Rassegna stampa 9 dicembre

 

Lamezia: indultato e in attesa di espulsione, si uccide nel Cpt

 

Ansa, 9 dicembre 2006

 

Un immigrato di nazionalità bulgara, N.A.I., 40 anni, si è suicidato nel Cpt di Lamezia Terme. A scoprire il corpo sono stati gli operatori in servizio all’interno del Cpt. L’uomo, che si è impiccato con la cintura dei pantaloni al passamano di una scala interna, era stato condannato per reati connessi al traffico di droga e rinchiuso nel carcere di Milano. Scarcerato per l’indulto, gli era stato notificato il provvedimento di espulsione. Si trovava nel Cpt in attesa di essere rimpatriato, dopo essere stato sorpreso nel territorio italiano senza permesso di soggiorno.

Palermo: ancora proteste degli ex detenuti, chiedono lavoro

 

Ansa, 9 dicembre 2006

 

In coincidenza del giorno dell’ Immacolata si è svolta, davanti gli occhi incuriositi dei passanti, l’ennesima manifestazione di protesta degli ex detenuti del carcere dell’Ucciardone, che dall’inizio della settimana dormono accampanti davanti alla sede del Comune di Palermo. Alle istituzioni chiedono di ottenere un lavoro oppure di potere essere iscritti nei piani di inserimento professionale per non essere costretti a far ritorno sulla strada sbagliata che li aveva condotti in cella.

Per ottanta giorni gli ex detenuti avevano occupato gli uffici comunali nella struttura detta "Pallone", a due passi dallo stadio della Favorita , che è stato recentemente sgomberato da Polizia e Carabinieri. Il menù del giorno, cucinato sul campo è a base di baccalà, broccoli e cardi fritti con dessert di dolci tipici della migliore tradizione siciliana.

Milano: "Terre di mezzo", così nasce un giornale "di strada"

 

Il Giornale, 9 dicembre 2006

 

Provate a osservare le reazioni dei passanti quando si avvicinano gli ambulanti per vendere i cosiddetti giornali "di strada". Qualcuno si ferma e li acquista, qualcuno tira dritto, c’è chi sorride, chi si limita a un cenno di capo per poi darsela a gambe; chi invece sbuffa o addirittura si arrabbia. Tutto questo si svolge ogni giorno e a ogni ora in centro e nelle vie più commerciali, all’uscita della metropolitana e nei pressi delle stazioni ferroviarie.

E se talvolta l’insistenza del venditore può risultare eccessiva - nel caso la buona educazione suggerisce un semplice "no grazie" - è anche vero che questi giornali svolgono un servizio utile sia per il venditore sia per il lettore che intenda trovare notizie diverse rispetto alla stampa tradizionale. Il più famoso è "Terre di mezzo", tipico esempio di stampa alternativa e introvabile nelle edicole. Nato nell’ottobre del 1994 per iniziativa di un gruppo di giovani giornalisti con il pallino dell’informazione sociale, per la distribuzione si avvale di una rete di venditori di origine straniera in difficoltà economica che su ogni copia di 2,10 euro guadagna 0,95 centesimi.

Pioggia, sole, neve o vento, racimolano quei pochi quattrini che consentono loro di vivere in dignità. Il mensile si occupa di immigrazione e multiculturalità, con un inserto dedicato al tempo libero, ma soprattutto affronta temi forti come le nuove povertà e il lavoro.

Riporta inoltre le notizie e i racconti scritti dai detenuti del carcere di San Vittore, pagine che nascono dalla collaborazione con l’associazione di detenuti e volontari.Il numero di novembre svolge un’inchiesta approfondita sugli strilloni che vendono i giornali gratuiti in città (free press), un esercito di uomini, donne, giovani e pensionati - italiani e immigrati - disposti a svegliarsi all’alba per guadagnare 300 euro al mese, arrotondare lo stipendio o tirare a campare. Una delle tante realtà metropolitane che il giornale di strada indaga ogni mese.

Verona: missione francescana, in carcere Cristo di San Damiano

 

L’Arena di Verona, 9 dicembre 2006

 

Cristo entra in carcere. Lunedì, alle 9, i volontari dell’associazione "La Fraternità", di cui è responsabile fra Beppe Prioli, e il Gruppo Cappellania porteranno un crocefisso, copia di quello francescano di San Damiano, nella chiesa della casa circondariale di Montorio. Si tratta dell’inizio della missione francescana, per ricordare gli 800 anni del dialogo tra San Francesco e il Cristo presente nella chiesa di San Damiano. La stessa croce sarà anche portata per qualche tempo nella cappella isolati, maschile e femminile. Alle 9.30 ci sarà una riflessione di gruppo, con i frati minori della comunità di San Bernardino, i sacerdoti della Cappellania, le suore che operano nella casa circondariale e alcuni detenuti. Alle 11 ci sarà la messa celebrata da don Maurizio Saccoman.

