Rassegna stampa 14 settembre

 

Giustizia: 6 consiglieri Ds toscani digiunano con Corleone

 

Adnkronos, 14 settembre 2005

 

Anche sei consiglieri regionali Ds toscani si passeranno il testimone nella staffetta di digiuno promossa da Franco Corleone, garante del Comune di Firenze per i diritti delle persone detenute, che intende con questa iniziativa sollecitare il parlamento a discutere alcune provvedimenti legislativi per migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Si tratta di Daniela Belliti, Enzo Brogi, Filippo Fossati, Bruna Giovannini, Alessia Petraglia e Severino Saccardi che, con questa adesione, intendono mettere in risalto la situazione delle carceri toscane, in particolare del sovraffollamento di Sollicciano.

Sulmona: suicidi in carcere, Rifondazione lancia un appello

 

Il Messaggero, 14 settembre 2005

 

Aderendo all’appello del Garante dei detenuti di Firenze, il segretario aquilano di Rc, Giulio Petrilli, ha reso noto con un lungo comunicato di aver iniziato ieri mattina uno sciopero della fame. "Prestare attenzione a ciò che accade al di là delle mura presenti in tante città grandi e piccole - scrive tra l’altro Perilli - è un dovere essenziale, rispettare i diritti anche di chi è privato della libertà personale è la base di qualsiasi discorso che affronti i diritti umani. Qui in Italia come in tante parti del mondo un sovraffollamento elevato, il non investimento sulla sanità penitenziaria, alcune normative restrittive, rendono la vita nelle carceri sempre più dura e invivibile e infatti aumentano a dismisura i suicidi e gli atti di autolesionismo. Aumentano anche le tante donne e uomini reclusi che hanno seri problemi psicologici, qui in Abruzzo, per esempio nel carcere di Sulmona...". Perilli conclude invitando a partecipare allo sciopero della fame che "vuole essere anche un momento di vera attenzione per il mondo isolato e dimenticato delle carceri".

Forlì: carcere sotto "stress", aumentati i detenuti

 

Corriere della Romagna, 14 settembre 2005

 

Desta sempre maggiore preoccupazione l’attuale situazione delle carceri italiane, nella maggior parte dei casi sovraffollate e situate spesso in strutture inadeguate e fatiscenti". Anche a Forlì il problema non può più essere sottovalutato – denuncia don Dario Ciani, cappellano della casa Circondariale di Forlì dal 1988, uno dei promotori della Lotteria della Solidarietà Sociale – perché con la crescita della percentuale di incarcerazione, la situazione si fa sempre più critica". In particolare, i problemi maggiori sono legati alla vivibilità della struttura, che ospita attualmente circa 200 detenuti - divisi in una sezione maschile e una femminile -, mentre potrebbe ospitarne 140. Inoltre, gli edifici necessiterebbero di ristrutturazioni urgenti, che però non vengono effettuate nell’attesa della costruzione del nuovo carcere, i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2006.

L’angustia e l’inadeguatezza degli spazi e la carenza del personale fanno sì che i detenuti non possano avere l’attenzione di cui avrebbero bisogno per ricostruire la propria vita. Come spiega don Dario:" il problema maggiore è che a Forlì arrivano persone con storie totalmente diverse, che spesso non riescono a reinserirsi perché durante la reclusione non hanno alcun contatto con il territorio e la società che dovrebbero accoglierli". La riabilitazione dei carcerati non è un problema solo del Ministero, ma un reale problema sociale, che dovrebbe portare la cittadinanza a interrogarsi sull’effettiva utilità della detenzione così come la intendiamo oggi. "Troppo spesso, infatti, il tempo passato in carcere non contribuisce a riparare il danno o a ricostruire la dignità di chi ha sbagliato, ma ne aumenta il disagio. Per fortuna, i detenuti che vengono seguiti durante la reclusione - per lo più da associazioni di volontari - riescono a reinserirsi con maggiore facilità". Sullo sfondo i problemi della "rete" che, lentamente, si va costruendo sul territorio forlivese con attenzione alle nuove politiche sociali.Per questo, secondo don Dario, è importante affrontare questi problemi con una mentalità aperta, e promuovere azioni di solidarietà reale anche per coloro che solitamente consideriamo totalmente estranei da noi.

