Rassegna stampa 20 agosto

 

Trapani: vacanze al carcere di Favignana per il ministro Castelli

 

La Sicilia, 20 agosto 2005

 

Non è soltanto Marettimo "a fare gola" ai politici nazionali, scelta ormai come sede abituale per le vacanze dell’ex ministro Maurizio Gasparri ma anche a Favignana, di tanto in tanto arrivano politici illustri. È in questi giorni sull’isola per una breve vacanza il ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli e con lui anche il presidente della Regione Salvatore Cuffaro.

Nonostante il ministro di Grazia e Giustizia si trovi rigorosamente in vacanza e quindi in assoluto riposto, libero da impegni istituzionali, ieri ha voluto approfittare della sua presenza sull’isola per una visita, informale, nel carcere isolano.

Il ministro Castelli ieri mattina è stato accompagnato nella sua visita dal sindaco, Gaspare Ernandez e dal sottosegretario all’Interno, Antonio d’Alì che, come è noto, è un habitué di Favignana avendo acquistato una casa ormai da tempo. Con loro c’era anche il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, che anche lui si trova in vacanza sull’isola per qualche giorno.

La visita del ministro alla casa circondariale che si trova proprio alle spalle del centro abitato si è svolta in modo piuttosto informale: nel carcere il ministro ha incontrato il personale e, soprattutto, i detenuti con i quali si è a lungo trattenuto raccogliendone impressioni e richieste di carattere generale.

Poi Castelli, Cuffaro e D’Alì si sono poi spostati presso gli stabilimenti Florio per visitare i cantieri di restauro. La Regione, infatti, ha avviato il recupero dell’immobile, attraverso la Soprintendenza ai beni culturali e Ambientali che coordina gli interventi, in vista di una riutilizzazione piena della Tonnara. I finanziamenti arrivano dalla Regione e il grande stabilimento Florio nel progetto redatto dalla Sovrintendenza è destinato ad ospitare oltre che spazi museali e anche ricreativi anche un importante centro di vela. In questa direzione l’idea è quella di far diventare Favignana, grazie anche alle particolari condizioni favorevoli di vento, la seconda scuola di vela dopo quella di Caprera. Il ministro della Giustizia Castelli lascerà l’isola questa mattina. Il presidente della Regione Cuffaro invece è ancora indeciso e potrebbe trattenersi per il fine settimana. Entrambi sono ospiti del senatore D’Alì.

Giustizia: in carcere attività trattamentali anche d’estate

 

Giustizia.it, 20 agosto 2005

 

Corsi di istruzione e di formazione, laboratori teatrali e musicali, di scrittura, di arte. Negli istituti penitenziari italiani l’attività trattamentale dei detenuti non va in vacanza. Tante e diverse le iniziative avviate, in corso d’opera o concluse negli ultimi due mesi. Eccone una mini rassegna in pillole.

Vicenza, casa circondariale di Montorio, in cui si è dato vita all’iniziativa Chiara, una stella della notte, ovvero una marcia organizzata dalla Gioventù francescana con i Frati minori del Triveneto e a cui hanno partecipato dei detenuti.

Firenze e il progetto Twin apple per i detenuti dell’istituto penale minorile G. Meucci, che comporta una serie di attività manuali, un laboratorio musicale e uno di informatica.

Spoleto e la partita di calcetto giocata tra i giovani della città e i detenuti del supercarcere.

Potenza, nella cui casa circondariale sono stati attivati corsi di istruzione e di formazione in informatica, pelletteria, giardinaggio.

Giarre, istituto a custodia attenuata, con la mostra di prodotti dei laboratori di lavorazione della creta e il laboratorio di editoria.

