Rassegna stampa 23 marzo

 

Giuristi Democratici: viva preoccupazione per il ddl "Meduri"

 

Comunicato stampa, 23 marzo 2005

 

L’Associazione Nazionale Giuristi Democratici esprime viva preoccupazione per la proposta di legge n. 5141 recante delega al governo per la disciplina dell’ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria già approvata dal Senato e attualmente in discussione alla Camera e di cui sono già state affrontate le linee generali nella seduta del 17 marzo 2005.

Come sempre più spesso accade la maggioranza parlamentare introduce modifiche normative di eccezionale rilevanza legiferando su temi apparentemente neutri, come il riordino delle carriere nel settore penitenziario.

Il testo, infatti, non si occupa solo di configurare una autonoma disciplina di diritto pubblico per la carriera dirigenziale penitenziaria, ma interviene sull’ordinamento penitenziario attraverso la riformulazione dell’art. 72 della l. 354/75 che disciplina i centri di servizio sociale, destinati a diventare uffici locali di esecuzione esterna e a cui viene affidato un ruolo di mero controllo dell’esecuzione della pena, mentre scompare ogni riferimento ad un ruolo propulsivo per il reinserimento delle persone condannate nella vita libera. È evidente il cambiamento culturale che questa modifica comporta, poiché si accentua il carattere retributivo della pena a discapito di quello rieducativo.

Tutto ciò accompagnato dalla previsione sconcertante di una sostituzione dell’intero capo III della legge sull’ordinamento penitenziario con il solo art. 72, il che potrebbe significare la abrogazione delle norme che prevedono, tra l’altro, la presenza del volontariato in carcere (art. 78), che priverebbe i luoghi di detenzione di una insostituibile presenza di sostegno e di raccordo con l’esterno, nonché la cassa per il soccorso e l’assistenza delle vittime del delitto (art. 73), il consiglio di aiuto sociale (74), istituti questi ultimi che avrebbero avuto bisogno di attuazione e non di estromissione dall’ordinamento .

A fronte della reazione e degli appelli che molte associazioni di volontariato e il Coordinamento degli assistenti sociali Giustizia hanno rivolto al Parlamento è stato presentato un emendamento in sede di Commissione Affari costituzionali volto a chiarire che si tratterebbe di una modifica del "solo" art. 72 che non avrebbe ripercussioni sulla permanenza in vigore delle altre norme dell’attuale capo III del titolo II della legge sull’ordinamento penitenziario, che prevedono il volontariato penitenziario e gli istituti ricordati.

Se anche così fosse, come auspicano tutti coloro che sono impegnati nella salvaguardia della dignità delle persone in esecuzione pena, resta però il dato significativo della modifica dell’art. 72, che va ben al di là di una questione nominalistica , e tende a cancellare la specificità dei Centri di Servizio Sociale per Adulti, eliminando ogni riferimento all’idea stessa di servizio sociale, e trasmettendo alla collettività l’immagine di un carcere che deve tornare ad essere sempre più luogo separato, attraverso l’eliminazione delle figure di sostegno e raccordo con l’esterno e lo svuotamento progressivo delle misure alternative alla detenzione.

 

Associazione Nazionale Giuristi Democratici

Busto Arsizio: i Radicali a Castelli; sia rimossa la direttrice...

 

Agenzia Radicale, 23 marzo 2005

 

Il capogruppo dei Radicali nel Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Litta Modignani, ha deciso di rivolgere oggi un pubblico appello al ministro di Giustizia, Roberto Castelli, affinché sia sollevata al più presto dall’incarico Caterina Ciampoli, la discussa direttrice del carcere di Busto Arsizio.

"Dopo l’ennesimo, allucinante episodio - la decisione della direttrice di arrogarsi la facoltà di negare il colloquio fra i detenuti e gli avvocati difensori - l’esigenza di allontanare Caterina Ciampoli dalla direzione del carcere di Busto Arsizio è ormai questione non più eludibile.

