Rassegna stampa 13 maggio

 

Medici Penitenziari: situazione gravissima per i detenuti

 

Adnkronos, 13 maggio 2004

 

Ventimila tossicodipendenti, 21 mila extracomunitari, 9.500 con epatite virale cronica, 5 mila sieropositivi per Hiv, 7.500 con rilevanti disturbi psichici, 4.500 episodi di autolesionismo, 5.200 scioperi della fame, 952 tentativi di suicidio, 54 suicidi.

Questo il "bollettino di guerra" che descrive la situazione sanitaria delle carceri italiane, dove sono rinchiusi oltre 56 mila detenuti. "Una situazione gravissima al limite della violazione dei diritti umani, che a stento medici ed infermieri si trovano a gestire e contenere giorno dopo giorno".

La denuncia arriva dai medici penitenziari, riuniti per il XXVII Congresso nazionale alla Rocca di Bazzano (Bo). "Siamo in una situazione di sovraffollamento che rischia di degenerare da un momento all’altro", commenta Francesco Ceraudo, presidente nazionale dell’Amapi (Associazione Medici Amministrazione Penitenziaria Italiana.

"E in questo contesto - polemizza - i nostri governanti non hanno trovato di meglio che tagliare le risorse economiche per la salute dei detenuti aggravando una situazione la cui drammaticità si evince dai dati. Il carcere - aggiunge - appare sempre più come una sorta di pattumiera sociale dove si getta di tutto pur di non vedere e non sentire. In queste condizioni - denuncia - è praticamente impossibile garantire quel diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Una situazione che vogliamo denunciare con forza all’opinione pubblica, prima che questa pattumiera esploda con le conseguenze che neanche noi riusciamo a prevedere".

Reggio Emilia: sportello informativo per detenuti stranieri

 

Melting Pot, 13 maggio 2004

 

Perché lo sportello informativo per detenuti stranieri? Da anni l’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia attua una serie d’iniziative rivolte alla popolazione detenuta presso la Casa Circondariale, in applicazione di apposito Protocollo d’intesa fra la Direzione della Casa e il Comune di Reggio Emilia, mirate sia all’inserimento lavorativo esterno per i detenuti che beneficiano di regime speciale di pena, sia al miglioramento della vita carceraria.
E’ intenzione dell’Amministrazione ampliare tale proficua collaborazione fra i due enti per rispondere alle esigenze specifiche dei detenuti stranieri, bisogni dettati in particolare modo dalle difficoltà di comprensione della lingua, del sistema carcerario, giudiziario e istituzionale del nostro paese. Occorre tenere infatti presente che su una presenza media di 180/200 detenuti circa 70/80 sono di nazionalità straniera.

La situazione degli stranieri in carcere presenta oggettivamente maggiori difficoltà rispetto ai problemi comuni alla generalità dei detenuti con riferimento ad alcuni aspetti, quali: · Emarginazione all’interno della struttura carceraria · Maggiori difficoltà economiche · Mancanza di rete familiare di supporto · Impossibilità nella maggioranza dei casi di fruire di misure alternative alla detenzione Gli elementi di problematicità dell’immigrato rispetto alla giustizia del paese ospite sono spesso caratterizzati dalla scarsa conoscenza della lingua, delle consuetudini e delle norme che regolano la vita in Italia.

 

Gli obiettivi e i contenuti

 

Il progetto, realizzato in applicazione di quanto stabilito dal Protocollo d’intesa fra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione Emilia Romagna, siglato nel marzo 1998, già sperimentato in altre città della Regione sedi di case circondariali/carcere, si pone i seguenti obiettivi:
Offrire un servizio specifico all’interno della struttura carceraria ("Sportello informativo per detenuti stranieri") per favorire la circolazione delle informazioni sulla vita interna della detenzione, facilitare la comprensione del contesto carcerario, delle regole, dei vincoli e delle opportunità;
Promuovere attività ed iniziative finalizzate alla conoscenza e lettura dei bisogni dei detenuti stranieri;
Promuovere la partecipazione dei detenuti stranieri all’attività di scolarizzazione e formazione interne all’Istituto di pena, organizzate nell’ambito dei diversificati interventi che vari Enti svolgono presso la Casa Circondariale (Amministrazione Penitenziaria, Amministrazione Provinciale, Amministrazione Comunale, Provveditorato agli studi);