Napoli: sta andando dal marito in carcere, muore in un incidente

 

Il Mattino, 20 agosto 2005

 

La mamma aveva promesso loro che li avrebbe portati presto dal papà, anche se il posto dove stava era recintato da mura alte alte e c’erano tante guardie a controllare abbracci e strette forti di mani e volti. Ma al carcere di Bellizzi Irpino non ci sono arrivati: l’auto sulla quale i piccoli, di sette e due anni, insieme con la loro mamma Adelaide Ferraiolo - morta nell’incidente - e due amiche si è ribaltata sul raccordo Avellino-Salerno. I bambini sono ora ricoverati in gravissime condizioni; grave anche una delle accompagnatrici, la conducente dell’auto Lucia Servillo.

È di un morto e quattro feriti, il bilancio dell’incidente avvenuto ieri mattina. Tutto è accaduto intorno alle 8, in direzione di Avellino, tra le uscite di Fisciano e Montoro Inferiore, quando una Renault Scenic, con cinque persone a bordo, tutte di Torre Annunziata, è sbandata in fase di sorpasso. La monovolume è schizzata sul cordolo e ha letteralmente sorvolato una Opel Corsa che la precedeva. Il volo è finito sulla montagnola che, in quel tratto, corre parallela all’arteria autostradale. L’auto è rotolata fino a fermarsi, capovolta, nel canale dell’acqua piovana.

Nel tremendo urto dall’abitacolo è stata sbalzata fuori Adelaide Ferraiolo, 26 anni, che sedeva di fianco alla conducente Lucia Servillo. Quando sono arrivati i soccorritori del 118 e la polizia stradale di Avellino non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto è stato necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco per liberare dalle lamiere gli altri occupanti, compresi la bambina di sette anni e il fratellino di appena due.

Lucia Servillo, che si era offerta per condurre l’amica Adelaide a Bellizzi Irpino, era incastrata tra il sedile e il volante. Appena la trentottenne è stata liberata l’autoambulanza ha provveduto al trasporto all’ospedale di Solofra. Ma le gravi ferite riportate hanno costretto i medici a disporre il trasferimento, dopo qualche ora, nel reparto di rianimazione del Moscati di Avellino. Gravissime anche le ferite riportate dai bambini. La piccola è stata operata d’urgenza al Curteri di Mercato San Severino: i medici salernitani si sono riservati la prognosi. Il bambino di due anni è stato, invece, ricoverato all’ospedale di Salerno: ha ferite profonde su tutto il corpo e diverse fratture al volto. Versa anche lui in gravissime condizioni. Unica a non preoccupare i medici è Angela Sperandio: trenta giorni la prognosi. Sul raccordo, per ore, la polizia stradale di Avellino, coordinata dal dirigente Alessandro Salsano, ha effettuato i rilievi per stabilire l’esatta dinamica dell’incidente; tra le cause del grave incidente ci sarebbe la forte velocità che la Renault Scenic avrebbe raggiunto sulla lunga discesa che da Fisciano conduce all’uscita di Montoro Inferiore.

Giustizia: diritti civili, nel mondo ci sono ancora 22 guerre

 

Il Tempo, 20 agosto 2005

 

"L’11 settembre è stata una grande tragedia, ma in molti Paesi del mondo è tutti i giorni l’11 settembre". In questa citazione di Gino Strada è racchiuso il senso della "Giornata regionale dei diritti civili", organizzata dalla sinistra Giovanile regionale per il prossimo 21 agosto in 5 piazze abruzzesi, tra le quali piazza Sant’Angelo a Celano dove, dalle 9 alle 20, sarà esposta una mostra fotografica sul Guatemala.

"Da sempre la nostra organizzazione si è distinta per le campagne mosse contro la violazione dei diritti - spiega Stefano Taccone, delegato diritti civili della Sinistra giovanile -, ma questa volta si è voluto dare un segno più forte. Gli ultimi attentati di Londra e Sharm el Sheik hanno dato una stretta alla spirale del terrore che ha avvolto tutto il mondo occidentale dopo l’11 settembre. Ma come possiamo non parlare di quel 20% di donne nel mondo che hanno subìto abusi fisici e violenza sessuale? Come è possibile dimenticarsi di quei 29.000 bambini che muoiono ogni giorno per malattie in gran parte prevedibili, per complessivi 10,6 milioni di morti infantili all’anno?

