Programma Castelli

 

Il Programma sulla giustizia e le carceri

del Ministro Roberto Castelli 

 

Rassegna stampa completa sulle dichiarazioni del Ministro

  

Dice subito di “essere dalla parte di Abele” per garantire “agli onesti cittadini che coloro i quali commettono i reati devono scontare la pena”. Il ministro prevede pure un giro di vite contro “il lassismo verso i minori che commettono omicidi” e una sorta di obbligo di lavoro per i carcerati. Ma poi, per tentare di alleggerire la pressione nelle le carceri sovraffollate, Castelli annuncia la riapertura di 20 istituti dismessi (compresa Pianosa) e un “indultino” per rimpatriare i detenuti extracomunitari per reati lievi.

 

Gli stranieri  

Castelli è preoccupato per la situazione esplosiva nelle carceri: 57 mila detenuti, di cui 17 mila extracomunitari. Ecco allora la proposta forte, che in qualche modo ricalca l’indultino varato da Fassino ma poi bloccato alla Camera a febbraio. Annuncia il ministro: “Il governo si sta ponendo il problema di rimpatriare, dietro precise garanzie di rinuncia al reingresso clandestino in Italia, gli extracomunitari con reati lievi”. E ancora: “Questo è un obiettivo da raggiungere anche attraverso provvedimenti normativi e pesanti sanzioni”. Ma c’è un timore: “Esistono problemi di natura costituzionale, internazionale e giuridica, di non facile soluzione”.

 

I minori  

Castelli dice di essere “sconcertato” dalle “prese di posizione, di una larga fetta dell’opinione pubblica, eccessivamente lassiste nei confronti di minorenni che hanno commesso gravissimi reati”. E anche in questa “materia estremamente delicata”, il ministro parla un linguaggio chiaro: “Non posso non farmi interprete di chi ritiene che sia un gravissimo esempio, e soprattutto per i minori, vedere scarcerati individui che hanno commesso omicidi”. E c’è anche il rischio che “misure di protezione eccessivamente garantiste trasformino i minori, soprattutto in alcuni particolari contesti socio-economici, in una fascia a rischio come sacca di reperimento della manovalanza delinquenziale”. Poi, a fine audizione, il ministro mima un buffetto sulla guancia di un ipotetico ragazzino: “No, non può finire così se hai ucciso tuo padre o tua madre”.

     

(Corriere della Sera, 25 luglio 2001)

 

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