Favorire, attraverso l’attività della mediazione culturale:

la facilitazione, la comprensione e l’avvicinamento culturale da parte del detenuto straniero alla propria condizione carceraria e sociale;

la decodifica di modelli culturali, di atteggiamenti e comportamenti per agevolare i rapporti fra gli operatori e i detenuti stranieri;

Attivare percorsi per il superamento degli svantaggi conseguenti allo status di stranieri (conoscenza della lingua – conoscenza legislativa – mancanza di appoggi esterni e di una rete familiare e amicale);
Svolgere un’azione di orientamento e informazione per i detenuti stranieri in relazione ai diritti di tutela giuridica e fruizione di percorsi alternativi alla detenzione, avvalendosi dell’azione di un operatore addetto all’informazione legale;

Supportare i detenuti stranieri nella ricerca delle condizioni idonee (lavoro, documentazione, domicilio, ecc.) per usufruire di permessi, di misure alternative, di accesso al lavoro esterno, in stretta collaborazione con gli educatori interni alle strutture carcerarie e agli operatori del territorio;
Collaborare con il Centro Servizio Sociale Adulti del Ministero di Grazia e Giustizia e il Servizio Postpenitenziario dell’Azienda USL di Reggio Emilia per l’individuazione dei percorsi di affidamento, opportunità di inserimento lavorativo e/o abitativo;

Per i detenuti clandestini promuovere accertamenti e interventi finalizzati alla regolarizzazione della permanenza a fine pena e/o favorire al meglio il rientro in Patria;

Produrre materiale informativo tradotto in più lingue per orientare i detenuti sulla realtà carceraria e le modalità di accesso ai servizi presenti sul territorio.

 

I soggetti impegnati nell’attivazione del progetto:
Comune di Reggio Emilia - Servizio per l’Immigrazione, Pari Opportunità
Direzione della Casa Circondariale - AUSL Servizio Post Penitenziario - Associazioni di volontariato

Per informazioni: Alfa Strozzi
Servizi per l’Immigrazione, Pari Opportunità

Gall. S. Maria 1 - Reggio Emilia

Tel. 0522/ 456711 Fax 0522/436747

Con il voto alla Camera legge il mandato di cattura europeo

 

Giornale di Brescia, 13 maggio 2004

 

La Camera ha approvato, con una maggioranza rabberciata, il provvedimento che recepisce nel nostro ordinamento il mandato di cattura europeo. La maggioranza si è spaccata. Hanno votato a favore Forza Italia, An e l’Udc; contro la Lega, Ds e Margherita; si sono astenuti Verdi, Pdci, Rifondazione Comunista e Sdi. Numerose le assenze, che hanno influito sull’esito del voto, pochi i gruppi che hanno rispettato in pieno la disciplina di partito.

Il testo passa ora all’esame del Senato. Il ministro della Giustizia Castelli ha commentato l’avvenimento con sufficienza: "Finalmente il Parlamento si è espresso. Ho sempre dichiarato che il Parlamento è sovrano in questa materia. Il mio auspicio adesso è che il Senato possa rapidamente licenziare questa legge e si chiuda una partita che francamente era diventata un tormentone". L’altro ministro leghista Maroni ha dichiarato diplomaticamente: "C’è stata una votazione del Parlamento che noi rispettiamo pur avendo espresso il nostro dissenso. Siamo di quelli che rispettano le decisioni degli organi istituzionali".

