Rassegna stampa 8 luglio

 

Giustizia: nasce il Forum per la tutela della salute dei detenuti

 

Vita, 8 luglio 2005

 

Garantire il diritto alla salute dei detenuti nelle carceri italiane a tutti i livelli, favorendo l’applicazione della legge di riordino della medicina penitenziaria e il trasferimento delle sue competenze ai Servizi sanitari regionali: questi gli scopi del neonato Forum nazionale per la tutela della salute dei detenuti, che ha sede presso l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio. Il nuovo organismo è presieduto da Leda Colombini, presidente dell’associazione di volontariato "A Roma Insieme" e responsabile delle politiche sociali di Legautonomie locali Nazionale. Vice presidenti sono Lillo Di Mauro, della Consulta penitenziaria del Comune di Roma, Ornella Favero, della redazione di Ristretti Orizzonti, e Sandro Quaglia, vice segretario nazionale del Sindacato autonomo infermieri. Segretario del Forum è invece Rosario Variale, dell’Ufficio del garante regionale dei diritti dei detenuti.

Alla prima riunione del Forum hanno partecipato rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali, delle associazioni di volontariato, dei sindacati e degli ordini professionali provenienti da tutta Italia. Il Decreto 230/99 dispone il passaggio della competenza sulla salute dei detenuti e sulla sanità penitenziaria dal ministro della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, al Ministero della Sanità, alle Regioni, alle Asl e alle Autonomie Locali: "ciò - spiegano i componenti del Forum - sta avvenendo molto a rilento, come testimoniano i casi di malasanità all’interno degli istituti di reclusione".

"La sanità penitenziaria - ha detto Leda Colombini - è rimasta ai margini del rinnovamento: mentre il Servizio Sanitario Nazionale ha fatto passi da gigante nella ricerca clinica, farmacologica, nella diagnostica e nella terapia, per la medicina penitenziaria questo non è accaduto. Il danno è vistoso in quanto il sistema sanitario penitenziario è carente in tutte le sue parti perché fondato su una miriade di rapporti convenzionali incerti e burocratici per chi dietro le sbarre ha bisogno di cure tempestive ed efficaci". Compito del Forum sarà quello di monitorare quanto avviene in ambito sanitario nelle carceri italiane e di fungere da organo di sensibilizzazione e di pressione politica presso il governo, i ministeri della Giustizia e della Salute e gli Enti locali, per "l’effettivo trasferimento delle competenze dalla medicina penitenziaria al Sistema sanitario regionale e la piena parità di trattamento tra detenuti e liberi cittadini, cuore della riforma del 1999"

Consiglio d’Europa richiama l'Italia: più rispetto diritti detenuti

 

Adnkronos, 8 luglio 2005

 

Maggiore rispetto per i diritti dei detenuti ed in particolare della loro corrispondenza: questo il richiamo inviato all’Italia dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. In una risoluzione interinale sull’esecuzione da parte di Roma di tre sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, l’organizzazione con sede a Strasburgo sottolinea "l’inefficacia - si legge in un comunicato - della protezione giudiziaria sul controllo della corrispondenza dei detenuti ed altre limitazioni dei loro diritti". Il Comitato ha chiesto a Roma di adottare "rapidamente i provvedimenti necessari, legislativi e non - prosegue la nota - per assicurare un controllo giudiziario veloce ed efficace delle decisioni che impongono restrizioni ai diritti dei detenuti". La "sistematica violazione, da parte dei tribunali nazionali, dei termini temporali che la legge prevede per l’esame dei ricorsi ha praticamente vanificato l’impatto del controllo giudiziario sui diritti dei detenuti" ha ricordato il Consiglio, prendendo comunque atto "della riflessione in corso in Italia, volta a trovare soluzioni conformi alle sentenze della Corte".

