Articolo Luciano Eusebi

 

Alla ricerca di una pena alternativa al carcere
 

Il Giornale di Brescia, 3 aprile 2004

 

"La giustizia non è ritorsione del male. È, invece, progettualità, perché la risposta al male sta nell’intelligenza e nella razionalità del bene". Luciano Eusebi, docente di Diritto penale alla Cattolica, ha posto l’accento su un tema a lui caro ieri sera, nella sede universitaria di via Trieste, nell’introdurre l’intervento del card. Attilio Nicora, presidente dell’amministrazione patrimonio della sede apostolica, ieri a Brescia per parlare del libro del card. Carlo Maria Martini dal titolo: "Non è giustizia. La colpa, il carcere e la parola di Dio". Con loro, Luciano Caimi, responsabile del Centro studi educazione alla legalità dell’Eulo e Luigi Morgano, direttore di sede.

"Il carcere deve diventare extrema ratio - ha aggiunto Eusebi -.

Esistono modalità più produttive di fare sanzioni, che costano meno e producono di più. Modalità, invece, che si vogliono abrogare anche nel settore minorile". Nel libro di Martini - una raccolta di lettere e interventi stilati in momenti diversi, con la prefazione del prof. Eusebi - viene evidenziato il singolare rapporto esistente tra il carcere e il pastore, in questo caso il vescovo di Milano. "Un carcere rilevatore delle nostre contraddizioni collettive", scrive il card. Martini. Nella breve analisi dello scritto, il card. Nicora sottolinea "l’ottima realizzazione di ciò che il Concilio Vaticano II aveva indicato".

"Chi legge il volume ne esce incoraggiato secondo la prospettiva del Concilio, ricco di una stimolante forza all’impegno cristiano - ha sottolineato Nicora -. Ed il volume è anche un’ottima realizzazione degli indirizzi della nostra Costituzione repubblicana, in una continua ricerca dell’intreccio profondo tra giustizia e solidarietà. Il testo aiuta a rileggere i principi costituzionali in una chiave ricca di profondi valori". Tutto condivisibile, dunque? In realtà, il card. Nicora sottolinea anche alcuni punti difficili degli scritti di Martini. "La spinta dell’ulteriorità cristiana rischia di mettere in discussione la legittimità della pena; in questo, alcuni passi sono provocanti", ha detto Nicora. Infatti, Martini scrive: "Facciamo in modo che le pene siano ridotte in tutte le nazioni del mondo...non tanto pene alternative alla carcerazione, ma alternative alla pena". "Se l’alternativa alla carcerazione è condivisibile - ha concluso il card. Nicora -, l’alternativa alla pena pone l’antico problema del senso e del significato della pena stessa. Insomma, non si deve confondere la questione delle pene alternative con l’alternativa della pena, a meno che non si dimostri che la pena in quanto tale non ha alcun senso. Una dimostrazione difficile da asserire, perché dobbiamo anche farci carico dell’ampio problema della sicurezza sociale".

 

 

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