"Come già dichiarato ufficialmente da ben due provveditori regionali alle carceri (l’attuale Luigi Pagano e il suo predecessore Felice Bocchino) - la dottoressa Ciampoli ha dimostrato di essere concretamente incompatibile con l’importante e delicato incarico che tuttora ricopre, nonostante i recenti e infruttuosi tentativi di sostituirla. "Se l’attuale situazione dovesse protrarsi - prosegue Litta - l’esasperazione della popolazione detenuta potrebbe improvvisamente degenerare, con l’insorgenza di gravi problemi di ordine pubblico. Al di là delle diverse appartenenze politiche, rivolgo pertanto un pubblico, accorato appello al ministro della Giustizia, Roberto Castelli, affinché rimuova tempestivamente la direttrice da un compito rispetto al quale ha manifestamente dimostrato di non essere all’altezza. "Esprimo la mia incondizionata solidarietà ai detenuti, agli avvocati e al personale del carcere di Busto Arsizio - conclude Litta - e mi auguro che molte altre personalità politiche e civili, di ogni orientamento, si uniscano in questa richiesta, per il ripristino urgente delle garanzie costituzionali".

Torino: detenuti delle Vallette cresciuti del 15% in sette mesi

 

Agenzia Radicale, 23 marzo 2005

 

Nella giornata di ieri, i consiglieri regionali radicali Carmelo Palma e Bruno Mellano hanno visitato il carcere delle Vallette, a Torino. Erano accompagnati da Mariano Ferrentino (Comitato nazionale di Radicali italiani) e da Iolanda Casigliani e Rosalba Bosco (Associazione radicale Adelaide Aglietta). Al termine della visita, Palma e Mellano hanno dichiarato: "Ci auguriamo che il prossimo Consiglio Regionale, in cui non saranno presenti consiglieri radicali, approvi quanto prima la proposta di legge istitutiva del Garante regionale delle carceri (sottoscritta da tutti i gruppi, Lega esclusa).

Mai come in questo momento la "politica della pena" - a partire dalla cosiddetta "ex Cirielli" - sembra guidata da logiche che non hanno nulla a che fare né con la sicurezza dei cittadini né con quella delle carceri. In Italia si sta arrestando troppo, si stanno gonfiando (a dimostrazione di quale efficienza?) gli istituti di pena, e si sta rinviando clamorosamente qualunque misura, legislativa o organizzativa, capace di attenuare la sofferenza delle e nelle carceri.

Lo stato delle cose delle Vallette è assolutamente paradigmatico. Quando in un istituto di pena, che per il Dap. (Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria) non dovrebbe ospitare più di 951 detenuti, se ne ospitano stabilmente oltre 1.200 (per la precisione 1.259, nella visita da noi effettuata nell’ agosto scorso), la situazione si fa molto difficile. Quando, in poco più di sette mesi, i detenuti arrivano a quasi 1500 (per la precisione 1.460, nella giornata di ieri), è chiaro che si è superato il limite. Ora, è altrettanto chiaro a chiunque che se la popolazione di un carcere cresce del 15% ogni 7 mesi - malgrado la saggezza della sua Direzione, ed una situazione ancora tranquilla - quello che si prepara è il disastro.

Di fronte a questo quadro, vale la pena di ricordare le cose buone e, spesso, molto buone che si stanno realizzando, in particolare sul fronte del lavoro per i detenuti, cercando di utilizzare le ingenti risorse della Cassa delle Ammende, fondo di oltre 80 milioni di euro, per anni inutilizzati, e "riportato alla luce" dai radicali. La nuova cucina già in funzione, la torrefazione (pronta a partire) la lavanderia (in fase di preparazione) sono esempi di come nel carcere si possa produrre, e quindi lavorare, non solo per il carcere, ma anche per l’esterno. Ma sono tutte, come è ovvio, cose possibili solo se non si è obbligati a rincorrere l’emergenza, con il rischio di esserne travolti."

Genova: sostituisce amico agli arresti domiciliari, arrestato

 

Ansa, 23 marzo 2005

 

È stato arrestato per favoreggiamento l’ecuadoriano che ha sostituito un amico agli arresti domiciliari. Quando i carabinieri hanno bussato all’ abitazione, in via Caffaro, di un ecuadoriano di 25 anni agli arresti domiciliari, si sono visti aprire la porta da un coetaneo con tratti somatici tipicamente sudamericani. Il trucco è stato scoperto e così è scattata la denuncia per entrambi: di evasione per il detenuto, di favoreggiamento personale per l’amico.

Cosenza: Ass. Diritti Civili, appello per marocchino detenuto

 

Asca, 23 marzo 2005

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha formalmente presentato al Presidente della Repubblica, Ciampi, una domanda di grazia per l’immigrato marocchino, Abdelhakim Abdelkrim, detenuto nel carcere di Paola (Cs), che ha perso i genitori, un fratello e una sorella nella tragedia ferroviaria di Rometta Marea (Me), ed ha due nipotini, rimasti orfanelli.

