Rassegna stampa 23 dicembre

 

Amnistia: seduta straordinaria della Camera

 

Il Giornale, 23 dicembre 2005

 

Cresce il numero dei deputati dei vari partiti che chiedono una seduta straordinaria "per valutare il varo di un atto di clemenza verso i detenuti" e cresce il numero delle adesioni di quanti manifesteranno il giorno di Natale da Castel Sant’Angelo al Senato, alla Camera, alla sede dell’Unione e al Quirinale passando per Regina Coeli, nella "Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà" promossa da Marco Pannella. Oggi il presidente della Camera ha convocato la conferenza dei capigruppo per decidere la data della convocazione straordinaria, come chiesto da 207 parlamentari. Pierferdinando Casini ha voluto sottolineare che si tratta di "un gesto di cortesia istituzionale, ma anche personale, verso Roberto Giachetti (il deputato Dl che ha raccolto le firme necessarie ndr), ma che la decisione di convocare una seduta straordinaria dell’Assemblea tocca al presidente della Camera. E l’ordine del giorno non può essere deciso da una minoranza, seppure qualificata di deputati". Proprio per questo in mattinata si incontreranno i presidenti dei gruppi parlamentari per verificare la fattibilità della richiesta dei firmatari che vogliono la seduta straordinaria per il 28 dicembre.

"Le firme raccolte in numero sufficiente per convocare la Camera sull’amnistia sono una grande speranza" è stato il commento del presidente dei deputati della Rosa nel Pugno, Ugo Intini, al raggiungimento del quorum. Un quorum ottenuto grazie ai 55 firmatari della Margherita, 46 dei Ds e 40 di Fi. Ce ne sono anche 11 dello Sdi, 12 del Prc, 8 del Pdci, 6 dei Verdi e 3 dell’Udeur. Ma anche 2 di An, 3 del gruppo misto e sei dell’Udc.

In margine alla decisione di fissare la riunione dei capigruppo il presidente Casini ha voluto sottolineare come non sia vero che il Parlamento non abbia risposto all’appello lanciato da Papa Wojtyla nella sua famosa visita alle Camere, quando chiese "un gesto di clemenza" per i detenuti. "Abbiamo varato l’indultino - spiega Casini - grazie al quale sono uscite 8300 persone".

Intanto sono moltissime le adesioni che continuano ad arrivare al comitato promotore della marcia, presieduto da don Mazzi. Accanto a Pannella sfileranno Giorgio Napolitano e Francesco Cossiga.

In prima fila anche Enrico Boselli, il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, Lucia Annunziata, Stefano Rodotà e Carlo Rossella. Sì alla marcia anche da Giulio Andreotti e Pininfarina, da Maurizio Costanzo, da Antonio Padellaro dell’Unità e dal direttore di Europa, Stefano Menichini e dei giornalisti Rai, Maria Cuffaro e David Sassoli. "Sarà la marcia per le vittime della malagiustizia. Non solo per gli autori del reato, ma anche per le vittime del reato, costretti ad aspettare 10 o 15 anni prima che si concluda un processo che ha distrutto già la loro vita" ha detto Emma Bonino presentando alla stampa la Marcia.

Adesioni anche dalla Regione Lombardia e dalla Regione Lazio. D’accordo con la marcia anche Walter Veltroni e l’ex-prefetto di Milano. Dubbi su tutta la campagna vengono espressi da Franco Monaco, vice capogruppo della Margherita che parla di "un film già visto": "Bandiamo ogni ipocrisia. Come si può pensare che riesca ora, sotto elezioni, ciò che non è riuscito ieri? Sia risparmiata ai detenuti una ennesima, dolorosa frustrazione, che si aggiungerebbe alla loro sofferenza". E da Milano pone un dubbio il cardinale Dionigi Tettamanzi, che risponde anche alle affermazioni del presidente Casini: "L’appello del Papa per l’amnistia resta una causa validissima non fosse altro per il fatto che non è ancora stata realizzata. Dispiace però che una causa così rischi di essere politicizzata".

