Rassegna stampa 10 ottobre

 

Giustizia: Prc presenta pdl per l’abolizione dell’ergastolo

 

Apcom, 10 ottobre 2006

 

Il 2 ottobre il gruppo del Prc alla Camera ha depositato un disegno di legge per l’abolizione dell’ergastolo. Una lotta di civiltà, per cancellare dal nostro ordinamento una tipologia di pena che contrasta con i principi basilari della nostra Costituzione, a partire da quello sancito dall’art. 27 relativo alla finalità rieducativa della pena. È quanto si legge in un comunicato di Rifondazione.

L’ergastolo, si legge nella relazione introduttiva del pdl, "non può tendere al recupero del detenuto, in quanto si concretizza solo come privazione della libertà ed elimina qualsiasi speranza per il futuro, negando in tal modo una dimensione fondamentale della vita umana, e ciò anche nei casi in cui il detenuto abbia già scontato numerosi anni di carcere e abbia dato prova, con la sua condotta, della volontà, nonché della capacità, di reinserimento sociale".

Bisogna ricordare - si legge ancora nel comunicato del Prc - che già nel corso dei lavori dell’Assemblea costituente, soprattutto da parte di coloro che avevano sofferto lunghissimi anni di detenzione durante il fascismo, furono espresse molte riserve sul carcere a vita; tuttavia, al problema non fu dato un diretto sbocco a livello costituzionale, poiché si ritenne che esso dovesse essere affrontato, e risolto, dal legislatore ordinario nell’ambito di una revisione del sistema delle pene. La necessità di interventi nella materia fu, quindi, sollevata in diverse legislature ma i numerosi progetti di legge di impronta abolizionista non si tradussero in legge.

Rifondazione ha quindi deciso - conclude la nota - di lanciare una campagna di sensibilizzazione sul tema che sostenga l’iniziativa parlamentare pel l’abolizione del fine pena mai. Il primo incontro è previsto oggi pomeriggio a L’Aquila dove le conclusioni verranno affidate al segretario, primo firmatario della proposta di legge, Franco Giordano.

Cancellare la parola ergastolo dal nostro ordinamento - ha ricordato Imma Barbarossa della segreteria nazionale del Prc - è una scelta culturale, ancor prima che giuridica, propria di una società di diritto che si fonda sul rispetto dell’individuo. Dobbiamo ricordare - ha aggiunto Arturo Salerni, responsabile nazionale carceri del Prc - che paesi come la Spagna e il Portogallo hanno sancito sul piano costituzionale l’abolizione dell’ergastolo".

Oltre al segretario Giordano, Barbarossa e Salerni parteciperanno al dibattito Domenico Gallo (Magistratura Democratica), Massimiliano Bagaglini (Associazione Antigone), Sandro Padula (Detenuto in semilibertà), Giulio Petrilli (Segretario provinciale L’Aquila) e Linda Santilli (Forum delle donne, PRC).

Pesaro: indulto applicato nel 94 per cento dei processi

 

Il Messaggero, 10 ottobre 2006

 

Celle libere, attività giudiziaria che rischia di girare a vuoto e tagli drastici negli incassi del Tribunale. Sembrerebbero questi i risultati più evidenti dell’indulto a Pesaro. Se, infatti, il provvedimento da un lato ha posto rimedio all’insostenibile condizione di sovraffollamento dei detenuti nel carcere di Villa Fastiggi, dall’altro rischia di "vanificare" l’attività giudiziaria del tribunale pesarese per i prossimi quattro anni. Stando alla proiezione dei dati del 2004 e del 2005, infatti, il 94% dei processi penali eseguiti dal Tribunale di Pesaro, si concluderanno con una sentenza di condanna inferiore ai tre anni che, grazie allo sconto di pena concesso dall’indulto, resterà solo "su carta".

Insomma un’attività giudiziaria e processuale sostanzialmente virtuale, fermo restando, invece, tutte le spese che comporta lo svolgimento di un procedimento penale. Non esiste una statistica precisa, ma secondo fonti non ufficiali, considerando la casistica pesarese, il costo medio di un processo penale si aggirerebbe intorno ai 3.500 euro. Nello scorso anno, per esempio, a fronte di 1041 processi, tra sede monocratica e collegiale, oltre 970 hanno portato ad una sentenza di condanna inferiore ai tre anni. Numeri pressoché identici al 2004, dove le sentenze furono un pò di meno, 1014. E di fronte a questa situazione se maggioranza dei procedimenti penali che si svolgeranno per illeciti compiuti fino al 2 maggio 2006 (cioè quelli rientranti nella sfera dell’indulto), non porterà in concreto a nessun provvedimento, di certo però materialmente farà spendere in processi quasi 4 milioni di euro ogni anno.