Giustizia: gli agenti di polizia penitenziaria scendono in piazza

 

Roma One, 14 settembre 2005

 

Per denunciare il sovraffollamento i cinque sindacati penitenziari (Fp Cgil, Cisl-Fps, Uilpa, Sag-Unsa, Osapp) hanno indetto una manifestazione nazionale il prossimo 28 settembre, a Roma. Il giorno prima a Montecitorio sfileranno Sappe, Sinappe e Fsa. La situazione carceraria italiana sembra aver raggiunto uno sfascio senza precedenti. Questa volta ad alzare la voce non sono le organizzazione a sostegno dei detenuti piuttosto che gli enti benefici, bensì i cinque sindacati penitenziari (Fp Cgil, Cisl-Fps, Uilpa, Sag-Unsa, Osapp) e i tre organi degli agenti penitenziari, Sappe, Sinappe e Fsa.

I primi, per denunciare un affollamento record delle carceri (60mila detenuti contro una soglia di 40mila) e per chiedere un "cambiamento di rotta del governo sull’attuale gestione dell’amministrazione penitenziaria" visti i "deficit" e la "crisi strutturale" del Dap, hanno indetto una manifestazione nazionale il prossimo 28 settembre, a Roma, che verrà preceduta da una conferenza stampa dei segretari delle sigle penitenziarie a piazza Santi Apostoli. In una nota, i sindacati parlano di "scadente attività proposta dall’ attuale Direzione generale del personale" e di una "assoluta necessita"’ per la polizia penitenziaria di conseguire quanto prima il riordino delle carriere del personale appartenente al comparto sicurezza. L’affollamento delle carceri, inoltre, ha "effetti dirompenti sulle condizioni di vita dei reclusi e, soprattutto, sulla sicurezza sia dei singoli che delle strutture". La polizia penitenziaria, inoltre, sta vivendo una "crisi gestionale e strutturale cui si dovrebbe rispondere con misure straordinarie e che invece registra la contrazione sempre più sensibile delle spese, dall’ edilizia penitenziaria passando per la manutenzione di mezzi e locali, per i mancati rimborsi del personale per servizi fuori sede, fino alla ormai costante riduzione delle piante organiche". I cinque sindacati penitenziari - conclude la nota - ritengono che "occorra un cambiamento di rotta del Governo sull’attuale gestione dell’Amministrazione penitenziaria" e che "servano risposte che non possono certo essere quelle prefigurate dalla ex-Cirielli, la norma che taglia i tempi di prescrizione per i non recidivi.

Il 27 settembre scenderanno in strada, davanti a Montecitorio e al ministero della Giustizia, i tre sindacati di polizia penitenziaria, Sappe, Sinappe e Fsa. La manifestazione ha lo scopo di denunciare la "disattenzione" delle istituzioni ai problemi della polizia penitenziaria.

"Il Governo e il Parlamento - affermano i sindacati in una nota - hanno la responsabilità politica ed istituzionale di non essere stati ancora in grado di incorporare in ferma definitiva i circa 500 agenti ausiliari di Polizia Penitenziaria attualmente in servizio, scongiurando quindi l’interruzione dal servizio ed il conseguente licenziamento degli agenti ausiliari alla data del 31.12.2005". Sappe, Sinappe e Fsa chiedono inoltre "con urgenza i fondi necessari all’attuazione del riordino delle carriere delle forze di polizia, provvedimento normativo atteso da tempo dalle centinaia di migliaia di operatori del settore, e deve provvedere immediatamente alla redistribuzione, in favore del Corpo di polizia penitenziaria, di ben 5 milioni di euro, che per un’alchimia della Funzione Pubblica sono stati sottratti dai fondi incentivanti già destinati ai Baschi Azzurri. La protesta - precisano i sindacati - consisterà in una manifestazione avanti alla Camera e, allo stesso tempo, saranno piazzati tre gazebo per fare volantinaggio davanti al ministero della Giustizia (in via Arenula), a quello della Funzione Pubblica (corso Vittorio Emanuele) e alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (in largo Daga). I sindacati preannunciano la partecipazione massiccia di agenti di polizia penitenziaria provenienti da tutta Italia per chiedere, tra l’altro, l"immediata riapertura del tavolo per le trattative per la cosiddetta ‘coda contrattuale"’ relativa al periodo 2004-2005 e, per quanto riguarda la finanziaria, "l’impegno concreto" del governo "affinchè gli oneri di spesa per il rinnovo contrattuale delle Forze di Polizia e per la parte accessoria siano incrementati".