Con minore prudenza i deputati della Lega Carolina Lussava e Giacomo Stucchi hanno parlato l’una di provvedimento sconcertante, l’altro di una delle leggi più illiberali che siano state approvate negli ultimi anni. Ma nemmeno l’Udc, che pure ha votato a favore, si dichiara soddisfatta. "Si poteva fare prima e meglio" ha sostenuto il capogruppo Luca Volontè, il quale però si è compiaciuto perché ora "anche grazie alla nostra testardaggine è possibile rispettare l’impegno europeista dell’Italia". L’unico commento totalmente favorevole è quello di Gaetano Pecorella, di Forza Italia, secondo cui "questo è il migliore dei testi possibili" considerata la difficoltà di renderlo compatibile con la nostra Costituzione".

Anna Finocchiaro dei Ds e Giannicola Sinisi della Margherita hanno così motivato il no dei loro gruppi: "Con questo testo l’Italia continuerà come prima a consegnare soggetti alle autorità giudiziarie dei governi extraeuropei senza svolgere alcuna indagine e sottoporrà invece a una serie lunghissima di verifiche la richiesta di consegna proveniente dalle autorità giudiziarie europee. Un testo che contraddice il patto di reciproco riconoscimento e affidamento tra i Paesi europei, un testo contro l’Europa".

I Verdi invece, attraverso una dichiarazione dell’onorevole Paolo Cento, hanno spiegato di essersi astenuti perché la legge è "più garantista del mandato previsto dall’ordinamento europeo". Il mandato europeo regola l’arresto e la consegna da parte di uno Stato dell’Ue di un ricercato sottoposto a inchiesta o alla privazione della libertà. Può essere emesso per fatti punibili con una pena minima di un anno di carcere o in base a una condanna di almeno quattro mesi passata in giudicato.

Usa: un detenuto su dieci condannato all'ergastolo

 

Swiss Info, 12 maggio 2004

 

Circa il 10% dei detenuti americani sono stati condannati al carcere a vita. Gli ergastolani, una popolazione di 127.677 persone, sono aumentati notevolmente dal 1992 a oggi in America. Ma gli esperti sottolineano che il fenomeno è dovuto non a un aumento del crimine, che anzi è diminuito negli Usa, ma piuttosto alle leggi più severe adottate dal Congresso e dai vari stati.
In alcuni stati, come in California e New York, i condannati al carcere a vita sono circa il 20% della popolazione delle prigioni. In California la legge dei three strikes (che prevede condanne molto severe alla terza infrazione) ha moltiplicato il numero degli ergastolani creando alcuni casi limite, come quello di un uomo che ha ricevuto l’ergastolo per un furto di videonastri per bambini per un valore di 150 dollari.
Poco meno del 70% degli ergastolani hanno commesso omicidi: il resto ha ricevuto il carcere a vita per reati meno gravi. L’aumento della popolazione degli ergastolani ha anche riflessi economici: ogni detenuto condannato a passare tutta la vita in carcere costa alle autorità una media di un milione di dollari.

Pescara: l'onorevole Nichi Vendola (Prc) in visita al carcere

 

Liberazione, 12 maggio 2004

 

"Abbiamo un ministro della Giustizia che considera le carceri italiane come alberghi a 5 stelle. Forse non sa, non immagina come vivono i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Pescara, fatiscente oltre l’immaginabile".

Lo ha detto il candidato di Rifondazione comunista alle elezioni europee, Nichi Vendola, che oggi si è recato in visita presso la struttura carceraria. "In questo carcere, però - ha detto -, una direzione illuminata e personale di custodia dal tratto di umanità straordinario, rende possibile il miracolo della vita. Per come è - ha aggiunto - potrebbe diventare una bomba che esplode. Questo non accade - ha concluso - perché nonostante le condizioni strutturali è un luogo in cui le relazioni umane e l’attenzione alle condizioni di ciascun detenuto sono molto forti".

 

 

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