Alla missione saranno invitate a partecipare a turno tutte le sezioni del carcere, fino a domenica 17 dicembre, quando la missione si concluderà alla presenza di don Roberto Visentini, vicario episcopale della carità e con il gruppo cantori Gifra, la gioventù francescana.

"Và e restaura la mia chiesa, era stato il messaggio che Francesco aveva ascoltato davanti al crocifisso di San Damiano", spiega fra Beppe Prioli, "e ora vogliamo portare questo messaggio di riflessione e di speranza all’interno del carcere, per proporre quelle parole nel loro senso più ampio. Il restauro che Dio ci chiede non è quello di un edificio ma della nostra vita. Cercheremo di farlo attraverso la lettura dei salmi e la riflessione".

Droghe: Ferrero; dopo il tabacco, vietare pubblicità degli alcolici

 

Redattore Sociale, 9 dicembre 2006

 

Informazione, prevenzione e potenziamento dei servizi. È questa la ricetta del Ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero per intervenire sul pianeta droga. In occasione del trentasettesimo anniversario della Comunità di San Benedetto del Porto, il Ministro ha incontrato gli studenti genovesi per rispondere alle loro domande, dirette, senza filtro, spesso provocatorie. Non è sfuggita ai ragazzi la contraddizione tra una politica che mira a depenalizzare il consumo e le campagne informative sui danni provocati dall’abuso di sostanze. Senza mezze misure gli studenti sono intervenuti al dibattito con proposte drastiche: "o vietiamo tutte le droghe, comprese quelle legali, o legalizziamo tutto". Il Ministro non ha raccolto la provocazione e ha concentrato il suo intervento sull’importanza del potenziamento dell’informazione e dell’educazione nelle scuole. "Dobbiamo innanzitutto eliminare le informazioni errate provenienti dai mezzi di comunicazione. Pensiamo alla pubblicità sugli alcolici, che proietta un’immagine sbagliata sull’uso delle bevande. È pubblicità ingannevole".

Ferrero ha annunciato l’intenzione del suo Ministero di proporre il divieto di pubblicizzare gli alcolici "come è avvenuto negli anni passati per il tabacco. Le campagne contro il fumo, hanno favorito la diminuzione di consumatori, è questa la linea che intendiamo battere". Questa l’intenzione. Tuttavia, ha sottolineato il Ministro, "occorrono i numeri in Parlamento e non tutti condividono la mia posizione. L’Italia è uno dei principali produttori di alcolici. Intanto, stiamo guardando con attenzione alle legislazioni degli altri paesi europei per intervenire sulla pubblicità ingannevole e sul divieto del consumo di alcolici dopo una certa ora". Sul fronte dell’educazione, il Ministro della solidarietà sociale ha sottolineato l’impegno del suo Dicastero e di quello dell’Istruzione per promuove maggiore informazione negli istituti scolastici e prevenire l’abuso di sostanze. Alla proposta degli studenti di parificare tutte le sostanze e vietarle, Ferrero ha risposto che nessuna maggioranza parlamentare sarebbe favorevole. "Piuttosto, l’impegno deve essere rivolto alla depenalizzazione del consumo e al potenziamento dei servizi. Vietare il consumo di alcolici favorirebbe il mercato illegale".

Per quanto riguarda la depenalizzazione, Ferrero ha sottolineato l’importanza della decisione assunta dal Governo di raddoppiare i quantitativo di cannabis che costituisce reato. "Il prossimo passo è quello di eliminare le sanzioni amministrative. Lo Stato non deve avere un ruolo di veto sul consumo, ma deve lavorare sul fronte dell’educazione e della cura". E annuncia "stiamo lavorando in questo senso anche in collaborazione con la Consulta, che raccoglie settanta realtà impegnate nella lotta alla droga. Intendiamo organizzare una Conferenza nazionale sulle droghe per il prossimo autunno. Un’occasione per confrontarci su questi temi e stabilire le linee operative". La Comunità di San Benedetto per voce di Don Andrea Gallo e del moderatore del dibattito Polidori, ha chiesto espressamente al Ministro di arrivare presto alla depenalizzazione. "Chiediamo al Governo - ha detto Polidori – di eliminare le pene detentive e il ricovero coatto per i tossicodipendenti. La legge Fini-Giovanardi non ci permette di lavorare. Le persone con problemi legati alle dipendenze da sostanze adesso hanno paura ad avvicinarsi ai servizi e alle comunità di recupero, temono di essere puniti. Il nostro compito è invece quello di stabilire un rapporto di fiducia e intraprendere insieme un cammino verso la guarigione".