Viterbo: firmata convenzione per l’inserimento dei detenuti

 

Tuscia Web, 14 settembre 2005

 

Oggi 13 settembre presso la sala mostre della Provincia di Viterbo è stata firmata la convenzione, promossa dall’assessore alle Politiche sociali della Provincia Mauro Mazzola, tra il Collocamento mirato della Provincia, la Cooperativa agricola Zaffa e il Centro servizi sociali e la Casa circondariale del Ministero della Giustizia. La convenzione ha lo scopo di avviare il tirocinio formativo finalizzato all’inserimento lavorativo di quattro detenuti o persone in trattamento alternativo al carcere e sarà effettuato presso la cooperativa agricola Zaffa che opera in principalmente nel settore agricolo e nell’allevamento.

Il corretto svolgimento del progetto formativo sarà seguito da un super tutor che curerà il coordinamento delle attività, più un supervisore che seguirà il tirocinante sia in esecuzione penale esterna che intramuraria. Questo progetto pilota nasce dall’esigenza di reinserire nel tessuto sociale tutti quei soggetti in condizione di svantaggio ed agevolare le loro scelte professionali attraverso una conoscenza diretta del mondo del lavoro e delle attitudini e delle predisposizioni personali.

È importante anche sottolineare che la convenzione ha anche lo scopo non ultimo di favorire la conoscenza e la promozione nelle imprese della valorizzazione dei soggetti socialmente svantaggiati come risorsa produttiva attraverso la proposta di inserimento lavorativo.

L’assessore Mauro Mazzola ha dichiarato: "Questa iniziativa esprime bene l’impegno di questo Assessorato per il rilancio dell’occupazione del settore agricolo e il ruolo strategico che gli inserimenti lavorativi di questo tipo possono avere per favorire l’integrazione sociale dei detenuti. Fondamentale è stata la sinergia operativa che si è creata con il Ministero della Giustizia di Viterbo per curare il tutoraggio da svolgere sui tirocinanti e con la Cooperativa Zaffa che ospiterà i detenuti". Soddisfatto anche il Direttore della Casa Circondariale di Viterbo, Pierpaolo D’Andria che ha dichiarato. "Apprezzo molto il modello culturale che è sottostante a questo intervento perché permette di superare il mero assistenzialismo ai detenuti responsabilizzandoli attraverso il lavoro esterno".

Camerino: detenuto evade dall’ospedale, ma viene ripreso

 

Il Messaggero, 14 settembre 2005

 

Tanto rocambolesca quanto breve l’evasione di un detenuto senegalese dal Carcere di Camerino: ha forzato il sistema di sicurezza mentre si trovava al pronto soccorso dell’ospedale, dove era stato trasportato per dolori allo stomaco. La movimentatissima vicenda, che ha scatenato una vasta battuta congiunta degli agenti della Polizia Penitenziaria e della Polizia di Stato di Camerino, è immediatamente scattata poco dopo le 14 quando il detenuto, M.D. di 34 anni, era scortato all’ospedale dopo i primi accertamenti accertamenti del medico in carcere per dolori allo stomaco.

Una volta sul lettino del pronto soccorso, in attesa di essere esaminato dai sanitari ospedalieri, il detenuto, che tra l’altro può contare su una stazza fisica imponente con i suoi 190 centimetri di altezza, è balzato giù, è riuscito ad aprire la finestra a pian terreno, a saltare fuori e a darsela a gambe velocissimo nella campagna circostante. Subito individuato ed inseguito da un agente, che nel convulso inseguimento ha esploso anche alcuni colpi in aria per intimidirlo (il militare poi cadendo ha riportato lesioni giudicate guaribili in 25 giorni), è scattata la massiccia operazione di accerchiamento che ha visto in azione l’intera pattuglia di scorta di agenti penitenziari, mentre erano state allertate anche le altre forze dell’ordine, Polizia e Carabinieri. La fuga è durata venti minuti, poi l’uomo è stato riacciuffato e ricondotto in carcere dove deve scontare una condanna definitiva per un cumulo di reati che vanno dalla truffa alla ricettazione alla violazione della legge sui diritti d’autore. È la prima volta che si registra un simile tentativo di evasione nel carcere di Camerino.

