Sui "privilegi" dei detenuti

 

Ma i detenuti godono davvero di "agevolazioni" e "servizi gratuiti"?

 

Il 2 febbraio sul quotidiano "La Padania" appare la notizia di un'interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia presentata dal Senatore Sergio Divina (Lega Nord). Il Senatore chiede se davvero i detenuti godono di molte "agevolazioni" e "servizi gratuiti" forniti loro dall'Amministrazione Penitenziaria.

L'argomento ci ha parecchio "stimolato" e così abbiamo deciso di dare una nostra risposta all'interrogazione del Senatore e abbiamo anche invitato i nostri lettori a scrivere le loro opinioni al riguardo. Di seguito potete leggere l'interrogazione parlamentare, la risposta della redazione e le risposte dei lettori.

 

L'interrogazione del Senatore Sergio Divina

Le risposte inviate dai nostri lettori

La risposta di Graziano Scialpi, per la Redazione di "Ristretti Orizzonti"

Legislatura XV - Senato della Repubblica - Seduta n° 99

Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01241 - Pubblicato il 1 febbraio 2007

 

Sergio Divina - Al Ministro della giustizia

 

Premesso che:

mentre i cittadini italiani corretti devono combattere con incessanti aumenti di prezzi, tasse, ticket e tariffe, oltre che con le restrizioni nell’assistenza sanitaria, i meno corretti, ossia i detenuti (indulto a parte), continuano a godere di ampi privilegi, che la legge finanziaria, restrittiva con i primi, non ha minimamente scalfito, privilegi che spettano indistintamente a tutti, indipendentemente dai reati commessi;

infatti il nuovo regolamento penitenziario (decreto del Presidente della Repubblica n. 230/2000), che ha abrogato il precedente del 1976, non è stato mai modificato e prevede una lunga serie di servizi "gratuiti" e agevolazioni per i carcerati: servizi igienici con acqua calda, docce, bidet (solo per le donne); servizi di barbiere e di parrucchiere; servizio di lavanderia; tre pasti regolari al giorno (quattro per i minorenni) approvati dall’Istituto nazionale della nutrizione per attestare l’adeguatezza delle porzioni, nonché la qualità nutrizionale delle medesime; assistenza sanitaria completa; asili nido per i bambini delle detenute; francobolli e carta per lettere; energia elettrica a tariffa agevolata per uso di computer, compact-disc, lettori di nastri; corsi di formazione professionale, con sussidio orario; corsi di istruzione secondaria superiore, con sussidio giornaliero; assegni familiari per le persone a carico; assistenza materiale alle famiglie; attività ricreative e sportive;

paradossalmente, ad un pensionato con reddito medio converrebbe quasi andare in galera, ove vivrebbe molto più decorosamente, risolverebbe senza spese e senza pensieri molti problemi di sopravvivenza e potrebbe mettere da parte la pensione,

 

l’interrogante chiede di sapere:

 

se veramente in ogni istituto di pena, i detenuti godano di tutti i trattamenti citati in premessa;

se, in momenti di crisi come l’attuale, in cui si chiedono sacrifici a tutti, in considerazione dei costi elevati a carico degli istituti penitenziari e delle condizioni precarie in cui operano gli agenti di Polizia penitenziaria in carenza di organico e mal retribuiti, non si ritenga opportuno rivedere il numero dei suddetti benefici, visto che il carcere costituisce pur sempre il luogo per l’espiazione di una pena e non un albergo a quattro stelle.

Le risposte dei nostri lettori

 

Se questa è la pena, facciamoci arrestare!

 

Il senatore Sergio Divina ha rivolto al ministro della Giustizia Mastella un’interrogazione in merito agli "ampi privilegi" di cui godrebbero i detenuti. La cosa ci fa veramente riflettere e ci dà l’esatta misura della conoscenza delle carceri e del sistema penitenziario da parte del senatore.

Poiché non c’è migliore metodo del "provar per credere", suggerirei al ministro Mastella di offrire (spreco più, spreco meno) al senatore Divina, nonché onesto e corretto cittadino che "combatte con incessanti aumenti di prezzi, tasse, ticket e tariffe", un bel benefit aggiuntivo a tutti quelli già goduti come parlamentare, consistente in una vacanza premio di un mese in uno dei 208 istituti penitenziari italiani, a sua scelta. Ovviamente nel massimo riserbo - come un qualsiasi detenuto - onde evitare ulteriori favoritismi, rispetto agli ampi benefici di cui già godono i condannati veri, quelli in attesa di giudizio e anche quelli innocenti.

Volendo essere ancora più magnanimi, si potrebbe estendere il benefit all’intero nucleo familiare del senatore Divina. Una bella vacanza premio nel mese di agosto, ahimè, dovendosi però separare da moglie e figli se ne ha, perché il regolamento non consente promiscuità: ognuno nel proprio reparto o magari in un altro istituto, tutti accompagnati in sicurezza, con il comodo servizio gratuito di traduzione a mezzo cellulare blindato, con gabbiette singole all’interno e tappe intermedie di giorni presso altri istituti. Il senatore potrebbe scegliere Is Arenas, in Sardegna, istituto tanto caro all’ex ministro della Giustizia Castelli, uomo tutto d’un pezzo, che aveva persino rifiutato il trattamento di privilegio riservato ai detenuti di quell’istituto, accontentandosi di fare le sue vacanze estive non proprio in quell’albergo a 4 stelle, bensì in una modestissima annessa foresteria presso le dune sabbiose, con il mare a due passi e il salmastro che riempiva le stanze, pagando addirittura una retta di tasca propria.

Oppure potrebbe scegliere, il senatore Divina, di soggiornare a Porto Azzurro, incantevole perla dell’arcipelago toscano, con una vista mozzafiato sulla baia e tutto il fascino ed i "comfort" di un edificio storico fatiscente all’interno della fortezza spagnola… Non c’è che l’imbarazzo della scelta, dal mare ai monti, alla campagna, alla città: un tour indimenticabile nel Bel paese riservato invece a chi dovrebbe espiare le proprie pene senza troppi complimenti.

Purtroppo, dobbiamo ammettere che c’è una cosa che fa difetto in questi hotel di prima categoria: il personale. Non che non sia preparato, disponibile a intervenire prontamente ed energicamente, all’altezza di svolgere i propri compiti assegnati e anche di più, ma è la carenza numerica a farsi sentire: appena 1,2 agenti ogni ospite! Converrebbe tagliare su alcuni costi - ad esempio il vitto (ben 1,58 euro per tre pasti giornalieri) o la sanità e gli asili nido - per consentire nuove assunzioni e aumentare gli stipendi.

Che dire poi dell’assistenza sanitaria in carcere… Altro lusso che l’amministrazione penitenziaria continua a garantire nonostante che vi sia una legge - la 230 del 1999 - che vorrebbe i detenuti curati come tutti i cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale. Niente! Nonostante i continui tagli annuali alla sanità penitenziaria continuano a restare aperti i centri clinici, veri centri di eccellenza, altro che gli ospedali delle ASL! E poi ci sono i manicomi, o meglio, gli ospedali psichiatrici giudiziari, altro privilegio riservato a chi è o va un po’ fuori di testa e ha bisogno di essere imbottito di psicofarmaci.

L’interrogazione del senatore Divina mi fa venire in mente che, oltre alla vacanza, si potrebbe concedere a lui e ad altri suoi colleghi che ne condividano le vedute la possibilità di usufruire gratuitamente di un’assistenza sanitaria integrativa presso i suddetti nosocomi, giusto per riequilibrare un po’ il diritto alla salute dei cittadini onesti che sappiamo penalizzati da un sistema sanitario poco efficiente, costoso, con tanti casi denunciati di malasanità.

Ma si potrebbe andare avanti all’infinito, perché il senatore ha dimenticato di elencare tanti altri privilegi e benefici scritti e non scritti nell’ordinamento penitenziario, che in ogni carcere vengono concessi con ampia discrezionalità e su cui non è il caso di dilungarsi: ci sarebbe veramente di che rimanere indignati.

Tutt’altro che paradossale appare infine la considerazione del senatore che, a conti fatti, vedrebbe per i tanti pensionati al minimo, o giù di lì, - magari quelli (aggiungo io) che neppure la magnanimità del governo precedente è riuscita a soddisfare - "la convenienza di farsi arrestare per vivere molto più decorosamente, risolvendo senza spese e senza pensieri molti problemi di sopravvivenza, mettendo da parte la pensione" (forse per i figli o i nipoti incensurati e disoccupati).

Queste sono le vere intuizioni, quelle che potrebbero davvero imprimere una svolta al sistema penale e penitenziario e non solo, anche a quello delle politiche sociali, del welfare, della previdenza, dell’occupazione e mi fermo qui. Non vorrei prendermi i meriti che spettano tutti al senatore Sergio Divina, nonché avvocato, impiegato dirigente, segretario della IV Commissione permanente (Difesa), membro della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, membro del Consiglio di garanzia, come si legge nella sua scheda pubblicata sul sito internet del Senato.

Grazie senatore per essere così attento e propositivo nell’affrontare temi importanti che attanagliano il nostro Paese e nella lotta ai veri sprechi in carcere!

 

Claudio Messina

Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia

 

Quanto pubblicato dal giornale "La Padania" lo scorso 2 febbraio non sarebbe una notizia se l’opinione espressa fosse quella di un normale cittadino brianzolo seduto al "Bar Sport" per fare una partitina a carte, perché purtroppo l’opinione comune sulle carceri esprime queste convinzioni.

La cosa grave è che queste opinioni le esprime un Senatore della Repubblica eletto dai cittadini e proprio per questo titolare di diritti che altri non hanno.

Il Senatore Divina nell’esercizio del suo mandato di Parlamentare può recarsi nelle carceri e vedere con i propri occhi cosa succede e come vivono i detenuti, egli ha il diritto ma soprattutto il dovere di non parlare per sentito dire, ma di informarsi e informare correttamente i cittadini che lo hanno votato.

Il Senatore Divina non può ignorare che proprio la gestione del Suo compagno e collega, esimio esponente del Suo partito, nonché ex ministro della Giustizia On.le Castelli con la sua politica fallimentare, che ha ignorato l’applicazione del Nuovo Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento penitenziario, approvato nel 2000, che sulla carta prevedeva condizioni minime di umanità all’interno degli istituti penitenziari, ha reso inderogabile la concessione dell’indulto la scorsa estate, per evitare l’implosione del sistema penitenziario.

 

Anna Muschitiello, Assistente sociale

 

Leggo con disgusto la sintesi dell’interrogazione parlamentare del"parlamentare Divina" premesso che le persone ristrette sono e permangono cittadini portatori di diritti. L’espiazione della pena nel nostro Paese ha un valore ed un intento nel nostro sistema giudiziario ed O.d.P. quale "riaccompagnare" per un percorso risocializzante e rieducativo del ristretto per un reingresso nella società.

