Newsletter n° 7 di Antigone

 

Newsletter numero 7 dell'Associazione "Antigone"

a cura di Nunzia Bossa e Patrizio Gonnella

 

L'editoriale di Patrizio Gonnella: Tortura

L'Osservatorio Parlamentare, a cura di Francesca D'Elia

Resoconto della manifestazione "ConFiniZero" a Roma, di Susanna Marietti

Convegno a Londra su "Carcere e Politiche Penitenziarie", di Nunzia Bossa

Le iniziative di Antigone

L’Editoriale: Tortura, di Patrizio Gonnella

 

“Abbiamo le carceri più vivibili del mondo anche se non tutte le nostre carceri sono belle allo stesso modo. Ottanta carceri in tutto idonee agli scopi istituzionali, altre meno belle. Un fatto è certo: il nostro sistema penitenziario è sicuramente tra i migliori del mondo, sia sotto il profilo della gestione della sicurezza che, e soprattutto, di quella del trattamento. Potrei stare ore a descriverlo, ma voglio tenere conto solo dei fatti: siamo continuamente bersagliati da richieste che ci vengono da tutte le parti del mondo di contribuire alla formazione degli operatori penitenziari. Sto parlando dell'Afghanistan, come dei cinesi che desiderano insegnare ai loro formatori, dell'Albania dove stanno insistendo perché vogliono che continuiamo ad addestrare i loro formatori, del Kosovo e così via, per non parlare delle innumerevole missioni di studio che fanno da noi canadesi, svedesi, francesi. Tutto questo non è senza significato.” (Giovanni Tinebra, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria).

“Tutti siamo contro la tortura e infatti nel nostro ordinamento già ci sono tutti i mezzi per contrastarla. Ma un conto è la tortura, un conto è prevedere il carcere fino a dieci anni per chi cerca di investigare. Una norma come questa non serve a nulla se non a mettere a punto uno strumento, da mettere nelle mani degli avvocati, per contrastare l'attività investigativa. E' un provvedimento che ha insomma un potere ricattatorio e come tale da respingere.” (Antonio Di Pietro, leader dell’omonima lista Di Pietro-Occhetto).

Fortunatamente non tutti la pensano così. Nei giorni scorsi i provvedimenti di legge sulla introduzione del crimine di tortura e sulla istituzione del difensore civico delle persone private della libertà hanno fatto significativi passi in avanti. A Montecitorio in Commissione Giustizia è stato definitivamente licenziato il testo che modifica il codice penale prevedendo il reato di tortura. In Commissione Affari Costituzionali è stato definito un testo unificato sul difensore dei diritti dei detenuti. Ora si è aperta la fase della presentazione degli emendamenti.

Nulla va dato per scontato. C’è chi sostiene che del reato di tortura nel codice Rocco non ve ne sia proprio bisogno, chi che la tortura riguarda il terzo mondo, chi che non si può frenare l’attività di pm e poliziotti. In Germania, l’anno scorso, il vice capo della polizia di Francoforte aveva autorizzato, pubblicamente e senza vergognarsene, l’uso della tortura per estorcere, a un sequestratore, la confessione di dove aveva nascosto il bambino sequestrato. In Francia, di recente, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura ha denunciato il rischio di trattamenti disumani e degradanti nelle carceri transalpine. In Israele la Knesset ha dibattuto se legalizzare la tortura. A Guantanamo viene quotidianamente praticata da circa 2 anni: tale è infatti la incommunicado detention. Nessun Paese è indenne dal rischio di praticare violenze sulle persone custodite contro la loro volontà. Negli ultimi 4 anni vi sono stati gli episodi eclatanti di Napoli, Genova, Sassari. Inchieste che hanno coinvolto centinaia di poliziotti, appartenenti a tutte le forze dell’ordine.

L’Italia è sempre buona prima nel ratificare le convenzioni internazionali sui diritti umani. È, però, fra le ultime a adeguare ad esse la legislazione interna. La Corte Penale Internazionale è già in vigore e il nostro codice di procedura penale non è stato adattato allo statuto della Corte. La Convenzione Onu contro la tortura risale al 1984 e, nonostante i solleciti degli organismi internazionali, il crimine di tortura non è mai stato codificato. Non è in questo modo che la cultura dell’universalismo dei diritti umani, retoricamente richiamata ogniqualvolta si parla di islam, veli e infibulazioni, viene promossa e sostenuta.

L’Italia è tra i 23 Paesi che hanno firmato il protocollo alla Convenzione Onu contro la tortura che prevede un meccanismo planetario di ispezioni dei luoghi detentivi. Il protocollo impone agli Stati di prevedere organismi nazionali indipendenti di controllo di prigioni e stazioni di polizia. Proprio ciò che dovrebbe fare il difensore civico.

