Rassegna stampa 10 maggio

 

Giustizia: Antigone; governo scelga razionalità, non emotività

 

Ansa, 10 maggio 2006

 

Le scelte del governo Prodi nel campo dell’amministrazione penitenziaria siano dettate dalla razionalità e non dall’emotività: è l’auspicio di Antigone, associazione "per i diritti e le garanzie nel sistema penale". Il pacchetto di proposte che Antigono rivolge al nuovo esecutivo è stato illustrato a Roma nel convegno "Per una nuova amministrazione penitenziaria", nel corso del quale si sono confrontati politici, operatori, esponenti del sindacato e del mondo accademico.

"Non si può impostare una politica in base all’emotività dell’opinione pubblica, magari condizionata da singoli fatti di cronaca eclatanti - ha osservato il presidente dell’associazione, Patrizio Gonnella -. Piuttosto che allo stato dell’emozione bisogna affidarsi allo stato della ragione, come succede, per esempio, in Paesi come la Danimarca dove a ogni inizio d’anno viene indetta una grande assemblea tra operatori, volontari, rappresentanti dei detenuti, figure istituzionali e di governo, in modo da formulare tutti insieme un progetto politico condiviso e ricco del contributo di ogni soggetto coinvolto; e soprattutto aggiornato periodicamente alla luce delle diverse esigenze e del mutamento del quadro normativo, sociale e politico".

Tra le priorità per una riforma dell’amministrazione penitenziaria, Antigone ha proposto il coinvolgimento del Terzo settore nelle scelte politiche del comparto, il rilancio dell’edilizia carceraria, lo snellimento di una macchia organizzativa "ipertrofica" con la conseguente migliore gestione delle risorse e un deciso freno al "monolitismo professionale". "Non si capisce - ha concluso Gonnella - perché tra i massimi vertici dell’amministrazione penitenziaria debbano esserci soltanto ex procuratori della Repubblica o, comunque, magistrati quando potrebbero benissimo ricoprire quell’incarico altri dirigenti amministrativi del Dap, direttori di carceri, o altre professionalità che conoscono a fondo il sistema italiano".

Lettere: qui a Poggioreale siamo arrivati a 2.700 detenuti...

 

www.informacarcere.it, 10 maggio 2006

 

Qui a Poggioreale la situazione è molto critica, siamo arrivati a 2.700 detenuti, stanze da 20 – 24 persone ammassati l’uno sopra l’altro, su una giornata di 24 ore 22 ore e mezzo in stanza e 1 ora e mezzo di passeggio. Il servizio sanitario è inefficiente, figurati che io debbo avere un intervento chirurgico molto difficile al cuore, sono in lista da attesa all’ospedale Cardarelli di Napoli da 6 mesi e qui dentro sono a rischio infarto e non mi danno pasticche per il cuore, dicono che la farmacia che rifornisce l’istituto non le ha portate e io vivo quotidianamente con una paura addosso e prego il Signore che non mi succeda nulla di grave, cosa dirti qui ognuno di noi ci aiutiamo l’uno con l’altro. Non abbiamo nessuno svago, né carte, né dama o scacchi, il pallone ce lo danno quando dicono loro, le docce 2 volte a settimana, non ti dico poi se si rompe la caldaia, neanche più la doccia ti fanno fare e devi aspettare e passano tra i 15 e 20 giorni e noi ce la dobbiamo fare fredda, figurati come veniamo trattati…

 

Antonio Pavone, Carcere di Poggioreale - Napoli

Giustizia: concessi gli arresti domiciliari a Previti e Pacifico

 

Roma One, 10 maggio 2006

 

Concessi gli arresti domiciliari a Cesare Previti e Attilio Pacifico, condannati pochi giorni fa a sei anni di reclusione nell’ambito del processo Imi-Sir. I due, che si erano consegnati spontaneamente il giorno dopo la sentenza della Cassazione, hanno potuto lasciare il carcere di Rebibbia poiché entrambi hanno superato i 70 anni e rientrano quindi nei parametri della legge ex Cirielli. Il magistrato di sorveglianza Laura Longo ha disposto che i due detenuti lasciassero l’istituto di pena "con mezzi propri e senza scorta". Infatti, in tarda mattinata i figli di Previti sono andati a prenderlo al penitenziario per accompagnarlo a casa, a Piazza Farnese.

