Rassegna stampa 24 dicembre

 

Quelle promesse dimenticate in cella, di Sergio Segio

 

La Repubblica, 24 dicembre 2005

 

Nel 2002, davanti al Parlamento riunito, il Papa chiese alle forze politiche clemenza, ma anche coerenza. Riscosse lunghi e ripetuti applausi ma nessuna vera attenzione. Entrambi i richiami sono rimasti inevasi. Da 15 anni il carcere non vede amnistie e neppure riforme. Le poche leggi capaci di dare sollievo alla emergenza umanitaria che si vive nelle celle, emanate nella scorsa legislatura, sono rimaste inapplicate: nuovo regolamento penitenziario, scarcerazione delle detenute madri e dei bambini, passaggio al sistema sanitario nazionale, incentivi a fornire lavoro ai detenuti, scarcerazione dei malati gravi. Come tante altre, sono rimaste lettera morta. Così che si può dire – si deve dire, e occorre sapere – che oggi il carcere è illegale. Oggi c’è un’amnistia nascosta e strisciante che riguarda chi può garantirsi difese efficaci e lungaggini processuali (221.880 beneficiari nel solo 2004, 865.073 negli ultimi 5 anni) e pene lunghe e certe per i non abbienti, spesso colpevoli di piccoli reati dovuti alla marginalità sociale (e – va detto – anche alla mancanza di politiche sociali adeguate). Per recuperare umanità, efficienza, legalità, per dare finalmente vita a vere e profonde riforme del sistema penale e penitenziario, è diventata improcrastinabile una precondizione. Quella stessa invocata dal Papa, dalle associazioni e dalle forze sociali nell’anno del Giubileo: un provvedimento di amnistia e di indulto, magari accompagnato da quel "piano Marshall" di sostegno al reinserimento sociale e lavorativo che avevamo proposto anni fa e che è unica vera garanzia di rottura della spirale della recidiva e dunque di maggior sicurezza per tutti i cittadini.Per questo, come volontari, associazioni, sindacati, cittadini manifesteremo la mattina di Natale a Milano (e in numerose altre città). Per chiedere attenzioni sincere e riforme vere, ribadendo le parole del cardinale Tettamanzi sulle necessità di un provvedimento di clemenza e sul rischio delle strumentalizzazioni politiche. Per dire che le carceri sono un problema di tutti e renderle umane e dignitose è una responsabilità che la politica deve finalmente assumersi, senza ping-pong e parole vuote. Per questo terremo un presidio la mattina di Natale: non davanti a San Vittore, come avremmo voluto e come la questura ha invece negato, ma dietro il carcere, in piazza Aquileia, dalle 10 in avanti. Un modo per essere vicini a detenuti e operatori e alle loro famiglie. Per dire buon Natale ai buoni e ai cattivi, ai bisognosi e ai distratti.

Amnistia: seduta il 27 alla Camera, ma Fini è contrario

 

Il Messaggero, 24 dicembre 2005

 

"Sono da sempre favorevole ad un’amnistia e ritengo assolutamente non sufficiente l’indultino approvato dal Parlamento in questa legislatura". Il premier Silvio Berlusconi apre all’ipotesi di un atto di clemenza, tornata di attualità dopo il "digiuno di dialogo" di Marco Pannella e la raccolta di firme portata avanti dal Dl Roberto Giachetti per una seduta straordinaria della Camera sulla questione. Esulta la Rosa nel pugno, che ora però attende il premier alla prova dei fatti. "Sono assolutamente lieto delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi - dice Marco Pannella - ora stiamo a vedere i fatti augurandoci che sia coerente e abbia davvero la forza di far valere la sua linea".

Ma da An arriva immediato un brusco stop. "Sono personalmente contrario all’amnistia - afferma il vice premier Gianfranco Fini - servono politiche per fare in modo che chi sbaglia paghi". Il ministro della Giustizia Roberto Castelli, invece, non prende posizione (anche se è nota la contrarietà della Lega sul provvedimento) e fa sapere che si rimetterà alle decisioni del Parlamento. Ma, in visita al carcere di Regina Coeli, lancia un monito alle forze politiche: "La raccomandazione che faccio sempre - avverte - è di non illudere le aspettative dei detenuti".

