sconta la sua pena in un qualunque penitenziario italiano, durante la sua permanenza in carcere, non ha a disposizione grandi possibilità di svago. D’altronde, se si trova recluso, è perché ha commesso un reagito e non può godere dei privilegi che derivano dalla libertà. Le sigarette rappresentano una delle poche attività consentite nelle celle delle carceri ma qualcosa potrebbe prossimamente cambiare.

 

di Claudio Cerasa

Il Foglio, 10 gennaio 2024

La tensione e talora la contrapposizione tra ordine giudiziario e sistema politico non è un fenomeno solo italiano. La Corte costituzionale di Karlsruhe ha bocciato il bilancio tedesco, la magistratura spagnola osteggia l’amnistia per i secessionisti catalani e contrapposizioni dello stesso tipo si sono verificate in altri paesi, dalla Polonia all’Ungheria. In Italia, però, questa tensione ha una durata eccezionalmente lunga. Il ministro Guido Crosetto, dopo aver denunciato l’ostilità preconcetta di alcuni magistrati, ha indicato la strada di un “patto” tra politica e magistratura che attenui le tensioni, ovviamente nel rispetto delle funzioni di ciascuno. È possibile un “patto” di questo tipo e di che elementi può essere costituito? Quali possono essere gli interlocutori?

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 10 gennaio 2024 A favore la maggioranza con Italia Viva, contrari Pd, M5S e Avs. E ora la Lega vuole riscrivere la legge Severino. La maggioranza blinda l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Con il voto unanime di FdI, Lega e Forza Italia, appoggiati da Italia Viva, con Ivan Scalfarotto, in Commissione Giustizia al Senato, dove ieri è iniziato il voto degli emendamenti al ddl Nordio.

 

di Alessandro Barbera

La Stampa, 10 gennaio 2024 La maggioranza insieme a Italia Viva abolisce in commissione Giustizia il reato. I primi a plaudire per l’abolizione del reato di abuso d’ufficio saranno i sindaci, di destra e sinistra. Fra i tanti, l’avevano criticato il primo cittadino Pd di Pesaro Matteo Ricci e quello di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, sospeso due anni per fatti che la Cassazione ha poi stabilito “non sussistere”. Pur non chiedendo la cancellazione del reato, aveva invocato modifiche anche il sindaco di Bari e presidente dell’Associazione dei Comuni Antonio Decaro. “Nel 93 per cento dei casi le inchieste non arrivano nemmeno al giudizio. Ogni giorno un sindaco deve decidere se firmare un atto o non firmarlo, rischiando l’omissione in atti d’ufficio.

 

di Flavia Amabile

La Stampa, 10 gennaio 2024 L’ex presidente dell’Anm: “Esecutivo forte con i deboli e debole coi forti. Inventano reati su questioni minori e poi minano il sistema penale”. Il governo che cancella il reato di abuso d’ufficio? È debole con i forti e forte con i deboli, sostiene Eugenio Albamonte, giudice, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 10 gennaio 2024 Parla il past president dell’Ucpi ed ex deputato di Forza Italia: “Certo, l’articolo 323 del codice penale e lo strumento di cui le toghe si servono per sostituirsi alla politica”. “Si possono dire molte cose sull’abuso d’ufficio. Ma di sicuro quel reato, così com’è tuttora descritto dal codice penale, costituisce il grimaldello grazie al quale la magistratura avoca a sé i poteri della politica”. Ed evitare che il potere giudiziario perseveri nel fagocitare ciò che resta del potere politico è ancora una priorità, dice Gaetano Pecorella. Certo, se l’avvocato che oltre ad aver presieduto l’Unione Camere penali ha guidato la commissione Giustizia della Camera si vede angherie, le subiscono proprio dai magistrati. A chi è perseguitato e poi riconosciuto innocente.

 

di Giulia Merlo

Il Domani, 10 gennaio 2024 A sorpresa la corte d’appello di Brescia ha fissato la prima udienza del processo di revisione per i coniugi condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. Il procedimento straordinario potrà concludersi con l’assoluzione oppure con il rigetto della richiesta di revisione e ha provocato uno scontro dentro la procura generale di Milano. Si riapre il caso della strage di Erba. A 17 anni dai fatti e 13 dalla condanna definitiva all’ergastolo per i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per gli omicidi di Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli due anni, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, la corte d’appello di Brescia ha fissato l’udienza per la richiesta di revisione del processo a loro carico.