Qui l’ex ministro della Difesa (e lo stesso vale per Attilio Pacifico) dovrà stare tutto il giorno, tranne che per due ore di aria, dalle 10 alle 12, concesse dal magistrato di sorveglianza per soddisfare le "indispensabili esigenze di vita". Divieto per entrambi i condannati di lasciare il comune di residenza e di cambiare domicilio senza l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Il giudice Laura Longo ha inoltre sottolineato che il provvedimento nasce poiché "non sussistono profili di attuale pericolosità sociale né pericolo di fuga". Si tratta comunque di una disposizione provvisoria che dovrà essere ratificata dal tribunale in sede collegiale.

Dai difensori di Cesare Previti arriva soddisfazione, anche se secondo Alessandro Sammarco resta "l’amarezza per un’ingiustizia, la condanna inflitta a Previti, che non viene cancellata dagli arresti domiciliari".

Trapani: disabile agli arresti per droga diventa campione di nuoto

 

Redattore Sociale, 10 maggio 2006

 

Giovanni Marciante, affetto fin dalla nascita da una malformazione ad un braccio, durante la sua detenzione domiciliare per spaccio di stupefacenti ha scoperto la passione per il nuoto. Il suo legale, infatti, ha chiesto al giudice di sorveglianza l’autorizzazione a fargli praticare quest’attività con un’associazione sportiva. Nel giro di pochi mesi, gareggiando per conto dell’associazione sportiva "Magica", ha conquistato una medaglia d’oro nei 50 metri nello stile rana ai campionati regionali per disabili, a Trapani. In forza di questo risultato, il giovane di trenta anni potrà partecipare ai campionati nazionali, in programma dal 24 al 29 maggio prossimo, a Rovigo. Giovanni Marciante si trova agli arresti domiciliari per scontare una pena, patteggiata a 4 anni e 6 mesi di reclusione, per detenzione al fine di spaccio di cocaina. Originario di Sciacca, in provincia di Agrigento, è stato arrestato nel giugno scorso nel corso di una operazione antidroga denominata "Tela di Ragno", che ha portato dinanzi ai giudici 19 persone, tutti originari di Sciacca. Pochi mesi più tardi, già agli arresti domiciliari, ha patteggiato dinanzi al Gup del tribunale di Sciacca. Dopo il processo e durante la detenzione ha scoperto il nuoto. A Trapani ha vinto anche una medaglia d’argento nei 100 metri nello stile rana.

"Giovanni Marciante - ha detto il suo legale, l’avvocato Filippo Marciante - ha iniziato un percorso di riabilitazione in attesa dell’affidamento definitivo ai servizi sociali in collaborazione con l’associazione sportiva "Magica". È stato stipulato un protocollo d’intesa tra l’associazione sportiva rappresentata da Cinzia Deliberto ed i servizi sociali guidati dal dottore Michele Ferdico". "Marciante segue con costanza gli allenamenti che svolgiamo a Menfi - conferma Cinzia Deliberto - e nella prima gara alla quale ha partecipato i risultati sono stati brillanti". L’associazione sportiva "Magica", nata 5 anni fa, è diventata una tra le maggiori realtà siciliane che operano nel settore dei disabili. Per il momento, segue 27 giovani disabili in giochi equestri, atletica leggera, nuoto e bocce. Il comune di Sciacca ha messo a disposizione della società sportiva una sede all’interno dei locali dello stadio comunale.

Ancona: nel carcere di Montacuto ci sono troppi detenuti

 

Il Messaggero, 10 maggio 2006

 

Il carcere di Montacuto (discorso a parte quello del Barcaglione, non ancora entrato a regime) vicino all’implosione, come tutto i sistema penitenziario italiano. Lo denuncia il segretario regionale del Sappe, agenti di Polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, che ha già scritto al governatore delle Marche, al presidente della Provincia, al sindaco e al prefetto per denunciare "la precarietà del sistema carcerario regionale e le gravi condizioni in cui sono costretti ad operare gli uomini e le donne del corpo di polizia penitenziaria, gravemente sotto organico". "Le carceri della nostra regione - spiega - sono sovraffollate anche a causa di una miope politica della sicurezza fatta dal precedente Governo che si è solo preoccupato di "carcerare" più persone possibili, senza chiedersi se il carcere era in condizione di recepirle e di avviare un percorso di recupero sociale, essenziale per ordinamento carcerario, che sia adeguato ai tempi".

Teatro: Wilde e Shakespeare in scena nel carcere di Rebibbia

 

Apcom, 10 maggio 2006

 

Drammaturgia penitenziaria. Nella casa circondariale di Rebibbia nuovo complesso, un confronto fra attori professionisti e attori detenuti. Lunedì 15 maggio alle ore 15, incontro-spettacolo fra Umberto Orsini, Giovanna Marini, Elio De Capitani e i detenuti-attori della Compagnia dei Liberi Artisti Associati del carcere romano, diretti da Fabio Cavalli.