Quest’uomo per protesta ha iniziato lo sciopero della fame ed ha scritto una toccante lettera al Movimento Diritti Civili, chiedendo di essere aiutato. L’uomo chiede solo "un atto di giustizia e pietà umana". Diritti Civili promuove una raccolta di firme, che saranno inviate al Capo dello Stato.

Nisida: proiezione film "I cento passi" per i ragazzi dell'Ipm

 

Il Mattino, 23 marzo 2005

 

Una piccola ovazione ha salutato ieri il termine della proiezione di "I cento passi" di Marco Tullio Giordana nel carcere minorile di Nisida, voluta dall’associazione Figli del Bronx. "La cosa più assurda di questo film? Che se non lo si fosse girato, Badalamenti non sarebbe stato processato e condannato", ha risposto Tony Sperandeo ai ragazzi che accusano lui ed il protagonista del film, Luigi Lo Cascio (con Sperandeo a Nisida nella foto), di buonismo: "La storia di Giuseppe Impastato dimostra la lentezza dello Stato, ma spinge anche a lottare fino alla fine".

"Peppino era un eroe, io al suo posto non avrei avuto il coraggio di fare quello che ha fatto lui", gli ha fatto eco Lo Cascio, "ma non è necessario morire per un ideale per cambiare il mondo, è sufficiente avere un sogno forte e lottare perché si realizzi, qualunque esso sia. Voi avete un sogno?". Cr.Ce.

Volontariato: il Movi condanna merito e metodo della riforma

 

Redattore Sociale, 23 marzo 2005

 

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Giovanardi, attraverso una lettera indirizzata al ministro Maroni e al presidente del Consiglio Berlusconi, annuncia un doppio binario per la riforma della legge 266/91. Annuncio confermato durante un incontro con la delegazione della Consulta del Volontariato del Forum del Terzo Settore.Se, infatti, con urgenza, attraverso un primo disegno di legge deliberato dal Consiglio dei Ministri e sul quale verrà posta la fiducia, viene modificato l’articolo 15 della legge 266/91, l’intervento sui restanti articoli verrà effettuato con un secondo ad iter separato.

Il Movimento di volontariato italiano (Movi) condanna il merito e il metodo della riforma, e afferma: "La modifica dell’articolo 15 prevede che i fondi regionali di accantonamento per i Centri di Servizio per il volontariato siano così suddivisi: 50% ai Centri di servizio per il volontariato, 50% a disposizione dei Comitati di gestione che utilizzeranno tali risorse per erogare fondi sia ai programmi di attività presentati dalle organizzazioni di volontariato iscritti ai registri, sia per finanziare progetti di Servizio civile volontario che per sostenere i costi di gestione dei Comitati stessi. Nasce di fatto un nuovo Centro servizi per il volontariato in ogni Regione. Centro servizi dove il volontariato è in netta minoranza e dove chi, fino ad ieri aveva una funzione di controllo, assume anche un preoccupante ruolo di indirizzo e di promozione del volontariato".

"Risulta assolutamente incredibile - continua il Movi - il fatto che si preveda di utilizzare fondi destinati al volontariato per finanziare il Servizio civile nazionale. Questo percorso di cittadinanza attiva e solidale, alla cui promozione il Movi si impegna da tempo perché ne auspica l’intrapresa da un numero sempre maggiore di giovani, deve trovare forme di finanziamento indipendenti da quelle pubbliche già gestite per legge dal volontariato".

Su questo tema alle 18 oggi a Padova, presso la Sala Polivalente in Via Diego Valeri 17, il Movi assieme alla Consulta per il volontariato, organizza un incontro dal titolo "Nessun futuro per il Volontariato? Contro la riforma della legge 226/91 sul volontariato". Oltre al presidente nazionale del Movi, Emanuele Alecci, intervengono Marco Granelli, Presidente di CSV Net; l’Onorevole Antonio de Poli, Presidente dell’Intergruppo sul volontariato del Parlamento Europeo; Giorgio Ortolani, presidente del CSV di Padova e vice presidente dell’Anpas e Silvano Spiller, presidente del Comitato di gestione del Fondo Speciale per il volontariato del Veneto.