Brasile: rivolta in carcere a San Paolo, morti 5 detenuti

 

Agr, 14 settembre 2005

 

Cinque detenuti della prigione brasiliana di Itatiba, a 84 chilometri da San Paolo, sono morti in seguito a un rivolta scoppiata nella struttura di detenzione. Due di loro sono stati sgozzati. La polizia ha riferito che lunedì sera i prigionieri hanno cominciato ad incendiare oggetti e a danneggiare l’edificio. La stampa locale ha riferito che la protesta è stata scatenata dalla sovrappopolazione del carcere, dove erano stipati un centinaio di detenuti in uno spazio predisposto per ospitarne 25.

Usa: 47 anni di carcere a un 70enne che vendeva missili

 

Agi, 14 settembre 2005

 

È stato condannato a 47 anni di carcere il 70enne britannico di origine indiana che aveva negoziato la vendita di un missile terra-aria a un agente dell’Fbi che si era spacciato per un terrorista somalo. In aprile un tribunale del New Jersey aveva riconosciuto Hemant Lakhani colpevole di sostegno al terrorismo, riciclaggio e importazione illegale. In un’intercettazione telefonica l’uomo, che l’accusa ha dipinto come un sostenitore di Osama bin Laden pronto a colpire negli Stati Uniti, chiedeva 86.500 dollari per un lanciamissili antiaereo a spalla, ma si offriva di importarne altri 50 nel Paese. La difesa ha cercato di dimostrare che Lakhani è solo un povero imbecille incastrato dall’Fbi, ma la corte ha ritenuto che l’imputato rappresentasse realmente una minaccia per la sicurezza dei trasporti aerei.

Giustizia: Turroni (Verdi); da Ue una risposta a norme vergognose

 

Agi, 14 settembre 2005

 

"La decisione della Corte di giustizia europea è la migliore risposta alle norme vergognose preparate dalla coppia Matteoli - Togni contro l’ambiente, attraverso la delega in materia ambientale". Lo afferma il senatore dei Verdi Sauro Turroni, Vicepresidente della commissione ambiente di palazzo Madama. "Il via libera della Corte di Lussemburgo a direttive contro gli eco-reati - prosegue l’esponente del Sole che Ride - potrà consentire all’Europa di intervenire sul "Tana libera tutti" messo in atto da questo Governo che vuole stendere una rete di protezione in difesa di coloro che massacrano la natura del nostro Paese. Penso, però, che anticiperemo le direttive dal momento che tra pochi mesi, con le nuove elezioni, cacceremo il Governo, il ministro Matteoli e il suo Capo di gabinetto. Così, finalmente, potremo cancellare tutte le misure devastanti messe in atto".

Giustizia: Castelli; legittima difesa del singolo non è il far west

 

La Provincia di Sondrio, 14 settembre 2005

 

"Quando sento dire che noi vogliamo introdurre il far west con la legge sulla legittima difesa mi viene da ridere amaramente. Il far west arriva davvero quando non si difendono i cittadini e quando non si consente loro di difendersi se sono aggrediti in casa": così il ministro della Giustizia, Roberto Castelli. "La Legge sulla legittima difesa - ha aggiunto il ministro - è passata al Senato e ora è assolutamente necessario che venga al più presto approvata alla Camera. Perché le forze dell’ ordine hanno già un lavoro enorme da svolgere e non possono essere sempre dappertutto, quindi bisogna consentire ai cittadini aggrediti tra le mura di casa il sacrosanto diritto di difendersi".

Marocco: l’Ue vuole visitare i detenuti politici sahariani

 

Osservatorio sulla legalità, 14 settembre 2005

 

L’intergruppo del parlamento europeo per il Sahara occidentale esige la visita di una commissione medica internazionale e indipendente nelle carceri marocchine, dove si trovano 37 prigionieri politici sahariani in sciopero della fame. L’UE vuole conoscere la situazione reale dei detenuti e esaminare l’ipotesi di una eventuale liberazione senza intralci.

Secondo i loro compagni - che hanno anche manifestato qualche giorno fa - e secondo le organizzazioni per i diritti umani, la situazione i prigionieri è "grave e allarmante" e la loro salute si deteriora giorno dopo giorno, non solo a causa dello sciopero della fame intrapreso l’8 agosto, ma anche per le condizioni di detenzione attuali e precedenti. L’attivista Aminetu Haidar ha perso conoscenza, secondo Sahara Press Service.