In scena, brani tratti dallo spettacolo "Ballata del carcere di Reading" di Oscar Wilde (al teatro Eliseo dal 16 al 19 maggio) e da "La tempesta" di William Shakespeare, nella versione in napoletano antico di Eduardo De Filippo. Si tratta di un primo evento finalizzato alla valorizzazione e promozione delle attività trattamentali di teatro realizzate dalle case di reclusione che, sul terreno della drammaturgia penitenziaria, pone a confronto due tipi di percorsi e di interpreti. Da una parte i professionisti di rango e la rappresentazione del carcere, proposta da due grandi interpreti della scena italiana, Umberto Orsini e Giovanna Marini diretti da Elio De Capitani, a partire dalla ballata di Oscar Wilde. Dall’altra i detenuti-attori diretti da Fabio Cavalli, alle prese con uno dei testi di Shakespeare più rappresentati sulla scena nazionale e internazionale e che, nella lettura dei reclusi dell’alta sicurezza di Rebibbia, si palesa come una grande metafora sulla colpa, sulla pena, sul carcere e sulla libertà. L’incontro-spettacolo, aperto alla stampa e al pubblico, è realizzato insieme al teatro Eliseo di Roma, struttura privata che con diverse iniziative intende collaborare al programma di sostegno delle attività trattamentali in materia di teatro. Intervengono il direttore artistico del teatro Eliseo Antonio Calbi, il direttore dell’istituto penitenziario di Rebibbia N.C. Carmelo Cantone, il responsabile della comunicazione istituzionale del ministero della Giustizia Aldo Papa.

Rieti: Sappe; il nuovo direttore ha eliminato i nostri diritti...

 

Il Messaggero, 10 maggio 2006

 

Salteranno pranzi e cena a Santa Scolastica gli agenti di polizia penitenziaria aderenti al Sappe: è questa la clamorosa protesta contro il nuovo direttore, Giorgio Linguaglossa, accusato di aver ridotto i diritti degli agenti. Attualmente poco più di 40 elementi (compresi quattro "distaccati") prestano servizio nell’istituto reatino che ospita oltre 50 reclusi. E di notte il turno non riesce a prevedere più di quattro agenti.

Hanno deciso di saltare il pranzo e la cena, almeno quelli spettanti nell’ambito del servizio. È la protesta messa in campo dagli agenti della polizia penitenziaria aderenti al Sappe, il sindacato autonomo del corpo, che lanciano accuse alla gestione del nuovo direttore del carcere di Santa Scolastica, Giorgio Linguaglossa. I motivi dell’azione sono ricollegabili al mancato pagamento degli straordinari relativi ai mesi di febbraio e marzo, il ricorso al lavoro straordinario per coprire le esigenze quotidiane che non sempre sono programmabili.

Con un paradosso: in busta paga gli agenti si vedono effettuate le trattenute per gli straordinari che però non vengono pagati. Insomma, sarebbe il personale a pagare per fornire prestazioni extra. Il tutto, lamentano gli agenti, appreso solo attraverso comunicati al personale. Ma non c’è solo il lato economico nella protesta. Gli iscritti al Sappe, scrive in una nota il segretario provinciale Stefano D’Antonio, lamentano infatti il rischio di dover saltare i riposi settimanali, di rinunciare ai congedi ordinari, di essere vittime di tagli ai posti di servizio a discapito della sicurezza dell’istituto e di quella pubblica nonché degli stessi operatori. Ecco spiegate la ragioni della mobilitazione e della singolare contestazione verso la direzione: astensione dal consumare i pasti "ministeriali" fino a quando la situazione non si normalizzerà e, sostengono gli agenti, non verranno rispettati i diritti della polizia penitenziaria, alle prese quotidianamente con una realtà impegnativa.

Milano: sfilata di abiti da sposa realizzati dalle detenute

 

Redattore Sociale, 10 maggio 2006

 

L’abito dei sogni nasce dietro le sbarre. Questa sera a Milano ci sarà un’insolita sfilata di vestiti da sposa, cuciti a mano da 10 detenute nella Casa di reclusione Opera e da 15 studentesse della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (Naba). Alle 19.30, allo Spazio Unione Femminile Nazionale di Corso di Porta Nuova 32, sette studentesse e tre detenute sfileranno come modelle indossando gli abiti tagliati e cuciti all’interno del carcere e realizzati su bozzetti disegnati da grandi stilisti internazionali. Al progetto, chiamato "La sposa Laica" , hanno partecipato con i loro disegni stilisti come Elio Fiorucci, Rossana Diana, Neil Barrett, Pupi Solari, Krizia, Costume National, Frankie Morello, Thomas – E.Choppin, Anna Gemma Lascari, Koen Deweerdt.