Perugia: teatro-carcere, al femminile il musical "Chicago"

 

Agi, 23 marzo 2005

 

"Chicago" è il titolo del lavoro teatrale liberamente tratto che sarà messo in scena, in anteprima, nella casa circondariale femminile di Perugia, mercoledì 23 marzo, alle 14.30. L’iniziativa è stata promossa dalla regione Umbria assessorato delle politiche sociali e dall’ufficio pari opportunità, in collaborazione con il teatro stabile di innovazione "Fontemaggiore".

La partecipazione attiva delle detenute è un esempio per le altre. Sul "palcoscenico" saliranno Barbara, Deborah, Denada, Francesca, Patrizia, Graziella tanto per citare alcuni nomi. L’attività d’animazione teatrale realizzata nel carcere femminile di Perugia rientra in una serie di interventi previsti da un protocollo d’intesa siglato da Regione e Ministero della Giustizia, finalizzati a fornire occasioni di socializzazione alle detenute e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche della devianza e della detenzione. Coordinatori del laboratorio teatrale sono Claudio Carini, Valentina Renzulli, Beatrice Ripolo; coreografie di Sara Marinelli e Deborak.

Myanmar: dissidenti si rivolgono ad Onu per legge su detenzione

 

Misna, 23 marzo 2005

 

Due associazioni di dissidenti birmani hanno chiesto all’Onu di valutare se la normativa birmana che autorizza il prolungamento della detenzione per i prigionieri politici rappresenti una violazione della legge internazionale: la questione è stata posta al "gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie" dell’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu da due associazioni una con sede negli Stati Uniti e la seconda in Thailandia a cui fanno riferimenti i dissidenti birmani.

La questione riguarda in particolare il caso di 10 detenuti politici ancora in stato di prigionia o limitazione della libertà malgrado siano scaduti i termini per il loro rilascio.

I casi presentati includono quelli del segretario generale della Lega per la democrazia e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi e il suo "braccio destro" Tin Oo, entrambi agli arresti domiciliari da quasi due anni senza aver subito alcun processo; anche nel loro caso la giunta militare che governa Yangon ha prolungato la pena di un anno in virtù di una particolare legge sulla sicurezza. Secondo tale normativa il rilascio di un detenuto può essere posticipato fino a cinque anni rispetto alla sua prevista scadenza; il provvedimento è stato più volte applicato per uomini coinvolti nel movimento di democratizzazione del Paese nato nel 1988 e attualmente ancora in carcere.

Cremona: arrivano i detenuti, spettacolo della "Fortezza"

 

La Provincia di Cremona, 23 marzo 2005

 

E alla fine il giorno tanto atteso dagli appassionati di Teatro è arrivato. Questa sera "I pescecani", lo spettacolo premio Ubu 2004 (l’oscar del teatro italiano) sbarca sulle tavole del Comunale nella messa in scena, per la regia di Armando Punzo, della Compagnia della Fortezza. Il che equivale a dire Carcere di Volterra e detenuti - 45 - alcuni dei quali da lustri ormai calcano la scena e portano per l’Italia le loro rappresentazioni grazie a rari permessi premio. Talmente rari che l’evento odierno sarà ripreso dalle telecamere di Raitre e di Sat 2000.

Ma lo spettacolo che va in scena alle 21 non è solo teatro. È anche, perché no, curiosità della gente su come viene gestita la presenza in città dei carcerati. Ebbene, la maggior parte, ovvero una trentina di persone, sarà ospitata nelle strutture di Santa Chiara. I detenuti vi entreranno nel primo pomeriggio, subito dopo il pranzo nella mensa comunale. Altri 16, quelli con le condanne più gravi da scontare, da Volterra saranno invece trasferiti a Parma, al carcere di via Burla, da dove poi raggiungeranno il capoluogo casalasco. La sorveglianza ci sarà, ma sarà discreta. "Nessuno si aspetti schieramenti imponenti di guardie carcerarie o forze dell’ordine", dice il direttore del Comunale Giuseppe Romanetti.