Amnistia: Berlusconi; sono favorevole da sempre

 

Apcom, 23 dicembre 2005

 

"Sono da sempre favorevole all’amnistia. Ritengo assolutamente non sufficiente quello che abbiamo definito l’indultino che è stato approvato da Parlamento in questa legislatura". È quanto ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa di fine anno rispondendo a un cronista che gli ha chiesto se è favorevole a un provvedimento di amnistia. "Sono preoccupato per la situazione delle carceri italiane - ha aggiunto il premier - tant’è vero che abbiamo varato un programma importante di edilizia carceraria che però impiega del tempo per essere realizzato"

"Purtroppo - ha proseguito Berlusconi - abbiamo degli atteggiamenti da parte diverse forze politiche che cercano sempre di profittare di queste cose per dire che sono a favore di qualcuno nella maggioranza e questo naturalmente frena la nostra capacità di azione e anche di convincimento".

"Il mio personale convincimento - ha continuato Berlusconi - è che oggi, dopo che è stato cambiato il sistema elettorale, dopo che c’è stata la visita del Papa, c’è questa esigenza da considerare. Per essere un Paese civile dobbiamo avere anche delle strutture carcerarie che garantiscano a quei cittadini, che per aver commesso dei reati vengono privati della loro libertà, che questo non significhi anche privarli della loro dignità e qualche volta delle condizioni minime per quanto riguarda la salute e l’igiene". "Sono assolutamente convinto che nella situazione emergenziale delle carceri sarebbe assolutamente opportuno un provvedimento di clemenza".

Amnistia: a Natale in piazza anche a Milano e in altre 5 città

 

Vita, 23 dicembre 2005

 

Dopo Roma previste manifestazioni anche nel capoluogo lombardo, a Torino, Padova, Avellino, Bari e Palermo. Mentre crescono di ora in ora le adesioni (raccolte sul sito www.dirittiglobali.it ) all’iniziativa di Natale per le carceri che si tiene a Milano (ultime quella di Dario Fo e Bruno Ferrante, candidati sindaci a Milano e di Franco Mirabelli, segretario provinciale Ds), promossa da associazioni, volontari e sindacati (tra cui CGIL, Caritas, Gruppo Abele), la questura vieta il presidio davanti al carcere di San Vittore e impone di tenerlo in piazza Aquileia, alle spalle del penitenziario, bocciando la richiesta avanzata dalla CGIL-Funzione pubblica per conto del cartello di associazioni promotrici.

Sergio Segio, responsabile dell’Associazione SocietàINformazione e del Gruppo Abele di Milano, rimarca che "si tratta di una decisione immotivata e priva di precedenti". Una decisione "che ci stupisce e che ha l’unico effetto di rendere più complicata l’organizzazione dell’evento e minore la sua visibilità". Del resto, continua Segio, che è tra i promotori dell’appello per l’amnistia e l’indulto, "gli obiettivi delle manifestazioni di Milano, Torino, Padova, Avellino, Bari e Palermo, non sono quelli di fare ‘passerellè mediatiche, ma di portare solidarietà sincere e concrete a chi vive nelle carceri e anche a chi ci lavora, in una giornata particolare come quella di Natale. In quel giorno nel quale più forti sono le solitudini e le sofferenze, vogliamo invitare i detenuti a non farsi troppe illusioni sulla reale volontà delle forze politiche, che allo stesso tempo richiamiamo all’urgenza della situazione. Nel 2002, il Papa esortò il Parlamento riunito alla clemenza ma anche alla coerenza. Entrambe sembrano essere eluse, anche in queste ore". La disposizione della questura milanese, conclude Segio, "rende ancora più necessaria un’ampia partecipazione dei cittadini milanesi e una maggiore informazione".

Amnistia: Manconi, anche Ds a marcia di Natale

 

Agi, 23 dicembre 2005

 

Anche i Ds saranno alla marcia di Natale per l’amnistia. Lo afferma Luigi Manconi, responsabile dipartimento Diritti civili della Direzione nazionale Ds. "È una iniziativa assai importante, ragionevolissima e umanissima. Quanti hanno a cuore il destino della giustizia italiana, e delle vittime di quella giustizia, sostengano l’iniziativa." "Infatti - prosegue l’esponente della Quercia - carceri più umane e vivibili, non sovraffollate e malsane, dove siano tutelati i diritti di tutti, rappresentano il contributo più efficace alla sicurezza collettiva e, in particolare, alla sicurezza dei cittadini liberi. Oggi, invece, le prigioni sono altrettante agenzie di riproduzione di marginalità e crimine. Si pensi che, nel corso di dodici mesi, si sono tolti la vita 55 detenuti. Il tasso di suicidi (la percentuale di quanti si tolgono la vita sull’intera popolazione carceraria) è di 11 suicidi ogni 10 mila detenuti.