Il Dpr. 230/2000 è totalmente disatteso e pone la questione su diritti minimi garantiti di condizioni igienico sanitarie di elementare vivibilità. Le responsabilità di queste disattese sono principalmente riconducibili alla cattiva gestione dell’Amministrazione Penitenziaria ed alla presenza di un Ministro appartenente alla Lega, quale il Sen. Castelli.

Nei trascorsi 5 anni di conduzione di questo Ministero sono state disattese e disapplicati temi riguardanti la sanità penitenziaria lasciandola ancora in una sorta di autoreferenzialità connessa vi la disapplicazione di una corretta applicazione del Dlgs.626/94 che consente altrettanta autoreferenzialità, in termini di vigilanza sull’igiene e salubrità sui luoghi di lavoro, al Ministero della Giustizia grazie ad un ormai datato ed inefficace D.M. 18.11.96

Dissento fortemente a proteste corporativiste e fasce di resistenza di sanitari penitenziari che mal tollerano l’applicazione del Dl.230/99 con passaggio al Servizio Sanitario Nazionale.

A Bologna Il Personale ha denunciato casi di TBC all’interno nel 2004, ha presentato un esposto in Procura nei confronti della Direzione e dei sanitari .L’esposto in Procura è in riferimento al fatto di essere stati informati dai quotidiani ma non avvertiti per sottoporsi al test della tubercolina dalla Direzione stessa ed ai ritardi nell’avvertire l’Usl ad intervenire (12 giorni) dal caso di TBC

Vi è stata un’interrogazione parlamentare dell’On. Diliberto, a riguardo: la risposta dell’allora Ministro della Giustizia che non ha risposto esaurientemente il 20 settembre 2005 a firma del Sen. Castelli.

Non era citato nemmeno il caso di contagio interno avvenuto nel maggio del 2005 tra ristrette (contagio tra il caso del 2004 ed un nuovo caso del 2005: erano compagne di camera). Prova lampante di cattiva assistenza ed inoltre 2 casi di positività tra il personale (non tutto informato).

Trovo offensivo e populista l’accenno alle condizioni di disagio del personale operante sia esso della Pol. Pen. sia a personale educatore perché trovo che i cinque anni del Ministro Castelli siano stati i peggiori, alimentando impunità tra i cattivi disservizi dell’Amministrazione Penitenziaria ed il suo degrado, ove il calpestare diritti contrattuali e costituzionali ha indotto il Personale a rivolgersi a legali di fiducia e all’incremento di vertenze stragiudiziali anche per contrastare abusi e legittimare diritti minimi negati da funzionari arroganti ed inadempienti. C’è un fiorire di ordinanze che giungono al D.A.P. da numerosi T.A.R per il pregresso malgestito.

Sono stata un Ispettore Capo della Polizia Penitenziaria,alle dipendenze dell’Amministrazione per 26 anni e ritengo che non vi sia stato peggior periodo di degrado che sotto il dicastero del Sen.Castelli. Forse il parlamentare Divina dovrebbe interrogarsi su questo in primis! Vero è che tutti operatori e ristretti (indulto a parte) ancora attendono un sostanziale segnale di discontinuità.

 

Filomena Crispino, Ispettore Capo della Polizia Penitenziaria in pensione

 

Il commento di un gruppo di detenuti di San Vittore all’interrogazione parlamentare del senatore Sergio Divina

 

Il senatore Divina vorrebbe le carceri come Auschwitz?

Ci hanno tolto la libertà; se poi ci trattano come animali usciamo incattiviti.

Già a star chiusi si diventa bestie.

Dobbiamo uscire di qui sani di mente e di corpo.

Se fosse applicato tutto il regolamento si starebbe meglio, ma mai come dice il senatore Divina.

Le celle qui sono di 15 metri quadri compreso il bagno e ci stiamo in quattro o cinque.

L’acqua calda non c’è

Ci sono 3 docce per 85 persone.

La biancheria ce la laviamo in cella con i secchi.

In lavanderia lavano solo le lenzuola della casanza.

Qui si rischiano malattie e quindi ci vuole igiene.

La cena è pane e insalata.

Non è vero che ci danno carta da lettere e francobolli

Noi paghiamo 3 euro per ogni giorno di permanenza qui.

I corsi che ci sono fanno parte del programma rieducativo.

Il lavoro qui scarseggia.

Non far niente dalla mattina alla sera fa male.

Il senatore Divina. dovrebbe farsi arrestare e passare qui una settimana per verificare come viviamo.

Invitiamo il senatore Divina ad un dialogo con noi.

 

Vorrei dire solo poche parole all’on. Divina e le sintetizzerò in punti

 

1 - Se veramente i detenuti godono di enormi ed ingiusti privilegi, a discapito del pensionato (ma non dimentichiamo il preoccupante livello di sottoccupazione nel nostro paese, dove noi giovani lavoriamo perlopiù in regime di Cocopro senza la minima progettualità per il futuro e senza contributi pensionistici...) cosa dobbiamo dire, come possiamo dare voce al nostro malcontento, per la moltitudine di agevolazioni di cui godono i parlamentari???!!!

Oltre ad uno stipendio ben assestato, idoneo ad assicurare una pensione da signori già a 55 anni (noi lavoratori normali potremo andarci in pensione?se si, ce la faremo prima di compiere i 70 anni?e con quale mensile, il 60% di 800 Euro?) gli onorevoli godono di una moltitudine di servizi gratuiti, tra cui annoverare l’uso dei mezzi pubblici, l’accesso a biblioteche, musei, cinema, teatri, rimborsi dei pasti e delle trasferte, affitti a prezzi bloccati (e noi non abbiamo più neanche l’equo canone e paghiamo anche 1.200 euro per 25 mq di casa...).

Certo in confronto un detenuto che non lavora, gode degli assegni familiari, ha l’acqua calda, a volte persino il bidet o l’asilo nido per i figli! Questi sì che sono privilegi!

Iniziamo a guardare con i nostri occhi e la nostra testa la situazione di "rimpupimento" che sta colpendo gli italiani, spegniamo la tv e le sue notizie manipolate ed iniziamo a ragionare con la nostra testa ed il nostro cuore!

Per la sopravvivenza del nostro paese, per i lavoratori, per i detenuti e per i pensionati, per tutti noi, mandiamoli a casa questi parlamentari, diamogli uno stipendio normale da statale, ed imponiamoci contro il loro modo di fare, che mira solo a "sistemare parenti ed amici", basta con il clientelismo, basta con il carcere che fagogita solo i poveri (perché i ricchi tra avvocati e strategie di scadenza dei termini, anche se sono dei criminali, vanno ai domiciliari nella propria villa! - pensiamo al reato di "contabilità fantasiosa" o qualcosa del genere - ).

 

Michela Sebastiani

 

Capisco che una interrogazione di questo tipo provochi reazioni sdegnate da parte di chi, come noi, conosce dal di dentro la famosa residenza a "quattro stelle" di cui parla il senatore in questione, teniamo presente anche che la situazione di indigenza della popolazione anziana è sempre più allarmante. Quindi quale capro espiatorio migliore della "pacchia" dei detenuti si poteva trovare da parte di un politico che promuove l’odio sociale per rassicurare i suoi elettori?

 

Sportello Informativo di Genova

 

L’interrogazione parlamentare del sen. Divina è una provocazione vergognosa e pericolosa da non sottovalutare per la forma e il contenuto. Si da per certo quello che è falso e poi lo si pone sotto forma di interrogazioni. È un modo subdolo per fomentare contrapposizioni e odio: si toglie ai cittadini onesti per dare comodità e privilegi ai delinquenti, ai quali addirittura si danno tre pasti regolari al giorno e ai Minorenni addirittura quattro. Che scandalo!

Se il sen. Divina, invece di scandalizzarsi per quanto teoricamente previsto dal Regolamento penitenziario ispirato al valore del rispetto della persona e dell’art. 27 della Costituzione, si fosse informato come si vive nella maggior parte delle carceri, avrebbe appreso che in una cella per due o tre persone, senza acqua calda e senza doccia, sono ospitate sei o sette persone, anche dopo l’indulto; avrebbe appreso che l’assistenza sanitaria è precaria per i consistenti tagli finanziari operati dai vari governi, che i familiari non percepiscono alcun assegno, che non vengono dati i francobolli, che a gran parte dei detenuti manca il minimo indispensabile (biancheria, vestiario, dentifricio, etc...), che computer, compact-disc etc... esistono nei sogni.

Noi crediamo, però, che il sen. leghista conosca bene le condizioni di degrado delle carceri italiane (il suo collega Castelli non glielo ha detto?). Ma a lui interessa additare un bersaglio su cui scaricare disprezzo ed esclusione e adesso il bersaglio più facile sono i carcerati, cioè i più deboli e i più diseredati, perché in carcere oggi ci sono soprattutto loro, oltre ai mafiosi giustamente rimasti dopo l’indulto. È la solita tattica di questa destra, sì lanciano accuse e falsità che, seppur smentite, creano dubbi, allarmismi, rancori. Tutto ciò è un morbo dagli effetti malefici che, se non verrà subito soffocato, porterà gravi danni.

Stiamo attenti e vigili, perché si è creato un clima di violènza verbale, di calunnie, di menzogne, di prevaricazioni che potrà degenerare pericolosamente. Potrebbe essere il preludio di una dittatura molto più terribile di quelle che storicamente conosciamo, in quanto essa sarebbe un miscuglio di nazismo, di comunismo e di fascismo. Auguriamo cristianamente, comunque, a questo senatore che non debba mai sperimentare le comodità e i privilegi del carcere da lui descritto.

 

I volontari dell’AS.VCXPE. (Assoc. Volontariato Penitenziario)

Triangolazione divina

 

Oggi mi sento molto felice perché, raramente, sfogliando i giornali, leggo articoli coraggiosi, profondi, permeati di pathos intellettuale, nobili. Il più delle volte sono troppo politicamente corretti, conformisti, in ginocchio davanti al potere comunista che, ormai, predomina in tutta la società.

È stata, quindi, una goduria, una gioia, leggere La Padania del 2 febbraio scorso e, soprattutto, l’interrogazione del sen. Sergio Divina. Così mi piacciono i giornali, coraggiosi e duri e così mi piacciono i senatori, senza peli sulla lingua e che non guardano in faccia nessuno.

Finalmente ho letto parole chiare e non quelle arzigolate dei catto-comunisti. Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire a chiare lettere che i detenuti italiani hanno "ampi privilegi". Ma il divino senatore non si è limitato a questo e, puntigliosamente - perché uomo di profonda esperienza di vita e profonde letture - ha elencato questi "ampi privilegi".

Così vengo a sapere che nelle carceri - udite udite - i detenuti hanno anche l’acqua calda, servizi di barberia, francobolli e carta per lettere, energia elettrica a tariffa agevolata, ecc.

Al momento, leggendo l’elenco, mi è sembrato che il senatore, divinamente, elencasse gli "ampi privilegi" dei senatori italiani che sono quasi identici a quelli dei detenuti fra cui, appunto, la barberia, francobolli e carta, energia elettrica agevolata, ecc. Certo, loro guadagnano 14.100,93 euro mensili più i vari rimborsi spese (dal telefono ai viaggi gratuiti su treni, navi, autostrade), ma, dopotutto, hanno brigato non male per farsi eleggere.