Castelli: grande sforzo per fronteggiare sovraffollamento

 

Agi, 8 luglio 2005

 

"Il governo e l’amministrazione penitenziaria stanno facendo un grande sforzo per fronteggiare l’aumento costante e significativo della popolazione penitenziaria. Nel ‘96, c’erano circa 45mila detenuti, 55mila nel 2001, oggi sfioriamo i 60mila. Ecco quindi la necessità di nuove strutture, che garantiscano la dignità al detenuto". Lo ha detto il ministro della Giustizia Roberto Castelli inaugurando a Perugia il nuovo carcere che sorge in Località Capanne a circa 10 chilometri dal capoluogo, con più sezioni di cui quella maschile per 200 posti (diventeranno 400 ad ultimazione dei lavori) e quella femminile con 70 posti con un nido al piano terra per i bimbi delle recluse che potranno rimanere con le loro mamme sino a 3 anni massimo.

Il complesso che sorge su un’area di 40 ettari di cui 17 risultano edificati e 23 ettari di aree verdi, ha la possibilità di realizzare una "azienda agricola" di 12 ettari, per orticoltura con tunnel a freddo, 4,3 ettari a piantagione a ulivi, 2,5 a frutteto ed anche una zona destinata a coltivazioni autoctone e l’apicoltura. Il complesso ha due chiese: una per il maschile e l’altra per il femminile, palestra, campo sportivo, la biblioteca il cortile passeggi (con un innovativo sistema a reticolo che permette ai detenuti di vedere all’esterno le aree verdi e il piccolo paese di Agello), laboratori.

Castelli ha la necessità di costruire nuovi istituti e di modernizzare quelli vecchi, proprio per l’aumento di detenuti, "lievitati in pochi mesi - ha aggiunto - di 3000 unità. Già nel 2001 avevamo introdotto nella Bossi-Fini, una norma quella del rimpatrio in stato di libertà di quei detenuti extracomunitari condannati a pene fino a due anni; la norma ha funzionato. Rimpatriamo circa 100 detenuti al mese e ciò ha consentito di avvicinarsi a 3000 unità che sono significativi perché la tollerabilità degli istituti è 62 mila: noi siamo vicini a 60 mila e quindi queste 3mila unità in meno sono la differenza tra una situazione tollerabile e intollerabile."

Russia: emergenza hiv; senzatetto e detenuti i più a rischio

 

Le Scienze, 8 luglio 2005

 

I tassi di infezione da HIV nei gruppi più vulnerabili a Mosca potrebbero essere da 30 a 120 volte maggiori di quelli nella popolazione generale della Federazione Russa. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista "The Lancet".

Un gruppo di ricercatori negli Stati Uniti ha scoperto elevati tassi di infezione da HIV e di infezioni sessualmente trasmesse negli adulti senza fissa dimora e nei detenuti dei riformatori e delle carceri preventive, soprattutto per quanto riguarda le donne. Nella Federazione Russia, i tassi di infezione da HIV-1 e altre infezioni sessualmente trasmesse stanno crescendo rapidamente. I tassi maggiori si osservano nelle città più grandi, come Mosca, dove stanno diffondendosi in fretta dai gruppi a maggior rischio, come i tossicodipendenti e chi lavora nel mercato del sesso, alla popolazione eterosessuale.

Anna Shakarishvilli del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta e colleghi hanno quantificato la prevalenza delle infezioni in alcuni gruppi di Mosca. Fra il gennaio 2001 e l’aprile 2002, i ricercatori hanno esaminato 200 ragazze e 200 ragazzi in un riformatorio giovanile, 202 donne e 200 uomini in un centro di accoglienza per senzatetto, e 200 donne (160 delle quali prostitute) e 60 uomini in un carcere preventivo. Hanno trovato almeno un’infezione batterica trasmessa sessualmente in 97 ragazze del riformatorio, in 120 donne del carcere e in 133 donne del centro di accoglienza. Si tratta di percentuali molto superiori rispetto alla media nazionale.