"L’idea è nata dalla collaborazione continua che abbiamo con le carceri - spiega Stefania Vaccari, responsabile del progetto per il Naba -. Le studentesse del Naba sono andate in carcere ogni settimana per un anno per aiutare le detenute a realizzare i vestiti. Per le allieve è stata un’occasione di grande crescita personale e un modo per avvicinarsi alla realtà del carcere. Le detenute, oltre a passare il tempo in modo creativo, hanno avuto anche la possibilità di imparare un nuovo mestiere".

L’iniziativa è stata promossa e curata da Naba Futurarium, con il patrocinio e il contributo della Provincia di Milano, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Alice e la Casa di reclusione di Opera. Dopo la sfilata gli abiti saranno messi in vendita sul sito web Ebay (www.ebay.it) e il ricavato sarà devoluto alla sartoria teatrale della Cooperativa Sociale Alice, per finanziare altri progetti. Lo scorso anno il Naba aveva realizzato con le detenute del carcere di Bollate un progetto di scultura, e adesso, sempre nella stessa struttura, è in corso un workshop di pittura: "I lavori realizzati con le donne del carcere sono davvero belli e interessanti", commenta Stefania Vaccari. Per informazioni: 02.97372249.

Savona: con il Comune detenuti al lavoro per pulire le spiagge

 

Secolo XIX, 10 maggio 2006

 

Detenuti al lavoro assieme ai tecnici dell’Ata per ripulire e sistemare la spiaggia di Savona in vista dell’estate. Saranno assunti temporaneamente da una cooperativa sociale e impiegati in modo regolare - anche se solo temporaneamente - in un’attività"socialmente utile". Oggi la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Savona, l’Ata spa e l’Autorità portuale nel quale si sancisce l’importante principio dell’opportunità di lavoro per chi ha conti in sospeso con la giustizia. Un aspetto se si vuole semplice, ma anche inedito per Savona. Per dare vita al progetto, l’Autorità portuale mette a disposizione 5.000 euro, l’autorità carceraria indicherà le persone da impiegare nell’attività esterna, mentre il Comune darà il suo benestare. Il progetto è stato ideato dal vicesindaco reggente, Francesco Lirosi trovando collaborazione tra i diversi enti.

La sigla dell’accordo è prevista per stamane alle ore 11 nella sala giunta di Palazzo Sisto, alla presenza di Lirosi, Rino Canavese presidente della Port authority, Isabella De Gennaro direttore del carcere e Piero Pirola direttore dell’Ata spa. "Da anni abbiamo collaboratori delle cosiddette cooperative sociali - dice Pirola - nelle quali operano anche ex detenuti. Debbo dire con grande profitto, almeno per quanto ci riguarda. L’assunzione temporanea di detenuti, invece, rappresenta una novità assoluta e di tutto interesse. L’obiettivo comune, con gli altri soggetti interessati dal progetto, è quello di offrire a queste persone una seria opportunità di lavoro al di fuori del carcere, e una regolare retribuzione. Il limitato finanziamento che abbiamo a disposizione, tuttavia, non ci consentirà di offrire questa opportunità a più di due o tre persone. Ma non importa: l’importante è aprire questa strada".

Giustizia: "Verso Sud", riparte il tour della legalità…

 

Vita, 10 maggio 2006

 

Dopo il successo dell’edizione 2005, riparte "Verso Sud", un vero e proprio tour della legalità nell’ambito del Programma operativo nazionale (Pon) "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno.

Realizzato dal ministero dell’interno e co-finanziato dall’Unione europea, il progetto è visto come patrimonio di risorse interforze per lo sviluppo di una vera cultura della sicurezza e della legalità al Sud. Sono state migliaia l’anno scorso, attraverso l’intero percorso, le famiglie, i giovani, gli adulti, le associazioni, gli esponenti delle forze dell’ordine e istituzionali avvicinati dalle varie iniziative del tour. E anche quest’anno il target delle manifestazioni legate a "Verso Sud rimarrà lo stesso, il più allargato possibile alle forze sociali delle regioni interessate, con particolare attenzione al mondo degli adolescenti e alle città dove è importante ricostruire un tessuto di convivenza e armonia sociale.