 

di Pierangelo Sapegno

La Stampa, 10 gennaio 2024 Erba: la Corte d’appello riapre un caso si era chiuso con l’ergastolo. La pista della faida fra bande rivali e la prima testimonianza che indicava un altro killer. Olindo e Rosa sono innocenti? Ora che la Corte d’Appello di Brescia ha ammesso il ricorso per la revisione del processo, è una domanda che ci dobbiamo porre. Resta da capire perché. E come sia stato possibile arrivare a questo punto, dopo le tambureggianti inchieste delle Iene contro la loro condanna.

 

di Iuri Maria Prado

L’Unità, 10 gennaio 2024 Cuno Tarfusser, che aveva rimuginato sul processo per la strage di Erba fu trattato come un molestatore del verbo giudiziario. Poi si beccò un procedimento disciplinare. Torniamo indietro di qualche mese e ricordiamo a quale trattamento fu sottoposto Cuno Tarfusser, il magistrato che aveva rimuginato sul processo per la strage di Erba in esito al quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi.

 

di Tiziana Roselli

Il Dubbio, 10 gennaio 2024 Piazza Cavour conferma che la richiesta di ristoro per l’ingiusta detenzione può essere avanzata solo direttamente dalla parte interessata o tramite un rappresentante munito di una procura speciale. L’istanza di riparazione è, spiega infatti la Cassazione, un atto che racchiude in sé la stretta relazione tra chi ha subito l’ingiustizia e l’azione legale che ne consegue. Tuttavia, quest’ultima va proposta con attenzione a dettagli procedurali fondamentali, è il senso dalla sentenza numero 48559/ 2023 emessa dalla IV sezione penale della Suprema corte. Il caso di un uomo, coinvolto in un procedimento penale legato a un’accusa di rapina, ha visto emergere un nodo legale intorno alla richiesta per l’ingiusta detenzione patita nel corso del procedimento.

 

agi.it, 10 gennaio 2024 “Ho 63 anni e ne ho fatti 47 di carcere. Con i giorni di liberazione anticipata arrivo a 56 anni scontati, vale a dire più del doppio di quanto preveda il codice penale affinché un condannato all’ergastolo possa chiedere la liberazione anticipata. Attualmente nel mio futuro vedo solo due strade possibili: chiedere la grazia presidenziale o farla finita una volta per tutte, perché sono veramente allo stremo delle forze”. Così l’ergastolano G.M., recluso nel carcere di Badu ‘e Carros, a Nuoro, esprime “l’affanno che si prova al solo pensiero di dover morire in galera”.

di Emma Varriale*

La Repubblica, 10 gennaio 2024 Proprio oggi che compio 80 anni, circondata dai figli e da 13 nipoti, leggendo la storia di Kelvin Egulbor, il nigeriano di 25 anni condannato a 5 anni e 5 mesi per un’estorsione di due euro, mi si è accesa la nostalgia dei mei vent’anni quando tutti noi di sinistra ancora credevamo di poter raddrizzare il legno storto della giustizia. Oggi invece neppure più ci si commuove. Repubblica racconta che il giovane nigeriano voleva due euro per il parcheggio e ha minacciato il proprietario dell’auto di tagliargli la cappotta. Almeno così dice l’uomo che l’accusa.

 

di Alice D’Este e Rashad Jaber

Corriere del Veneto, 10 gennaio 2024 “I progetti e la filosofia: lui si è ucciso, io ho fallito”. I libri presi in biblioteca e la “sua” musica non sono bastati. Hanno avuto la meglio la fatica del carcere, che ha acuito il suo male di vivere. Stefano Voltolina non ha retto il peso della detenzione e a 26 anni, si è ucciso. È successo lunedì sera nel carcere Due Palazzi di Padova. Lo ha fatto impiccandosi nella sua cella con la corda dell’accappatoio mentre il compagno di stanza non c’era. Era arrivato a Padova in agosto con un trasferimento da un altro carcere per scontare una pena per violenza sessuale. Sarebbe rimasto a Padova fino al 2028.

