Rassegna stampa 22 settembre

 

Indulto: Mastella; non si torna indietro, votato anche da An

 

Ansa, 22 settembre 2006

 

"È una legge votata da due terzi del Parlamento, anche da una parte di An come sa bene Mantovano. Lo dico a chi politicamente tenta di fare opera corruttiva sotto questo aspetto: fare dell’ipocrisia sull’indulto è ingeneroso. Ripensarlo? Francamente, no. Non credo che si possa fare un’altra legge". Il ministro della Giustizia Clemente Mastella risponde alle critiche che vengono dall’opposizione dopo che si è appreso che due dei quattro giovani fermati perché ritenuti responsabili dell’omicidio dell’edicolante napoletano Salvatore Buglione sono usciti dal carcere grazie all’indulto ed esclude ripensamenti.

"Avevamo il dovere di intervenire sull’inferno carcerario - ricorda il ministro - non potevamo essere ripresi dall’Europa su principi di civiltà giuridica. Inoltre è stato un atto debito chiestoci anche dal vecchio Papa". "Si tratta piuttosto - ha spiegato il ministro - di essere attivi nei riguardi di quelli che sono usciti, controllando i soggetti più pericolosi. Ma queste sono attenzioni che vanno predisposte dalle forze di polizia e dalle istituzioni locali come prevede la legge".

Indulto: ddl Storace (An); non si applichi ai Parlamentari

 

Apcom, 22 settembre 2006

 

Francesco Storace, senatore di An, ha presentato stamattina a palazzo Madama un disegno di legge per stabilire che le recenti norme in tema di indulto non siano applicabili a parlamentari. Lo rende noto un comunicato. "Il recente scandalo collegato alla vicenda Telecom - si legge nella relazione del ddl - non esclude che vi possa essere il coinvolgimento di esponenti politici, magari anche di elevatissimo livello, che certo non si potrebbe nemmeno lontanamente immaginare, se responsabili, di sottrarre alla eventuale pena comminata dall’organo giudicante". Storace fa sapere che "non intende avvalersi dello stesso trattamento di favore riservato a noti delinquenti che hanno usufruito della normativa sull’indulto e pretende solo verità, in via istruttoria ovvero processuale" soprattutto nel caso del "fantasioso e inesistente Laziogate"

Giustizia: più assistenza negli Ospedali psichiatri giudiziari

 

Comunicato stampa, 22 settembre 2006

 

Il 26 settembre convegno nazionale a Montelupo Fiorentino. Riprende il percorso per il superamento degli OPG e per garantire il diritto alla salute dei detenuti. Il Ministro Clemente Mastella incontra il Forum per il diritto alla salute in carcere per affrontare le questioni relative agli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).

Riprende dalla Toscana il percorso che ha come obiettivo il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e che ha segnato il passo dopo i primi esordi dall’approvazione della legge 180. Non è un caso. Proprio la Toscana, infatti, ha compiuto un percorso unico in Italia, con l’approvazione nel dicembre del 2005 della legge n.64 che assegna al Servizio sanitario regionale il compito di tutelare il diritto alla salute delle persone detenute.

Se ne discuterà nel corso del convegno nazionale "Diritto alla salute delle persone detenute. Superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Ruolo delle Regioni" che si terrà a Montelupo Fiorentino martedì 26 settembre, presso il Salone Granducale della Villa Medicea dell’Ambrogiana che ospita l’Opg. Promuovono l’incontro il Forum nazionale per il diritto alla salute in carcere, la Regione Toscana, la Provincia di Firenze e il Comune di Montelupo Fiorentino.

Immediatamente dopo la legge 180, e in coerenza con essa, furono avanzate proposte di legge per la chiusura degli Opg. Ma queste proposte, anziché avviare un percorso di approfondimento e di approvazione, furono accantonate. Così gli Ospedali Psichiatrici sono rimasti in tutti questi anni in un pesante "cono d’ombra", cristallizzati in norme e assetti che sempre più sono in contraddizione con i principi della Costituzione e sempre di più stridono rispetto all’evoluzione del diritto e delle scienze sociali. Attualmente le persone detenute nei cinque Opg in Italia sono 1237 e, come denunciano gli stessi operatori, la situazione in cui si trovano è sempre più insostenibile e in contraddizione con il principio della cura dei malati di mente.