Osservatorio parlamentare, a cura di Francesca D’Elia

 

Il nuovo “Comitato Carceri”

 

La Commissione Giustizia della Camera dei deputati, in data 5 febbraio, ha nominato Enrico Buemi (SDI) nuovo Presidente del Comitato permanente per l'esame dei problemi penitenziari. Francesco Carboni (DS) e Mario Pepe (FI), sono i nuovi Vicepresidenti, mentre Giacomo Mancini (DS) e Guido Giuseppe Rossi (Lega Nord) sono stati nominati Segretari. I Gruppi hanno poi designato come componenti: Franco Cardiello (An), Pier Paolo Cento (Verdi, Sergio Cola (An), Giuseppe Fanfani (Margherita), Vincenzo Fragalà (An), Niccolo Ghedini (FI), Giovanni Kessler (DS), Pierluigi Mantini (Margh-U), Francesco Onnis (An), Giuliano Pisapia (Rif.Com.), Giancarlo Pittelli (FI) e Antonio Russo (FI).

Il rinnovo delle cariche si è reso necessario dopo che Giuliano Pisapia si è dimesso dalla presidenza per contrasto con le scelte legislative in materia di carcere e giustizia approvate dalla maggioranza di centrodestra. 

Prime audizioni dell’indagine conoscitiva sulla sanità penitenziaria

In data 28 gennaio, ha avuto inizio l’indagine conoscitiva sulla sanità penitenziaria, deliberata dalle Commissioni riunite II (giustizia) e XII (Affari sociali) della Camera dei deputati, che si è aperta con l’audizione del dottor Paolillo, Segretario generale dell'Associazione medici amministrazione penitenziaria italiana (A.M.A.P.I), del dottor Libianchi e Ada Silvestri, del Coordinamento nazionale degli operatori della salute nelle carceri italiane (C.O.N.O.S.C.I), di Marco Poggi, Sandro Quaglia e il Mario Parisella per il sindacato autonomo infermieri (S.A.I).

Nel corso dell’audizione, gli operatori del settore (in particolare, Libianchi) hanno rivelato che il numero dei tossicodipendenti nelle carceri italiane sarebbe assolutamente sottostimato: ad avere problemi di droga non sarebbe il 27% della popolazione carceraria -come stimato recentemente-, ma almeno il 45%. Gli stessi hanno anche lanciato un altro allarme relativo al preoccupante aumento delle patologie psichiatriche e delle malattie infettive.   

Rispetto alle condizioni sanitarie all'interno delle carceri, unanime è stata la denuncia delle organizzazioni: la situazione sanitaria negli istituti di pena sta peggiorando e tra le cause vi sarebbe il costante taglio dei finanziamenti; inoltre, si starebbe rivelando un fallimento la legge delega del 1998 che prevedeva il passaggio della medicina penitenziaria dal ministero della Giustizia a quello della Salute. E tutto ciò a fronte dell’aumento del numero dei detenuti e delle malattie di tutti i tipi all'interno delle carceri: un esempio e' quello della tubercolosi, patologia in forte crescita, per la quale, però, a causa degli esigui finanziamenti disponibili, è reso praticamente impossibile qualsiasi intervento di prevenzione. Nella maggior parte dei casi, ha spiegato Paolillo, si tratta della riacutizzazione di vecchie tbc di cui sarebbero portatori soprattutto gli immigrati, e che vengono facilmente trasferite all'interno del carcere; una soluzione potrebbe essere quella di effettuare test di ingresso su tutti i reclusi, ma al momento il costo sarebbe insostenibile.

Ancora più drammatica sarebbe la situazione per le patologie psichiatriche, soprattutto in considerazione della notevole riduzione di investimenti che avrebbe colpito in modo particolare queste sezioni specialistiche, con una conseguente minore presenza di operatori, peraltro malpagati.  

Quanto al passaggio delle competenze di medicina penitenziaria al Sistema sanitario nazionale, le associazioni di settore hanno affermato di essere ancora in una situazione di limbo, e dunque in una condizione di grande disagio. Un dato su tutti: le 14 strutture penitenziarie specializzate presenti in Italia per il trattamento dei detenuti tossicodipendenti non sono ancora passate al SSN, nonostante la legge lo preveda dal 1999. Dunque, proprio i luoghi deputati agli interventi specialistici per tali detenuti sono i luoghi di maggiore conflitto e incertezza, in quanto non è affatto chiaro chi abbia la responsabilità dei piani terapeutici.

Il testo unificato delle proposte in tema di difensore civico delle persone private della libertà personale

Nella seduta del 27 gennaio, la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha adottato, come testo base del provvedimento sul difensore civico delle persone private della libertà personale, quello predisposto dal relatore Francesco Nitto Palma (FI) sulla scia delle tre proposte di legge presentate sull’argomento da Giuliano Pisapia (Prc), da Erminia Mazzoni (Udc) e da Anna Finocchiaro (DS).