Una previsione su cui concorda anche il segretario dell’Ordine degli avvocati di Pesaro, Danilo Del Prete: "Si va a sostenere un’attività praticamente inutile - spiega - come da tempo stanno sostenendo i magistrati favorevoli all’amnistia che, estinguendo il reato, snellirebbe il loro lavoro. Era necessario svuotare le carceri, ma è poco logico, in termini economici e pratici, far svolgere procedimenti giudiziari che poi grazie all’indulto non porteranno all’esecuzione di condanne".

A tutto questo vanno poi aggiunti, gli incassi che verranno meno al Tribunale. Nel 2005 il Foro pesarese ha recuperato, grazie alla riscossione delle pene pecuniarie, circa 638.000 euro. Crediti su cui non potrà più contare, dato che l’indulto cancella anche le pene monetarie fino ad un massimo di 10.000 euro ciascuna. E la conferma di come la legge sull’indulto non convinca neppure gli avvocati arriva dal presidente dell’Ordine di Pesaro, Arturo Pardi: "Pur riconoscendo come l’indulto non possa che giovare all’imputato, è anche vero che il ruolo dell’avvocato non si limita alla sua difesa, ma anche a quella della persona offesa e del danneggiato. In questo senso è indubbio che l’indulto mina gravemente il principio della certezza della pena".

Rossano Calabro: al lavoro nella falegnameria del carcere

 

Quotidiano di Calabria, 10 ottobre 2006

 

Carcere e lavoro. Un’occasione buona per discuterne, quella di ieri. Infatti, presso la Casa di Reclusione di Rossano, è stata inaugurata la falegnameria industriale in cui lavoreranno numerosi detenuti. A presenziare all’appuntamento anche il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi. Insieme a lui, numerosi esponenti della politica regionale e locale. Il progetto è stato finanziato dalla Cassa per le Ammende nell’ambito del progetto di Inserimento Lavorativo Detenuti (Ilde).

L’attività produttiva sarà coordinata e gestita dal Consorzio Magna Grecia. L’Amministrazione provinciale di Cosenza e l’assessorato all’Edilizia scolastica -sempre di Cosenza - attraverso appositi protocolli d’intesa siglati con l’amministrazione penitenziaria, si sono impegnati ad acquisire forniture di suppellettili ed attrezzature scolastiche che saranno prodotte dalle predette lavorazioni penitenziarie. Il laboratorio sarà gestito sotto forma di cooperativa, all’interno della quale i detenuti verranno assunti.

Dopo la visita ai nuovi locali adibiti a falegnameria guidata dalla direttrice Angela Paravati, si è tenuta una tavola rotonda presso la sala conferenze del plesso. A coordinare i lavori il giornalista Paride Leporace. A discutere su lavoro, carceri e giustizia, Paolo Quattrone, Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la Regione Calabria, l’imprenditrice Pina Amarelli, il presidente del Consorzio Magna Grecia Antonio Tripodi, il deputato dello Sdi Enrico Buemi e il Sottosegretario Manconi. "Ci assumiamo un grande onere ma siamo sicuri che l’impresa andrà a buon fine", ha commentato Tripodi.

"La gestione partecipata della vita carceraria può creare un clima migliore all’interno della vita nelle strutture", ha spiegato Quattrone. "Le carceri calabresi, prima fatiscenti e ora quasi tutte rimesse a nuovo - ha continuato - sono un esempio per il resto d’Italia". Buemi, invece, ha raccontato di essere rimasto impressionato, all’inizio della sua carriera parlamentare nella Commissione Giustizia e nel visitare le carceri, della condizione di totale nullafacenza dei detenuti: "fuori un mondo che correva freneticamente, dentro migliaia di persone che non sapevano come far passare il tempo. La Calabria, con questi nuovi progetti di lavoro per i detenuti, è da ammirare". Nella discussione non poteva non finire l’indulto. Manconi ne ha parlato a più riprese, difendendolo a spada tratta e prendendosela coi mass-media che avrebbero messo in cattiva luce lo stesso provvedimento con episodi di cronaca e statistiche non del tutto corretti.

Avezzano: dipendenti e sindacati annunciano proteste

 

Il Messaggero, 10 ottobre 2006

 

Annunciano proteste clamorose i dipendenti della Casa circondariale di Avezzano, chiusa per ristrutturazione, e le organizzazioni sindacali della Cisl-Uil, comparto ministeri, e della Cisl-Sappe-Osapp-Uil, comparto sicurezza, perché ai dipendenti stessi "sia assegnata una destinazione provvisoria presso altre realtà vicinorie".