E si possono lasciare dietro le quinte della storia quelle 22 guerre attualmente in corso (senza considerare le altrettante zone in crisi)? Non è necessario anche far sapere al mondo delle migliaia di bambine e bambini che ogni anno vengono sottratti alle proprie famiglie per poi diventare baby soldati? Il 19 luglio a Mashad nel nordest dell’Iran le autorità hanno impiccato, in piazza della Giustizia, Asgari e Marhoni, 16 e 18 anni, due ragazzi colpevoli di essere omosessuali. Prima di essere impiccati hanno scontato 14 mesi di carcere e ricevuto 228 frustate a testa. Non possiamo continuare a far finta di niente".

Napoli: agli arresti in clinica, usciva facendosi sostituire

 

Il Mattino, 20 agosto 2005

 

Sotto le coperte non c’era il boss, ma un suo parente: lui, il malavitoso, era impegnato, invece, a contrattare la tangente. La vicenda, inquietante, è venuta alla luce nel corso delle indagini sulle mazzette imposte dal clan Cesarano. Inquietante anche perché con lo stesso sistema Ettore Russo, 37 anni, di Pompei, era riuscito a evadere dalla clinica napoletana "Alma Mater", dove si trovava agli arresti domiciliari anche per commettere un omicidio, quello di Giuseppe Guerriero, l’affiliato al clan Gionta di Torre Annunziata ucciso il 5 luglio del 2004 proprio a Pompei.

Nel giro di poche ore, però, gli uomini della direzione distrettuale antimafia e i carabinieri del nucleo operativo e radio mobile della compagnia di Torre Annunziata, erano riusciti, grazie ad alcune testimonianze, a ricostruire l’accaduto e lo avevano riportato in carcere con una nuova accusa: quella di omicidio. Ora il nome di Russo spunta anche nell’inchiesta del sostituto procuratore della Dda Simona Di Monte che ha portato agli arresti di ieri. Come ha raccontato un collaboratore di giustizia, infatti, il pregiudicato evase dalla clinica "Alma Mater" di Napoli anche nel periodo tra gennaio e febbraio del 2004 per incontrare un imprenditore.

Russo, infatti, era riuscito a ottenere il trasferimento in clinica grazie a un certificato medico in cui lo si dichiarava affetto da "disturbi umorali". E da quel momento, a quanto pare, la casa di cura era diventata la sua base operativa. Da lì organizzava le attività del clan e, nel caso, partiva per portarle al termine. Il trucco, sembra emergere dalle indagini, era semplice: nel via vai delle visite, tra la gente che andava e che veniva, tra i parenti che portavano pasta al forno, dolci e caffè e gli amici che si presentavano per confortare il malato non era difficile trovare qualcuno pronto a mettersi a letto per qualche ora e sostituire il pregiudicato depresso. Il quale, a sua volta, correva a fare le veci sul campo di Ferdinando Cesarano, il capocosca di Pompei condannato all’ergastolo e sottoposto al regime del 41 bis nel carcere di Parma.

E gli affari, a quanto pare, vertevano soprattutto sul controllo del mercato dei fiori: per incontrare in un bar un commerciante di questo settore e chiedergli una mazzetta di ventimila euro, infatti, il pregiudicato aveva lasciato la clinica "Alma Mater". Naturalmente l’imprenditore si è ben guardato dal denunciare l’accaduto e solo quando è stato messo alle strette dalla confessione del collaboratore di giustizia ha raccontato il ricatto subito. E ancora per il pizzo su rose e garofani è stato ucciso Guerriero che avrebbe cercato di scalzare il clan Cesarano nella riscossione delle tangenti e sarebbe stato perciò punito con cinque proiettili. I magistrati stanno cercando di capire se per organizzare la giostra delle fughe il pregiudicato abbia potuto contare su qualche complicità. Ma le indagini non hanno intimidito "Ettoruccio" che non si è rassegnato al carcere e ha chiesto ai legali di presentare una nuova istanza per ottenere ancora un trasferimento: questa volta, però, i giudici non hanno creduto alla sua depressione e lo hanno lasciato in cella.