Ora, voi capite bene che con la miseria che prendono, la vita è difficile. Quasi vale la pena, anche per loro, andare in carcere. D’altronde, in Parlamento siedono ben 25 condannati definitivi e 80 eletti già condannati in primo e secondo grado, miracolati delle prescrizioni eccetera.

Ma la profondità intellettuale del senatore non si limita all’elencazione dei privilegi carcerari. Lui, con divino intuito, offre delle proposte concrete come, ad esempio, mandare nelle carceri i pensionati. Dovete convenire che è un’idea strepitosa. Nessuno ci aveva pensato prima.

Il senatore Divina lo dovrebbero mettere a dirigere l’Inps e così risolveremmo, in breve tempo, il problema previdenziale italiano senza più rotture di palle con scaloni e scalini. Ci potrebbe essere una triangolazione: i pensionati in galera, i detenuti in Parlamento, i parlamentari a lavorare. Oppure: i parlamentari in galera, i detenuti fuori, i pensionati in Parlamento. No! Forse non va bene. Insomma, non spetta a me risolvere la profonda questione. Meglio che la triangolazione la faccia il senatore, leghista di profondi studi e idee chiare. Divinamente.

 

Adriano Todaro

 

Intanto vorrei dire al senatore Divina che questi tanti cittadini corretti non li vedo, perché solo i precari di tutto pagano le tasse, con stipendi che fanno ridere e che non credo sia il caso del senatore. Poi, forse non sa che cosa significa stare in carcere anche da innocente per cinque anni, in custodia cautelare preventiva e anche questo capita ai poveracci tossicodipendenti e non certo agli Illustri di potere.

Provi poi a pensare che cosa significa andare in "bagno" nel centro di una cella, come se tu fossi in mezzo di strada e lavarsi due volte alla settimana con acqua fredda. Credo che il senatore Divina debba riprendere la Costituzione in mano, rileggersela e provare a pensare che oltre quelle mura ci sono esseri umani che hanno diritto di vivere e di riprendersi la propria dignità, con percorsi di riabilitazione sociale e di sostegno.

Parlare di agevolazioni, servizi gratuiti è davvero sconcertante per chi, come me e tanti altri, ha vissuto una lunga carcerazione in Istituti dove mi auguro vengano effettuati davvero degli interventi per vivere meglio la proprio pena da espiare.

E caro senatore, si ricordi che nella vita si può sbagliare tutti, compresi i colletti bianchi e non perché hanno problemi in famiglia, ma perché siamo uomini, non divinità.

 

Patrizia Tellini

 

È impossibile commentare l’interpellanza di questo individuo. Vorrei tanto però fargli leggere l’articolo dell’Espresso riportato anche su Repubblica on line di oggi dal titolo "Onorevole si dia un taglio" in cui si parla ampiamente, dati alla mano, di quanto ci costano in vitalizi deputati e senatori. Vorrei anche gli arrivasse la mail che gira da anni in internet con l’elenco delle regalie agli stessi riservate (biglietti aerei, auto blu, barbieri, cellulare, viaggi, cinema, assistenza sanitaria, assicurazione sugli infortuni e sulla vita ecc. ecc. ). Come ho letto una volta su un blog: "politici italiani di professione vergognatevi! Voi vi chiamate onorevoli. Ma di quale onore state parlando?".

 

Roberta Pesenato

 

Senza parole! L’unica risposta da dare a tante nefandezze è un invito a visitare il carcere di Marassi a Genova: se è un vero uomo, accetti questo invito e visiti un carcere (prima qualcuno gli spieghi cosa sono però, non vorremmo si turbasse troppo), vediamo se riscrive una interrogazione del genere.

P.S. Qualcuno spieghi all’illuminato senatore che volontario significa che ci vado nel mio tempo libero senza, ovviamente nessun compenso.

 

Simone Blangetti, volontario in carcere

 

Egr. Senatore Sergio Divina,

Le consiglio di documentarsi sulla reale situazione della carceri italiane. Da una ricerca anche solo superficiale, si renderà conto di come ciò che è previsto dall’attuale Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario da Lei citato non corrisponde affatto alla realtà delle carceri italiane, sia quelle per adulti che quelle per minori. Ciò perché, Egregio Senatore, per realizzare quanto normativamente previsto, occorrevano adeguate risorse finanziarie. Ma il Governo Berlusconi, di cui il suo partito ha fatto parte esprimendo addirittura il Ministro della Giustizia (Roberto Castelli, sic!), si è distinto, tra l’altro, per indiscriminati tagli all’apparato della Giustizia nel suo complesso (settore giudiziario e settore penitenziario) per circa il 50% di quanto veniva garantito dai Governi precedenti... Moltiplichi questi tagli per 5 anni di durata del Governo di centrodestra e si renderà conto di come tutto l’apparato della giustizia sia oggi in ginocchio... Grazie a Lei e a tutti i Suoi colleghi di partito e di coalizione (e un grazie speciale, naturalmente, all’ex Ministro Castelli!). Cordialmente.

 

Antonio Pappalardo

Dirigente del Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta

 

L’ignoranza umana è un qualcosa che ci appartiene in modo generalizzato e pertanto non ci sarebbe da stupirsene, ma unita alla protervia e alla malizia contenuti nell’interrogazione diventa un atteggiamento intriso di cattiveria e veleno che in fondo è coerente con il personaggio, perché è l’unica politica che hanno sempre espresso i leghisti, ma che offende la dignità delle persone detenute. Consiglierei al Ministro Mastella di proporre al Divina un soggiorno in qualche istituto penitenziario a scelta tra: Bad è Carros di Nuoro, Ucciardone di Palermo, Poggioreale di Napoli, etc.

 

Livio Ferrari

 

Effettivamente il regolamento prevede belle cose peccato che per un detenuto sia quasi impossibile averle. Di fatto le condizioni di vita sono assai inferiori a quelle descritte, magari un detenuto avesse tutto quello che viene riportato.

 

Thomas

 

Mi sembra che il Sen. Divina manchi di cultura e di capacità intellettuale, infatti scambia un carcerato con un animale, tipo cavallo o bue. Questi animali vengono custoditi in una stalla, vengono nutriti, riscaldati, accuditi, protetti. Ma sono animali. Il carcerato è invece un Uomo, nonostante gli errori che può aver commesso. Se uno non è in grado di capire questa differenza, non è nemmeno degno di avere un seggio in Senato. Vorrei augurare al Sen. Divina di vedere un giorno uno dei suoi parenti stretti in carcere. Quel giorno cambierebbe idea. Ma non voglio fargli questo augurio. Non mi va di augurare del male ad un altro fosse anche un leghista di bassa lega.

 

Franco Borghi

 

Inviterei l’onorevole (si fa per dire) a visitare ad esempio il carcere di Poggioreale ma anche Sassari, Nuoro, Rebibbia e altre che ora non mi vengono in mente (sono troppe) vanno benissimo. Se vuole lo accompagno.

 

Paola Bonatelli - Antigone

 

Perché non invitare il Senatore Divina a farsi un giro nelle varie Carceri Italiane per rendersi conto di persona della situazione? Avrebbe una risposta "certa" e non "riportata".

 

Claudio Stella

 

In relazione all’interrogazione parlamentare del Senatore della Lega Nord Sergio Divina, beh .... devo essere sincero... rispondere significa attribuire al sopraccitato senatore il "dono" dell’intelligenza, quando sappiamo tutti che gli esponenti di quel partito politico (e non solo loro ... purtroppo) ne sono storicamente privi fin dalla nascita... sarebbe bastato che il Senatore Sergio Divina si fosse informato dai Fedelissimi della Serenissima (quelli che hanno preso d’assalto il Campanile di San Marco a Venezia nel 1997... per intenderci...) per capire che la stragrande maggioranza (tutte direi) delle agevolazioni da lui citate sono di pura fantasia "padana". Invito il senatore a dedicare un po’ del suo tempo libero come volontario all’interno di una struttura carceraria, come silenziosamente fanno tantissimi operatori volontari, invece di perdere tempo in interrogazioni parlamentari di pessimo gusto offensive del Parlamento, delle Istituzioni e delle persone civili.

 

Enrico Mastella

Operatore Volontario della Casa Circondariale S. Pio X di Vicenza

per conto del Centro Sportivo Italiano di Vicenza

 

Personalmente mi ritengo indignata da quanto appreso su questa lettera. Io mi occupo di questioni inerenti alla carcerazione, primo perché vorrei svolgere la mia professione di assistente sociale all’interno del carcere, secondo perché credo tantissimo nel fine rieducativo della pena e non meramente punitivo e retributivo.

L’unico suggerimento che mi sento di rivolgere al senatore Sergio Divina è che dovrebbe forse provare ad entrare nelle carceri per rendersi conto delle situazioni di invivibilità che vi è all’interno e anche di come la libertà sia privata non soltanto fisicamente ma anche e soprattutto affettivamente. Il mio invito è di cercare di capire le questioni sociali con un atteggiamento più empatico e meno accusatorio, perché la vita di una persona ristretta vale più di mille ideali leghisti.

 

Maria Surgo

 

È strano che il senatore leghista non abbia posto le sue domande al collega leghista Roberto Castelli - guardasigilli in carica dal 2001 all’aprile 2006 - chiedendogli anche come mai in tale periodo non avesse modificato il regolamento in vigore dal 2000. Certo non avrebbe potuto sollevare il "caso"...

Ma i servizi igienici con acqua calda, i tre pasti al giorno, la lavanderia e molti altri servizi elencati dal senatore interrogante non possono essere definiti privilegi, ma usi normali in una nazione civile. Peraltro da un lato il detenuto - essendo ristretto e in genere privo di un lavoro - non potrebbe procurarsi altrimenti questi servizi essenziali, dall’altro anche le esigenze sociosanitarie di un ambiente ad alta densità abitativa richiedono molti di questi servizi (e anche le attività ricreative e sportive) per garantire che non scoppino epidemie o che le persone non si esasperino, con costi (nel primo caso) o conseguenze (nel secondo) molto più pesanti che quelli relativi ai "privilegi" elencati. Anche l’istruzione impartita - oltre che sul detenuto - ricade positivamente sulla società.

Dare la possibilità a queste persone di rifarsi una vita mediante una maggiore qualificazione rientra nel precetto costituzionale che la pena deve rieducare (art.27 Cost.), ma ha anche l’effetto di ridurre le recidive e quindi il crimine. Non a caso, alcuni progetti educativi o lavorativi dei condannati - minori e non - erano stati presentati con orgoglio dallo stesso ministero Castelli.

Quanto poi agli asili nido per i bimbi delle detenute, si sta parlando dei diritti dei bambini (art. 31 Costituzione) - che non hanno alcuna colpa - non delle loro madri. Si vorrebbe tenerli tutto il giorno in cella, o si vorrebbe separarli dalla madre in tenera età? Peraltro sarebbe auspicabile, ma non è certo, che quanto indicato sia realizzato in tutti i penitenziari del nostro Paese.