Intanto il giorno di Natale si terrà a Roma, da Castel Sant’Angelo al Quirinale, la marcia promossa dai Radicali ("una proposta - fa rilevare il leader dello Sdi Enrico Boselli - intorno alla quale si sta concentrando un grande consenso") per chiedere il provvedimento di indulgenza, e il 27 dicembre si terrà una seduta straordinaria del Parlamento nella quale ogni gruppo dovrà dire la propria su amnistia e indulto, dato che, dal 1990, per approvare provvedimenti di questo tipo serve la maggioranza qualificata. La decisione di convocare l’Assemblea durante le feste arriva dopo una lunga riunione dei capigruppo per esaminare la richiesta sottoscritta, come da regolamento, da un terzo dei deputati. La Margherita prova a mediare, forse anche per far rientrare la contrarietà dei Ds il cui capogruppo, Luciano Violante in un editoriale sull’Unità fa sapere di essere contro l’amnistia e per l’indulto soprattutto in un momento delicato come questo con la vicenda degli scandali bancari. Alla fine, però, non passa la proposta di mediazione di Renzo Lusetti, il quale aveva chiesto che, dopo una riunione della commissione Giustizia (nella quale sono in discussione alcune pdl su provvedimenti di clemenza) e una relazione del Guardasigilli, l’amnistia e l’indulto venissero calendarizzati per l’Aula il 24 gennaio. Quindi si decide per la seduta straordinaria. La decisione della capigruppo passa grazie al sostegno di Dl, Prc, Verdi e socialisti ma resta la contrarietà della Quercia. "Penso che sarà una discussione inutile - osserva Violante - perché in quella sede non si deciderà nulla".

Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini esce dalla riunione con una dichiarazione che suona come una sfida: la seduta straordinaria è "un atto di serietà al quale - dice - sono convinto seguiranno atti altrettanto seri da parte dei proponenti". Come a dire: vediamo se chi ha insistito per tornare in Aula durante le vacanze sarà abbastanza coerente da presentarsi il 27 interrompendo le vacanze. Più esplicito Giovanardi: "Sono curioso di vedere quanti saranno i parlamentari che parteciperanno a questa sterile seduta nel pieno delle feste natalizie", dice irritato il ministro per i rapporti con il Parlamento. E racconta che Casini ha cercato fino all’ultimo di far passare la mediazione di Lusetti. Ma dato, che chi aveva raccolto le firme ha insistito per "un dibattito del tutto teorico che non fa avanzare di un passo l’iter", fa capire che Casini non ha voluto correre il rischio che qualcuno lo accusasse di insensibilità nei confronti di una richiesta venuta da un terzo dei deputati.I Verdi raccolgono la sfida e la girano al presidente del Consiglio: "Berlusconi una volta tanto sia coerente e il 27 si presenti in Aula con i suoi ministri". Nell’Unione, però, la linea sul provvedimento di clemenza di certo non potrà essere univoca. Ds e Dl si sono da tempo pronunciati solo a favore dell’indulto mentre l’Italia dei Valori di Antonio di Pietro è contraria a qualsiasi atto di clemenza.

Cosenza: Cara Iole... le bugie non si dicono!

 

Comunicato Stampa, 24 dicembre 2005

 

Cara on. Santelli sappiamo bene quanto le piace calcare le scene mediatiche, sappiamo bene che le sue visite nelle carceri calabresi sono sempre ricche di promesse ai detenuti siano essi maggiorenni o minorenni, sappiamo bene che Lei è un Onorevole Sottosegretario alla Giustizia. Sappiamo tutto questo. Quello che Lei non sa, probabilmente, è che i progetti culturali che vengono strutturati nelle carceri hanno dei promotori e dei partner. Probabilmente Lei non sa che si fanno percorsi che costano tempo e impegno a persone che quotidianamente condividono con i detenuti paure, speranze e sogni e cercano di trasformare i sogni in realtà e lo fanno senza nessun tornacontto ne economico né elettorale. Quello che non riusciamo a capire è come si possa avere la faccia tosta di presentare progetti promossi e realizzati da un Assessorato, da una cooperativa sociale e da un gruppo musicale senza che questi vengono assolutamente citati. Non che ci interessa fare passerelle! Il nostro è un impegno sociale che va dalla strada al carcere e viceversa.

Il progetto musicale, che è anche progetto di microcredito, Yaraia di Alie&Imad è stato realizzato, infatti, dall’Assessorato alle politiche sociali e dell’immigrazione della provincia di Cosenza, dalla coop. Sociale Interzona e dal gruppo musicale Konsentia, ma Lei questo non l’ha lasciato neanche trasparire nel suo comunicato stampa ne, tantomeno, si è degnata di informare i soggetti promotori che intendeva presentare il nostro progetto alla trasmissione di Costanzo, per fini chiaramente elettorali.