Insomma, all’interno delle carceri ci si ammazza 17 volte di più di quanto ci si ammazza fuori dal carcere. E, a uccidersi, sono soprattutto detenuti giovani o relativamente giovani, ancora in attesa di giudizio o di sentenza definitiva, reclusi da poco tempo, spesso da meno di sei mesi, imputati di reati in genere non gravi, provenienti da una carriera criminale di scarsa (o nulla) rilevanza. Si uccidono a seguito dell’impatto con un universo sconosciuto e ostile".

"E l’affollamento è una tra le cause più significative di questo morire di carcere. Per questo sono favorevole all’amnistia. Per questo, insieme ai Radicali italiani e a molti altri, sono tra i promotori della marcia di Natale. Per questo, - conclude Manconi - considero assai importante la decisione dei Democratici di sinistra che, pur avendo posizioni diverse sui tempi e sui modi, s’impegnano, perché si giunga ad un’amnistia, ad essere presenti a Castel Sant’Angelo domenica 25 dicembre".

Amnistia: Monaco (Dl), fermare la commedia degli equivoci

 

Ansa, 23 dicembre 2005

 

Franco Monaco, vice capogruppo della Margherita alla Camera, definisce il confronto sull’amnistia "una commedia degli equivoci" che è ora di fermare, perché le condizioni politiche per approvarla non ci sono. "Chi ha senso di responsabilità e un briciolo di vera sensibilità verso la sofferenza dei detenuti ha il dovere - afferma Monaco - di fare verità, di non alimentare illusioni, di mettere fine al tormentone sull’amnistia". Monaco, che cita il dibattito di ieri nella commissione giustizia della Camera, sostiene che "è di palmare evidenza che non ci sono le condizioni politico-parlamentari per varare l’amnistia e forse neppure l’indulto graduato proposto dall’ Ulivo", perché "salvo isolate, singole eccezioni, l’intera maggioranza è indisponibile a quale che sia misura di clemenza che, lo rammento, esige una maggioranza parlamentare dei due terzi". "Del resto, che affidamento può dare - si chiede Monaco - una maggioranza che, con l’ex Cirielli, ha infierito sui poveri cristi per fare un piacere a pochi potenti, con il sicuro effetto di gonfiare carceri già sovraffollate?". Per questo, Monaco parla di "un film che abbiamo già visto", e conclude: "bandiamo ogni ipocrisia. Come si può pensare che riesca ora, sotto elezioni, ciò che non è riuscito ieri? Sia risparmiata ai detenuti una ennesima, dolorosa frustrazione, che si aggiungerebbe alla loro sofferenza".

Ex Cirielli: Corleone; allarmanti segnali di insofferenza dei detenuti

 

Redattore Sociale, 23 dicembre 2005

 

Volontari in sciopero contro la Cirielli. Alla conferenza stampa convocata a Roma dall’associazione Conferenza nazionale volontariato giustizia (Cnvg), le voci dei rappresentanti delle associazioni di volontariato operanti nelle carceri e per la difesa dei diritti si sono unite a quelle di alcuni parlamentari nelle proteste contro l’entrata in vigore della legge. "Si tratta prima di tutto di una questione culturale - sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - che non siamo riusciti a far emergere durante il dibattito sulla Cirielli, quando l’attenzione era tutta concentrata sul caso Previti. Ritengo vergognoso che su amnistia e indulto non ci sia ancora stato neanche lo straccio di una conversazione in Parlamento".