Catanzaro: stato di agitazione del personale delle carceri

 

Giornale di Calabria, 8 luglio 2005

 

Lo stato di agitazione del personale penitenziario operante in Calabria è stato proclamato dal coordinamento regionale della Uil-Pa. La decisione è stata comunicata in una lettera inviata al provveditore regionale, Paolo Quattrone, e per conoscenza al ministro Roberto Castelli ed al capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tinebra. "Il sistema penitenziario - ha sostenuto il segretario nazionale della Uil-Pa penitenziari, Gennarino De Fazio - attraversa uno stato di crisi senza soluzioni. L’amministrazione penitenziaria, a tutti i livelli, non è riuscita a garantire un’organizzazione al passo con i tempi, una gestione omogenea ed imparziale del personale. La sorda chiusura al confronto del ministro Castelli in tema di organici e una constatata riluttanza al dialogo con le organizzazioni sindacali ha finito per paralizzare ogni iniziativa tesa a fare uscire dall’emergenza il sistema. Il sovraffollamento degli istituti determina carichi di lavoro insopportabili e, soprattutto, l’esigenza di reperire nuove strutture dove ospitare la popolazione detenuta".

Immigrazione: la chiusura dei Cpt fa continua a fare discutere

 

Redattore Sociale, 8 luglio 2005

 

Fanno ancora discutere le affermazioni rilasciate dall’ex-ministro dell’interno Giorgio Napolitano in un’intervista al Corriere della Sera, in cui il firmatario della legge sull’immigrazione Turco-Napolitano del 1998 (che istituì i centri di permanenza temporanea) ha specificato che i cpt sono stati necessari per entrare nello spazio Schengen e non sono "lager", definendo "irresponsabile" chiunque chieda la loro chiusura.

"Occorre contrastare l’immigrazione clandestina ed il traffico di esseri umani", ha detto Napolitano, e sulla stessa linea gli ha fatto eco il Ministro Pisanu da Evian (Francia), dove con i ministri dei G5 stava mettendo a punto gli accordi per coordinare la lotta all’immigrazione clandestina in Europa: "Fanno solo demagogia - ha affermato il ministro -. Aspetto di sentire cosa diranno le regioni ma se il presupposto è che i cpt vanno chiusi allora non c’è nulla da discutere".

E da discutere ne avranno per tutta la mattina di lunedì 11 Luglio a Bari le Regioni che hanno aderito al Forum nazionale per la chiusura dei Centri di Permanenza Temporanei destinati agli immigrati clandestini. L’iniziativa, nata da una proposta del Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e rivolta ai colleghi delle altre Regioni d’Italia, definirà un documento comune sulla posizione degli enti regionali in merito ai Cpt sul loro territorio, da presentare al Governo nazionale e al Parlamento Europeo. Finora hanno aderito 12 Regioni: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna. Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata e Calabria. Al Forum parteciperanno anche associazioni, movimenti e organizzazioni non governative che si occupano in tutta Italia e all’estero dei problemi legati ai flussi migratori verso il nostro Paese. Al momento sono circa 40 le adesioni ufficiali, ma il numero è destinato a crescere di ora in ora.

Aspettando Bari arrivano anche le dichiarazioni di Manconi, responsabile Ds per i diritti civili, che paragona i Cpt alle carceri: "Se riteniamo che nella maggioranza dei casi si tratta di persone responsabili solo esclusivamente di un illecito amministrativo, qualunque cosa rassomigli ad un carcere è oltre che disumano, palesemente incostituzionale."

Sergio Briguglio, profondo conoscitore del fenomeno immigrazione in Italia, ha scritto una lettera pubblica a Nichi Vendola, smentendo le affermazioni di Napolitano su Schengen e rilanciando una proposta alternativa che riveda tutto l’impianto che soggiace al Testo Unico sull’Immigrazione e di cui dovrà farsi carico anche il Forum di Bari.