 

padovaoggi.it, 10 gennaio 2024 Il gruppo dei Radicali patavino è intervenuto in seguito all’ennesimo caso di suicidio di un detenuto avvenuto al Due Palazzi due giorni fa: “Se è successo a Padova può accadere ovunque”. I diritti dei detenuti, le condizioni delle carceri nel nostro paese sono da sempre un tema caro al Partito Radicale. Anche quest’anno tante iniziative in tutta Italia, come il Natale in carcere che ha visto tanti militanti in tutta Italia in visite organizzate dal partito che fu di Marco Pannella, anche a Padova. E proprio il gruppo dei Radicali patavino è intervenuto in seguito all’ennesimo caso di suicidio di un detenuto avvenuto al Due Palazzi due giorni fa.

 

di Federica Serfilippi

Corriere Adriatico, 10 gennaio 2024 “Matteo è un soggetto fragile, di interesse psichiatrico, che già in una occasione ha attuato propositi di suicidio”. Otto giorni prima del tragico gesto nella cella d’isolamento di Montacuto, e per cui ora sta indagando la procura di Ancona, l’avvocato di Matteo Concetti lanciava con queste parole l’alert per cercare di far porre a chi di dovere la giusta attenzione verso i disagi provati dal 25enne fermano. Il legale, Cinzia Casciani, aveva inviato una Pec al carcere per chiedere urgentemente un colloquio per avere contezza della situazione del suo assistito, in particolare ottenere informazioni sulla terapia medica seguita e sul supporto educativo messo a disposizione.

 

viterbotoday.it, 10 gennaio 2024 Detenuto morto dopo un lungo sciopero della fame. Il decesso è avvenuto nella notte dell’Epifania nel reparto di medicina protetta di Belcolle dove l’uomo, il 65enne Stefano Bonomi, era stato ricoverato coattivamente su disposizione del magistrato proprio a seguito della protesta intrapresa, lei cui ragioni al momento non sono note. L’uomo è arrivato nella struttura dell’ospedale di Viterbo dedicata ai detenuti dal carcere di Rieti, dove era recluso in attesa di giudizio, il 3 gennaio scorso. Nonostante non mangiasse più da tempo, sarebbe sempre rimasto lucido e sul suo stato di salute famiglia, avvocato e giudice sarebbero stati costantemente informati.

 

torinotoday.it, 10 gennaio 2024 La scorsa notte Andrea Pagani Pratis, detenuto di 47 anni, è stato trovato privo di vita in una cella del carcere di Ivrea. L’uomo stava scontando una condanna a diciotto anni di reclusione per avere ucciso il padre il 29 settembre del 2019 nella loro casa di Casalnoceto, comune della provincia di Alessandria che conta meno di mille residenti. Anche se la prima ipotesi è quella di un infarto, sarà l’autopsia a stabilire la reale causa della morte di Andrea Pagani Pratis che oltre 4 anni fa aveva ucciso a coltellate il padre Antonello, di 74 anni, per questioni di denaro.

 

di Angiola Petronio

Corriere del Veneto, 10 gennaio 2024 L’altro ha scritto alla moglie: “Prenditi cura di nostro figlio”. Domenica e lunedì altri due detenuti di Montorio hanno tentato di togliersi la vita. Uno di loro che si è tagliato la gola, è grave in ospedale. Tre, in poco meno di un mese. E, tra domenica e lunedì scorsi, altri due tentativi. È una scia tracciata probabilmente anche su quel fenomeno domino che è l’emulazione, quella dei suicidi nel carcere di Montorio. Scia “condivisa” con un intero sistema penitenziario e che non conosce confini. Racconta di due detenuti giovani che hanno tentato di togliersi la vita, l’ultimo “bollettino” da Montorio. Che vanno ad aggiungersi al suicidio dell’altro giorno al carcere Due Palazzi di Padova.