A Casalmaggiore arriveranno anche da una ventina di parenti dei detenuti. Il gruppo nel pomeriggio si recherà nell’auditorium S. Croce, dove alle 16 è previsto un incontro pubblico a ingresso libero con il regista Punzo, i detenuti-attori e Romanetti. Dopodiché tutti in via Cairoli per le ultime prove. Alle 21 su il sipario: in sala anche tanti studenti delle scuole casalesi e, attenzione, la partecipazione a Quel che resta di Bertold Brecht della Società Musicale Estudiantina. Poi, a spettacolo finito, cena presso la pizzeria-ristorante "2° Piano". La notte verrà trascorsa a S. Chiara e Parma. Coloro che rimarranno ospiti a Casalmaggiore il mattino successivo saranno ospiti a colazione, prima del rientro a Volterra, alla casa di riposo Conte Busi. M.Baz.

Pescara: progetto ludoteca, dietro le sbarre con mamma e papà

 

Il Tempo, 23 marzo 2005

 

È difficile aver bisogno della propria madre o del proprio padre e non averli vicini, poterli vedere solo in orari e date prestabiliti. La condizione del carcere coinvolge e mette a dura prova tanti aspetti fisici e psicologici non solo per quanto riguarda i detenuti, ma anche per chi resta a casa ad aspettarli. I volontari di Telefono Azzurro hanno perciò aderito all’iniziativa "Bambini e carcere - Progetto Ludoteca" per offrire assistenza ai figli dei detenuti della casa circondariale "San Donato".

Vibo Valentia: esce libro scritto nella sezione di alta sicurezza

 

Il Quotidiano della Calabria, 23 marzo 2005

 

Quasi trecento pagine, suddivise in nove capitoli, dove sono raccolti interventi di magistrati ed esperti del settore sui temi relativi alla condizione carceraria in Italia. Una pubblicazione - "Ogni società ha il carcere che si merita" - che è stata resa possibile anche grazie al contributo economico volontario dei detenuti della sezione Alta sicurezza della struttura carceraria di Vibo Valentia, alcuni dei quali reggini.

"Siamo interessati ed impegnati all’ approfondimento delle tematiche riguardanti le riforme del sistema giustizia - scrivono i detenuti della sezione Alta sicurezza - ma riteniamo che le stesse non hanno senso compiuto se non ruotano attorno alle modalità esecutive della pena per renderla più adeguata alle finalità volute dalla Costituzione. La nostra iniziativa si sforza di indicare una serie di proposte, di modifiche legislative del regime sanzionatorio evidenziandone la sua incongruità sia sotto il profilo politico-criminale, sia per l’inefficienza della pena che, di fatto, trasforma il carcere in una entità criminogena".

I detenuti, inoltre, "prendono atto del positivo, apprezzato e motivato impegno del Provveditorato regionale dell’amministrazione carceraria per il coinvolgimento delle istituzioni avvenuto con il fondamentale protocollo di intesa intervenuto il 23 giugno 2003 tra il Ministero della Giustizia e la Regione Calabria". Per i detenuti di Vibo Valentia, però, "la parte più difficile deve ancora venire. Ogni contraente deve diventare operativo - scrivono - per vincere la resistenza dell’incultura, dei conservatori, degli apatici.

Gli obiettivi sono alti e ambiziosi, le strutture e le risorse umane e finanziarie inadeguate. Ben vengano le iniziative fin qui assunte, che hanno avuto il merito di porre all’ attenzione dell’opinione pubblica e della società calabrese una diversa presenza operativa nel settore penitenziario. Ma ciò non basta. Anzi, può diventare pericoloso ed improduttivo laddove dovesse creare soltanto aspettative ed illusioni".

Palermo: una nuova possibilità per i giovani "a rischio"

 

La Sicilia, 23 marzo 2005

 

Sono quattordici, hanno tra i 16 e i 21 anni e un passato difficile alle spalle, caratterizzato da situazioni di disagio e da reati, che li hanno condotti all’interno del circuito penale, tra carcere e comunità. Ma per questi "soggetti svantaggiati" si delinea una speranza di cambiamento. Dieci aziende aprono loro le porte, per offrire l’opportunità di un inserimento nel mondo del lavoro e la costruzione di un futuro nell’ambito della legalità.

Il progetto di recupero e inserimento nasce da una convenzione tra la Cooperativa Fenice e il Consorzio Asi ed è finanziato dal Ministero della Giustizia, che garantirà ai 14 ragazzi coinvolti una borsa lavoro di 400 euro mensili fino al dicembre 2005.

L’iniziativa partirà ad aprile, quando i giovani selezionati dalla Cooperativa Fenice, sulla base delle segnalazioni degli uffici del Centro per la giustizia minorile, dopo colloqui volti a misurare interesse, attitudine e disponibilità, incontreranno il personale delle aziende, che hanno aderito all’appello lanciato dal Consorzio Asi.