Alie&Imad, perché Lei forse non sa neanche che Alie Ajard canta assieme ad Imad, hanno debuttato il 13 luglio sul palco del Festival delle Invasioni a Cosenza che, ci consenta, è sicuramente un palcoscenico qualitativamente molto prestigioso sul quale si sono esibiti artisti del calibro di Patti Smith e Lou Reed, e il disco è stato presentato all’interno di Civitas Med (fiera mediterranea del terzo settore) il 6 novembre. Se non ci crede può consultare la rassegna stampa dei periodi in questione oppure, può chiedere al direttore dell’IPM che è sempre stato presente. Non è con passerelle mediatiche, comunicati falsi e tendenziosi e con promesse di improbabili tapis roulant che si vincono le elezioni e soprattutto non si risolve il problema delle carceri. Anche i ragazzi del minorile di via Paglia (Catanzaro) Le hanno risposto ciò che vorrebbero: amnistia, indulto e libertà! Non bugie.

 

Assessorato alle politiche sociali politiche dell’immigrazione – Provincia di Cosenza

Interzona – Cooperativa Sociale - Cosenza

Amnistia: Camera aperta a Natale, ma metà Parlamento è contrario

 

Liberazione, 24 dicembre 2005

 

 

Camera aperta per ferie. Si discute di carceri. Sì, proprio così. La Marcia di Natale a favore dell’amnistia - promossa dai Radicali e da un vasto arco di forze politiche e di organizzazioni - almeno un effetto lo ha ottenuto: la conferenza dei capigruppo ha deciso ieri, non senza mal di pancia bipartisan, che il dibattito sul provvedimento di clemenza, chiesto da più parti per dare un pò di sollievo ad un sistema carcerario vicino al collasso, si svolgerà martedì 27. Una seduta che avrà, comunque, solo un valore simbolico: si discuterà, le forze politiche diranno la loro in modo chiaro, ma non si prenderà alcuna decisione, anche se molti chiedono al premier Berlusconi di far seguire i fatti alle parole. Il presidente del consiglio, infatti, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, ha ribadito di essere "da sempre" favorevole all’amnistia. Insomma, ai detenuti italiani - 80 mila, stipati in celle che ne potrebbero ospitare la metà - per ora giungerà solo la solidarietà concreta di quanti parteciperanno alla Marcia di Natale. Il corteo partirà da Castel Sant’Angelo alle 10, per concludersi al Quirinale. All’appuntamento ci sarà il segretario del Prc Fausto Bertinotti. Ma hanno aderito all’iniziativa, tra gli altri, anche Luigi Manconi (Ds), don Mazzi, don Gallo, Giulio Andreotti, Rita Levi Montalcini, Vasco Rossi, Walter Veltroni. Non ci sarà, pare, Luciano Violante, che in più di un’occasione si è detto contrario all’amnistia perché "rischia di essere vissuta dall’opinione pubblica come un colpo di spugna". Presidi e manifestazioni, comunque, si svolgeranno anche in altre città: Torino, Padova, Avellino, Bari e Palermo. A Milano, la questura ha vietato il presidio davanti al carcere di San Vittore, imponendo agli organizzatori di spostarsi a Piazza Aquileia, alle spalle del penitenziario. Una decisione immotivata, che arriva proprio mentre crescono le adesioni, non ultima quella di Dario Fo.

Giustizia: occorre imboccare la strada della "decarcerizzazione"

 

Agenzia Radicale, 24 dicembre 2005

 

Esistono alternative a un sistema carcerario "criminale e criminogeno" che sembra non riuscire ad adempiere alla sua funzione costituzionale di reinserimento del detenuto nella società? Se lo è chiesto Marco Pannella, nell’ultima conversazione settimanale a Radio Radicale dedicata al tema dell’amnistia e alla marcia di Natale.

Occorre, secondo il leader radicale, "uno scatto di fantasia per superare l’attuale situazione e studiare se vi siano alternative all’attuale sistema carcerario". Il costo per la collettività di ben 60 mila detenuti è un problema che bisogna porsi. La maggior parte di loro una volta usciti dal carcere non ha altra alternativa se non quella di tornare a delinquere, e così, in un circolo vizioso, finiscono con il tornare in carcere.

Dunque, il carcere come istituzione non funziona. Bisogna spezzare il circolo vizioso. Magari studiando la fattibilità di "un reddito di reinserimento simile a quello previsto per i disoccupati in alcune forme di Welfare".