Droghe: per i senza dimora vengono dopo il cibo e l’alloggio

 

Redattore Sociale, 9 dicembre 2006

 

Il progetto realizzato dal Cnca sull’uso di sostanze stupefacenti da parte di persone senza fissa dimora ha permesso di acquisire conoscenze su due fronti: quello del funzionamento dei servizi pubblici di assistenza e quello degli "utenti", ovvero i barboni stessi. La condizione di senza fissa dimora è ormai chiaro che rappresenta "una delle forme più gravi di esclusione sociale" e può essere il risultato di gravi condizioni di povertà, o di disoccupazione, o magari di violenza subita e perfino (lo si è rilevato ultimamente) anche dell’impossibilità di accedere al mercato degli affitti che soprattutto nelle grandi città sta toccando livelli di prezzi sempre più gonfiati. Ma dall’analisi della letteratura internazionale sul tema ci si rende anche conto che i motivi che possono trasformare una persona normale in un homeless possono essere diversi.

Ci sono, è vero, quasi sempre motivazioni economiche, ma esistono anche ragioni psicologiche o psichiche, quali rotture familiari, abuso di droghe o alcool, isolamento sociale. Dalla ricerca del Cnca si scopre comunque che la causa dell’alcolismo non è quasi mai dirimente, anzi spesso il barbone diventa alcolista subito dopo. Ci sono casi, però, in cui la situazione è rovesciata (ma sono la minoranza) in cui si diventa senza fissa dimora perché si è già alcolisti o tossicodipendenti. Nel libro (Comunità edizioni, 2005) che da conto del progetto sulle sostanze senza dimora, si analizzano (oltre alla letteratura internazionale) anche i dati epidemiologici di varie Asl in diverse città italiane.

Riportiamo qui - come esempio generale - i dati della Regione Lazio, relativi al 2002. I dati sono stati raccolti dalla Asl Roma E, che nel corso di quell’anno (2002) ha riscontrato una presenza di circa 12mila persone senza fissa dimora che si sono rivolte ai SerT, i servizi pubblici per le tossicodipendenze. Per la precisione si è trattato di 11.117 persone senza fissa dimora e tossicodipendenti, di cui 1760 (15,8%) nuovi utenti e 9357 (84,2%) persone che erano già in carico o rientrate in trattamento dopo un periodo di allontanamento dai servizi. Il 21% di questi nuovi utenti ha un’età che oscilla tra i 20 e i 34 anni. Ma dai dati generali della ricerca del Cnca, e dai riscontri particolari come quelli analizzati dalle attività dell’ospedale San Gallicano, risulta per la prima volta anche una presenza abbastanza evidente di minori tra i senza fissa dimora. Ed è una percentuale di bambini quasi sempre composta di immigrati.

È interessante comunque notare anche le novità, i cambiamenti in atto nel fenomeno. Sempre dai dati epidemiologici del Lazio scopriamo per esempio che tra i nuovi utenti dei servizi gli assuntori di eroina rappresentano il 51%, rispetto a una percentuale ben più alta dei vecchi utenti (88,7%). Tra i nuovi utenti il 31% usa cocaina e il 15% ha contattato i Ser.T. per uso di cannabis. Altre percentuali statistiche ci aiutano a cogliere qualche cambiamento in atto.

Il 28,5% dei nuovi utenti, per esempio, usa la sostanza d’abuso primaria per via endovenosa, mentre tra i vecchi utenti la percentuale era del 66%. Altra novità riguarda la crescita in percentuale del numero degli stranieri. Secondo i risultati del progetto sostanze senza dimora, gli stranieri in trattamento presso gli enti del privato sociale sono stati il 16% nel corso del 2002, rispetto al 7,7% dei vecchi utenti. Anche questa ricerca conferma poi altri dati che stanno diventando una vera e propria "evidenza": è in crescita l’uso della cocaina, che non è più (solo) la droga dei ricchi. Un altro dato che risulta evidente, oltre a quelli relativi agli immigrati e alla maggiore diffusione della cocaina, riguarda le donne.

"Dato di particolare rilevanza - si legge nella rapporto sul progetto - emerso dai servizi indagati e confermato dai dati degli Osservatori che raccolgono il dato sulle persone tossicodipendenti senza fissa dimora, è la rilevante presenza di donne, che risultano essere una porzione maggiore in questi servizi di bassa soglia rispetto alla popolazione generale tossicodipendente". Altro dato molto allarmante: le persone senza fissa dimora risultano essere più giovani rispetto alla popolazione tossicodipendente "normale" in carico ai servizi pubblici.