Il convegno di Montelupo accende di nuovo i riflettori su due piani di lavoro: da una parte intende sollecitare la formulazione in parlamento di proposte di legge per dare una soluzione definitiva alla questione della "misura di sicurezza" su cui poggiano Opg e le Case di cura e custodia. Dall’altra avanzare proposte concrete per l’avvio immediato di iniziative di superamento, nell’ambito delle leggi esistenti, attraverso progetti per ridurre, se e dove possibile, l’area delle misure di sicurezza e per legare al territorio l’esecuzione della pena. In pratica si propone di indirizzare le persone ai territori di provenienza e quindi alla rete dei servizi sanitari e sociali che si devono impegnare per il trattamento della malattia e il recupero sociale, e di costruire in ogni regionale una rete di piccole strutture e soluzioni differenziate per intensità della misura di custodia, in base alla gravità e alle caratteristiche della malattia e della sentenza.

"La nostra legge regionale - afferma l’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi - ha significato l’apertura di una nuova fase e l’affermazione di una linea che ha bisogno di essere generalizzata in tutto il paese, sostenuta a tutti i livelli e coerentemente applicata". "L’eventuale fine degli Ospedali psichiatrici giudiziari - afferma il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi - innesca per Montelupo Fiorentino anche una riflessione sulla destinazione dell’attuale Ospedale psichiatrico. Il recupero ad altri usi di questo palazzo mediceo rappresenta un’occasione per la città di Montelupo e per tutto il territorio provinciale". "Per Montelupo - afferma il sindaco Rossana Mori - è importante essere sede di questo incontro, per il ruolo rivestito dalla Regione Toscana, sia perché il locale OPG può essere considerato un’esperienza pilota nel panorama nazionale: da anni il comune si impegna, assieme all’amministrazione penitenziaria a promuovere percorsi di reinserimento sociale e lavorativo".

Ieri, infine, il Ministro alla Giustizia Clemente Mastella ha incontrato a Roma i promotori del convegno. "Registro con soddisfazione il riconoscimento del Ministro - dichiara la Presidente del Forum per il diritto della salute in carcere On. Leda Colombini - del ruolo fondamentale delle Regioni e degli Enti locali per arrivare al superamento degli OPG e del suo impegno, anche attraverso il sottosegretario On Luigi Manconi, a valutare attentamente, assieme al Ministro della Salute, le proposte concrete che usciranno dall’appuntamento di Montelupo".

Novara: 67 scarcerati per l’indulto, 27 sono residenti in città

 

Ansa, 22 settembre 2006

 

L’indulto ha aperto le porte del carcere di Novara a 67 detenuti; a questi si aggiunge il numero, per un’altra dozzina circa, di detenuti che si trovavano ai domiciliari o sottoposti ad altre misure restrittive che hanno a Novara beneficiato del provvedimento.

"Dei 67 detenuti scarcerati - spiega la direttrice della casa circondariale di via Sforzesca, Onilde Guidi - sono 27 quelli residenti tra Novara e provincia; 11 sono gli extracomunitari (per la regolarità o meno della loro presenza sul territorio si occupa la Questura, ndr) e gli altri erano detenuti provenienti da altre zone. Le scarcerazioni - aggiunge - sono per la gran parte avvenute nei giorni immediatamente dopo l’entrata in vigore della legge sull’indulto; l’ultimo detenuto beneficiario dell’indulto, ha lasciato il carcere il 22 agosto".

Nel "supercarcere" di Novara, che ha una capienza regolamentare di 186 detenuti e che, prima dell’indulto aveva una presenza effettiva di 219 detenuti, dopo le scarcerazioni per indulto, si è "liberata" una intera sezione.

Dei 140 detenuti rimasti, 75 sono ristretti in regime del "41 bis", l’articolo dell’ordinamento penitenziario che detta regola per un regime carcerario diversificato per alcune categorie di detenuti, imputati o già definitivamente condannati per reati di criminalità organizzata e di stampo mafioso, con conseguenti limitazioni alla socialità e l’impossibilità ad ottenere alcuna concessione di benefici.