È una proposta che "occorre valutare, studiare, innanzitutto raccogliendo dati, cifre, e partire da qui: i costi, i benefici, i danni". Non solo uno "stipendio" che potrebbe riguardare forse il 30% dei detenuti, ma anche altre forme di "decarcerizzazione". Sull’insegnamento di Ernesto Rossi, occorre cercare alternative concrete per evitare che chi finisce in carcere torni nuovamente a delinquere.

Al III Congresso italiano del Partito Radicale, nel febbraio 1991, Sergio D’Elia indicava la strada della "decarcerizzazione" richiamandosi alla dottrina abolizionista del carcere. Il carcere non riesce ad assolvere la funzione "rieducativa e risocializzante" fissata dalla Costituzione a causa della struttura e della concezione su cui si fonda, che sono in contraddizione con la sua funzione e non gli consentono di "superare" il suo "milieu criminogeno": "Il carcere rimane la migliore scuola del delitto e i detenuti quelle persone che quando stanno dentro fanno di tutto per uscire e quando sono fuori fanno di tutto per rientrare".

Nella sua relazione d’Elia cita l’abolizionista Marie Andrèe Bertrand, secondo cui occorre affermare "una visione minimalista della repressione penale, cioè un controllo repressivo che si applichi ai soli comportamenti che costituiscono un reale pericolo sociale e a proposito dei quali gli altri controlli si siano rivelati inefficaci".

Dunque, "ripensare radicalmente il carcere e - magari - trasformarlo, letteralmente e semplicemente, in una "maison d’arret", luogo della società dove il cittadino non è detenuto preventivamente e all’infinito, ma fermato, privato della libertà per il più breve tempo possibile e per i reati più gravi".

Intanto, si può cominciare dall’enorme quantità di detenuti in attesa di giudizio, dal "depenalizzare, sottrarre al diritto penale tutti i crimini senza vittime ma anche i delitti che non costituiscono un torto reale al gruppo sociale: vi è la legge penale sulla droga che persegue comportamenti individuali come delitti senza che vi sia la vittima...".

Poi si può "immaginare... una grande riforma nel diritto penale, come è proposta dagli abolizionisti... ad esempio, quella di togliere allo stato questo ruolo di supplenza, di terzietà, di presa a carico di tanti conflitti, di interposizione tra la vittima e l’aggressore presunto: intervento che deresponsabilizza tutti, la vittima, l’aggressore, lo stato stesso".

Ricorrendo invece, a soluzioni quali "riparazioni, restrizioni, risarcimenti, attività di pubblica utilità", che "si rivelano convenienti a livello delle risorse dello stato e degli individui, confortanti per le parti che non si sentono più estranee nelle trattative di propri affari". "Se mi rubano la macchina, il mio interesse è recuperarla o essere risarcito. Non mi appaga l’intermediazione astratta dello stato, il moralismo della sanzione penale: la polizia che arresta il colpevole, l’istruzione del processo, il giudice penale che lo condanna, la detenzione per un anno, il giudice civile che lo obbliga a risarcire, e le pene accessorie. Che spreco! Quando, per i reati minori, tutto potrebbe risolversi in un rapporto diretto tra le parti, ferma restando l’azione di polizia e, in caso di disaccordo, il ricorso al giudice civile".

Verona: mobilitazione pacifica di solidarietà a favore dei detenuti

 

Comunicato stampa, 24 dicembre 2005

 

Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Veneto

Seac Veneto

Associazioni veronesi impegnate in ambito giustizia

Assessore al terzo settore del comune di Verona Maria Luisa Albrigi

Enti pubblici e privati

Enti ecclesiastici

 

Indicono, in occasione della Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e l’indulto e a difesa dell’art. 27 della Costituzione Italiana una mobilitazione pacifica di solidarietà a Verona a favore della popolazione detenuta della Casa Circondariale di Verona - Montorio per l’insostenibile situazione di sovraffollamento e di protesta civile contro la legge Cirielli, una legge ingiusta che colpisce i più deboli e aggrava la situazione di sovraffollamento nelle carceri italiane tali da provocare forti disagi a tutti gli operatori penitenziari.