 

di Valentina Castellaneta

Gazzetta del Mezzogiorno, 10 gennaio 2024 “Manca l’area sanitaria, lo psichiatra è presente una sola volta al mese”. “Sono tanti i familiari che fanno richiesta per consegnare farmaci ai detenuti del carcere di Taranto”. A dirlo è Anna Briganti del consiglio direttivo di Nessuno Tocchi Caino, associazione che lotta per i diritti dei detenuti. “Ci sono molte donne - spiega - mamme o mogli, con cui ho avuto contatti, che chiedono di poter introdurre loro i farmaci”.

 

di Noemi De Leonardo

bolognatoday.it, 10 gennaio 2024 La Uil-Pa denuncia: “Non sono garantiti i diritti previsti dalla Costituzione, tutti i giorni si spera in una scarcerazione per poter dare un posto letto, costretti a stare nelle camere per 20 ore ed è cambiata la tipologia del detenuto”. Due incendi in tre giorni. 165% è la percentuale di sovraffollamento del carcere Rocco D’Amato, meglio noto ai bolognesi come “della Dozza”. Il dato è superiore a quello, già drammatico, italiano (+117%). Negli istituti penitenziari del paese sono rinchiuse 60.116 (al 30 novembre 2023).

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 10 gennaio 2024 Il responsabile e componenti della Commissione carcere, il presidente del Consiglio direttivo della Camera Penale di Bari “Achille Lombardo Pijola” denuncia il sovraffollamento negli istituti penitenziari pugliesi. “Al 31 dicembre 2023 - si legge in una nota - a Bari vi sono 435 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 260. A Turi vi sono 170 detenuti a fronte di una capienza di 138 posti” I penalisti baresi ricordano che “l’8 gennaio 2013 la Corte EDU accoglieva i ricorsi presentati da due persone detenute nelle carceri italiane di Busto Arsizio e Piacenza che lamentavano di essere state rinchiuse in una cella con altre due persone, e con soli 9 metri quadrati a disposizione, e quindi di aver avuto uno spazio individuale di soli 3 metri quadrati.

 

di Annamaria Lazzari

Il Giorno, 10 gennaio 2024 “Recuperiamo metalli nobili e diamo agli uomini una nuova opportunità”. L’iniziativa di Amsa per il trattamento dei Raee. Sette detenuti assunti a 1.000 euro al mese: “Tra gli occupati la recidiva crolla dal 70 al 17%”. C’è un uomo che smonta un modem. Lui non è un operaio qualsiasi e l’area in cui ci troviamo, da 3.000 metri quadri, non è un banale capannone. Siamo dentro al carcere di Bollate e l’operatore è un detenuto. Dal 2018 nella casa di reclusione di Bollate è entrato in funzione un impianto di trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici - gestito da Amsa attraverso la società controllata LaboRaee, in collaborazione con l’impresa sociale Fenixs - che, per le sue caratteristiche, rappresenta un unicum in tutta Italia.

 

di Gustavo Zagrebelsky

La Repubblica, 10 gennaio 2024 Ogni Carta che si rispetti è regolata da principi guida che non sono da interpretare, ma che tutelano la libertà in uno Stato democratico. La riflessione del giurista mentre riesce il suo saggio “Il diritto mite”. La Costituzione è ricca di norme di principio. Sulla loro natura ci sarebbe molto da ragionare. Soprattutto, si deve distinguerle dalle norme-regole. I principi non sono regole come tutte le altre, semplicemente “più generali”. La differenza è così grande, da mettere in discussione l’armamentario giuridico che proviene dallo stato di diritto che abbiamo ereditato dalla civiltà giuridica dell’Ottocento.

 