Nisida: "Storie Evasive", per l'integrazione dei minori stranieri

 

www.giustizia.it, 22 settembre 2006

 

"Storie Evasive" è il progetto dell’istituto penale per minorenni di Nisida (Na) che parte nei prossimi mesi per favorire l’integrazione degli ospiti stranieri. L’iniziativa nasce per aiutare giovani in difficoltà a riscoprire la propria identità e a riflettere sul proprio percorso di vita. Grazie alle fiabe straniere, in cui sono stati impegnati operatori sociali e mediatori culturali come le associazioni Orsa Maggiore e Carthusia Editori, i minori hanno partecipato a laboratori di narrazione dove, rievocando le proprie origini e la loro infanzia, hanno imparato a narrare la propria storia sotto forma di fiaba. Altro tema di grande spessore sarà quello del valore della genitorialità, iniziativa che nasce dall’esigenza di responsabilizzare e sensibilizzare i ragazzi che spesso e troppo presto diventano genitori.

Piacenza: protocollo d’intesa fra carcere, provincia e comune

 

www.giustizia.it, 22 settembre 2006

 

Si è svolta presso l’Auditorium S. Ilario, la presentazione del libro della psicanalista Lella Ravera Bellocchio Sogni oltre le sbarre. Storie di donne in carcere, nato dalla collaborazione con l’Associazione Bambini senza sbarre che si occupa del rapporto tra le madri e i loro figli.

In questa occasione è stato presentato il nuovo protocollo d’intesa sulle Pari Opportunità siglato dalla direzione dell’istituto penitenziario Le Novate, dal Comune e dalla Provincia. Il protocollo mira a creare un programma culturale stabile per le detenute, fatto di musica, arte, teatro e di una serata all’anno animata direttamente dalle detenute e aperta al pubblico e alle istituzioni. Al contempo, ci si impegna a promuovere la tutela della salute in carcere attraverso screening mammografici e pap test.

L’intesa vuole inoltre far conoscere i prodotti manuali realizzati dalle recluse: lavori di ricamo e oggettistica da esporre nell’ambito di manifestazioni cittadine dedicate alle donne e ai temi sociali. L’accordo, infine, si propone lo scopo di valorizzare le collaborazioni con le realtà del volontariato, con il mondo della scuola e con gli operatori del pubblico e del privato sociale e di attivare un tavolo permanente di confronto sulle pari opportunità che coinvolga amministratori locali, e operatori della casa circondariale di Piacenza.

Rovigo: la notte bianca parte dal carcere con un concerto

 

Il Gazzettino, 22 settembre 2006

 

L’anteprima della Notte bianca, con la quale si chiuderanno ufficialmente le manifestazioni estive è fissata alle 14 di domani in carcere con le voci e gli strumenti dell’ensemble "Le Bruit". Concerto che sarà poi replicato alle 21 in piazza Vittorio Emanuele II. L’occasione è stata creata dalla neonata società formata da Uisp, Aics, Csi e Usacli per la gestione della piscina Tosi.

"Stiamo scommettendo - ha detto Renato Buratto, presidente Usacli - sulla capacità di gestire assieme uno spazio della città". L’evento organizzato per la presentazione della nuova società vuole sottolineare alcuni degli scopi che l’organismo intende perseguire: "Il coinvolgimento dell’ensemble "Le Bruit" - ha spiegato Angelo Maffione, responsabile attività sociale Uisp - rappresenta per noi un segnale forte poiché le componenti del gruppo sono giovani che, formatesi tramite le istituzioni cittadine, si sono fatte loro stesse promotrici sociali".

Alla conferenza stampa di presentazione dell’appuntamento era presente anche Enzo Zacconella, vicepresidente Aics-Ro: "Vogliamo che questo evento sia di buon auspicio per il nuovo polo natatorio affinché anche a Rovigo si possano organizzare iniziative di qualità".