Il 18 ottobre terranno un sit-in di protesta davanti all’istituto di pena per due ore ad ogni inzio di turno lavorativo. Inoltre il 20 ottobre si terrà uno sciopero di 24 ore, dalle 8 fino alle 8 del giorno successivo, solo per il personale del comparto ministeri. Il personale del comparto sicurezza lo stesso giorno si asterrà dalla mensa obbligatoria di servizio e attuerà uno sciopero della fame. Il tutto è stato deciso ieri nel corso di un’assemblea alla quale hanno partecipato sia i dipendenti del carcere in parola, sia le suddette organizzazioni sindacali.

Quest’ultime hanno peraltro chiesto un incontro urgente per definire la situazione con il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria di Pescara, con il prefetto dell’Aquila, con il sindaco di Avezzano, con la Direzione provinciale del Lavoro dell’Aquila e con il capo del Dipartimento e con il capo del personale dell’Amministrazione penitenziaria, ministero Giustizia.

Giustizia: Manconi, sì a indulto per detenuti estradati

 

Asca, 10 ottobre 2006

 

Il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi, durante un incontro, avvenuto oggi, a Cosenza, con il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha affrontato il caso del detenuto calabrese Francesco V., 54 anni, condannato per piccoli reati, commessi all’estero, in carcere in Calabria (dopo l’estradizione dalla Germania) per scontare un residuo pena di 2 anni e 5 mesi (ha già fatto, prima nel Paese tedesco e poi in Italia, 3 anni e 7 mesi di detenzione, di una pena complessiva di 6 anni), con una figlia 24enne gravemente malata e bisognosa di un immediato intervento in Svizzera, a cui non è stato riconosciuto, dalla Corte di Appello di Catanzaro, il diritto all’indulto e che per protesta, da giovedì scorso, fa lo sciopero della fame e minaccia di lasciarsi morire. Manconi, già da alcuni giorni a conoscenza di questo caso, ha assicurato a Corbelli il suo intervento ed ha espresso la sua ferma convinzione che al detenuto calabrese spetti l’indulto.

"Non vedo differenze tra il caso della Baraldini, che ha giustamente e legittimamente beneficiato dell’indulto, e quello del detenuto calabrese, al quale non è stato invece riconosciuto. L’indulto non viene menzionato nella Convenzione di Strasburgo semplicemente perché non esiste negli altri paesi della Unione Europea", ha detto il Sottosegretario alla Giustizia. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che da tempo si sta battendo a favore di questo uomo, parla di "clamoroso caso di ingiustizia, frutto di un incredibile errore giudiziario".

Indulto: corteo di An contro sconto di pena a Chiatti

 

Apcom, 10 ottobre 2006

 

Domani alle 18 si terrà da Porta Romana a Foligno un corteo e una fiaccolata promossa da Alleanza Nazionale contro l’indulto a Chiatti, il cosiddetto "mostro di Foligno". Parteciperanno alla manifestazione di Alleanza Nazionale per la legalità e la lotta alla criminalità - si legge in una nota di An - un gruppo di parlamentari tra i quali il capogruppo alla Camera Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, il portavoce del partito Andrea Ronchi. Saranno presenti parlamentari e dirigenti di An umbri, tra i quali Benedetti Valentini, ed i consiglieri regionali Laffranco, Lignani, Tracchegiani, De Sio, Zaffini. "Vogliamo denunciare con questa manifestazione - affermano i promotori - le conseguenze aberranti dell’indulto che comporterà perfino uno sconto di pena di tre anni per chi ha massacrato bambini. La gente reclama legge e ordine, non un perdonismo sbagliato contro il quale giustamente Alleanza Nazionale si è battuta in Parlamento con una indignazione che vogliamo esprimere anche in maniera composta nelle vie di Foligno".

Viterbo: infermieri e volontari a scuola per curare i detenuti

 

Viterbo News, 10 ottobre 2006

 

È partita martedì 10 ottobre alle 9, infatti, all’ospedale Belcolle di Viterbo, la prima tappa del progetto C.I.C.O. (Curare Insieme Carcere-Ospedale). Il percorso formativo è organizzato da Asclepion - il Consorzio di Aziende sanitarie ed ospedaliere del Lazio che si occupa di formazione - ed è stato promosso dall’Associazione regionale onlus Volontari in carcere (Vic). La Vic, espressione della Caritas di Roma, è presente nelle carceri della capitale con 120 volontari.

Il progetto di formazione C.I.C.O. che nel caso di Viterbo si articola su tre moduli si pone l’obiettivo di favorire l’approccio all’ammalato tenendo conto delle complessità relative al rapporto tra detenzione e salute ed è rivolto a tutto il personale che opererà nelle due strutture ospedaliere destinate ai detenuti: quella di prossima consegna con 12 posti letto al Belcolle di Viterbo e quella già attiva con 22 posti letto al Sandro Pertini di Roma. Complessivamente il corso iniziato oggi a Viterbo coinvolgerà 90 persone.