Forse il senatore non ha letto la relazione del Consiglio d’Europa sui diritti umani in Italia (dicembre 2005) nella parte riferita alle carceri. Prima di stendere la sua relazione, il Commissario europeo Gil-Robles aveva visitato il carcere maschile e femminile della Giudecca (Venezia), il carcere di Rebibbia Nuovo Complesso (Roma), i carceri per minori di Nisida e di "Casal del Marmo" (Roma), un centro di accoglienza per minorenni in stato di fermo, ed altre strutture. Aveva quindi osservato di prima mano lo stato delle carceri e le condizioni dei detenuti, e quindi la sua relazione risulta un’indiretta risposta all’interrogazione posta oggi dal parlamentare leghista.

Il relatore europeo scriveva che il degrado delle carceri italiane "è più rapido della loro ristrutturazione, e che sono sottoposte alla pressione del continuo aumento del numero di detenuti. Sono fonte di preoccupazione anche le condizioni e i criteri di detenzione negli ospedali psichiatrici giudiziari". Si sottolinea che "le carceri italiane sono sovraffollate" e "la gravità del sovraffollamento delle carceri viene aumentata dalla vetustà delle infrastrutture o talvolta dalla loro inadeguatezza, rispetto alle esigenze moderne", e che oltre il 35% dei detenuti sono in attesa di giudizio definitivo" (cioè presunti innocenti, art. 27 Costituzione, ndr).

Il personale carcerario attuale è in numero insufficiente, mentre, sottolinea la relazione, "garantire un’adeguata proporzione tra guardie carcerarie e prigionieri è essenziale sia per la buona amministrazione del carcere, che per la sicurezza e il benessere dei custodi e dei detenuti"... "Tra gennaio e maggio 2005, sono deceduti 43 detenuti, 26 dei quali per suicidio". La relazione rileva che alcuni fatti sono rimasti impuniti o che la giustizia non si è ancora pronunciata, sebbene si siano verificati negli anni ‘90. La relazione suggerisce di prendere in considerazione l’istituzione della figura del Mediatore nazionale, a cui i detenuti possano rivolgere le loro lagnanze.

Peraltro, "si dovrebbe avviare una politica mirante a un migliore stanziamento dei fondi, accompagnata da un aumento dei posti di lavoro offerti da imprese esterne, in vista di offrire ai detenuti migliori possibilità di reinserimento".

In particolare, è "indispensabile che le autorità italiane prevedano di stanziare fondi sufficienti per i 17 istituti penali per minorenni esistenti in Italia, per consentire a ciascuno di essi di accogliere i minori in condizioni di vita decenti, in modo che la loro detenzione non rappresenti soltanto una punizione, bensì anche un mezzo per favorire la loro riabilitazione".

Vista infine l’ironia del senatore sui detenuti che vivrebbero meglio dei pensionati a medio reddito, sarebbe anche giusto ricordare che vari notabili seduti su scranni più o meno vicini a quelli del senatore hanno potuto evitare del tutto il carcere grazie a leggi ad hoc approvate nella passata legislatura, in cui anche la Lega era al governo.

Immagino quanti detenuti vorrebbero essere al posto di quei parlamentari "graziati", tanto più che altri provvedimenti in senso opposto approvati nella precedente legislatura riguardo ai piccoli criminali recidivi hanno creato - come sottolineato più volte anche dall’Unione Camere Penali - una giustizia a due velocità, debole con i forti e forte con i deboli.

 

Rita Guma, Presidente Nazionale dell’Osservatorio

sulla Legalità e sui Diritti Onlus

 

Propongo di mandare per un congruo periodo di tempo il Divina, non a caso collega del famoso Calderoli, a fare "la pacchia" in una bella galera così potrà non solo usufruire anche lui di tutti i benefici citati ma potrà anche parlare di carcere e detenuti con maggiore cognizione di causa.

Mandate anche al Divina l’elenco di tutti i detenuti che negli ultimi anni non hanno apprezzato tutti i suddetti benefici e si sono tolti la vita o sono morti resistendo all’assistenza sanitaria fornita. E pensare che con le mie tasse contribuisco a pagargli un immeritatissimo lauto stipendio!

 

Rented

 

In effetti la risposta la meriterebbe "appropriata", ma la decenza e la compassione ci impongono la cortesia, almeno nei confronti dell’Istituzione Repubblicana… Sono stato volontario per un paio d’anni a Rebibbia, in un reparto di fortunati (secondo la logica carceraria) perché ero fra i sospettati o condannati per associazione a delinquere, e quindi mafiosi in genere: un reparto piccolo di circa 120 persone, gente solitamente tranquilla perché consapevole della lunga pena da scontare.

Per quanto riguarda le singole voci di questa interrogazione posso dire che:

l’acqua calda non era sufficiente per tutti, figurarsi in un reparto di 300 e più come erano gli altri di Rebibbia, e quindi se si saliva dal passeggio dopo una partita...... Per non dire la "comodità" del locale gabinetto annesso alla cella, unico spazio dove mettere le pentole ed a volte anche il cibo!

il barbiere è un tuo compagno di pena, e speriamo che sappia fare a tagliarti i capelli, altrimenti sopporti che impari!

la lavanderia è fatta dalle tue mani, dalla sola acqua fredda che trovi ai passeggi (dove puoi anche stendere, altrimenti devi stendere direttamente in cella sopra la testa tua e degli altri), oppure mandare qualcosa a casa, se la tua famiglia può permettersi i costi di trasferimenti per venire a colloquio con te.

i pasti ci sono, magari non sempre commestibili, ma è molto meglio se hai i soldi e puoi comprare il cibo a prezzo maggiorato, acquistare una bomboletta di gas e cucinarlo in compagnia con gli altri (di solito sono degli ottimi cuochi, i detenuti, ed io con loro ho mangiato molto bene).

l’assistenza sanitaria? Come fuori, solo che per far venire da te uno specialista i tempi si allungano, perché oltre ai soldi devi avere la fortuna che il Magistrato autorizzi il suo ingresso nell’istituto penitenziario dove "abiti".

i francobolli per le lettere, come le penne e la carta, i miei "colleghi" di ministero pastorale la fornivano loro ai detenuti: io ero fra i ricchi, e quindi li compravo per altri detenuti. Mai visti francobolli pagati dallo Stato!

corsi di formazione o istruzione: se l’istituto penitenziario li organizza! ma per quante persone? e con che motivazioni da parte degli insegnanti?

assistenza materiale delle famiglie: una fortuna, se ci fosse davvero, ma se sei un siciliano in carcere a Roma (o a Brescia) ed i tuoi non hanno i soldi per l’aereo, con che cosa ti assistono? Ci sono solo i volontari, ce ti pensano, pregano per te, ti scrivono e ti telefonano, ma nulla più.

se l’attività ricreativa o sportiva è un cortile polveroso, la voglia di un torneo di calcetti Sicilia-Campania-Lazio-Resto del mondo, o magari una squadra di preti che entra per sfidarti a calcetto… per la bellezza di 3, massimo 4 ore al giorno!

Da ultimo: il carcere non dovrebbe essere solo il luogo di espiazione della pena, così come previsto dalla legge e dalla costituzione, ma anche il luogo dove chi ha sbagliato impara a correggersi, intessendo relazioni nuove con personale carcerario preparato, non come fossero dei militari, ma come i veri primi "operatori sociali", e poi mai scordarsi che il vero scopo della pena (e dell’istituto che la rende evidente) non è abbruttirsi ulteriormente quanto risocializzare, ripagando in qualche maniera la società che è stata ferita dall’atto sbagliato compiuto.

Un consiglio per l’Onorevole? Una visita ad un carcere qualunque, ma non del "verde" nord, uno dei tanti istituti del Lazio o del sud: chissà quanti "benefici" potrebbe trovare il senatore Divina!

 

Don Federico Emaldi

 

Una metafora per gli "alberghi a 4 stelle"

 

Vite sospese

Vite sospese, vite distese;

Vite in attesa di una nuova vita;

Vite che lottano per non morire;

Vite che contano gli attimi lenti;

Vite che spingono un tempo di vuoto,

Un tempo perduto, rubato che annulla.

Vite sofferte, che hanno fatto soffrire,

Che cercano amore per lenire il dolore.

Vite che hanno una gran fretta di uscire

Per essere libere di viver la vita.

Ma che vita vivrebbe una vita perduta

In un mondo che gira così tanto veloce

Da essere cieco di quel che succede?

Vite, aspettate un attimo ancora,

Prima di andare in giro nel mondo,

Prendete tutto l’amore che avete

E spargetene tanto ovunque arrivate,

perché quello dato è l’amore cercato.

 

"Onorevole" Divina, questa è la percezione di un operatore penitenziario dei privilegi goduti dai detenuti. Dubito che Lei sia in grado di percepire qualcosa. Tuttavia, nella speranza di un mio errore di valutazione, desidero condividere con Lei questa mia riflessione.

 

Franco Furno - Educatore C.C. Catania "Piazza Lanza"

 

Ho letto l’interrogazione parlamentare del senatore e sono piuttosto depressa. Se i carcerati godessero veramente dei diritti elencati dal signor Divina penserei che il nostro è un Paese civile. Non credo che chi è detenuto debba vivere senza i segni di una vita quotidiana dignitosa. Purtroppo, invece, ho il dubbio che sia proprio così.

Che dire? Dopo aver visto e sentito alcuni suoi amici della stessa area istigare la popolazione ad aggredire e a dare fuoco alle tende dei Rom vicino a Milano, occupate per altro da una popolazione per metà di bambini, cosa c’è da dire? C’è da pregare, ecco cosa c’è. Mi dispiace ma non mi riesce nemmeno di indignarmi, sono troppo triste. Per loro che sono nel carcere della loro grettezza.

Io non sono "buonista", ma la mancanza di misericordia e lo spirito di vendetta che sottende a questa interrogazione è particolarmente odiosa perché vuole travestirsi da difensore dei poveri e degli afflitti, in una grottesca parodia del senso della giustizia.

 

Valeria Fusetti

 

Torna la menata delle carceri come alberghi a quattro stelle. Non fu il Ministro Castelli a dirla per primo durante il Governo Berlusconi? O forse anche i detenuti hanno una distorta percezione della realtà come disse uno di Forza Italia rispondendo a un ascoltatore RAI che sottolineava le sue difficoltà economiche inasprite sempre dal Governo Berlusconi.

Non è che l’attuale governo di sinistra sia molto migliore rispetto al precedente ma è un po’ meno peggio e almeno fra di loro non ci sono dei completi cretini (e fascisti) come i leghisti. Ma sappiamo che la mamma degli imbecilli è sempre incinta e lo dimostrano anche coloro che li votano, inclusi i forzisti e quelli di AN.

