Palermo: Progetto Metamorfosi

 

Palermo: Progetto Metamorfosi

Una mano ai giovani detenuti che vogliono cambiare vita

grazie a un’associazione che opera a San Filippo Neri

 

La Sicilia, 22 giugno 2003

 

Il "Progetto Metamorfosi", portato avanti dall’Associazione cristiana Shalom, in Via Ludovico Bianchini n. 30, nel "cuore" del popolare quartiere di san Filippo Neri, ex - Zen, consiste in un programma terapeutico per quei detenuti che vogliono intraprendere un’attività risocializzante.

"In tutto il territorio regionale – sostiene Francesco Rivolo, Presidente dell’Associazione – è l’unica struttura, esistente fin dal 1993, a svolgere un servizio di questo genere, lavorando in sinergia con i Centri dei Servizi sociali del Ministero della Giustizia, con il Tribunale dei Minorenni, con quello Ordinario e con quello di Sorveglianza della nostra città".

Il Progetto Metamorfosi, finanziato dal Comune di Palermo, quest’anno ha incontrato delle difficoltà, in quanto è stato "rifinanziato" solo fino al 7 luglio, ottenendo però la garanzia di una proroga di altri 2 mesi. Nelle more di questo periodo il Comune bandirà un avviso pubblico ed il programma terapeutico sarà riproposto. Il Progetto è rivolto ai giovani detenuti di età compresa fra i 15 ed i 35 anni che abbiano mostrato una ferma volontà di cambiamento.

A questi giovani dunque che, a causa dei loro trascorsi, non hanno alcuna abilità professionale, viene insegnato il mestiere di falegname, a cui viene abbinato anche un corso teorico-pratico sull’uso del PC, uno di alfabetizzazione, nonché delle attività di cineforum e dei seminari, riguardanti le più disparate tematiche sociali. Vengono inoltre valorizzate al massimo le loro capacità laboratoriali, sia verso la pittura, sia verso la produzione di manufatti. Dal 1995 all’aprile 2003 quindi sono stati "accolti" presso il Centro: 31 detenuti in semilibertà, 44 affidati in prova, 42 agli arresti domiciliari e 27 minorenni in condizioni di "messi in prova".

Confortante il risultato: gli esiti positivi sono pari al 64,58%, con 48 persone che hanno espiato l’intera pena e 45 inserite nel mondo del lavoro. Per i detenuti minorenni e per i maggiorenni si verificano due condizioni diverse: il minorenne difficilmente va in carcere, in quanto l’USSM, dopo l’arresto e l’udienza in cui il giudice commina la pena, si preoccupa di fargliela scontare in un ambiente "sano", in condizioni di "messa alla prova".

I ragazzi vengono perciò inseriti presso il Centro riabilitativo o presso un’impresa artigianale, periodicamente supervisionati. Se le verifiche sono positive, continuano il percorso fino alla fine della pena e, qualche volta, vengono addirittura assunti dalle ditte. Per i maggiorenni il discorso è differente, poiché il detenuto arriva al Centro direttamente dal carcere: chi deve scontare una pena inferiore a 3 anni, può chiedere al Tribunale di Sorveglianza di usufruire della Legge Simeone, come alternativa alla carcerazione.

Per ottenere quest’agevolazione, il CSSA (Centro Servizi Sociali per Adulti) deve valutare l’ottimo comportamento pregresso del detenuto e soprattutto che non vi siano delle condizioni ambientali avverse, sia nella famiglia sia nel territorio. I detenuti devono essere perciò nelle condizioni di: "affidamento in prova", cioè liberi di andare a lavorare nell’impresa per poi rientrare a pernottare in casa, o di "semilibertà", nel qual caso escono dal carcere la mattina per poi rientrarvi la sera.

 

 

Precedente Home Su Successiva