Il programma "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia" 2000-2006 è una delle più complete operazioni sul piano della sicurezza mai effettuate nel nostro paese, ed è attuato con la collaborazione di polizia di stato, arma dei carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale dello stato e polizia penitenziaria. Il tour toccherà anche quest’anno le sei regioni del Sud particolarmente esposte nella lotta al crimine organizzato e in forme di degrado del tessuto socio-economico. Prima tappa domani e mercoledì 10 a Brancaleone, pochi chilometri da Reggio Calabria, all’interno del centro turistico alberghiero Club Altalia.

Tappe successive il 23 maggio a Palermo nell’aula bunker del tribunale, il 31 maggio a Lecce nell’ambito di un’iniziativa organizzata dal movimento "Donne insieme", il 12 e 13 agosto ad Alghero, in Sardegna, in occasione della gara velica "Latin seals cup", l’11 e 12 a Napoli e, a seguire, l’ultima tappa in Basilicata. L’obiettivo è creare condizioni di sicurezza e stabilità istituzionali nel sud Italia, uguali o paragonabili al resto del paese. Un impegno che si sta realizzando attraverso l’acquisizione di nuove tecnologie in dotazione alle forze dell’ordine e la realizzazione di progetti in ambito sociale che contribuiscono alla diffusione della legalità del Sud d’Italia. Una sfida importante. Perché maggior sicurezza significa anche sviluppo economico, occupazione giovanile, un rapporto più lineare e trasparente con le istituzioni, e soprattutto migliore qualità della vita. Tematiche difficili che possono diventare terreno fertile per la crescita della coscienza sociale, soprattutto tra gli studenti delle scuole, che saranno i primi interpreti della vita sociale di domani.

Modena: detenuti contribuiscono a ricerca malattie cardiache

 

Age, 10 maggio 2006

 

Nei mesi scorsi un gruppo di detenuti della casa circondariale S. Anna di Modena ha lavorato al recupero ed al restauro di mobili di pregio. Il ricavato della vendita è stato interamente destinato all’associazione Amici del Cuore che, a sua volta, impiegherà la somma per incentivare la ricerca locale sulle malattie cardiovascolari. I contenuti dell’iniziativa verranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terrà venerdì 12 maggio alle ore 15 presso la casa circondariale. Saranno presenti il Sindaco di Modena Giorgio Pighi, l’Assessore provinciale alla cultura Beniamino Grandi, Gianni Spinella per l’Associazione Amici del Cuore, il direttore del carcere dott. Paolo Madonna e Paola Cigarini del gruppo Carcere-Città. Nel corso dell’incontro avverrà anche la consegna materiale della donazione. Seguirà un concerto eseguito da un gruppo di detenuti.

Droghe: Corleone; forse Vigna ha fatto una indigestione…

 

Ansa, 10 maggio 2006

 

"Forse l’ex procuratore antimafia oggi ha fatto indigestione di baci Perugina": così Franco Corleone, ex sottosegretario alla giustizia e presidente di "Forum droghe", commenta quanto dichiarato da Piero Luigi Vigna a Perugia a proposito di droga e spinelli. "La cioccolata, come si sa - afferma Corleone - è una droga, e più pericolosa della marijuana...". "Se chi fuma spinelli foraggia un’associazione che uccide - conclude - chi fuma sigarette o beve alcolici cosa foraggia?".

Ginevra: carcere sovrappopolato, detenuti trasferiti in Ticino

 

Ticino on-line, 10 maggio 2006

 

Il Ticino ospiterà alcuni detenuti di Champ-Dollon. L’operazione rientra in un discorso di sostegno confederale e dovrebbe permettere al carcere ginevrino di cercare di risolvere temporaneamente il problema del sovraffollamento. A Champ-Dollon sono infatti incarcerati 480 detenuti, in una struttura prevista inizialmente per 270 carcerati. Il direttore del carcere Laurent Beausoleil ha sottolineato oggi sulle colonne de "Le Matin" l’urgenza di un ingrandimento del carcere. A causa del sovraffollamento, ricordiamo, ad inizio settimana a Champ-Dollon vi era stata una rivolta che aveva coinvolto una trentina di carcerati e si era conclusa con l’intervento della polizia.

Usa: pirateria informatica, 20enne condannato a 5 anni di carcere

 

Ansa, 10 maggio 2006

 

Un ventenne americano accusato di aver danneggiato reti di computer è stato condannato a quasi 5 anni di reclusione. La sentenza emessa oggi ha condannato Jeason James Ancheta - ritenuto colpevole a gennaio per cospirazione, frode e danni ai computer del governo americano - a 57 mesi di carcere, 3 anni di libertà vigilata, e ad un risarcimento di 15.000 dollari al Navy Air Warfare Center, California, e di circa 60.000 dollari al governo per guadagni illeciti.

 

 

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