Il Sahara occidentale è occupato dal Marocco, che effettua una repressione costante con torture, sequestri di persone e la detenzione senza processo di una quarantina di prigionieri di coscienza in un carcere lontano e quindi inaccessibile ai familiari e agli avvocati. La Commissione dell’europarlamento chiede al Marocco i promessi progressi democratici e il rispetto dei diritti fondamentali. Mentre il fronte Polisario ha liberato dopo decenni gli ultimi 404 prigionieri di guerra marocchini, anche il segretario generale dell’ONU Kofi Annan ha nominato un rappresentante speciale per il Sahara occidentale, fatto di cui l’UE si è rallegrata.

Tuttavia l’europarlamento chiede al regno del Marocco di chiarire il destino di 150 soldati sahariani e di più di 500 Sahariani vittime di sparizioni forzate. Inoltre reclama l’intervento della comunità internazionale presso il governo del Marocco affinchè mostri una reale volontà politica nella cessazione di un conflitto che dura ormai da 30 anni.

L’Aquila: sciopero della fame per i diritti nelle carceri

 

Il Tempo, 14 settembre 2005

 

Il segretario della federazione dell’Aquila di Rifondazione comunista, Giulio Petrilli, ha iniziato ieri lo sciopero della fame, aderendo all’appello lanciato dal garante dei detenuti del comune di Firenze, Franco Corleone, per una mobilitazione sul problema dei diritti nelle carceri. "Rilanciamo anche con questo sciopero della fame - afferma Petrilli - la possibilità di rimettere in campo l’ipotesi dell’indulto e dell’amnistia, così come di pene alternative al carcere. Questo sciopero - conclude il segretario di Rifondazione - al quale invito altri ad aderire, vuole essere anche un momento di vera attenzione per il mondo isolato e dimenticato delle carceri".

Giustizia: sindacati polizia penitenziaria scrivono al ministero

 

Comunicato stampa, 14 settembre 2005

 

Cgil, Cisl, Uil e Unsa Sag, con un documento inviato ai vertici del Ministero della Giustizia e del DAP lo scorso 20 luglio, i cui contenuti sono stati in seguito integralmente condivisi dall’O.S. Osapp, pure firmataria del presente, inoltrato anche alle competenti Commissioni e Gruppi parlamentari, hanno proclamato lo stato di agitazione del personale dipendente dell’Amministrazione penitenziaria indicendo una manifestazione nazionale per la mattina del prossimo 28 settembre a Roma.

La manifestazione sarà preceduta da una conferenza stampa tenuta dai Segretari e responsabili dei Coordinamenti nazionali a piazza Santi Apostoli, che approfondiranno direttamente le questioni alla base della protesta che riguardano ormai tutti i settori dell’attività politica e gestionale del Dipartimento, a partire da quella relativa alla scadente attività proposta dall’attuale Direzione Generale del Personale, per finire all’assoluta necessità, almeno per il Corpo di Polizia penitenziaria, di conseguire quanto prima il Riordino delle Carriere del personale appartenente al Comparto Sicurezza. Un deficit che grava in maniera ormai insopportabile sugli operatori e fa venir meno, a giudizio delle scriventi, il mandato istituzionale dell’amministrazione penitenziaria.

Una situazione che partendo dal numero elevatissimo della popolazione detenuta, circa 60.000 detenuti, genera un sovraffollamento record delle strutture penitenziarie in grado di ospitarne in condizioni critiche poco più di 40.000, con effetti dirompenti sulle condizioni di vita dei reclusi e, soprattutto, sulla sicurezza sia dei singoli che delle strutture.

Una crisi gestionale e strutturale cui si dovrebbe rispondere con misure straordinarie e che invece registra la contrazione sempre più sensibile delle spese, dall’edilizia penitenziaria passando per la manutenzione di mezzi e locali, per i mancati rimborsi del personale per servizi fuori sede, fino alla ormai costante riduzione delle piante organiche del personale del comparto ministeri ed al mancato adeguamento di quelle della Polizia penitenziaria. Adeguamento ormai non più eludibile a fronte della costante assunzione di nuovi servizi, all’apertura di nuove strutture penitenziarie che assorbono sempre più unità a parità di capacità recettiva, all’esigenza di surrogare l’assenza di personale del comparto ministeri.

Questioni su cui Cgil, Cisl, Uil, Unsa Sag e Osapp da tempo chiedono un confronto che permetta di individuare soluzioni idonee a fronteggiare lo stato di crisi del sistema e su cui, invece, ottengono, quando ci sono, risposte parziali e sempre improntate alla contingenza del momento.