Tutti sono invitati il giorno di Natale alle ore 17.30 davanti ai cancelli della Casa Circondariale di Montorio - Verona. Ci saranno momenti di preghiera e di dialogo interreligioso, di riflessione e di musica che esprimeranno solidarietà e denuncia per la situazione di estrema difficoltà della condizione penitenziaria a Verona e in tutta Italia

 

Per informazioni:

Maurizio Mazzi 347 0064001

Fra Beppe 347 4115048

Amnistia: ieri un sit-in davanti al carcere di Cremona

 

La Provincia di Cremona, 24 dicembre 2005

 

Sit-in dei Radicali a favore dell’indulto e dell’amnistia ieri pomeriggio di fronte al carcere di via Cà del Ferro. Una delegazione dello Sdi, guidata da Sergio Ravelli, membro del Comitato Nazionale, insieme con Ermanno De Rosa dell’Associazione Luca Coscioni e Paolo Carletti, segretario cittadino Sdi, ha consegnato all’ispettore Alavaro Capuano una busta indirizzata ai detenuti e alle guardie carcerarie sulle motivazioni che hanno spinto lo Sdi a sostenere l’imminente Marcia di Natale per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà. "I benefici che deriveranno dall’indulto e dall’amnistia ricadranno anche sul personale impegnato all’interno delle carceri - ha detto Ravelli ai cancelli di Cà del Ferro -. A Cremona ci sono ora 310 detenuti, in massima parte tossicodipendenti ed extracee, per reati minori. In Italia sono 9 milioni i processi pendenti: in cinque anni si sono contate un milione di prescrizioni (facili da ottenere solo per chi si può permettere buoni avvocati) e in soli undici mesi sono stati cinquantacinque i suicidi in cella. Con una proporzione diciannove volte più alta rispetto alla media. I provvedimenti che chiederemo durante la marcia, e che a suo tempo sostenne anche Papa Giovanni Paolo II, consentirebbero un notevole alleggerimento della giustizia italiana, colpendo gli autori di crimini gravi e restituendo ai penitenziari italiani un numero di detenuti adatti alle strutture oggi in crisi per il sovraffollamento". Ravelli ha espresso soddisfazione per l’adesione del sindaco Gian Carlo Corada alla marcia.

Giustizia: Castelli; risposta a sovraffollamento con nuove carceri

 

La Repubblica, 24 dicembre 2005

 

Sono state aggiudicate le gare d’appalto per la costruzione di quattro nuove carceri per un totale di 1.400 nuovi posti. Ad annunciarlo è il ministro della giustizia Roberto Castelli. Il guardasigilli, in polemica con i sostenitori di un provvedimento di amnistia, ha definito la costruzione dei nuovi istituti di pena "la vera risposta al problema del sovraffollamento dei penitenziari italiani".

Proprio domani i fautori del provvedimento di indulgenza sfileranno a Roma nella marcia organizzata da Marco Pannella e don Antonio Mazzi. Alla manifestazione hanno garantito la loro partecipazione numerosi esponenti della politica, della cultura e della società civile. L’appuntamento è alle 10 di mattina a Castel Sant’Angelo. La marcia passerà quindi davanti al Carcere di Regina Coeli, al Senato, alla Camera dei deputati, a Palazzo Chigi e Santissimi Apostoli, e si concluderà in Via 24 Maggio, nei pressi del Quirinale.

Non ci sarà il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha però ribadito ieri nella conferenza stampa di fine anno di essere "da sempre favorevole ad un’amnistia" e di ritenere invece "assolutamente non sufficiente l’indultino approvato dal Parlamento in questa legislatura".

Le nuove carceri annunciate dal ministro Castelli sorgeranno tutti in Sardegna, a Tempio Pausania, Cagliari, Oristano e Sassari. L’investimento complessivo, ha precisato il guardasigilli, è pari a circa 160 milioni di euro. Inoltre entro pochi giorni saranno aggiudicati anche i lavori per gli istituti penitenziari di Rovigo e Savona.

Palermo: dal carcere chiede di fare colloquio col cane

 

La Repubblica, 24 dicembre 2005

 

All’ufficio matricola del carcere di Pagliarelli pensavano a uno scherzo: "Si autorizza un "colloquio" fra l’indagato e il suo cane", diceva il fax in arrivo dalla Procura. E l’indagato non è uno qualsiasi: Francesco Ingrassia è rinchiuso in cella dal 20 settembre, con l’accusa di essere uno dei trafficanti che hanno inondato di cocaina ed ecstasy le discoteche di mezza Sicilia.