La mia esperienza? Ho qualche esperienza diretta e indiretta di carceri Italiane e Usa ma basta vedere una qualsiasi foto o vedere un film, un documentario o leggere qualcosa per capire che le carceri sono tutt’altro che alberghi a quattro stelle. Non lo sono gli ospedali, figurati le carceri, per la maggior parte vecchie e ricavate da edifici antichi, fatiscenti e inadeguati come i conventi. Per cui il Senatore Divina, e tutti quelli come lui, oltre ad essere un idiota è pure ignorante. Ma questa è la classe politica che ci ritroviamo e la colpa è nostra. Ma perché non invitate il Divina a farsi un tour carcerario?

 

Cristina Canciani - Oltre Le Mura – Firenze

 

Lettera di ringraziamento di un " non elettore"

 

Gentile senatore, non si abbatta. Le cose non vanno poi così male e non è detto che il mondo debba necessariamente crollare. Ci sono pur sempre fior di Amministrazioni, in Italia. Prenda Cagliari, per esempio. Calci in culo, figurati, si intende - perché noi siamo persone civili - a 8 delinquenti che pretendevano di lavorare in un cantiere comunale.

Anche sul piano sanitario, dalle nostre parti, non possiamo lamentarci. A Sassari, un altro delinquente che si fingeva malato, ha deciso di crepare pur di non ammettere che stava barando. Peggio per lui. Conosco ancora una persona che si è sentita male, molto male, ma niente, ha dovuto aspettare diversi mesi. Poi, sotto Natale, quando siamo tutti più buoni, le hanno diagnosticato un tumore con tante metastasi.

Succede sempre, senatore carissimo, negli alberghi a quattro stelle. Succede persino che si scivoli su un pavimento troppo bagnato e ci si resti crepati. Del resto diciamocelo francamente: quanto spreco d’inchiostro! Ogni volta che qualcuno di questi drogati, malati mentali, mentecatti, extracomunitari, si ammazza con le sue mani, c’è un trafiletto di sessanta battute nelle piccole di cronaca!

Per fortuna, ora, tutti questi luoghi di pena verranno portati fuori città, in posti un tantino sperduti, così i parenti potranno fare qualche pellegrinaggio per farsi perdonare i loro peccati. I nostri occhi e le nostre coscienze non saranno più offesi dalla vicinanza sfrontata di questi perdigiorno e sarà possibile guadagnare qualcosa, noi gente onesta, dal riutilizzo di questi splendidi alberghi.

Ma, senatore, queste cose richiedono tempi lunghi, purtroppo. Nel frattempo sarà più facile tirare una linea immaginaria che divida in due l’Italia. Nella parte produttiva, onesta e pulita, togliamo l’acqua calda, il bidè, e i tre pasti quotidiani a quegli scemi di criminali che si sono fatti acchiappare. Nell’altra, quella dei sudici, sono certo che lasceranno le cose come stanno, anzi cercheranno di migliorarle un tantino.

Noi, da parte nostra, poiché il proverbio recita "nessuno può dire: io di quest’acqua non ne bevo", righeremo dritti e, se peste ci coglie, puzzeremo malnutriti e mal curati, ringhiando ai nostri vicini di cella che non vogliono accontentarsi di passare la vita, inutili a se stessi e agli altri, in cinque metri quadri, anche se fossero i più belli ed eleganti del mondo.

 

Paolo Buzzanca

 

Ho cercato di leggere con attenzione la sintesi dell’interrogazione parlamentare qui di seguito riportata; ho anche tentato, per la verità, di non cadere nel classico tranello dell’indignazione e di provare a darmi delle risposte. La prima considerazione, seppur banale, è volta a sottolineare il totale decadimento del livello del dibattito parlamentare, o quantomeno del suo lessico. Mi chiedo, pertanto, se sia accettabile parlare di temi così delicati - quali la giustizia e l’organizzazione penitenziaria- in modo così violento ed inappropriato.

Le considerazioni - se così le vogliamo definire - del senatore Divina partono da presupposti a mio personale giudizio sbagliati per giungere a conclusioni spropositate aberranti e, direi, al limite della volgarità. L’aprioristica suddivisione tra cittadini corretti e meno corretti - basata sul contatto penitenziario - è, come noto, un’illusione cara ai giustizialisti che non trova necessariamente riscontro nella realtà, anzi tutt’altro.

Il famoso "imbuto penale" è di per sé prova del contrario. Cercando, in ogni caso, di superare questo primo scoglio, che di per sé risulta difficilmente eludibile, permane un’ulteriore problema: non credo esista una significativa correlazione, né che possa mai essere proposta, tra sistema di tassazione dei cittadini ed eventuali, presunti, oltre che inesistenti servizi erogati dalle e nelle amministrazioni penitenziarie. Il problema, se eventualmente lo si volesse analizzare in questi termini, dovrebbe tenere conto del fatto che la popolazione penitenziaria non rispecchia minimamente la società così come si rappresenta all’esterno del carcere.

Molti detenuti, per esempio, sono extracomunitari. Quanto ai "servizi" elencati dal senatore, direi - con ovvietà - che non possono di certo essere considerati tali. Sono i semplici strumenti minimi per cercare, se possibile, di condurre una esistenza dignitosa all’interno degli istituti penitenziari. Nulla di più e forse molto di meno di quanto si necessiti in realtà. Forse bisognerebbe ribadire che la pena consiste nella privazione della libertà, non della dignità.

Qualsiasi società civile, per definirsi tale, non dovrebbe mai permettere alle istanze repressive di prendere il sopravvento sulla dignità umana. Vale poi la pena di ribadire che tali "strumenti", che dovrebbero essere inderogabili, non vengono di certo garantiti nella loro interezza. Tra il detenuto e tali servizi si frappone il più delle volte una amministrazione cieca, altre volte semplicemente impotente per carenza di personale e strutture idonee.

Teniamo poi a mente che sullo sfondo di questo presente desolante, sempre più lontano e sbiadito, aleggia il principio della rieducazione del condannato. Principio che dovrebbe essere garantito dalle istituzioni e sul quale, con evidente spavalderia, non puntano più neppure i parlamentari. Gli altri riferimenti, quali quello al pensionato medio, rientrano nelle normali conseguenze di una logica ottusa e, a parer mio, pericolosa, volta semplicemente ad un sensazionalismo da bar. Il problema è che tali involuzioni sono idonee a far molta presa su chi non conosce minimamente il mondo del carcere. Tali illazioni sono capaci di entrare nel lessico della gente e sono difficilmente sradicabili. In fondo un colpevole da condannare sempre e comunque è un bersaglio comodo.

 

Rita Ronchi

 

Sono senza parole, confido che rimanga un mese nelle celle delle nostre carceri, vediamo come ne viene fuori. Noi abbiamo dei pazzi in Parlamento.

 

Rosalba

 

Consiglierei al senatore in questione di rileggersi e magari studiare la nostra Costituzione. Il suddetto forse imparerebbe qualcosina.

 

Marisa Clementoni Tretti

 

Non mi ritengo un’esperta di carcere, né un’esperta di vita, ma credo che la dichiarazione del Senatore Divina sia molto azzardata e frutto di pregiudizi e "ignoranza", inteso nel senso di ignorare la realtà dei fatti. Mi sto per laureare in educatore socio sanitario, e poco più di un mese fa ho concluso il tirocinio presso la Casa di Reclusione di Padova, per cui mi sento nella posizione di poter dire che cosa penso e che cosa ho visto.Sul carcere vi sono molte immagini stereotipate e molti luoghi comuni, dati dalla società e dall’opinione pubblica.

Per quanto sembri sempre troppo poco severa la giustizia Italiana, in realtà anche un solo giorno di galera è un’esperienza traumatica che segna profondamente... la limitazione della libertà, lo spazio ed il tempo che si restringono e dilatano, la mancanza degli affetti, la ripetitività delle azioni, i rumori e gli odori.. l’orizzonte sempre troppo vicino... sfido chiunque a dirmi che questa non è sofferenza! È vero, i detenuti hanno alcune giuste agevolazioni e possono frequentare corsi e attività.. e non credo assolutamente debbano esser privati di queste cose!

Perché aggiungere sofferenza a così già tanta sofferenza? Perché all’emarginazione sociale si deve aggiungere anche il mancato rispetto della dignità dell’esser sempre e comunque uomo? Nel mondo le difficoltà esistono, ogni mese si deve lottare con il portafogli, con le bollette da pagare, le medicine da comperare e magari anche con la rata dell’università... ma la libertà che ogni uomo ha penso sia la ricchezza più grande che esista al mondo e che ci dobbiamo tenere stretti... questo è il vero albergo a 5 stelle!

Concludo dicendo che se dal di fuori in carcere sembra esistano tutte le opportunità del mondo, in realtà ogni giorno è necessario lottare per ottenere qualcosa, non tutto è dato a tutti, non tutti possono far tutto... ci sono ancora molte cose da fare per i detenuti, in primis restituirgli la loro vera identità, sempre nascosta da un’etichetta che rimane loro appiccicata per sempre... la strada è lunga... Signor Senatore, non facciamo marcia indietro, ma cerchiamo piuttosto di fare un passo avanti.

 

Francesca Magnabosco

 

Leggere questo articolo mi ha riempito di tristezza, anche perché mi rendo conto che riflette una mentalità purtroppo abbastanza diffusa. Mi ricordo che un mio alunno a scuola aveva espresso idee simili, forse ripetendo cose sentite dire da altri; quello stesso alunno dopo aver fatto il percorso del "Progetto Carcere" ha manifestato idee molto diverse, tanto che un suo scritto è stato pubblicato da Ristretti Orizzonti. Allora è vero che il "Progetto Carcere" serve. Ci vorrebbe un "Progetto carcere" anche per i parlamentari leghisti! Ma forse non capirebbero...

 

Manuela Gigliotti

 

Oggi mi sento molto felice perché, raramente, sfogliando i giornali, leggo articoli coraggiosi, profondi, permeati di pathos intellettuale, nobili. Il più delle volte sono troppo politicamente corretti, conformisti, in ginocchio davanti al potere comunista che, ormai, predomina in tutta la società.

È stata, quindi, una goduria, una gioia, leggere La Padania del 2 febbraio scorso e, soprattutto, l’interrogazione del sen. Sergio Divina. Così mi piacciono i giornali, coraggiosi e duri e così mi piacciono i senatori, senza peli sulla lingua e che non guardano in faccia nessuno.

Finalmente ho letto parole chiare e non quelle arzigolate dei catto-comunisti. Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dire a chiare lettere che i detenuti italiani hanno "ampi privilegi". Ma il divino senatore non si è limitato a questo e, puntigliosamente - perché uomo di profonda esperienza di vita e profonde letture - ha elencato questi "ampi privilegi".

Così vengo a sapere che nelle carceri - udite udite - i detenuti hanno anche l’acqua calda, servizi di barberia, francobolli e carta per lettere, energia elettrica a tariffa agevolata, ecc.