Anche la parlamentare Tiziana Valpiana concorda sull’inerzia dimostrata finora dallo Stato: "La questione carceri è stata sollevata in Parlamento in occasione della visita del Papa. Anche Ciampi ha espresso più volte la sua preoccupazione, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Nel 2002 era stata avviata un’indagine conoscitiva sulla situazione delle carceri che però non è mai giunta a conclusione. La mia impressione è che si stia cercando di far passare un messaggio ben preciso: lo Stato non è più in grado di far fronte alla situazione e quindi è necessaria la privatizzazioni delle carceri." Nel corso del suo invito a mantenere alto il livello di attenzione sulla situazione delle carceri anche Livio Ferrari, rappresentante del Segretariato nazionale enti di assistenza ai carcerati (Seac), parla di "business penitenziario" e di "interessi speculativi che stanno affossando le riforme". Con l’inasprimento delle pene e l’interdizione dai benefici penitenziari per i recidivi il sovraffollamento carcerario raggiungerà livelli senza precedenti. Franco Corleone, Garante dei diritti dei detenuti a Firenze e presidente di Forum droghe, avvisa che "cominciano a essere allarmanti i segnali di insofferenza mostrati dai detenuti. Senza prospettive la situazione potrebbe diventare esplosiva. Ritengo sempre più urgente un provvedimento a favore di amnistia e indulto se si vuole scongiurare una rivolta".

Ex Cirielli: C.N.V.G. annuncia sciopero dei volontari penitenziari

 

Redattore Sociale, 23 dicembre 2005

 

Per rispondere all’entrata in vigore della legge Cirielli, la Conferenza nazionale volontariato giustizia (Cnvg) annuncia lo sciopero del volontariato penitenziario. Si tratta di uno sciopero anomalo che se da un lato sospenderà la partecipazione ai tavoli organizzati dall’amministrazione penitenziaria, dall’altro accrescerà ulteriormente la presenza dei volontari all’interno delle carceri. In occasione della "Marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e l’indulto" verranno poi organizzati alcuni presidi davanti alle carceri di Torino, Milano, Padova, Avellino, Bari, Palermo.

Strutture fatiscenti, sovraffollamento (60mila detenuti, 80mila nuovi ingressi ogni anno), carenza di personale (un operatore ogni 100 detenuti), condizioni sanitarie disastrose (50% dei detenuti affetti da epatite B, 20% da Tbc, 8% sieropositivi): la conferenza stampa tenuta a Roma dalla Cnvg è stata l’occasione per denunciare, ancora una volta, la situazione esplosiva delle carceri italiane.

In questo contesto la legge Cirielli, definitivamente approvata in Senato a fine novembre, è la goccia che fa traboccare il vaso: con l’inasprimento delle pene e l’interdizione dai benefici penitenziari per i recidivi il sovraffollamento delle carceri sarà ulteriormente esasperato. La norma porterà inoltre a una "criminalizzazione del disagio": a essere colpiti più duramente saranno infatti i più disperati (tossicodipendenti, autori di piccoli crimini, immigrati) che difficilmente vedranno la possibilità di accedere alle misure alternative alla detenzione. Per arginare la situazione di sovraffollamento appare sempre più evidente l’urgenza di un provvedimento su amnistia e indulto. Finora però il Parlamento non ha fatto alcun passo in avanti in tal senso. L’onorevole Enrico Buemi, presidente del Comitato carceri della Commissione Giustizia della Camera, ha annunciato per il 28 dicembre la convocazione formale di una seduta straordinaria della Camera. Sembra quasi impossibile comunque che si arrivi a una approvazione del provvedimento entro la fine della legislatura.

Milano: presto struttura per mamme detenute e bimbi

 

Ansa, 23 dicembre 2005

 

Al più presto sarà attivata a Milano una struttura adeguata ad ospitare le mamme detenute insieme ai figli sotto i 3 anni. Sono una decina infatti i bimbi che vivono nel carcere di San Vittore. L’iniziativa è stata promossa dalla Provincia di Milano, che ha messo a disposizione un edificio di 300 mq, insieme al Provveditorato Regionale Amministrazione penitenziaria, al tribunale di Sorveglianza e alla Direzione San Vittore. "Questo sarà l’ultimo Natale per i bambini in carcere" - ha dichiarato l’assessore all’integrazione sociale per le persone in carcere o ristrette nelle libertà, Francesca Corso, che il 25 dicembre porterà direttamente la notizia alle detenute insieme al presidente della Provincia, Filippo Penati. "Questa nostra esperienza - ha aggiunto - costituirà un modello di riferimento capace di restituire il sorriso a bambini innocenti".

