Consiglio comunale in carcere...

 

Il consiglio comunale di Roma va a Rebibbia

 

La Repubblica , 29 ottobre 2002

 

Seduta straordinaria sull'emergenza carceri: prima volta in Italia Il 12 novembre anche sindaco e assessori per ascoltare detenuti e agenti: decideranno su sanità, lavoro e reinserimento sociale

È la prima volta che accade in Italia, e la seduta a Rebibbia è un segno di attenzione per gli oltre tremila reclusi, un "popolo" che chiede cure sanitarie adeguate, meno sovraffollamento e «un trattamento più umano», come ha ricordato il presidente della Repubblica, Ciampi. L'idea, subito accolta dal sindaco Veltroni e dal consiglio comunale, è dell'assessore al Lavoro e alle Periferie, Luigi Nieri, che ha dato voce alla protesta civile messa in atto dai detenuti negli ultimi mesi. E rappresenta un punto di sintesi dell'azione che il Campidoglio, attraverso i vari dipartimenti, sta mettendo in campo per i carcerati: avviamento all'occupazione, "borse" per il lavoro, progetti per il reinserimento nella società, cultura, sanità. Non sarà un momento formale, ma l'Aula ascolterà i rappresentanti dei detenuti, degli agenti e delle associazioni del volontariato per prendere impegni solenni, anche con la votazione di alcune delibere. L'iniziativa, autorizzata dall'amministrazione penitenziaria, nasce dopo mesi di incontri all'interno delle carceri, un tour nelle prigioni inaugurato da rappresentanti degli assessorati alle Politiche sociali e del Lavoro, che si sono avvalsi della "mediazione" di Lillo Di Mauro, presidente della consulta penitenziaria. Il consiglio straordinario è quasi la naturale conseguenza di questo impegno, che punta a costruire un tavolo permanente sui problemi delle prigioni.

«Per noi spiega Federico Bonadonna, dell'assessorato alle Politiche sociali il carcere è il XX municipio della città. Il detenuto deve essere considerato un cittadino in difficoltà, con tutti i diritti». Per questo, il Consiglio vuol dar voce a ciò che avviene nelle carceri e il 12 darà la parola ai detenuti nel teatro del nuovo complesso di Rebibbia. Oltre al sindaco, saranno presenti gli assessori Gianni Borgna (Cultura), Luigi Nieri e Raffaela Milano, responsabile ai servizi sociali, che si farà promotrice di alcuni provvedimenti in materia di sanità.

«La nostra intenzione dice il coordinatore della maggioranza, Silvio Di Francia, impegnato da anni sul fronte del garantismo è che il Consiglio non faccia una visita di cortesia, ma si assuma impegni precisi. Nelle carceri si sta svolgendo una protesta mite e consapevole: occorre dare forza alla speranza e assumersi le proprie responsabilità».

Rebibbia, domani Consiglio comunale

 

Il Messaggero, 11 novembre 2002

 

ùStamattina a Montecitorio sit in indetto dall’associazione Papillon nata nel carcere di Rebibbia per sollecitare le forze politiche alla discussione sulla possibilità di giungere a un accordo sull’indulto o in alternativa sulla sospensione condizionale della pena. Alla manifestazione hanno aderito altre associazioni e centri sociali.
Intanto, nelle carceri di tutta Italia riprenderà la protesta pacifica e articolata tra lo sciopero della fame e la battitura delle sbarre; protesta che si protrarrà fino a giovedì, giorno della storica visita di Giovanni Paolo II in Parlamento. Con la speranza che il Pontefice vorrà riprendere davanti alle Camere riunite il filo di quell’appello per un gesto di clemenza nei confronti della popolazione detenuta che aveva ripetuto per ben quattro volte durante il Giubileo. Inascoltato. Allora, l’accordo politico non si trovò, e sono state le recenti parole del Presidente della Repubblica nel carcere di Spoleto a rianimare il dibattito al punto di mettere in calendario, in sede di commissione giustizia della Camera e per il 20 novembre, la discussione di una delle proposte di legge (la Pisapia - Buemi).
Domani, in occasione del primo consiglio comunale della capitale che si svolge in un carcere, a Rebibbia, i detenuti chiedono al sindaco Veltroni la votazione di un ordine del giorno che impegni le forze politiche alla discussione sull’indulto. Dopo la delusione e le promesse non mantenute del Giubileo, dopo mesi di pacifiche proteste in novanta carceri italiane e dopo la presa d’atto da parte di un vasto schieramento politico, con l’eccezione della Lega e con qualche divisione dentro l’Ulivo, dell’urgenza di una soluzione al sovraffollamento.