I cpt sono stati istituiti nel 1998 con la legge Turco-Napolitano, modificata nel 2002 dalla Bossi-Fini. Secondo la Corte dei Conti nel 2004 sono stati spesi dalle casse dello Stato 115.467.000 euro (320.000 al giorno) per il contrasto dell’immigrazione clandestina. In un anno 80.000 stranieri irregolari espulsi, di cui 45.000 effettivamente accompagnati alla frontiera. Il 67% dei cittadini stranieri irregolari, cosiddetti clandestini, sono entrati legalmente e a vario titolo in Italia, e rimasti dopo la scadenza del permesso di soggiorno o del visto. La legge attuale prevede il rilascio del Permesso di Soggiorno per motivo di lavoro solo su chiamata nominativa dall’esterno all’interno dei tetti massimi delle quote annuali per paese di provenienza emanate con il Decreto Flussi. (Gabriele Del Grande)

Immigrazione: Casarini; amnistia per immigrati "detenuti"

 

Asca, 8 luglio 2005

 

"Siamo in presenza di una fase nuova del Cpt dove le battaglie e le rivolte dei migranti hanno un grande ruolo. Per questo chiediamo l’amnistia per i reati commessi dentro e fuori queste vergogne istituzionali". Lo ha detto Luca Casarini, leader dei Disobbedienti, a proposito dei Centri permanenza temporanea (Cpt), presentando a Trieste la Carovana no-Cpt che partirà domenica sera dal porto vecchio di Trieste per raggiungere Bari, dove l’11 luglio è in programma il Forum Nazionale promosso da Nichi Vendola, presidente della Puglia, a cui hanno aderito dodici presidenti di regione, tra cui Riccardo Illy.

La presentazione di Trieste è stata organizzata dal gruppo Verdi in Regione. "Per noi - ha affermato il consigliere Alessandro Metz - è positivo che dodici presidenti di regione chiedano la chiusura dei Cpt e parlino dell’ apertura delle frontiere ma non vogliamo - ha proseguito che resti una manovra elettorale. Questa battaglia deve diventare parte integrante del programma politico del centro sinistra".

Giustizia: il nuovo diritto di difesa della vittima di un furto

 

Altalex, 8 luglio 2005

 

Tra breve potrà non rischierà più il carcere per eccesso di difesa chi sparerà a un ladro armato entrato in casa o nel suo negozio. Lo prevede un ddl approvato al Senato il 6 luglio, che modifica l’articolo 53 del codice penale. Questo prevede che sia considerata legittima difesa solo l’azione proporzionata alla minaccia. La nuova norma, invece, stabilisce che la vittima di un furto, di una rapina e di una minaccia può reagire "per tutelare la propria incolumità" e quella dei propri cari in casa, nel suo studio professionale o nel negozio. Il ddl passa ora all’esame di Montecitorio. (08 luglio 2005)

 

Ddl Senato 1899 - Modifica all’articolo 52 del codice penale

in materia di diritto all’autotutela in un privato domicilio

 

Art. 1.

(Diritto all’autotutela in un privato domicilio)

 

1. All’articolo 52 del codice penale sono aggiunti i seguenti commi:

"Nei casi previsti dall’articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere:

a) la propria o altrui incolumità;

b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.

La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale".

Milano: sovraffollamento, poco personale, strutture fatiscenti

 

Redattore Sociale, 8 luglio 2005

 

Sovraffollamento, carenza di personale, strutture fatiscenti. Il consigliere regionale Mario Agostinelli (Rifondazione comunista) interviene sulla condizione delle carceri lombarde: "Martedì scorso sono entrato a San Vittore e ho visitato il raggio dei tossicodipendenti. Ho trovato un affollamento spaventoso e condizioni igieniche tragiche".

Sgabelli accatastati, quattro persone per cella, niente servizi igienici: la situazione del raggio dei tossicodipendenti a San Vittore ha colpito Mario Agostinelli: "Anche la polizia penitenziaria, che ha dimostrato una grande disponibilità umana, si rende conto di questa emergenza gravissima e denunciabile, cui cerca di sopperire anche con il rapporto personale con i detenuti. In seguito, parlando con la psicologa e la direttrice del carcere, è emersa la necessità di un intervento della politica: io credo che il grado di civiltà di una comunità si veda dallo stato delle sue carceri. Che ricordo avranno dell’Italia gli immigrati tossicodipendenti o incarcerati per piccoli furti?".