Al momento, leggendo l’elenco, mi è sembrato che il senatore, divinamente, elencasse gli "ampi privilegi" dei senatori italiani che sono quasi identici a quelli dei detenuti fra cui, appunto, la barberia, francobolli e carta, energia elettrica agevolata, ecc. Certo, loro guadagnano 14.100,93 euro mensili più i vari rimborsi spese (dal telefono ai viaggi gratuiti su treni, navi, autostrade), ma, dopotutto, hanno brigato non male per farsi eleggere.

Ora, voi capite bene che con la miseria che prendono, la vita è difficile. Quasi vale la pena, anche per loro, andare in carcere. D’altronde, in Parlamento siedono ben 25 condannati definitivi e 80 eletti già condannati in primo e secondo grado, miracolati delle prescrizioni eccetera.

Ma la profondità intellettuale del senatore non si limita all’elencazione dei privilegi carcerari. Lui, con divino intuito, offre delle proposte concrete come, ad esempio, mandare nelle carceri i pensionati. Dovete convenire che è un’idea strepitosa. Nessuno ci aveva pensato prima.

Il senatore Divina lo dovrebbero mettere a dirigere l’Inps e così risolveremmo, in breve tempo, il problema previdenziale italiano senza più rotture di palle con scaloni e scalini. Ci potrebbe essere una triangolazione: i pensionati in galera, i detenuti in Parlamento, i parlamentari a lavorare. Oppure: i parlamentari in galera, i detenuti fuori, i pensionati in Parlamento. No! Forse non va bene. Insomma, non spetta a me risolvere la profonda questione. Meglio che la triangolazione la faccia il senatore, leghista di profondi studi e idee chiare. Divinamente.

 

Adriano Todaro

 

Intanto vorrei dire al senatore Divina che questi tanti cittadini corretti non li vedo, perché solo i precari di tutto pagano le tasse, con stipendi che fanno ridere e che non credo sia il caso del senatore. Poi, forse non sa che cosa significa stare in carcere anche da innocente per cinque anni, in custodia cautelare preventiva e anche questo capita ai poveracci tossicodipendenti e non certo agli Illustri di potere.

Provi poi a pensare che cosa significa andare in "bagno" nel centro di una cella, come se tu fossi in mezzo di strada e lavarsi due volte alla settimana con acqua fredda. Credo che il senatore Divina debba riprendere la Costituzione in mano, rileggersela e provare a pensare che oltre quelle mura ci sono esseri umani che hanno diritto di vivere e di riprendersi la propria dignità, con percorsi di riabilitazione sociale e di sostegno.

Parlare di agevolazioni, servizi gratuiti è davvero sconcertante per chi, come me e tanti altri, ha vissuto una lunga carcerazione in Istituti dove mi auguro vengano effettuati davvero degli interventi per vivere meglio la proprio pena da espiare.

E caro senatore, si ricordi che nella vita si può sbagliare tutti, compresi i colletti bianchi e non perché hanno problemi in famiglia, ma perché siamo uomini, non divinità.

 

Patrizia Tellini

 

È impossibile commentare l’interpellanza di questo individuo. Vorrei tanto però fargli leggere l’articolo dell’Espresso riportato anche su Repubblica on line di oggi dal titolo "Onorevole si dia un taglio" in cui si parla ampiamente, dati alla mano, di quanto ci costano in vitalizi deputati e senatori. Vorrei anche gli arrivasse la mail che gira da anni in internet con l’elenco delle regalie agli stessi riservate (biglietti aerei, auto blu, barbieri, cellulare, viaggi, cinema, assistenza sanitaria, assicurazione sugli infortuni e sulla vita ecc. ecc. ). Come ho letto una volta su un blog: "politici italiani di professione vergognatevi! Voi vi chiamate onorevoli. Ma di quale onore state parlando?".

 

Roberta Pesenato

 

Senza parole! L’unica risposta da dare a tante nefandezze è un invito a visitare il carcere di Marassi a Genova: se è un vero uomo, accetti questo invito e visiti un carcere (prima qualcuno gli spieghi cosa sono però, non vorremmo si turbasse troppo), vediamo se riscrive una interrogazione del genere.

P.S. Qualcuno spieghi all’illuminato senatore che volontario significa che ci vado nel mio tempo libero senza, ovviamente nessun compenso.

 

Simone Blangetti, volontario in carcere

 

Egr. Senatore Sergio Divina,

Le consiglio di documentarsi sulla reale situazione della carceri italiane. Da una ricerca anche solo superficiale, si renderà conto di come ciò che è previsto dall’attuale Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario da Lei citato non corrisponde affatto alla realtà delle carceri italiane, sia quelle per adulti che quelle per minori. Ciò perché, Egregio Senatore, per realizzare quanto normativamente previsto, occorrevano adeguate risorse finanziarie. Ma il Governo Berlusconi, di cui il suo partito ha fatto parte esprimendo addirittura il Ministro della Giustizia (Roberto Castelli, sic!), si è distinto, tra l’altro, per indiscriminati tagli all’apparato della Giustizia nel suo complesso (settore giudiziario e settore penitenziario) per circa il 50% di quanto veniva garantito dai Governi precedenti... Moltiplichi questi tagli per 5 anni di durata del Governo di centrodestra e si renderà conto di come tutto l’apparato della giustizia sia oggi in ginocchio... Grazie a Lei e a tutti i Suoi colleghi di partito e di coalizione (e un grazie speciale, naturalmente, all’ex Ministro Castelli!). Cordialmente.

 

Antonio Pappalardo

Dirigente del Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta

 

L’ignoranza umana è un qualcosa che ci appartiene in modo generalizzato e pertanto non ci sarebbe da stupirsene, ma unita alla protervia e alla malizia contenuti nell’interrogazione diventa un atteggiamento intriso di cattiveria e veleno che in fondo è coerente con il personaggio, perché è l’unica politica che hanno sempre espresso i leghisti, ma che offende la dignità delle persone detenute. Consiglierei al Ministro Mastella di proporre al Divina un soggiorno in qualche istituto penitenziario a scelta tra: Bad è Carros di Nuoro, Ucciardone di Palermo, Poggioreale di Napoli, etc.

 

Livio Ferrari

 

Effettivamente il regolamento prevede belle cose peccato che per un detenuto sia quasi impossibile averle. Di fatto le condizioni di vita sono assai inferiori a quelle descritte, magari un detenuto avesse tutto quello che viene riportato.

 

Thomas

 

Mi sembra che il Sen. Divina manchi di cultura e di capacità intellettuale, infatti scambia un carcerato con un animale, tipo cavallo o bue. Questi animali vengono custoditi in una stalla, vengono nutriti, riscaldati, accuditi, protetti. Ma sono animali. Il carcerato è invece un Uomo, nonostante gli errori che può aver commesso. Se uno non è in grado di capire questa differenza, non è nemmeno degno di avere un seggio in Senato. Vorrei augurare al Sen. Divina di vedere un giorno uno dei suoi parenti stretti in carcere. Quel giorno cambierebbe idea. Ma non voglio fargli questo augurio. Non mi va di augurare del male ad un altro fosse anche un leghista di bassa lega.

 

Franco Borghi

 

Inviterei l’onorevole (si fa per dire) a visitare ad esempio il carcere di Poggioreale ma anche Sassari, Nuoro, Rebibbia e altre che ora non mi vengono in mente (sono troppe) vanno benissimo. Se vuole lo accompagno.

 

Paola Bonatelli - Antigone

 

Perché non invitare il Senatore Divina a farsi un giro nelle varie Carceri Italiane per rendersi conto di persona della situazione? Avrebbe una risposta "certa" e non "riportata".

 

Claudio Stella

 

In relazione all’interrogazione parlamentare del Senatore della Lega Nord Sergio Divina, beh .... devo essere sincero... rispondere significa attribuire al sopraccitato senatore il "dono" dell’intelligenza, quando sappiamo tutti che gli esponenti di quel partito politico (e non solo loro ... purtroppo) ne sono storicamente privi fin dalla nascita... sarebbe bastato che il Senatore Sergio Divina si fosse informato dai Fedelissimi della Serenissima (quelli che hanno preso d’assalto il Campanile di San Marco a Venezia nel 1997... per intenderci...) per capire che la stragrande maggioranza (tutte direi) delle agevolazioni da lui citate sono di pura fantasia "padana". Invito il senatore a dedicare un po’ del suo tempo libero come volontario all’interno di una struttura carceraria, come silenziosamente fanno tantissimi operatori volontari, invece di perdere tempo in interrogazioni parlamentari di pessimo gusto offensive del Parlamento, delle Istituzioni e delle persone civili.

 

Enrico Mastella

Operatore Volontario della Casa Circondariale S. Pio X di Vicenza

per conto del Centro Sportivo Italiano di Vicenza

 

Personalmente mi ritengo indignata da quanto appreso su questa lettera. Io mi occupo di questioni inerenti alla carcerazione, primo perché vorrei svolgere la mia professione di assistente sociale all’interno del carcere, secondo perché credo tantissimo nel fine rieducativo della pena e non meramente punitivo e retributivo.

L’unico suggerimento che mi sento di rivolgere al senatore Sergio Divina è che dovrebbe forse provare ad entrare nelle carceri per rendersi conto delle situazioni di invivibilità che vi è all’interno e anche di come la libertà sia privata non soltanto fisicamente ma anche e soprattutto affettivamente. Il mio invito è di cercare di capire le questioni sociali con un atteggiamento più empatico e meno accusatorio, perché la vita di una persona ristretta vale più di mille ideali leghisti.

 

Maria Surgo

 

È strano che il senatore leghista non abbia posto le sue domande al collega leghista Roberto Castelli - guardasigilli in carica dal 2001 all’aprile 2006 - chiedendogli anche come mai in tale periodo non avesse modificato il regolamento in vigore dal 2000. Certo non avrebbe potuto sollevare il "caso"...

Ma i servizi igienici con acqua calda, i tre pasti al giorno, la lavanderia e molti altri servizi elencati dal senatore interrogante non possono essere definiti privilegi, ma usi normali in una nazione civile. Peraltro da un lato il detenuto - essendo ristretto e in genere privo di un lavoro - non potrebbe procurarsi altrimenti questi servizi essenziali, dall’altro anche le esigenze sociosanitarie di un ambiente ad alta densità abitativa richiedono molti di questi servizi (e anche le attività ricreative e sportive) per garantire che non scoppino epidemie o che le persone non si esasperino, con costi (nel primo caso) o conseguenze (nel secondo) molto più pesanti che quelli relativi ai "privilegi" elencati. Anche l’istruzione impartita - oltre che sul detenuto - ricade positivamente sulla società.

Dare la possibilità a queste persone di rifarsi una vita mediante una maggiore qualificazione rientra nel precetto costituzionale che la pena deve rieducare (art.27 Cost.), ma ha anche l’effetto di ridurre le recidive e quindi il crimine. Non a caso, alcuni progetti educativi o lavorativi dei condannati - minori e non - erano stati presentati con orgoglio dallo stesso ministero Castelli.

Quanto poi agli asili nido per i bimbi delle detenute, si sta parlando dei diritti dei bambini (art. 31 Costituzione) - che non hanno alcuna colpa - non delle loro madri. Si vorrebbe tenerli tutto il giorno in cella, o si vorrebbe separarli dalla madre in tenera età? Peraltro sarebbe auspicabile, ma non è certo, che quanto indicato sia realizzato in tutti i penitenziari del nostro Paese.