di don Antonio Mazzi

Corriere della Sera, 10 gennaio 2024 Lettera aperta all’assessore della Lombardia Guido Bertolaso: chi sbaglia ha bisogno di vivere tra persone che possono aiutarlo a capire gli sbagli e a rimediarli e laddove si reprime non si educa. Caro Assessore Guido Bertolaso, credo che l’amicizia e l’età mi possano permettere di aprire un dialogo con te che vorrei non restasse nell’alveo politico. Il lavoro che da quarant’anni faccio tra i giovani, o meglio tra gli adolescenti mi obbliga ad essere maleducato. Il metodo don Milani pare che oggi vada di moda. Le comunità terapeutiche è ora che vadano radicalmente riviste e ripensate.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 10 gennaio 2024 I pm: abuso di psicofarmaci contro ogni dignità umana. Dal 2018 al 2023 l’ente gestore era lo stesso del centro milanese, poi sequestrato. “La somministrazione massiccia di un farmaco come il Ritrovil a soggetti che si ritiene ipoteticamente possano dare fastidio, perché un po’ agitati, è un modo di calpestare la dignità umana che lo Stato per primo ha il diritto di preservare”. Lo ha detto ieri il procuratore di Potenza Francesco Curcio a margine della conferenza stampa sull’inchiesta che riguarda la gestione del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Palazzo San Gervasio, Potenza. “Quelli che creavano problemi venivano trattati come scimmie”, ha aggiunto.

 

di Leo Lancari

Il Manifesto, 10 gennaio 2024 Oggi la Camera licenzia il progetto con cui il Governo vorrebbe portare sviluppo in Africa. Ma è mistero su soldi e programmi. Che cosa gestirà in concreto la cabina di regia voluta da Giorgia Meloni per attuare il Piano Mattei? La domanda è legittima visto che finora da Palazzo Chigi non è trapelata nessuna informazione sui progetti che dovrebbero trasformare il piano “per lo sviluppo in Stati del Continente africano” da un elenco di buone intenzioni finalmente in realtà. Ieri la Camera ha bocciato tutti i 70 emendamenti al decreto che introduce il Piano Mattei e per oggi è previsto il via libera definitivo al testo.

 

di Luigi Manconi

La Repubblica, 10 gennaio 2024 Il cittadino europeo più ottimista pensa che gli Stati membri dell’Unione Europea siano tutti Paesi dotati di un sufficiente grado di civiltà giuridica e che lo Stato di diritto sia una loro prerogativa essenziale. Questo perché, come recita l’articolo 2 del Trattato sull’Unione Europea, lo Stato di diritto è uno dei valori fondamentali della Ue ed è il principio che tutela tutti gli altri diritti. E tuttavia accade che alcuni Paesi membri, in più occasioni, mostrino tutto il loro grado di immaturità giuridica, morale e politica per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali della persona.

 

DOCUMENTI

Radio Carcere, di Riccardo Arena. Puntata del 9 gennaio 2024: "Non indulti, ma nuove carceri"- Analisi della soluzione proposta dal Presidente del Consiglio contro il sovraffollamento. "Se mi riportate in isolamento mi impicco". Il suicidio di Matteo Concetti...

APPUNTAMENTI

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dall'8 al 14 gennaio 2024

Incontro-dibattito: "Contro il pacchetto sicurezza. Tutte le informazioni sulla legge e tutte le ragioni per una decisa opposizione" (Online, 16 gennaio 2024)

Presentazione del libro: "Legislazione antimafia. Doppio binario e modello differenziato di giustizia penale", di Veronica Manca (Catanzaro, 19 gennaio 2024)

Incontro-dibattito: "Sbatti il mostro in prima pagina. La giustizia, il carcere e la rappresentazione da parte dei media" (Campobasso, 25 gennaio 2024)

Convention del Centro Francescano di Ascolto: "Tra le guerre e il desiderio di pace. Per un risveglio delle coscienze" (Rovigo, 28 gennaio 2024)

"5° Convegno Nazionale dei Cappellani e degli Operatori della Pastorale penitenziaria" (Assisi-PG, dal 24 al 27 aprile 2024)

CORSI FORMAZIONE

Master di II livello in "Diritto penitenziario e Costituzione" dell'Università degli Studi Roma Tre (Domande di ammissione fino al 19 gennaio 2024)

Winter School Università Insubria: "Victims' rights in the light of the Council of Europe Recommendation CM/Rec 2023(2)" (Como, 29 gennaio - 2 febbraio 2024)

Percorso formativo di Verso Itaca APS: "La scrittura che ripara" (7 incontri online e incontro finale in presenza a Milano, dal 15 febbraio al 20 aprile 2024)

BANDI E CONCORSI

Concorso letterario "Adotta l’orso. Per uscire dall’Isolamento o dall'Auto-reclusione" (Scadenza 15 marzo 2023)

 

 

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