Secondo Agostinelli, è importante che la politica entri nel mondo del carcere per affrontare tre nodi principali, a cominciare dall’emergenza del sovraffollamento. "Bisogna affrontarne le cause - dice il consigliere -: ad esempio, sono sempre di più gli extracomunitari che affollano le carceri e che non possono uscire agli arresti domiciliari perché non hanno una casa e magari diventano preda di cosche che li ricattano". Altra questione delicata è la carenza di personale: "Gli stessi secondini dicono che anche per loro è un inferno venire a lavorare a Milano - racconta Agostinelli -. Le case sono carissime e non possono portare le loro famiglie, per cui sono costretti a fare gli straordinari per andare tornare qualche giorno dai loro cari. Inoltre, bisogna fare in modo che le misure di rieducazione funzionino: ci sono 22 educatori in tutta la Lombardia, mentre ne occorrerebbero 118, oltre a 1.000 persone in più in forza alla polizia penitenziaria". Dal punto di vista costruttivo, poi, secondo Agostinelli andrebbero ristrutturate le attuali strutture carcerarie, "ma senza costruirne di nuove, perché il carcere deve puntare alla rieducazione - dice il consigliere -. Se si mettono le persone in una specie di lager, non si sentono parte della società".

Dal punto di vista politico, Agostinelli chiede al consiglio regionale di "rimettere in gioco la Commissione regionale per le carceri, attiva nella precedente legislatura e non ancora istituita nella nuova e di avviare una proposta per gli educatori", insieme alla riqualificazione dei poteri del Difensore civico: "Vogliamo che si attivi anche sui problemi dei carcerati", dice Agostinelli. Un’istanza contenuta anche nella Legge per la tutela delle persone ristrette (legge regionale 148, approvata l’8 febbraio 2005; ndr) che, conclude il consigliere, "ancora non è stata applicata".

Cagliari: corso di informatica e libri per 10 detenute

 

Redattore Sociale, 8 luglio 2005

 

Ha preso ufficialmente avvio un corso d’informatica per 10 detenute del carcere cagliaritano di Buoncammino. Il corso, promosso dall’assessorato regionale al Lavoro, si svolge in un’aula informatica predisposta nel carcere. A richiederlo erano state le stesse detenute in occasione di una visita dell’assessore Maddalena Salerno a Buoncammino, l’8 marzo scorso, giornata della donna, quando avevano ricevuto una copia della Guida "Donna & Lavoro" realizzata dall’assessorato e dall’Agenzia regionale del Lavoro.

All’organizzazione del corso hanno collaborato il Centro regionale di formazione professionale, il provveditorato e il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Lo seguiranno anche sei extracomunitarie, per la durata di 150 ore. La struttura modulare consentirà alle donne che non hanno la possibilità di frequentare il corso per il monte ore complessivo di maturare un attestato del livello di apprendimento raggiunto. L’obiettivo è offrire una possibilità di accesso e di utilizzo del mezzo tecnologico informatico, per migliorare l’occupazione e le opportunità di reinserimento sociale e lavorativo delle donne detenute. L’assessorato, sempre assecondando le richieste delle detenute, ha anche favorito la donazione di libri alla biblioteca del carcere.

Giustizia: sanità penitenziaria rimasta ai margini del rinnovamento

 

Redattore Sociale, 8 luglio 2005

 

Garantire il diritto alla salute dei detenuti nelle carceri italiane a tutti i livelli, favorendo l’applicazione della legge di riordino della medicina penitenziaria e il trasferimento delle sue competenze ai Servizi Sanitari Regioni (d.Lgs 230/99). Sono questi gli scopi del neonato "Forum nazionale per la tutela della salute dei detenuti", che ha sede presso l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Lazio. Il nuovo organismo è presieduto da Leda Colombini (presidente dell’Associazione di volontariato "A Roma Insieme" e responsabile delle politiche sociali di Legautonomie locali Nazionale). Vice presidenti sono Lillo Di Mauro (Consulta penitenziaria del comune di Roma), Ornella Favero (della redazione di Ristretti Orizzonti) e Sandro Quaglia (vice segretario nazionale del Sindacato autonomo infermieri). Rosario Variale (Ufficio del garante regionale dei diritti dei detenuti), è il segretario.