Ex Cirielli: Corleone; magistrati sorveglianza non applicatela

 

Ansa, 23 dicembre 2005

 

Attenzione alle "scorciatoie della rivolta": Franco Corleone, garante dei detenuti di Firenze ed ex sottosegretario alla Giustizia, lancia un allarme sulla "insopportabilità della situazione" nei penitenziari italiani e invita i magistrati di sorveglianza a "non applicare la legge Cirielli". "Si stanno già verificando azioni di repressione preventiva - ha detto Corleone nel corso di una conferenza stampa del Coordinamento volontariato giustizia - che potrebbero innescare conseguenze terribili. Bisogna dare ai detenuti delle prospettive, per non creare situazioni esplosive". Corleone si è quindi appellato ai magistrati di sorveglianza: "Non applichino la Cirielli e la rimandino alla Corte Costituzionale".

Verona: il carcere di Montorio si apre al libro di Cavallina

 

L’Arena di Verona, 23 dicembre 2005

 

"Capita raramente che alla presentazione di un libro scritto in italiano, un pubblico, formato quasi tutto da stranieri, rimanga per un’ora e mezza in religioso silenzio e ascolti con assoluta attenzione conferenzieri e lettori, faccia domande e abbandoni, ma con rammarico, la sala dell’incontro, solo perché invitato con decisione a farlo". L’avvocato Guariente Guarienti, appena uscito dal carcere di Montorio dove ha partecipato a un incontro con i detenuti per la presentazione del libro di Arrigo Cavallina "La piccola tenda d’azzurro", edizioni Ares, racconta come la vicenda dell’ex terrorista che ha intrapreso la strada del cambiamento radicale delle scelte della propria vita, abbia quasi ipnotizzato la platea formata prevalentemente da stranieri.

All’incontro, avvenuto nei giorni scorsi, hanno partecipato l’assessore comunale Maria Luisa Albrigi, la professoressa Annalisa Perusi che insegna in carcere e ha organizzato l’incontro, educatori, insegnanti, volontari che operano nel carcere e fra Beppe Prioli, esponente dell’associazione di volontariato "La Fraternità", da 40 anni a contatto con la realtà carceraria.

Guarienti ha parlato dell’autore, della sua immersione negli "anni di piombo", della partecipazione alla fondazione dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, dei gravi reati commessi durante il periodo della militanza, dei successivi 15 anni di carcere, del riconoscimento di colpe ed errori, dell’impegno, appena ottenuta la libertà, in Exodus e nell’azione di recupero dei tossicodipendenti.

Il libro di Cavallina è soprattutto la storia di una coscienza che riflette su se stessa, che ha il coraggio di non negare nulla di un passato sbagliato, dominato dalla violenza ma che: soprattutto, ha il desiderio di guardare al futuro per costruire un’esistenza nuova, fondata sul valore dell’espiazione. Per questo, si chiede più volte Cavallina registrando tanti aneddoti di vita carceraria, alcuni intrisi di assurda violenza, non si capisce come il carcere possa redimere le persone, aiutarle a cambiare rotta quando, a sua volta, si propone come un’istituzione repressiva, che non offre alternative al vuoto in cui viene lasciato spesso il detenuto, che non attiva tutto quello che sarebbe necessario per avviare la persona reclusa verso un percorso di riscatto.

Se la pena è finalizzata a questo, come può esserci redenzione se non si permette al detenuto di utilizzare pienamente la sua "inutilità forzata", come ha detto Guarienti citando il testo di Cavallina, per far virare decisamente la rotta della sua vita?

È qui che si innestano l’attività del volontariato e la buona volontà di tanti educatori che cercano di creare in carcere delle condizioni di accoglienza per il detenuto, di stimolarlo a iniziative culturali, sportive sociali e religiose. Fra Beppe ha ricordato come Cavallina sia stato aiutato non solo da sacerdoti e volontari che gli hanno teso una mano nei primi anni di detenzione, ma come sia stato aiutato da una donna che ha creduto in lui, quella che poi è diventata sua moglie. "Le donne hanno un dono speciale per orientare in positivo le scelte delle persone che amano", ha detto fra Beppe sottolineando il valore dei sentimenti anche quando due persone sono divise da muri e sbarre.

 

 

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