Voghera: Asl interviene su caso Tbc; situazione sotto controllo

 

La Provincia Pavese, 20 agosto 2005

 

Sulla vicenda dell’agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Voghera ammalatosi di Tbc interviene anche il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl di Pavia, Luigi Camana. In un comunicato sottolinea l’opera di prevenzione efficacemente svolta dal dipartimento in territorio oltrepadano. Una precisazione scevra, appunto, da qualsiasi tono polemico. "Per quanto riguarda il caso di Tbc, oltre a quanto già precisato dal direttore del carcere di Voghera, ci preme sottolineare - si legge nel comunicato - il ruolo proattivo di prevenzione che normalmente l’Asl svolge di concerto con le istituzioni carcerarie, e non solo, in applicazione di protocolli previsti dalla comunità scientifica e dalle norme ministeriali in materia.

Nel caso specifico, quindi, non solo è stata effettuata la dovuta sorveglianza epidemiologica (da cui abbiamo avuto esiti negativi) sui soggetti interessati, ma è stata fatta anche un’ulteriore proposta di momenti informativi con la direzione e il personale di servizio con la finalità di fornire le conoscenze necessarie per gestire in modo integrato ed efficace il problema della Tbc". Nel comunicato si mette in evidenza che "tutto è sempre stato sotto controllo, a Voghera come a Pavia, e in tutti i casi in cui si sono manifestati episodi che, per il coinvolgimento della popolazione extracomunitaria, hanno creato eccessivi livelli di apprensione e preoccupazione".

Dal caso specifico ai compiti dell’azienda: "È utile ribadire che l’Asl di Pavia, attraverso il suo dipartimento di prevenzione medica, svolge un ruolo di tutela della salute. Sono molte le attività che qualificano la nostra presenza e il nostro lavoro in questa provincia e che possono essere tranquillamente conosciute anche con la semplice navigazione sul sito web dell’Asl di Pavia". Insomma la prevenzione come cardine dello stare sul territorio dell’Asl. Sulla questione Tbc interviene anche il direttore generale dell’Asl, Stefano Del Missier: "Non credo si possa né si debba dimenticare l’enorme lavoro che l’Asl di Pavia - che con un bilancio di 650 milioni di euro è la più grande azienda della Provincia - fa per tutelare la salute dei cittadini a 360 gradi, dalla prevenzione fino alla verifica della qualità degli interventi fatti in ospedale ai propri cittadini. L’Asl è un punto di riferimento fondamentale per i cittadini".

Voghera: la direttrice; "Il dialogo? A Prati Nuovi c’è"

 

La Provincia Pavese, 20 agosto 2005

 

Tubercolosi in carcere. I sindacati lanciano l’allarme, il direttore Stefania Mussio replica con determinazione: "C’è un solo caso di un agente di polizia penitenziaria malato di Tbc rilevato all’esterno. La situazione è sotto controllo, come provano i controlli effettuati dall’Asl di Voghera". Intanto, però, sulla vicenda è stata presentata un’interrogazione parlamentare del senatore di An Roberto Salerno al ministro della Giustizia Roberto Castelli in cui si chiedono lumi, tra l’altro, sulle condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, "oggi sotto organico e malpagati".