Alla prima riunione hanno partecipato rappresentati delle regioni e degli enti locali, delle associazioni di volontariato, dei sindacati e degli ordini professionali provenienti da tutta Italia. Il Decreto 230/99 dispone il passaggio della competenza sulla salute dei detenuti e sulla sanità penitenziaria dal ministro della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, al Ministero della Sanità, alle Regioni, alle Asl e alle Autonomie Locali. "Ciò sta avvenendo molto a rilento è stato affermato in sede di presentazione -, come testimoniano i casi di malasanità all’interno degli istituti di reclusione.

"La sanità penitenziaria è rimasta ai margini del rinnovamento - ha detto la presidente del Forum, Leda Colombini -. Mentre il Servizio Sanitario Nazionale ha fatto passi da gigante nella ricerca clinica, farmacologica, nella diagnostica e nella terapia, per la medicina penitenziaria questo non è accaduto. Il danno è vistoso in quanto il sistema sanitario penitenziario è carente in tutte le sue parti perché fondato su una miriade di rapporti convenzionali incerti e burocratici per chi dietro le sbarre ha bisogno di cure tempestive ed efficaci".

Compito del Forum sarà di monitorare quanto avviene, in ambito sanitario, nelle carceri italiane e di fungere da organo di sensibilizzazione e di pressione politica presso il governo, i ministeri della Giustizia e della Salute, e gli enti locali per l?effettivo trasferimento delle competenze dalla medicina penitenziaria al Sistema sanitario regionale e la piena parità di trattamento tra detenuti e liberi cittadini, cuore della riforma del 1999.

Viterbo: operativo il reparto - detenuti all’Ospedale Belcolle

 

Asca, 8 luglio 2005

 

La Giunta Regionale del Lazio, nella riunione di questa mattina ha dato il via libera all’assunzione di 17 persone presso l’ospedale di Belcolle di Viterbo da destinare a un apposito reparto detenuti, che potrà così cominciare in breve tempo a funzionare. La sezione detta di "degenza protetta", che prevede 16 posti letto, è infatti già allestita e per entrare in attività attendeva solo la dotazione organica di personale; la Giunta quindi oggi ha sbloccato le assunzioni di 4 dirigenti medici e di 13 Collaboratori Professionali Sanitari - Infermieri, di cui uno esperto.

"Così si pone fine a un’attesa che si protraeva da troppo tempo", ha detto il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, "e finalmente anche per i detenuti sarà possibile essere curati in condizioni conformi agli standard sanitari correnti". Anche per l’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia il via libera al nuovo reparto "è un importante passo avanti per l’organizzazione ospedaliera del Lazio, un segno dell’attenzione di questa amministrazione per i problemi di tutti i cittadini, nessuno escluso".

Como: teatro; Moni Ovadia incontra i detenuti del Bassone

 

Provincia di Como, 8 luglio 2005

 

Non un palco ma la biblioteca di un carcere, il Bassone di Como. Questa l’insolita ambientazione in cui si è trovato ieri Moni Ovadia, il notissimo "cantastorie yiddish", che il pubblico conosce per spettacoli importanti come Oylem Goylem o Ballata di fine millennio o ancora Il violinista sul tetto. Invitato dai responsabili della casa circondariale, l’artista ha incontrato ieri, per una chiacchierata informale, un gruppo di detenuti della struttura, che ha scelto di lavorare nella biblioteca del carcere. Proprio sui libri e sull’importanza della lettura ha puntato Ovadia. "Chi legge - ha affermato - può diventare migliore, perché i libri sono il carburante del cervello".