L’assessore Nadia Romeo ha precisato "la Notte bianca dovrebbe essere una serata di partecipazione per tutta la città. Abbiamo di buon grado accolto la proposta fattaci da queste associazioni perché consente la partecipazione all’evento anche dei cittadini detenuti".

Camilla Ferrari, componente dell’ensemble musicale, ha spiegato che "la nostra musica si pone l’obiettivo di far dialogare le culture dei diversi popoli in un’unica e moderna proposta. Siamo sicure che l’esperienza in carcere, dove sono presenti molti stranieri, ci arricchirà e ci darà nuovi spunti per la nostra ricerca". Nel programma del concerto sono previste anche le performance musicali di due detenuti della sezione maschile e due della sezione femminile della casa circondariale di via Verdi.

Brescia: l’arte creata dietro le sbarre di un carcere

 

La Provincia di Cremona, 22 settembre 2006

 

I detenuti della casa di reclusione di Verziano protagonisti della mostra collettiva "Terra e fuoco, un’arte per la vita", curata dall’artista soncinese Agostino Ghilardi, che sarà inaugurata domani mattina, alle ore 10.30, presso la sede del Centro servizi amministrativi della Provincia di Brescia (ex provveditorato agli studi) in via Sant’Antonio 14 a Mompiano. Ghilardi è titolare della cattedra di scultura presso detta casa di circondariale. Una proposta interessantissima che rimarrà in visione al pubblico fino al 28 ottobre, dalle ore 8.30 alle 17.30, chiuso il sabato e la domenica. Ghilardi è scultore molto conosciuto per la sua capacità di reinterpretare la manipolazione dell’argilla, di caratterizzare le sue opere con uno speciale mix tra classico ed innovazione.

Linee eteree ma anche tratti decisi e forti che spesso giocano con la forza di gravità, superano le barriere e gli spazi del definito. Soluzioni tecniche che il docente Agostino Ghilardi ha trasmesso con professionalità ed entusiasmo ai suoi particolari allievi. Una storia lo scultore ha già provato professionalmente quando dal niente ha inventato un laboratorio per i disabili psichici della struttura protetta presso l’ex ospedale di Soncino, con eccellenti riscontri.

Droghe: 1 milione e mezzo di persone a rischio alcolismo

 

Redattore Sociale, 22 settembre 2006

 

"Buone pratiche e procedure terapeutiche nella gestione del paziente alcolista" è il tema delle due giornate del congresso organizzato dalla FeDerSerD a Sanremo. La Federazione italiana degli operatori delle dipendenze riunisce i suoi professionisti (iniziati il 20 settembre, i lavori si concludono oggi) per discutere ed analizzare i dati del Cnr sul consumo di alcol in Italia: 57mila alcolisti in trattamento, 208mila "utilizzatori problematici", 1 milione e mezzo le persone a rischio. Una realtà in aumento che comincia ad includere nelle statistiche anche adolescenti della fascia di età compresa tra i 15 ed i 19 anni. Al centro dell’incontro la necessità di intrecciare riabilitazione e nuove terapie, anche farmacologiche, con un impegno attento ed incisivo da parte delle istituzioni: FeDerSerD chiede il "potenziamento delle strutture territoriali e risorse adeguate" per affrontare il problema dell’alcol. Presentato con l’occasione il progetto europeo "Azienda Notte".

Gran Bretagna: addestrato cane fiuta-cellulari per carceri

 

Ansa, 22 settembre 2006

 

Quello dei telefonini introdotti illegalmente nelle carceri è un problema molto sentito dalle autorità di tutto il mondo. I telefonini sono una merce di scambio molto rara e preziosa all’interno delle carceri, dal momento che consentono ai malviventi di continuare a tenere sotto controllo le proprie attività illecite dalla cella.

All’interno delle carceri, la sorveglianza è sempre più stretta e, in Inghilterra, c’è stato il primo esperimento sull’utilizzo di un cane addestrato appositamente a fiutare i telefonini. Murphy, uno springer spaniel di 15 mesi, è andato molto bene nel suo primo test, tenutosi nella prigione di Norwich. Al momento si tratta dell’unico cane al mondo addestrato a rilevare i cellulari.

 

 

Precedente Home Su Successiva