Resta dunque serrato il confronto tra la direzione e le organizzazioni sindacali di categoria sulla vita all’interno della casa circondariale di via Prati Nuovi. Il direttore dell’istituto replica e premette: "Non è nel mio stile polemizzare per il gusto di farlo. Io credo nel dialogo, sono contraria a toni che possano esacerbare i rapporti. Quanto alla lettera delle organizzazioni sindacali, ci tengo a sottolineare un aspetto della questione: c’è un solo caso di Tbc tra gli agenti di polizia penitenziaria, ma non c’è nessuna emergenza. La profilassi, contrariamente a quanto viene sostenuto dai sindacati, è stata effettuata secondo le procedure previste in questi casi.

Che nei carceri il problema della tubercolosi esista è fuori discussione, ma non mi sembra che il modo scelto dai sindacati sia quello corretto. Così, infatti, il rischio è quello di procurare un allarme ingiustificato tra le cinquecento persone, tra agenti e detenuti, che vivono e operano in questa realtà. Ripeto: il caso di Tbc è sì stato riscontrato, ma non proviene dall’istituto. Gli agenti che hanno avuto contatti con la persona cui è stata diagnostica la malattia sono risultati negativi al test". I sindacati rimproverano al direttore una scarsa propensione al dialogo, un’accusa riportata nell’interpellanza a firma del senatore Roberto Salerno ("In alcuni istituti tra cui Voghera - si legge - si sono già verificati casi di tensioni tra gli agenti e le direzioni relativamente alla gestione degli incarichi e delle mansioni"): "È un’accusa che mi sconcerta e mi addolora: per dire che manca il dialogo credo che si debba prima chiederlo.

Il numero e la qualità dei progetti che stiamo avviando, che sono già stati avviati in questi sette mesi di reggenza, dimostrano semmai il contrario: cioè l’esistenza di un dialogo positivo, proficuo, con i lavoratori di questo istituto. Sorprende, e amareggia, il modo scelto dai sindacati di trattare una vicenda tempestivamente affrontata, e affrontata con la massima riservatezza. Ripeto: le organizzazioni sindacali non hanno mai chiesto un chiarimento in proposito". Il caso di Tbc tra gli agenti di polizia penitenziaria ha portato a una dura presa di posizione dei sindacati. "Una presa di posizione - dice ancora il direttore - che fatico a capire.

L’agente cui è stata diagnostica la malattia manca da parecchio tempo ed è tutt’altro che irragionevole pensare che abbia contratto la Tbc fuori dal carcere. Detto questo, sono la prima, come ho scritto anche ai miei superiori, ad essere convinta della necessità di uno screening annuale, sistematico". Nella lettera firmata dai sindacati (Uil, Sappe, Osapp, Cnpp, Sinappe, Siappe) si chiede alla "Direzione di dare assicurazione a queste organizzazioni sindacali circa le misure di prevenzione che sono state attuate o programmate e se per gli operatori sottoposti ai test, qualora fossero risultati positivi, si è provveduto alla relativa terapia chemioterapica come da protocolli vigenti". "Bastava che chiedessero alla sottoscritta per avere tutti i chiarimenti del caso", conclude la Mussio.

 

Da Vallanzasca ai terroristi: gli "ospiti" della struttura

 

Il carcere di massima sicurezza di Voghera ha tra i suoi ospiti detenuti famosi come Renato Vallanzasca, che si trova nel circuito ad elevato indice di vigilanza. Nello stesso circuito si trovava la primula rossa del banditismo sardo, Graziano Mesina, graziato nell’autunno dell’anno scorso dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dopo una lunga permanenza in prigione. Mesina è tornato a vivere nella sua Sardegna. Ad attenderlo fuori dal carcere, nel novembre del 2004, un piccolo esercito di giornalisti. Anche il bel Renè ha chiesto la grazia al Capo dello Stato. La casa circondariale di via Prati Nuovi ospita anche quattro pericolosi terroristi tra cui Rabei Osman, ritenuto tra gli ideatori della strage dei treni di Madrid. Anche gli altri terroristi sarebbero legati ad Al Qaida, l’organizzazione che da anni semina morte ai quattro angoli del pianeta. I circuiti sono quattro: oltre a quello ad elevato indice di vigilanza, ci sono quelli di media sicurezza, alta sicurezza e collaboratori di giustizia. I detenuti sono duecentocinquanta, gli agenti di polizia penitenziaria circa duecento. La struttura è considerata moderna e funzionale.