Droghe: cocaina, si allarga metodo "Contraddiction"

 

Redattore Sociale, 10 ottobre 2006

 

Intercettare i consumatori di cocaina e avviare una nuova terapia adeguata al tipo di dipendenza. Arriva anche a Roma, Napoli e Padova il metodo Contraddiction, sperimentato con successo a Milano dall’associazione Saman". In un anno e mezzo abbiamo coinvolto 45 persone, 12 delle quali sono astinenti da oltre un anno", ha detto il presidente di Saman, Achille Saletti. Il percorso proposto da Saman si articola tra presa in carico, residenzialità e psicoterapia e si inserisce in un contesto di preoccupante aumento del consumo della sostanza: in base al Rapporto 2005 al Parlamento sulle tossicodipendenze, l’uso di cocaina o di crack una o più volte nella vita riguarda 2,2 milioni di italiani (il 6,7% circa della popolazione) e si stima che siano circa 300mila le persone che fanno uso di cocaina una o più volte al mese, 32mila ogni giorno.

Il programma Contraddiction è organizzato in modo ambulatoriale e gli orari di apertura e accoglienza dei centri psicoterapici sono improntati ad una maggiore elasticità rispetto alle strutture tradizionali. Anche l’intervento è immaginato e realizzato in orari compatibili con l’attività lavorativa e il progetto è strutturato in moduli flessibili e individualizzato, tutto incentrato sulla psicoterapia. Per i primi mesi del 2007 è prevista l’apertura di strutture residenziali specialistiche, per favorire un distacco momentaneo dal proprio contesto di vita, con periodi da uno a tre mesi e l’obiettivo di aiutare la persona ad entrare in contatto con il proprio mondo interiore.

"Mentre l’eroina era la droga in cui si cercava sollievo dal dolore, la cocaina è la droga del piacere - dice Luigi Cancrini, direttore scientifico di Saman-.

Intercettare le persone che abusano di cocaina è molto più difficile perché sono persone di successo, ben integrate e che ‘funzionanò nella vita, tra cui imprenditori, artisti e vip. Una caratteristica che, dal punto di vista psicologico, è connotata dal fatto che le persone non ammettono di essere dipendenti".

Proprio in questi giorni l’associazione Saman, fondata nel 1981 da Mauro Rostagno, ha compiuto i 25 anni di attività. Attiva nel settore della prevenzione, del recupero e del reinserimento socio-lavorativo di soggetti tossicodipendenti, farmacodipendenti, alcoldipendenti e in situazioni di grave marginalità sociale, Saman sei centri di accoglienza a Milano, Roma, Napoli, Apricena (Fg), Laccata (Cs) e Trapani e dieci comunità terapeutiche residenziali in tutta Italia, fornendo un ampio ventaglio di servizi.

Droghe: test a sorpresa de "Le Iene" su 50 parlamentari

 

Redattore Sociale, 10 ottobre 2006

 

Il Ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, appreso dei contenuti della trasmissione "Le Iene" di domani e in particolare del "test" su 50 parlamentari dal quale emergerebbe che un onorevole su tre fa uso di stupefacenti, ha voluto dire la sua.

Un passo indietro. Il test sui 50 parlamentari è stato condotto dai conduttori con uno stratagemma: fingendo un’intervista, agli onorevoli (resi non riconoscibili in tv) veniva applicato un "drug wipe", un tampone frontale considerato altamente attendibile, per alcuni addirittura infallibile. Bene, dai test è emerso che il 32% degli intervistati è risultato positivo: di questi, il 24% alla cannabis e l’8% alla cocaina.

"Personalmente - interviene allora il Ministro Ferrero - non apprezzo queste modalità di intrusione nella vita privata delle persone, ciò detto questo dato sembrerebbe confermare quella che è una voce popolare sul consumo delle sostanze da parte di molti parlamentari. In ogni caso, questa vicenda dovrebbe permettere al mondo politico di riflettere in modo più laico su questi temi, ben sapendo che i politici non rischiano di subire i controlli e le sanzioni che subiscono invece i normali cittadini". "Inoltre - conclude -, si può anche leggere questa vicenda come la dimostrazione che non sono le sostanze a creare emarginazione, quanto piuttosto il modo di parlare e di trattare i consumatori come avviene con la legislazione punitiva verso i consumatori voluta dal precedente Governo e che siamo impegnati a superare".

Gran B.: soldi a detenuti stranieri che vogliono rimpatriare

 

Peace Reporter, 10 ottobre 2006

 

Il governo britannico offrirà da 500 a 2500 sterline (da 740 a 3700 euro circa) a tutti i detenuti stranieri che facciano ritorno in patria. È una delle misure annunciate ieri da John Reid, il ministro dell’Interno britannico, nell’ambito della nuova politica contro il sovraffollamento carcerario.

 

 

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