La Cooperativa Fenice svolgerà un ruolo di tutoraggio e orientamento formativo dei giovani, ma rappresenterà anche un anello di congiunzione tra le due parti. Come spiega il presidente, Andrea Giostra: "Non è detto che tutti i ragazzi arrivino alla fine del percorso. Non sarà semplice. Si tratta del primo esperimento in Sicilia di inserimento in aziende profit, dove manca quella cultura dell’accoglienza nei confronti di soggetti che hanno avuto problemi di carattere penale. Il nostro compito sarà proprio quello di sostenere, mediare e risolvere i problemi che si presenteranno".

Il progetto è stato illustrato ieri, alla presenza, tra gli altri, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, Maria Teresa Ambrosini, e del Questore, Giuseppe Caruso, che ha sottolineato la valenza di simili iniziative, affermando che "non si risolve il problema della criminalità organizzata solo con il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine". Il presidente del Consorzio Asi, Alessandro Albanese, ha posto l’accento sull’importanza dell’etica e sul ruolo di responsabilità e utilità sociale delle imprese.

Giovanna Di Benedetto

Usa: sommossa in un carcere dell’Oklahoma, un morto

 

Ansa, 23 marzo 2005

 

Un detenuto morto e 5 i feriti in una sommossa in un carcere dell’Oklahoma, a Cushing. Secondo i responsabili delle prigioni dello Stato americano, sono state coinvolte alcune decine di detenuti appartenenti a gang diverse. I disordini, scoppiati nella palestra della prigione, sono stati rapidamente sedati. Nel carcere sono rinchiusi 970 detenuti, dei quali oltre 400 considerati violenti.

Volontariato: su riforma 266/91 manca percorso partecipato

 

Redattore Sociale, 23 marzo 2005

 

"La riforma dell’art. 15 (fondi per il volontariato) della 266/91 sarà approvata con disegno di legge contestuale al decreto sulla competitività (e su entrambi il Presidente del Consiglio ha già comunicato che verrà posto il voto di fiducia) mentre la modifica dei restanti articoli sarà discussa con un disegno di legge ad iter separato.

Lo ha annunciato oggi il Ministro Carlo Giovanardi ad una delegazione della Consulta del Volontariato a seguito dell’invito fatto al Forum del Terzo Settore". E ad annunciarlo è proprio una nota del Forum permanente terzo settore, secondo cui si tratta di un metodo di lavoro "che non vede d’accordo il mondo del volontariato che ha sempre sostenuto come la riforma della legge quadro 266/91 (sulla quale si sta discutendo da ben sette anni) dovesse avvenire all’interno di un percorso partecipato e condiviso che coinvolgesse il mondo del volontariato e tutte le forze Parlamentari. Un percorso che il Governo, al di là della convocazione di oggi del Ministro Giovanardi, non ha affatto seguito: le nuove modifiche sono state inserite in maniera unilaterale e seguono due iter legislativi differenti". Durante l’incontro si è discusso in particolare dei fondi per i centri di servizio e per il servizio civile volontario.

"Il disegno di legge sull’art. 15 - continua il Forum - sottrae il 50% dei fondi ai Centri di Servizio gestiti dal Volontariato e lo affida ai Comitati di Gestione - dove il volontariato è in netta minoranza - per finanziare anche progetti di servizio civile. Il servizio civile è uno strumento concreto di cittadinanza attiva al quale deve avere accesso il più alto numero di giovani possibile e deve essere finanziato da enti pubblici senza sottrarre risorse da quelle già gestite per legge dal mondo del volontariato. Tutti temi importanti per il futuro del nostro Paese che non possono essere definiti con un decreto e frammentati in più percorsi legislativi". "L’auspicio - conclude l’organizzazione - è che in tempi brevi si attui una collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti (volontariato, istituzioni e fondazioni) sia per la definizione della legge sia per la gestione di queste importanti risorse per il volontariato".

L’Aquila: carceri da modernizzare, la promessa di Castelli

 

Il Messaggero, 23 marzo 2005

 

"La situazione penitenziaria del carcere di Pescara ed in generale nell’Abruzzo rispecchia la media nazionale. Ci sono penitenziari moderni, altri no e su questo stiamo lavorando". Lo ha detto ieri pomeriggio, il ministro di Giustizia, Roberto Castelli, in visita all’Aquila, per sostenere la "Casa delle Libertà" alle prossime elezioni regionali.