 Nieri e Di Francia: "Anche i reclusi sono cittadini romani"

 

La Repubblica, 12 novembre 2002

 

«Di soltanto una parola»: questo è l'appello scritto sulla cartolina che moltissimi detenuti stanno inviando al Papa alla vigilia della sua visita al parlamento. Una parola per la speranza che moltissimi detenuti confidano possa essere ascoltata. E' in questo momento, mentre il sovraffollamento è divenuto emergenza, una condizione che ha prodotto una protesta mite e civile in tutte le carceri italiane, che il Consiglio Comunale di Roma ha deciso di riunirsi nel carcere di Rebibbia. Non una visita di cortesia, seppure inedita, ma un'occasione per assumere, una volta ascoltate le "voci di dentro", impegni precisi. Partendo da un principio: le carceri sono una parte della città e la città deve occuparsi dei cittadini che in esse vivono.
Si dirà che un Comune può fare poco. Eppure si può fare tantissimo in materia di diritto alla salute, di accoglienza fuori dal carcere, di lavoro fuori e dentro il carcere. Si può fare molto in materia di reinserimento per chi esce dal carcere. In carcere chiedere un semplice documento anagrafico può risultare una incombenza gigantesca. In carcere la malattia è più malattia che altrove. In carcere non parlare italiano esclude più che altrove. C'è una dato poco conosciuto e sul quale occorrerebbe riflettere: nelle carceri italiane, oggi, ci si ammazza diciannove volte di più che fuori dal carcere. E' per non distogliere lo sguardo su tutto questo che domani andremo a Rebibbia.

Luigi Nieri e Silvio Di Francia, assessore alle Periferie e capogruppo dei Verdi

Uno Sportello certificati nel carcere di Rebibbia

La Repubblica, 12 novembre 2002


Il sindaco, gli assessori, i consiglieri di maggioranza e opposizione, tutti a Rebibbia stamattina alle 13, per un consiglio comunale straordinario nel più grande carcere romano. È la prima volta che accade in Italia e la storica seduta d'Aula non sarà una visita di cortesia.
Il consiglio comunale ascolterà i detenuti e dopo voterà anche alcune mozioni su lavoro e sanità, e darà il via libera all'anagrafe dentro il carcere, grazie alla quale i reclusi potranno fare certificati e documenti all'interno del penitenziario, come semplici cittadini. Sì, la seduta a Rebibbia, nata da un'idea dell'assessore alle Periferie Luigi Nieri e del Verde Silvio Di Francia, e subito accolta dal sindaco Veltroni, dalla giunta e da consiglieri di maggioranza e opposizione, è un segno di attenzione per le oltre tremila persone che vivono nelle carceri. Si tratta un popolo che chiede cure sanitarie adeguate, meno sovraffollamento e «un trattamento più umano», come ha ricordato recentemente il presidente della Repubblica Ciampi. E non è un caso che la maximozione, che sarà votata dal Consiglio, avrà un titolo simbolico: «Il penitenziario come XX municipio di Roma».
Proprio dal carcere di Rebibbia è partita, lo scorso settembre, una protesta civile sulle condizioni delle carceri, che poi si è estesa ad altri penitenziari italiani. E ieri, i 1600 detenuti della casa circondariale sulla Tiburtina, insieme ai 16 cappellani del carcere, hanno inviato una lettera al papa, nella quale chiedono che, nella sua visita di giovedì prossimo alla Camera, solleciti «un gesto di clemenza per i reclusi italiani». «Santo Padre, abbia pietà di noi, ci aiuti» è scritto nella missiva consegnata ieri in Vaticano da don Sandro Spriano «Indulto e amnistia, in questo momento storico, regalerebbero quel poco di respiro e di spazio, di aria sufficienti a dare speranza a tanti figli di Dio che vogliono espiare la propria pena, ma con dignità e nel rispetto delle regole».
Il consiglio straordinario si svolgerà nel teatro del nuovo complesso di Rebibbia e inizierà poco dopo le 13. La seduta, aperta dal presidente Mannino, sarà formalmente "inaugurata" dalle relazioni degli assessori Nieri, Raffaela Milano (Servizi sociali), e Gianni Borgna (Cultura). Dopo i loro discorsi si "chiuderà" il Consiglio per dare la parola a dodici detenuti, che parleranno in rappresentanza degli altri reclusi. Poi, sarà riaperta la seduta, e alla fine, dopo il discorso del sindaco Veltroni, si voterà una maximozione con la quale il Consiglio prenderà impegni concreti. A partire dall'anagrafe nel penitenziario: alcuni pubblici ufficiali saranno autorizzati ad entrare in carcere e a fare certificati per i detenuti.
La mozioni conterrà anche gli indirizzi principali del piano cittadino per il carcere, e alcuni provvedimenti sul tema del lavoro fuori e dentro il penitenziario, di assistenza sanitaria, di reinserimento dopo la detenzioni, grazie al "kit delle libertà". Una bussola, con numeri utili e consigli concreti, per orientarsi appena usciti dalla prigione.

 

 

 

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