Forse il senatore non ha letto la relazione del Consiglio d’Europa sui diritti umani in Italia (dicembre 2005) nella parte riferita alle carceri. Prima di stendere la sua relazione, il Commissario europeo Gil-Robles aveva visitato il carcere maschile e femminile della Giudecca (Venezia), il carcere di Rebibbia Nuovo Complesso (Roma), i carceri per minori di Nisida e di "Casal del Marmo" (Roma), un centro di accoglienza per minorenni in stato di fermo, ed altre strutture. Aveva quindi osservato di prima mano lo stato delle carceri e le condizioni dei detenuti, e quindi la sua relazione risulta un’indiretta risposta all’interrogazione posta oggi dal parlamentare leghista.

Il relatore europeo scriveva che il degrado delle carceri italiane "è più rapido della loro ristrutturazione, e che sono sottoposte alla pressione del continuo aumento del numero di detenuti. Sono fonte di preoccupazione anche le condizioni e i criteri di detenzione negli ospedali psichiatrici giudiziari". Si sottolinea che "le carceri italiane sono sovraffollate" e "la gravità del sovraffollamento delle carceri viene aumentata dalla vetustà delle infrastrutture o talvolta dalla loro inadeguatezza, rispetto alle esigenze moderne", e che oltre il 35% dei detenuti sono in attesa di giudizio definitivo" (cioè presunti innocenti, art. 27 Costituzione, ndr).

Il personale carcerario attuale è in numero insufficiente, mentre, sottolinea la relazione, "garantire un’adeguata proporzione tra guardie carcerarie e prigionieri è essenziale sia per la buona amministrazione del carcere, che per la sicurezza e il benessere dei custodi e dei detenuti"... "Tra gennaio e maggio 2005, sono deceduti 43 detenuti, 26 dei quali per suicidio". La relazione rileva che alcuni fatti sono rimasti impuniti o che la giustizia non si è ancora pronunciata, sebbene si siano verificati negli anni ‘90. La relazione suggerisce di prendere in considerazione l’istituzione della figura del Mediatore nazionale, a cui i detenuti possano rivolgere le loro lagnanze.

Peraltro, "si dovrebbe avviare una politica mirante a un migliore stanziamento dei fondi, accompagnata da un aumento dei posti di lavoro offerti da imprese esterne, in vista di offrire ai detenuti migliori possibilità di reinserimento".

In particolare, è "indispensabile che le autorità italiane prevedano di stanziare fondi sufficienti per i 17 istituti penali per minorenni esistenti in Italia, per consentire a ciascuno di essi di accogliere i minori in condizioni di vita decenti, in modo che la loro detenzione non rappresenti soltanto una punizione, bensì anche un mezzo per favorire la loro riabilitazione".

Vista infine l’ironia del senatore sui detenuti che vivrebbero meglio dei pensionati a medio reddito, sarebbe anche giusto ricordare che vari notabili seduti su scranni più o meno vicini a quelli del senatore hanno potuto evitare del tutto il carcere grazie a leggi ad hoc approvate nella passata legislatura, in cui anche la Lega era al governo.

Immagino quanti detenuti vorrebbero essere al posto di quei parlamentari "graziati", tanto più che altri provvedimenti in senso opposto approvati nella precedente legislatura riguardo ai piccoli criminali recidivi hanno creato - come sottolineato più volte anche dall’Unione Camere Penali - una giustizia a due velocità, debole con i forti e forte con i deboli.

 

Rita Guma, Presidente Nazionale dell’Osservatorio

sulla Legalità e sui Diritti Onlus

 

Propongo di mandare per un congruo periodo di tempo il Divina, non a caso collega del famoso Calderoli, a fare "la pacchia" in una bella galera così potrà non solo usufruire anche lui di tutti i benefici citati ma potrà anche parlare di carcere e detenuti con maggiore cognizione di causa.

Mandate anche al Divina l’elenco di tutti i detenuti che negli ultimi anni non hanno apprezzato tutti i suddetti benefici e si sono tolti la vita o sono morti resistendo all’assistenza sanitaria fornita. E pensare che con le mie tasse contribuisco a pagargli un immeritatissimo lauto stipendio!

 

Rented

 

In effetti la risposta la meriterebbe "appropriata", ma la decenza e la compassione ci impongono la cortesia, almeno nei confronti dell’Istituzione Repubblicana… Sono stato volontario per un paio d’anni a Rebibbia, in un reparto di fortunati (secondo la logica carceraria) perché ero fra i sospettati o condannati per associazione a delinquere, e quindi mafiosi in genere: un reparto piccolo di circa 120 persone, gente solitamente tranquilla perché consapevole della lunga pena da scontare.

Per quanto riguarda le singole voci di questa interrogazione posso dire che:

l’acqua calda non era sufficiente per tutti, figurarsi in un reparto di 300 e più come erano gli altri di Rebibbia, e quindi se si saliva dal passeggio dopo una partita...... Per non dire la "comodità" del locale gabinetto annesso alla cella, unico spazio dove mettere le pentole ed a volte anche il cibo!

il barbiere è un tuo compagno di pena, e speriamo che sappia fare a tagliarti i capelli, altrimenti sopporti che impari!

la lavanderia è fatta dalle tue mani, dalla sola acqua fredda che trovi ai passeggi (dove puoi anche stendere, altrimenti devi stendere direttamente in cella sopra la testa tua e degli altri), oppure mandare qualcosa a casa, se la tua famiglia può permettersi i costi di trasferimenti per venire a colloquio con te.

i pasti ci sono, magari non sempre commestibili, ma è molto meglio se hai i soldi e puoi comprare il cibo a prezzo maggiorato, acquistare una bomboletta di gas e cucinarlo in compagnia con gli altri (di solito sono degli ottimi cuochi, i detenuti, ed io con loro ho mangiato molto bene).

l’assistenza sanitaria? Come fuori, solo che per far venire da te uno specialista i tempi si allungano, perché oltre ai soldi devi avere la fortuna che il Magistrato autorizzi il suo ingresso nell’istituto penitenziario dove "abiti".

i francobolli per le lettere, come le penne e la carta, i miei "colleghi" di ministero pastorale la fornivano loro ai detenuti: io ero fra i ricchi, e quindi li compravo per altri detenuti. Mai visti francobolli pagati dallo Stato!

corsi di formazione o istruzione: se l’istituto penitenziario li organizza! ma per quante persone? e con che motivazioni da parte degli insegnanti?

assistenza materiale delle famiglie: una fortuna, se ci fosse davvero, ma se sei un siciliano in carcere a Roma (o a Brescia) ed i tuoi non hanno i soldi per l’aereo, con che cosa ti assistono? Ci sono solo i volontari, ce ti pensano, pregano per te, ti scrivono e ti telefonano, ma nulla più.

se l’attività ricreativa o sportiva è un cortile polveroso, la voglia di un torneo di calcetti Sicilia-Campania-Lazio-Resto del mondo, o magari una squadra di preti che entra per sfidarti a calcetto… per la bellezza di 3, massimo 4 ore al giorno!

Da ultimo: il carcere non dovrebbe essere solo il luogo di espiazione della pena, così come previsto dalla legge e dalla costituzione, ma anche il luogo dove chi ha sbagliato impara a correggersi, intessendo relazioni nuove con personale carcerario preparato, non come fossero dei militari, ma come i veri primi "operatori sociali", e poi mai scordarsi che il vero scopo della pena (e dell’istituto che la rende evidente) non è abbruttirsi ulteriormente quanto risocializzare, ripagando in qualche maniera la società che è stata ferita dall’atto sbagliato compiuto.

Un consiglio per l’Onorevole? Una visita ad un carcere qualunque, ma non del "verde" nord, uno dei tanti istituti del Lazio o del sud: chissà quanti "benefici" potrebbe trovare il senatore Divina!

 

Don Federico Emaldi

 

Una metafora per gli "alberghi a 4 stelle"

 

Vite sospese

Vite sospese, vite distese;

Vite in attesa di una nuova vita;

Vite che lottano per non morire;

Vite che contano gli attimi lenti;

Vite che spingono un tempo di vuoto,

Un tempo perduto, rubato che annulla.

Vite sofferte, che hanno fatto soffrire,

Che cercano amore per lenire il dolore.

Vite che hanno una gran fretta di uscire

Per essere libere di viver la vita.

Ma che vita vivrebbe una vita perduta

In un mondo che gira così tanto veloce

Da essere cieco di quel che succede?

Vite, aspettate un attimo ancora,

Prima di andare in giro nel mondo,

Prendete tutto l’amore che avete

E spargetene tanto ovunque arrivate,

perché quello dato è l’amore cercato.

 

"Onorevole" Divina, questa è la percezione di un operatore penitenziario dei privilegi goduti dai detenuti. Dubito che Lei sia in grado di percepire qualcosa. Tuttavia, nella speranza di un mio errore di valutazione, desidero condividere con Lei questa mia riflessione.

 

Franco Furno - Educatore C.C. Catania "Piazza Lanza"

 

Ho letto l’interrogazione parlamentare del senatore e sono piuttosto depressa. Se i carcerati godessero veramente dei diritti elencati dal signor Divina penserei che il nostro è un Paese civile. Non credo che chi è detenuto debba vivere senza i segni di una vita quotidiana dignitosa. Purtroppo, invece, ho il dubbio che sia proprio così.

Che dire? Dopo aver visto e sentito alcuni suoi amici della stessa area istigare la popolazione ad aggredire e a dare fuoco alle tende dei Rom vicino a Milano, occupate per altro da una popolazione per metà di bambini, cosa c’è da dire? C’è da pregare, ecco cosa c’è. Mi dispiace ma non mi riesce nemmeno di indignarmi, sono troppo triste. Per loro che sono nel carcere della loro grettezza.

Io non sono "buonista", ma la mancanza di misericordia e lo spirito di vendetta che sottende a questa interrogazione è particolarmente odiosa perché vuole travestirsi da difensore dei poveri e degli afflitti, in una grottesca parodia del senso della giustizia.

 

Valeria Fusetti

 

Torna la menata delle carceri come alberghi a quattro stelle. Non fu il Ministro Castelli a dirla per primo durante il Governo Berlusconi? O forse anche i detenuti hanno una distorta percezione della realtà come disse uno di Forza Italia rispondendo a un ascoltatore RAI che sottolineava le sue difficoltà economiche inasprite sempre dal Governo Berlusconi.

Non è che l’attuale governo di sinistra sia molto migliore rispetto al precedente ma è un po’ meno peggio e almeno fra di loro non ci sono dei completi cretini (e fascisti) come i leghisti. Ma sappiamo che la mamma degli imbecilli è sempre incinta e lo dimostrano anche coloro che li votano, inclusi i forzisti e quelli di AN.