Il ministro ha annunciato che questa mattina non sarà presente a Pescara all’inaugurazione della nuova sezione dell’istituto penitenziario perché impegnato a Roma nella votazione per la riforma federalista.

"Mi sento un po’ abruzzese - ha aggiunto Castelli - perché le vostre montagne somigliano a quelle di casa mia ed esse spesso forgiano il carattere di una persona". Insieme a Castelli, oltre al sindaco dell’Aquila, Biagio Tempesta c’era la senatrice Maria Claudia Ioannucci che ha ricordato ai presenti come il ministro abbia avuto attenzione per la regione, inserendo finanziamenti per il tribunale ed il carcere di Avezzano e per quello dell’Aquila.

"Il ministro di Giustizia - ha detto la senatrice Ioanucci - ha inserito la città dell’Aquila fra quelle sulle quali si sta valutando l’intenzione di istituire le scuole di magistratura". La Ioanucci ha concluso, riferendosi al centrosinistra, dicendo che l’Abruzzo non può essere consegnato nella mani di chi "non rispetta il lavoro" e che al contrario appoggia "l’esproprio proletario".

Pescara: si sperimenta un modello di carcere automatizzato

 

Agi, 23 marzo 2005

 

Si fa largo l’automazione, nel sistema carcerario italiano. Scompaiono, infatti, le tradizionali chiavi, per aprire e chiudere le celle dei detenuti, e prende piede un sistema completamente automatizzato, fatto di telecamere e controllo a distanza degli accessi, in modo da ridurre il contatto tra detenuti e agenti e garantire una maggiore sicurezza. La prima sperimentazione di questo sistema avverrà a Pescara, dove è stato inaugurato oggi l’impianto appena realizzato.

Alla cerimonia, oltre alle autorità locali, ha preso parte, tra gli altri, il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Valentino, accompagnato dal capo dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, Giovanni Tinebra.

La rivoluzione tecnologica avvenuta nella struttura detentiva di Pescara, diretta da Carlo Pallotta, interessa il padiglione giudiziario (che accoglie 100 detenuti per un totale di 47 celle), dove sono stati realizzati un box automatizzato per gli agenti in ognuna delle quattro sezioni, e un box centrale di regia che ha la supervisione dell’intero sistema ed è, quindi, collegato ai box degli agenti.

Dai singoli box, gli agenti sono in grado di controllare le porte delle celle di loro competenza, e ogni porta si apre soltanto quando si è chiusa quella precedente. Dalla sala di regia è possibile controllare i vari box, e nelle ore notturne la sala di regia si sostituisce ai box degli agenti. Questo sistema - è stato sottolineato oggi - consente un migliore utilizzo del personale, generalmente sottodimensionato. In futuro potrebbe essere collegato con la sala regia dell’Aquila e con il Ced di Roma.

Rovigo: l’emergenza-carcere arriva davanti al prefetto

 

Il Gazzettino, 23 marzo 2005

 

L’incontro era programmato già da qualche settimana. Sollecitato dalle organizzazioni sindacali dei rappresentanti degli agenti di polizia penitenziaria per fare il punto sulla ristrettezza degli organici della casa circondariale di via Verdi, che spesso costringe la direzione ad emettere provvedimenti-tampone per reclutare personale in ferie o a riposo da re-immettere in servizio per "tappare" le falle dovute a esigenze improvvise.

Il vertice in programma stamane, alle 11, in prefettura riguarderà anche il problema del sovraffollamento del carcere rodigino, che attualmente ospita 109 detenuti (88 nella sezione maschile, 21 in quella femminile) a fronte di una capienza "regolamentare" di 50 detenuti, che può spingersi fino a 66 in regime di cosiddetta "tolleranza" e, in casi di straordinaria necessità, fino a un massimo di 85.

"In effetti gli organici sono compressi - ammette il direttore della casa circondariale di via Verdi, il dottor Fabrizio Cacciabue - Bisogna pensare al grosso impegno che richiedono, in termini di agenti a disposizione, le traduzioni dei detenuti, che hanno la precedenza su ogni altro genere di servizio". Gli agenti di polizia penitenziaria in servizio attualmente nella struttura penitenziaria di via Verdi sono 44 nella sezione maschile (dovrebbero essere 51, secondo quanto stabilito dai decreti emessi dal Provveditore regionale del Triveneto) e 14 in quella femminile (una in meno del previsto).

