Telemedicina anche in carcere

 

Al via sperimentazione telemedicina in 3 carceri e in un O.P.G.

 

Ansa, 28 gennaio 2004

 

La telemedicina entra nelle carceri italiane. Entro un paio di mesi sarà, infatti, avviata una sperimentazione che coinvolgerà almeno tre istituti penitenziari e un ospedale psichiatrico giudiziario (Opg). Lo ha annunciato il sottosegretario alla Salute Antonio Guidi, a margine di un’audizione di alcune organizzazioni di operatori carcerari in commissione Affari sociali alla Camera.

"In alcune carceri, tra cui un ospedale psichiatrico giudiziario - ha detto Guidi - sarà avviata una sperimentazione per l’utilizzo della telemedicina". Questa, ha spiegato, può infatti "permettere una cura a distanza, evitando che, magari, per mancanza di custodia si raggiunga l’ospedale in tempi troppo lunghi". Telemedicina dunque, ha precisato il sottosegretario, "non vuol dire assenza del medico, cosa che aumenterebbe le distanze per chi è già troppo distante dagli altri, ma significa aiutare il medico a fare di più".

La sperimentazione dovrebbe partire entro un paio di mesi e coinvolgerà almeno tre istituti penitenziari - uno al nord, uno al centro e uno al sud - e un Opg. Riferendosi poi al problema del sovraffollamento delle carceri, Guidi ha sottolineato che "le persone che spesso costano in carcere, il più delle volte non dovrebbero stare lì ma in comunità. C’è quindi - ha precisato - una presa in carico impropria e, dunque, un sovraccarico economico e di sofferenza improprio". Quanto al passaggio della medicina penitenziaria al ministero della Salute, è "davvero troppo lento - ha commentato - ma ciò è dovuto soprattutto a motivi burocratici e amministrativi, e non di volontà politica. Sicuramente - ha concluso - occorreranno più soldi e un rapporto più coerente con le Asl".

 

 

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