Ieri, un vorticoso giro di telefonate fra il carcere e il palazzo di giustizia ha chiarito che quel fax non era uno scherzo, era la risposta all’accorata richiesta del ras della droga: "Dal giorno dell’arresto, il mio cane non vuole più mangiare, sta morendo. Si riprende un po’ solo quando i miei familiari, di ritorno dal colloquio in carcere, gli fanno sentire l’odore dei miei vestiti. Ma quando si accorge che io non ci sono, torna a lamentarsi". Per questi motivi, il detenuto ha sollecitato un "colloquio straordinario": aveva chiesto di potere incontrare il suo cane ogni mese. Ma il sostituto procuratore Maurizio Agnello ha concesso solo un "colloquio", scritto così, fra virgolette.

Per Pagliarelli, l’inedito incontro dietro le sbarre autorizzato dalla procura è solo l’ultima delle novità in tema di umanizzazione delle carceri. Qualche giorno fa, i detenuti avevano adottato gli alunni di una scuola elementare, raccogliendo tutta la carta possibile per vincere le "Cartoniadi". Fu da Pagliarelli che partì l’appello dei cappellani nell’anno del Giubileo: "L’indulgenza è possibile anche per i mafiosi, ma devono riconciliarsi con i familiari delle vittime".

Dice il pm Agnello, che ha firmato l’autorizzazione all’incontro fra il cane e il suo padrone in cella: "La pena non deve essere inutilmente afflittiva, anche per i familiari del detenuto. E perché no, pure per quell’animale che è affezionato al suo padrone e si sta lasciando morire".

Giustizia: Fini contrario all’amnistia; "Chi sbaglia paghi"

 

Il Gazzettino, 24 dicembre 2005

 

Martedì 27 dicembre, alle 11, la Camera si riunirà in seduta straordinaria per discutere di amnistia e indulto: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo, dopo la raccolta del prescritto numero di firme dei deputati che chiedevano la riunione. "Si tratta di un atto di serietà e sono convinto che alla nostra serietà seguiranno atti altrettanto seri da parte dei proponenti", ha commentato il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, che, a chi gli chiedeva se fosse soddisfatto della decisione, ha replicato: "Non sono né contento né scontento, applico il regolamento".

Soddisfatto si deve invece presumere sia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale, rispondendo ad una domanda sull’amnistia nel corso della conferenza stampa di fine anno, ha osservato: "In uno stato emergenziale come quello delle carceri di adesso penso sia assolutamente opportuno un provvedimento di clemenza. Sono da sempre favorevole ad una amnistia - ha spiegato - e ritengo assolutamente non sufficiente l’indultino approvato dal Parlamento in questa legislatura". Il premier si è poi detto "preoccupato per la situazioni attuali delle carceri italiane", ma "purtroppo abbiamo atteggiamenti da parte di diverse forze politiche che frenano la nostra capacità di azione" al riguardo.

Senz’altro più freddo, al riguardo, il ministro della Giustizia, Roberto Castelli (Lega), che - tornando a raccomandare che "non si illudano le aspettative dei detenuti" - si è limitato a dire: "Sull’amnistia mi rimetto alle decisioni del Parlamento". Più esplicito il vice premier, Gianfranco Fini (An), che mette in chiaro: "Sono personalmente contrario all’amnistia. Servono politiche per fare in modo che chi sbaglia paghi". E, sempre in An, Maurizio Gasparri ribadisce: "È giusto discutere, ma prendere atto che gli italiani vogliono l’impegno delle istituzioni contro la criminalità, non provvedimenti svuota-carceri. Bisogna quindi dire no a provvedimenti che vanno nella direzione opposta a quella che la maggioranza degli italiani ritengono giusta".

Il partito (trasversale) dell’amnistia, intanto, si prepara a partecipare, il giorno di Natale, alla marcia per l’amnistia promossa da Marco Pannella, che si è detto "assolutamente lieto" delle affermazioni del premier, augurandosi "che sia coerente e che abbia davvero la forza per affermare la sua linea". Coerenza viene richiesta al premier anche dal verde Alfonso Pecoraro Scanio, che, per il 27, gli chiede di essere in aula con i suoi ministri per discutere dell’amnistia, "un provvedimento ormai urgente per la situazione esplosiva esistente nelle carceri italiane".

Tra i tanti che prenderanno parte alla marcia, i Ds - "È una iniziativa assai importante, ragionevole e umanissima. Quanti hanno a cuore il destino della giustizia italiana, e delle vittime di quella giustizia, sostengano l’iniziativa", esorta Luigi Manconi - verdi, rifondatori, ma anche il sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, che dice: "Considero la questione dell’amnistia come un atto di giustizia ordinaria che, purtroppo, è venuta a mancare negli ultimi 15 anni".