All’ordine del giorno del summit di oggi ci sarà pure la vicenda relativa al sovraffollamento, che da sabato ha imposto al direttore di ricavare alcuni posti-letto anche nella sala giochi del carcere. "Non è vero che i detenuti hanno dormito per terra - spiega il direttore Cacciabue -.

Abbiamo recuperato alcune brandine, sulle quali sono state sistemate delle coperte. Già oggi (ieri, ndr) abbiamo disposto l’acquisto di materassi e l’invio di altro materiale da altri istituti del Veneto". A scatenare l’emergenza è stato soprattutto l’inatteso arrivo in carcere di alcuni detenuti nei giorni di fine settimana. Proprio l’altro ieri, inoltre, il direttore era assente, quindi le procedure di acquisto del materiale hanno ritardato di un giorno. La situazione, insomma, pare destinata a rientrare nella normalità nel giro di pochi giorni.

 

Musica oltre le sbarre: detenuti in concerto

 

La musica come linguaggio universale che rende possibile la comunicazione fra diverse culture e realtà lontane. È questo l’obiettivo del concerto che si terrà stamane, alle 10, all’interno del Casa Circondariale di Rovigo. L’iniziativa, che fa parte di un progetto più ampio realizzato all’interno delle mura carcerarie, è stata organizzata dalla Cooperativa Sociale "Nuovi Spazi". Il concerto prevede l’esecuzione di brani musicali da parte dei due gruppi presenti: i Viceversa e gli East Rodeo. Il primo, composto dai detenuti ospiti del penitenziario, è coordinato dal maestro di musica Luca Bellan. Il secondo gruppo è, invece, una band esterna formata da ragazzi croati, che si esibiranno gratuitamente con pezzi di folk-rock balcanico.

Pordenone: sovraffollamento discusso in Consiglio provinciale

 

Il Gazzettino, 23 marzo 2005

 

Cambio di sede per la riunione del consiglio provinciale di domani, ma sulla scena dell’ex chiesa di San Gregorio a Sacile gli stessi problemi. Uno spostamento reso necessario a causa di alcuni lavori di completamento della sala consiliare, mentre ancora una volta la maggioranza di Elio De Anna dovrà fare i conti dei propri consiglieri prima di assicurarsi il numero legale.

Una sorta di appuntamento al buio, dal momento che fino alla conta delle presenze non si saprà chi prenderà parte alla riunione, a cui la maggioranza del Polo delle Libertà ha da tempo abituato il consiglio. Nel frattempo l’opposizione non nasconde le proprie perplessità e chiede chiarezza, confermando che attenderà la riunione di domani per prendere eventuali provvedimenti. Una situazione tranquilla e stagnante, come è stata definita dalla minoranza, su cui nessuno azzarda previsioni. "È necessario dare una spinta decisa ha precisato Sergio Zaia (Gruppo Misto) affinché la maggioranza si ricompatti.

Se questo non dovesse succedere ha aggiunto non esiteremo a proporre una mozione di sfiducia". C’è anche chi come il capogruppo della Margherita, Annamaria Poggioli, punta il dito sulle procedure con cui vengono portati avanti i lavori. "Chiediamo una certa serietà e puntualità nel condurre gli impegni amministrativi. Per non parlare delle commissioni, non tutte ancora formate ha aggiunto , le quali dovrebbero garantire la democrazia nella gestione delle attività dell’ente". Posizioni condivise pure dal capogruppo dei Democratici di sinistra, Luigi Bortolussi, secondo cui "non si può andare avanti in questo modo".

All’ordine del giorno della seduta di domani diverse questioni. Tra le più importanti, l’interpellanza del consigliere Luciano Piccolo (Cittadini per il Presidente), in merito allo stato d’attuazione del progetto della circonvallazione di San Vito. L’opposizione riunita presenterà inoltre una mozione d’ordine relativa al problema del carcere cittadino. "Chiederemo a De Anna ha spiegato Zaia che solleciti chi di competenza per risolvere l’annoso problema della casa circondariale". "Vogliamo sapere ha aggiunto Poggioli quali sono le possibili soluzioni ai problemi di sovraffollamento e recupero degli stabili ormai disastrati". Stefania Del Zotto

 

 

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