L’altra "scoperta" di questa ricerca è che le persone dipendenti senza fissa dimora hanno una diversa percezione della loro condizione di salute fisica e mentale. I tossicodipendenti di strada sembra non vogliano considerare il problema dell’abuso di sostanze come prioritario. La droga sembra una questione insignificante rispetto ai problemi quotidiani di ricerca di alloggio e di cibo. Ma non ci sono solo le novità relative alle categorie descritte (donne, immigrati e perfino minori). Per quanto riguarda nello specifico quella parte di "barboni" che diventa anche dipendente dalle sostanze, si cominciano a segnalare anche casi molto preoccupanti relative a fasce particolari di giovani (i punkabestia a Bologna per esempio), ma anche casi di nuove povertà che preoccupano molto da vari punti di vista.

"In tutti i territori - si legge nel libro curato dal Cnca - si sta sempre più diffondendo il fenomeno di mancanza di dimora tra soggetti che stanno affrontando il problema della cosiddetta "nuova povertà" e che sono ad alto rischio di esclusione sociale, nonché a fare uso di sostanze, tra cui si segnala l’alcol. Si tratta di persone che l’attuale crisi economica ha portato ai margini della società". E sono persone su cui - concordano tutti gli operatori - è necessario intervenire subito, pena il cronicizzarsi del problema. Una ricerca specifica realizzata dall’Istituto San Gallicano di Roma proprio sulla condizione delle persone senza fissa dimora ha dimostrato che è estremamente più facile il loro reinserimento psico-sociale se avviene nel primo anno della condizione di senza dimora, mentre molto più difficile risulterà più lunghi sono gli anni di permanenza in strada. Più si rimane fuori casa, più bassa diventa la probabilità di ritrovare una nuova casa.

Immigrazione: Caruso e Haidi Giuliani si barricano in Cpt Crotone

 

Adnkronos, 9 dicembre 2006

 

Clamorosa protesta di due deputati di Rifondazione comunista. L’ex leader no global Francesco Caruso e Haidi Giuliani, mamma di Carlo ucciso durante il G8 di Genova, sono entrati stamani nel Cpt di Crotone per una ispezione ministeriale e si rifiutano adesso di uscire, se non otterranno garanzie dal Governo sulla volontà di chiudere le strutture presenti in Italia.

"Intendiamo rimanere qui ad oltranza - ha spiegato Caruso - per mettere in luce il dramma di queste carceri amministrative. Sono anni che denunciamo questo buco nero nello stato di diritto e non si muove una virgola, neanche dal Governo Prodi. Anche l’autoreclusione è una forma radicale di protesta contro questi lager".

Il centro di Crotone, il più grande d’Europa e che ospita anche un centro di prima accoglienza dove arrivano gli immigrati appena sbarcati per l’identificazione, è stata scelto da Caruso per la protesta perché, ha detto, "è il luogo simbolo delle deportazioni e delle carcerazioni amministrative".

"Stiamo parlando con gli immigrati che sono rinchiusi qui - ha proseguito Caruso - ed emergono dei casi assurdi. C’è una donna incinta all’ottavo mese che, contrariamente a quanto prevede la legge, è in questo posto da più di 60 giorni". Caruso ha quindi spiegato che prima di sospendere la protesta vuole avere un "segnale chiaro sulla chiusura immediata del Cpt. Non basta - ha aggiunto - come suggerisce anche qualcuno della maggioranza, abbellire questi posti. Occorre chiudere questa pagina drammatica". In mattina un immigrato di nazionalità bulgara, di 40 anni, si è suicidato nel Ctp di Lamezia Terme. L’immigrato era in attesa del rimpatrio.

Messico: evadono in cento; quasi tutti catturati, tre uccisi

 

Apcom, 9 dicembre 2006

 

La polizia ha catturato la maggior parte degli oltre cento detenuti evasi ieri da una prigione nei pressi della località turistica messicana di Cancun. Tre evasi sono stati uccisi dagli agenti. L’evasione era stata messa in atto dopo che alcuni detenuti avevano reso inoffensivi i secondini con coltelli e bastoni. Diversi detenuti e secondini erano rimasti feriti nel corso della sommossa che aveva preceduto l’evasione dal carcere situato a circa 15 chilometri a nord della zona turistica di Cancun. Diverse centinaia di detenuti avevano assalito i secondini per impedire il trasferimento di un presunto capo-banda che, tuttavia, non si era unito agli evasi. Subito dopo l’evasione, centinaia di soldati ed agenti avevano raggiunto il carcere, prendendone il controllo, ma gruppi di evasi continuano a scorazzare nei dintorni del penitenziario.

 

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