Antonio Di Pietro, invece, non crede all’efficacia della marcia, né a quella della seduta straordinaria della Camera: "Rispetto le intenzioni di quei parlamentari che si sono spesi per raccogliere le firme per convocare una seduta straordinaria della Camera per il 27 di dicembre per discutere sul provvedimento di amnistia, ma ritengo che anche questa volta sarà solo fumo negli occhi e un lavaggio di coscienza post natalizio, perché non ci sono né le condizioni, né il tempo". Poi aggiunge: "Credo che, con tutte le vicende giudiziarie in corso in questi giorni, compiere un atto di clemenza non sia un buon segnale verso i cittadini".

Amnistia: favorevole Berlusconi, contrario il suo vice

 

Il Messaggero, 24 dicembre 2005

 

La maggioranza si divide sull’amnistia. Nello stesso giorno in cui, dopo aver accolto la richiesta controfirmata da 207 deputati e promossa da Roberto Giachetti (Margherita) per una riunione straordinaria dell’assemblea, la conferenza dei capigruppo della Camera ha deciso di discuterne in Aula martedì 27 dicembre, dal premier Silvio Berlusconi e dal vice premier Gianfranco Fini sono arrivati commenti di segno opposto.

"Sono da sempre favorevole all’amnistia", ha dichiarato Berlusconi in conferenza stampa a Villa Madama, "perché ritengo insufficiente l’indultino approvato dal Parlamento. In uno stato emergenziale come quello delle carceri penso sia assolutamente opportuno un provvedimento di clemenza". Di tutt’altro parere il vice premier. "Sono contrario all’amnistia", afferma Fini. "Servono politiche per fare in modo che chi sbaglia paghi, come anche per la droga; per questo motivo mi auguro che il Parlamento approvi entro l’anno il ddl che porta anche il mio nome in materia di droga". Frena pure l’Udc, nonostante il presidente di Montecitorio Pier Ferdinando Casini abbia indetto la riunione straordinaria, anche se la maggioranza dei capigruppo era contraria.

A favore dell’iniziativa si sono infatti espressi solo Margherita, Prc e Sdi, contraria tutta la Casa delle libertà e i Ds perché "è più un gesto di propaganda che un atto costruttivo". Ma davanti all’alto numero di firme presentate, "è stato un atto di serietà", ha chiarito Casini, "e sono convinto che alla nostra serietà seguiranno atti altrettanto seri da parte dei proponenti".

Respinta invece la proposta avanzata da Renzo Lusetti per la Margherita e Luciano Violante dei Ds, di calendarizzare direttamente per il 24 gennaio la discussione in Aula del testo unificato sull’amnistia, dopo un passaggio nella Commissione Giustizia e un intervento in assemblea, da fissare per il 18 gennaio, del Guardasigilli Roberto Castelli. L’iter parlamentare non si preannuncia quindi facile.

Per l’ex segretario dell’Udc Marco Follini "questo non è il momento perché con la vicenda di "Bancopoli" si rischia di fare un provvedimento che non sarebbe capito. Adesso occorrono norme e rigore". Sulla stessa linea anche l’ex pm Antonio Di Pietro, leader di Italia dei Valori.

"Berlusconi sia coerente con le sue dichiarazioni", incita Marco Pannella, primo promotore della proposta di amnistia. Intanto, le adesioni alla marcia di Natale organizzata dalla Rosa nel Pugno (partirà domani, giorno di Natale, alle 10 da Castel Sant’Angelo) si sono moltiplicate con la presenza di personalità del mondo politico (i senatori a vita Francesco Cossiga e Giorgio Napolitano), di parlamentari, sindaci, presidenti di regione, presidenti di provincia e rappresentanti di numerose associazioni. Anche il leader del Prc Fausto Bertinotti, ha fatto sapere ieri, sarà presente.

Gli avvocati penalisti tornano intanto a protestare contro la "ex Cirielli", una legge che riduce i tempi di prescrizione per gli incensurati ma allo stesso tempo taglia i benefici ai recidivi - dicono - "ingiusta, regressiva e autoritaria", proclamando tre giorni di sciopero e una manifestazione nazionale a Firenze il 16 gennaio. Dopo l’astensione dalle udienze del 19 settembre scorso, la giunta dell’Unione camere penali (Ucpi) ha deciso per l’astensione dalle udienze dal 16 al 18 gennaio, "per far comprendere la gravità della situazione delle carceri italiane" e "per denunciare la mancata riforma dei codici e le gravi carenze che impediscono il buon funzionamento della giustizia".