Firenze: compra un falso Rolex, 3.300 euro di multa

 

Agi, 20 agosto 2005

 

È la prima volta che un fiorentino viene multato da agenti della Polizia municipale per l’acquisto di merce contraffatta: il poco invidiabile "record" ora è detenuto da uno studente della facoltà di Giurisprudenza che, ieri pomeriggio, da un venditore ambulante, ha acquistato, davanti alla chiesa di San Lorenzo, un orologio contraffatto con marchio Rolex al prezzo di 50 euro. Il ventenne, poco prima dell’incauto acquisto, era stato avvicinato da una pattuglia della Polizia municipale che l’aveva avvertito della sanzione che gli sarebbe stata comminata se avesse acquistato merce contraffatta. Il giovane ha proceduto ugualmente all’acquisto e gli agenti lo hanno multato con una sanzione di 3.333,33 euro. Stessa multa è stata elevata dagli agenti della Polizia municipale anche ad una turista della Corsica che è stata trovata in possesso di un orologio contraffatto con marchio Gucci. La ragazza di 21 anni è stata fermata mentre si trovava in compagnia di un connazionale e poco prima aveva comprato l’orologio da un venditore abusivo ambulante in piazza San Lorenzo al prezzo di 10 euro, dichiarando di non sapere del divieto. Dall’entrata in vigore della nuova normativa sono state 17 le violazioni accertate dagli agenti della Polizia municipale.

Usa: rivolta in carcere San Diego, 1 morto, 50 feriti

 

Agi, 20 agosto 2005

 

Una improvvisa rivolta in un carcere vicino San Diego, California, ha provocato scontri tra detenuti e agenti: il bilancio fornito dalla portavoce del Dipartimento della California per gli istituti di correzione e riabilitazione parla di un morto e 50 feriti. La scintilla che ha fatto scoppiare la rivolta giovedì pomeriggio è stata minima: una guardia aveva tentato di perquisire un detenuto ispanico che gli pareva nascondesse qualcosa nelle tasche dei pantaloni. L’uomo si era ribellato e detenuti sono intervenuti provocando una rissa durata una mezz’ora. Un detenuto è rimasto ucciso da un colpo di arma da fuoco, 25 detenuti e altrettante guardie sono rimaste ferite, nessuno in modo grave.

Usa: a Baltimora tre agenti incriminati per omicidio detenuto

 

Agr, 20 agosto 2005

 

Sono state incriminate per l’uccisione di un detenuto tre guardie carcerarie di una prigione di Baltimora, negli Stati Uniti. L’accusa: omicidio colposo per avere picchiato a morte nella sua cella Raymond Smoot, 51 anni, durante le procedure per la registrazione dell’arresto per furto. I tre rischiano fino a 30 anni di carcere.

Marocco: per festa nazionale il Re grazia 417 detenuti

 

Apcom, 20 agosto 2005

 

Il re Mohammed VI del Marocco ha accordato la grazia piena o parziale a 417 persone per celebrare la festa della "rivoluzione del re e del popolo", che il 20 agosto di ogni anno commemora l’esilio del nonno del monarca (Mohammed V), avvenuto nel 1953.

Lo riferisce il Ministero della giustizia, il quale chiarisce che 82 detenuti hanno beneficiato di una grazia piena mentre 287 di una diminuzione della condanna. La pena all’ergastolo è stata commutata in una pena più leggera per 13 detenuti. Il re del Marocco accorda regolarmente delle grazie in occasione di feste nazionali o religiose.

 

 

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