Cgil, Cisl, Uil, Unsa Sag e Osapp hanno la netta sensazione che non ci sia una esatta percezione da parte dell’opinione pubblica e dei mezzi d’informazione della gravità della crisi del sistema penitenziario. Sono altresì convinte che occorra un cambiamento di rotta del Governo sull’attuale gestione dell’Amministrazione penitenziaria. Che servano risposte che non possono certo essere quelle prefigurate dal disegno di legge ex-Cirielli e che vadano superate le difficoltà che discendono anche da errori e disattenzioni accumulatesi nel tempo. Ciò ha indotto Cgil, Cisl, Uil, Unsa Sag e Osapp a proclamare lo stato di agitazione del personale e indire la manifestazione di protesta per il prossimo 28 settembre, per cui è prevista la partecipazione di moltissimi operatori penitenziari.

Ascoli: firmato accordo tra Provincia e Casa Circondariale

 

Quotidiano.it, 14 settembre 2005

 

Il lavoro è l’elemento strategico. Se la società vuole provare a reinserire il detenuto la strada da seguire è sicuramente quella della responsabilizzazione, dell’indipendenza e della dignità personale tramite un’attività lavorativa. La rilevanza sociale del reinserimento lavorativo dei detenuti che hanno finito di espiare la pena e rientrano a pieno titolo nella società è un tema attuale. A tale proposito le Amministrazioni Provinciali, gli Istituti Carcerari e le Istituzioni in genere hanno il compito di facilitare il reinserimento dei detenuti nella società civile e nel mondo del lavoro. Quest’ultimo attraversa una crisi e chi ha delle difficoltà come per esempio un ex detenuto, ha bisogno di essere guidato nell’orientamento professionale dall’interno della casa circondariale, in modo che possa coltivare la speranza di un futuro migliore.

Quindi operatori del centro dell’impiego andranno all’interno della Casa Circondariale di Ascoli Piceno per fare dei colloqui con i detenuti e capirne gli orientamenti, le aspirazioni e le capacità professionali. Questa azione che aumenterà la coesione sociale ha anche lo scopo di non far tornare sulla strada giovani ragazzi e adulti quindi è necessario cambiare da subito le condizioni di vita per non commettere gli analoghi reati. Come evidenzia l’assessore provinciale Mandozzi questa è una forma di prevenzione sociale ma anche di reinserimento lavorativo.

Il dipartimento della Formazione Professionale della Provincia di Ascoli Piceno lavora all’interno del carcere dal 1990, l’attività principale era l’attivazione di corsi di legatoria del libro, corsi attivati annualmente risultando di fatto una formazione permanente, tanto che all’interno del carcere c’è un laboratorio attrezzato dove svolgere le attività lavorative, inoltre nel tempo sono stati istituiti corsi di informatizzazione all’elaboratore elettronico e di linguistica.

Con la firma di questo accordo l’Amministrazione Provinciale vuole allargare l’offerta formativa anche sulla base delle richieste che giungeranno dai detenuti tramite formulari operativi, come per esempio il "Bilancio delle competenze" e quindi progettare qualcosa che va oltre la legatoria del libro. I detenuti sono della fascia comune quindi hanno la possibilità di scontare la pena lavorando, come riferisce la direttrice della Casa Circondariale di Marino del Tronto, infatti lavorano il 25% dei 120 detenuti per ora ospitati e la richiesta di lavoro da parte dei detenuti aumenta di giorno in giorno. Ci sarà la possibilità di far circolare le informazioni rispetto alla domanda e all’offerta del mondo del lavoro, elemento di vitale importanza anche per i cittadini che non devono scontare pene. Quindi si apre un’importante opportunità per i detenuti che al contrario di ciò che si pensa desiderano lavorare tanto che l’organizzazione penitenziaria affida loro lavori a rotazione all’interno del carcere, come le pulizie, la cucina e piccoli lavori di manutenzione del fabbricato.

Comunque come evidenzia la direttrice della Casa Circondariale del Marino del Tronto Lucia Di Felice Antonio è importante dare possibilità lavorative non solo a fine pena, cioè quando rientreranno nella quotidianità sociale, ma anche durante la carcerazione dato che è possibile scontare la pena in misura alternativa come la semi libertà o l’affidamento, cioè è possibile che un detenuto esca la mattina per svolgere un’attività lavorativa per poi rientrare la sera in istituto.

 

 

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