Catania: "Natale alle ciminiere", stand per le opere dei detenuti

 

Ansa, 24 dicembre 2005

 

"Natale alle Ciminiere" si apre al sociale, ospitando nei propri padiglioni, in viale Africa, gli stand dei detenuti della Casa circondariale di Augusta e dell’Istituto a custodia attenuata di Giarre.

Per il secondo anno consecutivo la grande manifestazione fieristica "Natale alle Ciminiere" si apre al sociale, ospitando nei propri padiglioni, in viale Africa, gli stand della Casa circondariale di Augusta e dell’Istituto a custodia attenuata di Giarre, dove, fino all’8 gennaio, resteranno esposte le produzioni artistiche, i manufatti e i lavori realizzati dai detenuti.

Un’iniziativa fortemente voluta dalla Provincia regionale di Catania, presentata in conferenza stampa nel centro fieristico dal dimissionario (per candidarsi alla Regione) assessore provinciale allo Sviluppo economico, Salvo Pogliese, che ha fatto giungere i saluti del presidente dell’Ente, Raffaele Lombardo, impegnato nel Consiglio d’amministrazione dell’Ato, e alla quale sono intervenuti il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Orazio Faramo, e il presidente del tribunale di sorveglianza di Catania, Umberto Puglisi. Presenti anche, per la Casa circondariale di Augusta, il direttore, Antonio Gelardi, il vicedirettore, Cesira Rinaldi, le educatrici Stefania Venusino ed Elena D’Amore, e il comandante della polizia penitenziaria, Francesco Schembri. Per l’Istituto di Giarre, sono intervenuti il direttore, Milena Mormina, il capo area pedagogica, Mariangela Guarasci, il dirigente sanitario, Sebastiano Russo, e Patrizia Garofalo, dell’Ufficio esecuzione penale esterna.

"Ancora una volta – ha detto l’assessore Pogliese - abbiamo voluto ospitare e sostenere questa iniziativa sociale all’interno della nostra manifestazione, perché condividiamo in pieno la scelta degli Istituti che intendono perseguire la strada del reinserimento e del recupero. Anche nei due stand delle Case circondariali sono esposti prodotti di alto livello qualitativo, che testimoniano l’importanza di questo progetto, con l’augurio che possa continuare anche a conclusione del percorso carcerario".

"Queste attività - ha dichiarato Faramo - implicano una piena partecipazione dello spirito all’iniziativa, che necessita del sostegno delle Istituzioni e degli Enti locali. I ragazzi coinvolti hanno risposto con grande entusiasmo e i loro prodotti sono la testimonianza di un percorso che fa riscoprire la loro volontà a tornare nella società".

Fra le testimonianze, davvero sentita quella di Massimo M., detenuto nell’Istituto di Giarre, dove con lui si trova un’altra trentina di ragazzi, con problemi di tossicodipendenza. "Da 11 mesi - ha detto – sono a Giarre, trasferito da piazza Lanza. Ho scoperto le attività dell’Istituto e le ho volute abbracciare in pieno. È un’esperienza forte, che ci può fare riaprire alla società civile".

Anche i direttori di Augusta e Giarre, Gelardi e Mormina, hanno voluto portare i propri saluti, ricordando l’importanza dell’iniziativa, che la Provincia ospita in viale Africa con la collaborazione della cooperativa sociale Ecotourist, guidata da Lucia Di Mauro. Ceramiche artistiche, falegnameria, sartoria, mosaici, sono alcuni dei prodotti esposti, oltre alle piante coltivate nelle serre dell’Istituto di Giarre. Tra loro, anche le pitture e le cornici del maestro Alessandro Bronzini che, sebbene detenuto, fruisce della legge 16/99 e ha ottenuto un finanziamento per intraprendere un’attività autonoma all’interno del carcere di Augusta. I prodotti, infine, sono presentati al pubblico dagli stessi detenuti, che fruiscono di un permesso speciale per curare personalmente i propri stand.

Cina: sei detenuti condannati a morte per tentata evasione

 

Associated Press 24 dicembre 2005

 

Sei persone sono state condannate a morte in Cina per un tentativo di evasione avvenuto ad agosto. Lo ha reso noto oggi il governo di Pechino. I detenuti avevano tentato la fuga il 16 agosto scorso nel penitenziario della città di Zhoukou, nella provincia di Henan in Cina centrale. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, i sei avevano cercato di fuggire usando strumenti artigianali per aprire le porte del carcere. Scoperti, avevano preso in ostaggio una persona e picchiato tre guardie. La sentenze sono state emesse ieri.

 

 

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