Reinserire in tre mesi 36 personi

 

Reinserire in tre mesi 36 ex carcerati e prostitute

 

La Nuova Ferrara, 4 giugno 2003

 

La seconda "presentazione" alla società, soprattutto se la prima è andata male per una ragione o per l’altra, va preparata con cura. Non si può improvvisare. Una trentina di persone che hanno questa esigenza, ex tossicodipendenti, carcerati, prostitute, si troveranno nelle mani qualche carta in più per riprovarci. Si tratta dei prescelti per il progetto "Dalla dipendenza all’autonomia".

Il progetto vede per la prima volta assieme tre delle maggiori associazioni di volontariato sociale della città, il gruppo locale Soci costruttori, Viale K, Donne e giustizia. Le carte, cioè il finanziamento di 164mila euro della Regione, la delibera comunale e le convenzioni con le associazioni, sono pronte, entro il 2003 andrà a regime la "macchina", già tarata assieme alla Prefettura. Si tratta, in sostanza, di accogliere per 3-4 mesi, "non di più proprio perché si vogliono evitare dipendenze di altro tipo" dice Francesco Foddis (Soci costruttori), persone appena uscite da esperienze come il carcere, la clandestinità da immigrati irregolari, la tossicodipendenza o la prostituzione. In questo periodo saranno loro garantite ospitalità in appartamenti messi a disposizione ad hoc, corsi di formazione mirati ad insegnare davvero un mestiere, una finestra occupazionale in coop sociali o aziende comunque conosciute dai "tutor".

L’obiettivo è appunto di seguire la prime fasi del reinserimento, sperando che poi queste persone riescano a fare da sole, magari appoggiandosi a collettivi come Alcolisti anonimi, Famiglie contro la droga, Club integriamoci. Tra le altre azioni, sono previsti aiuti per l’accesso ai bandi di concorso per le case popolari e il Fondo sociale per l’affitto, l’utilizzo incrociato dei laboratori delle associazioni, l’affiancamento durante e dopo l’inserimento lavorativo.

Lo sforzo maggiore è di Viale K, l’associazione di don Domenico Bedin, che si è assunta l’onere di reinserire 16 persone. Sono 14 le donne aiutate da Donne e giustizia, 6 delle quali con figli. Foddis ne approfitta per lanciare un appello in favore dei rifugiati politici: "Noi ne ospitiamo 3, tutti curdi, che si trovano in una situazione davvero difficile. Per legge non possono lavorare, la sovvenzione prima gestita dalla Prefettura è stata soppressa e il nuovo fondo previsto dalle Bossi-Fini non funziona. Così queste persone si trovano prive di una prospettive, a totale carico dei volontari". È anche da lì che bisogna partire quando si parla di integrazione.

 

 

 

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