Ha poi citato i libri fondamentali della storia come la Bibbia, il Vangelo e il Corano, che, ha detto, "ha modificato la storia per un quinto degli esseri umani". Ovadia poi non si è fatto pregare e accompagnandosi con una semplice chitarra, ha intonato dei salmi di Davide. A proposito di questa figura biblica ha anche detto: "Davide, che è uno dei grandi dell’umanità, fu in realtà ignobile quando mandò a morire il marito di Betsabea. Se fosse stato punibile, lo avrebbero sbattuto in prigione fino alla fine dei suoi giorni. È la dimostrazione che tutti possono risalire la china e diventare grandi". Sul perché di questa visita, Moni Ovadia ha detto. "Lo faccio soprattutto per me. Chi sa leggere nelle pieghe del destino, sa che è solo un caso che non sia lui stesso ad essere al posto dei carcerati. Venire qui è una lezione di modestia che ci fa misurare con noi stessi".

Giustizia: salva-Previti; perplessità di AN, anche FI ci ripensa

 

Il Giornale di Vicenza, 8 luglio 2005

 

Continuano i dissensi nella maggioranza sul fronte giustizia. Dopo che ieri mattina il sottosegretario alla Giustizia Luigi Vitali aveva annunciato che il testo alla proposta di legge "ex Cirielli", ribattezzata dall’opposizione come "salva-Previti", sarebbe passato probabilmente così come era stato licenziato dalla Camera - cioè senza modifiche - e sarebbe quindi andato avanti "come un treno", An ha presentato dieci emendamenti per dire no alla "prescrizione-facile".

Le proposte di modifica, firmate dai senatori Luigi Bobbio e Roberto Salerno, sono state presentate perché, ha spiegato Bobbio, "puntiamo a migliorare il provvedimento. Ci sono alcuni punti che necessariamente dovranno essere ritoccati". Anche il capogruppo di An al Senato Domenico Nania ha confermato che An ha intenzione di presentare molte proposte di modifica: "Noi cercheremo di lavorare - ha risposto - per migliorare il più possibile questo testo". Più tardi, persino FI, con il senatore Guido Ziccone, ha presentato a Palazzo Madama una decina di emendamenti sulla prescrizione. Dal canto suo, l’Unione è partita all’attacco presentando sette questioni pregiudiziali, che però sono state bocciate tutte dalla maggioranza.

"La bocciatura delle eccezioni sollevate dall’opposizione - ha dichiarato Vitali - dimostra che si trattava soltanto di posizioni strumentali e pretestuose. Il responsabile giustizia dei Ds, Massimo Brutti - ha proseguito il sottosegretario - ha detto che si prescriveranno con la "ex-Cirielli" circa 200 mila processi, ma vorrei ricordare che nel 2004 con la normativa vigente di processi se ne sono prescritti 180 mila e non mi è sembrato di leggere dichiarazioni scandalizzate ne di Brutti, ne di chiunque altro dell’opposizione". Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ha rilevato: "C’è qualcuno in An che finalmente ha una crisi di coscienza".

Informazione: domani con il Foglio l’inserto "Radio Carcere"

 

Comunicato stampa, 8 luglio 2005

 

Domani, sabato 9 luglio, con il Foglio l’inserto "Radio Carcere", quindicinale sulla giustizia penale e il carcere. In questo numero: La contumacia: il sistema oggi delle notificazioni garantisce realmente all’imputato la conoscenza effettiva del suo processo?; Si può dire "giusto" un processo che non garantisca la presenza effettiva dell’imputato al processo?; A queste ed ad altre domande sarà dedicato l’editoriale del Cons. Giorgio Lattanzi, giudice della Corte di Cassazione; Sempre la contumacia, ma da una prospettiva diversa, sarà il tema dell’editoriale scritto dall’avv. Cesare Placanica; Sul fronte delle carceri: continua l’indagine di Radio Carcere sulle singole realtà carcerarie italiane; In questo numero due carceri: quello Canton Mombello di Brescia e quello di Verziano; Due strutture tanto vicine nella distanza ma tanto lontane nel rispetto della legge; Il primo improbabile e illegale, l’altro possibile e giusto. "Carceri nuove o carceri giuste?" A questo tema è dedicato l’editoriale del Cons. Sebastiano Ardita, direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dap. E poi lo spazio dedicato alle lettere scritte dalle persone detenute a Radio Carcere.

 

 

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