Alfredo Biondi: "Emergenza insoluta..."

 

Alfredo Biondi: "Carcere, emergenza insoluta..."

 

La Provincia di Cremona, 25 ottobre 2002

 

Certo, sono d’accordo con il Ministro quando parla di soluzioni da assumere come quelle che offrono le costruzioni di nuovi carceri che però dovrebbero essere distinte per fasce di reati: carcere minorile, carcere per cittadini in attesa di giudizio, carcere per reati minori al fine di evitare che il carcere stesso diventi una scuola per delinquere meglio. Ma nel frattempo cosa facciamo? Occorre prendere atto della situazione!

Ora, il ministro Castelli sembra avere una visione mista fra l’ideologico e il rigoroso del problema che esiste. Un ministro, che è l’unico ad essere nominato nella Costituzione non può limitarsi a dichiarare che presiede al "buon andamento" dell’amministrazione della Giustizia perché ad un’affermazione del genere viene spontaneo domandare: è un buon andamento quella dell’amministrazione della parte più significativa della Giustizia che è l’esecuzione della pena?

Da liberale mi chiedo: questo è il buon andamento? non credo. Naturalmente in quanto rispetto la linea politica e operativa della maggioranza ma non intendo subirla. Del resto cosa fece la Lega quando era ministro Biondi? Ciò vuol dire che in Parlamento si può trovare una posizione trasversale che raccolga il consenso dei parlamentari che hanno e mantengono linee politiche diverse.

E’ giusto anche considerare le affermazioni sulla sicurezza dei cittadini che il condono metterebbe a rischio. Il 94-95% dei furti rimangono impuniti, il 68-70% delle rapine rimangono impunite, più della metà degli omicidi non sono puniti. Sono queste delle cifre che confermano che la sicurezza non è "assicurata fuori", dunque ritorcere questa debolezza su quelli che vivono in carcere non ha senso specie se il regime carcerario non è a misura di dignità umana, e può essere addirittura una incubatrice criminogena.

È necessario perciò fare in modo che la misura punitiva sia assicurata, una volta accertata la responsabilità dell’individuo, in un ambiente più umano anche per fare onore alla funzione rieducatrice della pena. Non alberghi di lusso ma case circondariali degne di questo nome.

 

 

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