La mia esperienza? Ho qualche esperienza diretta e indiretta di carceri Italiane e Usa ma basta vedere una qualsiasi foto o vedere un film, un documentario o leggere qualcosa per capire che le carceri sono tutt’altro che alberghi a quattro stelle. Non lo sono gli ospedali, figurati le carceri, per la maggior parte vecchie e ricavate da edifici antichi, fatiscenti e inadeguati come i conventi. Per cui il Senatore Divina, e tutti quelli come lui, oltre ad essere un idiota è pure ignorante. Ma questa è la classe politica che ci ritroviamo e la colpa è nostra. Ma perché non invitate il Divina a farsi un tour carcerario?

 

Cristina Canciani - Oltre Le Mura – Firenze

 

Lettera di ringraziamento di un " non elettore"

 

Gentile senatore, non si abbatta. Le cose non vanno poi così male e non è detto che il mondo debba necessariamente crollare. Ci sono pur sempre fior di Amministrazioni, in Italia. Prenda Cagliari, per esempio. Calci in culo, figurati, si intende - perché noi siamo persone civili - a 8 delinquenti che pretendevano di lavorare in un cantiere comunale.

Anche sul piano sanitario, dalle nostre parti, non possiamo lamentarci. A Sassari, un altro delinquente che si fingeva malato, ha deciso di crepare pur di non ammettere che stava barando. Peggio per lui. Conosco ancora una persona che si è sentita male, molto male, ma niente, ha dovuto aspettare diversi mesi. Poi, sotto Natale, quando siamo tutti più buoni, le hanno diagnosticato un tumore con tante metastasi.

Succede sempre, senatore carissimo, negli alberghi a quattro stelle. Succede persino che si scivoli su un pavimento troppo bagnato e ci si resti crepati. Del resto diciamocelo francamente: quanto spreco d’inchiostro! Ogni volta che qualcuno di questi drogati, malati mentali, mentecatti, extracomunitari, si ammazza con le sue mani, c’è un trafiletto di sessanta battute nelle piccole di cronaca!

Per fortuna, ora, tutti questi luoghi di pena verranno portati fuori città, in posti un tantino sperduti, così i parenti potranno fare qualche pellegrinaggio per farsi perdonare i loro peccati. I nostri occhi e le nostre coscienze non saranno più offesi dalla vicinanza sfrontata di questi perdigiorno e sarà possibile guadagnare qualcosa, noi gente onesta, dal riutilizzo di questi splendidi alberghi.

Ma, senatore, queste cose richiedono tempi lunghi, purtroppo. Nel frattempo sarà più facile tirare una linea immaginaria che divida in due l’Italia. Nella parte produttiva, onesta e pulita, togliamo l’acqua calda, il bidè, e i tre pasti quotidiani a quegli scemi di criminali che si sono fatti acchiappare. Nell’altra, quella dei sudici, sono certo che lasceranno le cose come stanno, anzi cercheranno di migliorarle un tantino.

Noi, da parte nostra, poiché il proverbio recita "nessuno può dire: io di quest’acqua non ne bevo", righeremo dritti e, se peste ci coglie, puzzeremo malnutriti e mal curati, ringhiando ai nostri vicini di cella che non vogliono accontentarsi di passare la vita, inutili a se stessi e agli altri, in cinque metri quadri, anche se fossero i più belli ed eleganti del mondo.

 

Paolo Buzzanca

 

Ho cercato di leggere con attenzione la sintesi dell’interrogazione parlamentare qui di seguito riportata; ho anche tentato, per la verità, di non cadere nel classico tranello dell’indignazione e di provare a darmi delle risposte. La prima considerazione, seppur banale, è volta a sottolineare il totale decadimento del livello del dibattito parlamentare, o quantomeno del suo lessico. Mi chiedo, pertanto, se sia accettabile parlare di temi così delicati - quali la giustizia e l’organizzazione penitenziaria- in modo così violento ed inappropriato.

Le considerazioni - se così le vogliamo definire - del senatore Divina partono da presupposti a mio personale giudizio sbagliati per giungere a conclusioni spropositate aberranti e, direi, al limite della volgarità. L’aprioristica suddivisione tra cittadini corretti e meno corretti - basata sul contatto penitenziario - è, come noto, un’illusione cara ai giustizialisti che non trova necessariamente riscontro nella realtà, anzi tutt’altro.

Il famoso "imbuto penale" è di per sé prova del contrario. Cercando, in ogni caso, di superare questo primo scoglio, che di per sé risulta difficilmente eludibile, permane un’ulteriore problema: non credo esista una significativa correlazione, né che possa mai essere proposta, tra sistema di tassazione dei cittadini ed eventuali, presunti, oltre che inesistenti servizi erogati dalle e nelle amministrazioni penitenziarie. Il problema, se eventualmente lo si volesse analizzare in questi termini, dovrebbe tenere conto del fatto che la popolazione penitenziaria non rispecchia minimamente la società così come si rappresenta all’esterno del carcere.

Molti detenuti, per esempio, sono extracomunitari. Quanto ai "servizi" elencati dal senatore, direi - con ovvietà - che non possono di certo essere considerati tali. Sono i semplici strumenti minimi per cercare, se possibile, di condurre una esistenza dignitosa all’interno degli istituti penitenziari. Nulla di più e forse molto di meno di quanto si necessiti in realtà. Forse bisognerebbe ribadire che la pena consiste nella privazione della libertà, non della dignità.

Qualsiasi società civile, per definirsi tale, non dovrebbe mai permettere alle istanze repressive di prendere il sopravvento sulla dignità umana. Vale poi la pena di ribadire che tali "strumenti", che dovrebbero essere inderogabili, non vengono di certo garantiti nella loro interezza. Tra il detenuto e tali servizi si frappone il più delle volte una amministrazione cieca, altre volte semplicemente impotente per carenza di personale e strutture idonee.

Teniamo poi a mente che sullo sfondo di questo presente desolante, sempre più lontano e sbiadito, aleggia il principio della rieducazione del condannato. Principio che dovrebbe essere garantito dalle istituzioni e sul quale, con evidente spavalderia, non puntano più neppure i parlamentari. Gli altri riferimenti, quali quello al pensionato medio, rientrano nelle normali conseguenze di una logica ottusa e, a parer mio, pericolosa, volta semplicemente ad un sensazionalismo da bar. Il problema è che tali involuzioni sono idonee a far molta presa su chi non conosce minimamente il mondo del carcere. Tali illazioni sono capaci di entrare nel lessico della gente e sono difficilmente sradicabili. In fondo un colpevole da condannare sempre e comunque è un bersaglio comodo.

 

Rita Ronchi

 

Sono senza parole, confido che rimanga un mese nelle celle delle nostre carceri, vediamo come ne viene fuori. Noi abbiamo dei pazzi in Parlamento.

 

Rosalba

 

Consiglierei al senatore in questione di rileggersi e magari studiare la nostra Costituzione. Il suddetto forse imparerebbe qualcosina.

 

Marisa Clementoni Tretti

 

Non mi ritengo un’esperta di carcere, né un’esperta di vita, ma credo che la dichiarazione del Senatore Divina sia molto azzardata e frutto di pregiudizi e "ignoranza", inteso nel senso di ignorare la realtà dei fatti. Mi sto per laureare in educatore socio sanitario, e poco più di un mese fa ho concluso il tirocinio presso la Casa di Reclusione di Padova, per cui mi sento nella posizione di poter dire che cosa penso e che cosa ho visto.Sul carcere vi sono molte immagini stereotipate e molti luoghi comuni, dati dalla società e dall’opinione pubblica.

Per quanto sembri sempre troppo poco severa la giustizia Italiana, in realtà anche un solo giorno di galera è un’esperienza traumatica che segna profondamente... la limitazione della libertà, lo spazio ed il tempo che si restringono e dilatano, la mancanza degli affetti, la ripetitività delle azioni, i rumori e gli odori.. l’orizzonte sempre troppo vicino... sfido chiunque a dirmi che questa non è sofferenza! È vero, i detenuti hanno alcune giuste agevolazioni e possono frequentare corsi e attività.. e non credo assolutamente debbano esser privati di queste cose!

Perché aggiungere sofferenza a così già tanta sofferenza? Perché all’emarginazione sociale si deve aggiungere anche il mancato rispetto della dignità dell’esser sempre e comunque uomo? Nel mondo le difficoltà esistono, ogni mese si deve lottare con il portafogli, con le bollette da pagare, le medicine da comperare e magari anche con la rata dell’università... ma la libertà che ogni uomo ha penso sia la ricchezza più grande che esista al mondo e che ci dobbiamo tenere stretti... questo è il vero albergo a 5 stelle!

Concludo dicendo che se dal di fuori in carcere sembra esistano tutte le opportunità del mondo, in realtà ogni giorno è necessario lottare per ottenere qualcosa, non tutto è dato a tutti, non tutti possono far tutto... ci sono ancora molte cose da fare per i detenuti, in primis restituirgli la loro vera identità, sempre nascosta da un’etichetta che rimane loro appiccicata per sempre... la strada è lunga... Signor Senatore, non facciamo marcia indietro, ma cerchiamo piuttosto di fare un passo avanti.

 

Francesca Magnabosco

 

Leggere questo articolo mi ha riempito di tristezza, anche perché mi rendo conto che riflette una mentalità purtroppo abbastanza diffusa. Mi ricordo che un mio alunno a scuola aveva espresso idee simili, forse ripetendo cose sentite dire da altri; quello stesso alunno dopo aver fatto il percorso del "Progetto Carcere" ha manifestato idee molto diverse, tanto che un suo scritto è stato pubblicato da Ristretti Orizzonti. Allora è vero che il "Progetto Carcere" serve. Ci vorrebbe un "Progetto carcere" anche per i parlamentari leghisti! Ma forse non capirebbero...

 

Manuela Gigliotti

 

Al senatore Divina io vorrei chiedere se sa quanti dei nostri soldi il ministero della giustizia spende per i tre pasti quotidiani di una persona detenuta. Se lo sa gli chiederei di vergognarsi almeno un po' (per vergognarsi bisogna avere una morale, lui ce l'ha?). Se non lo sa glielo dico io (chiedendogli però di vergognarsi due volte, sempre se ha una morale...): tre pasti per meno di un euro e mezzo!

E aggiungo: prima di lui, l'ex ministro della giustizia Castelli, non a caso dello stesso partito di Divina, disse che le carceri italiane erano ...alberghi a quattro stelle! All'epoca ci pensò, qualche giorno dopo, quel filantropo di Berlusconi, suo capo (sempre all'epoca!), sostenendo dallo scanno più alto del governo che, invece, le condizioni carcerarie erano (e sono, aggiungo io) indegne! Delle due, una: o il senatore Divina è ignorante più di una capra, oppure è in malafede e perciò bugiardo. In entrambi i casi è colpevole perché si porta a casa uno stipendio (e che stipendio!) fatto coi nostri soldi e che nulla fa per guadagnarseli, quantomeno tacendo! Solidarietà vivissima a tutte le persone detenute per questi atti di sciacallaggio gratuito.

 

Beppe Battaglia

 

 

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