Un breve sintesi del testo: il difensore civico, autorità garante autonoma e indipendente, al quale tutti i detenuti o i soggetti comunque privati della libertà personale potranno rivolgersi senza vincoli di forma, sarebbe composto da un collegio di quattro membri (eletti, due dalla Camera e due dal Senato, a maggioranza assoluta dei componenti e con voto limitato), e da un presidente nominato d'intesa dai presidenti di Camera e Senato. In carica per quattro anni non prorogabili, tale figura verrebbe chiamata a controllare con il magistrato di sorveglianza che l’esecuzione della custodia dei detenuti, degli internati, nonché dei soggetti sottoposti a custodia cautelare in carcere, sia attuata in conformità delle norme e dei principi stabiliti dalla Costituzione, dalle leggi e dalle convenzioni sui diritti umani ratificate dall’Italia; dovrebbe verificare, inoltre, che le strutture adibite alla restrizione o attenuazione della libertà delle persone siano idonee a salvaguardarne la dignità delle stesse con riguardo, ovviamente, al rispetto dei diritti fondamentali.

Nell’esercizio di queste funzioni, il difensore civico potrà chiedere alle amministrazioni responsabili di tali strutture tutte le informazioni e i documenti che ritenga necessari e, in caso non ottenga risposta entro 30 giorni, potrà ottenere dal magistrato di sorveglianza un ordine di esibizione dei documenti richiesti; potrà prendere visione – previo consenso dell’interessato - degli atti contenuti nel fascicolo della persona privata della libertà (fatta eccezione di quelli coperti da segreto relativo alle indagini e al procedimento penale), ma soprattutto potrà visitare, senza necessità di autorizzazione, né di preavviso, gli istituti di pena, gli ospedali psichiatrici giudiziari e gli istituti penali per i minori, accedendo senza restrizione in qualunque locale e incontrando chiunque vi si trovi. Rispetto ai centri di permanenza temporanea e alle stazioni di polizia e dei carabinieri, invece, il potere di visita del difensore, pur senza necessità di autorizzazione, è subordinato al preavviso. 

Auspichiamo che i tempi di approvazione della proposta siano rapidi, pur nella speranza che alcune cautele eccessive, quali il preavviso per entrare nei cpt, siano rimosse nel corso della discussione successiva, che riprenderà martedì 17 febbraio.

 

Proposta di legge in tema di grazia: rinvio dell’esame a data da definire

 

L'Aula di Montecitorio, il 12 febbraio, ha deciso al momento di non procedere nell'esame del provvedimento dopo la spaccatura registrata tra i deputati di Forza Italia e di Alleanza Nazionale. Oggetto del contendere: l'obbligo di richiesta della grazia da parte dell'interessato. Nel testo all'esame dell'Aula, infatti, è prevista la possibilità per il presidente della Repubblica di decidere autonomamente sulla grazia: con due emendamenti identici, i deputati di An avevano previsto, invece, di abolire questa possibilità. Su tali emendamenti c'è stato il parere contrario del relatore, Carlo Taormina, e di qui la polemica che ha portato al rinvio, deciso dal presidente Casini, dell'esame del testo.

Solo in questi giorni e, in particolare, nel corso del comitato dei nove fissato per martedì 17 febbraio, si capirà quindi se l'accordo è possibile o se il tavolo salta: Taormina proverà a ricucire la spaccatura, sulla base di un testo nuovamente modificato, anche se gli spiragli, al momento, sono strettissimi: al comitato dei nove del 12 febbraio, Carrara ha ripetuto che le condizioni per Alleanza Nazionale sono la soppressione della norma che prevede la grazia per autonoma iniziativa del Presidente della Repubblica (ossia senza domanda), l'introduzione della dichiarazione di assenso (l'esplicita accettazione) da parte del condannato e dell’“incandidabilità” del graziato. Tre modifiche che Boato, primo firmatario della proposta in argomento, respinge come inaccettabili.  Dunque, al momento vi sono due possibilità: andare avanti con l'attuale testo Taormina, e dunque con la maggioranza trasversale già rodata con l'indultino (cioè, F.I. e U.D.C. insieme alle opposizioni), oppure Forza Italia si sfilerà, per non mettere a rischio la coalizione.

Resoconto della manifestazione ConFiniZero a Roma, di Susanna Marietti

 

In tarda serata, la via che dal Lungotevere conduce a Bocca della Verità è ancora bloccata dai manifestanti, raccolti nel piazzale ad ascoltare il concerto di chiusura della manifestazione nazionale antiproibizionista di sabato 21 a Roma. Il palco, sul quale si succedono i gruppi musicali, aveva ospitato nel pomeriggio gli interventi conclusivi dei promotori della protesta, tra i primi quello di Stefano Anastasia. Antigone è infatti tra le associazioni e sigle dalle quali è partito il condivisissimo appello contro il disegno di legge Fini sulle droghe, approvato il 13 novembre all’unanimità in Consiglio dei ministri e rivendicato dalla destra di governo come punto di identità e di unità interna. Disegno di legge che –equiparando il consumo allo spaccio di sostanze e riducendo drasticamente il numero delle tabelle definitorie di queste ultime, così da classificare come equivalenti, ai fini penali, droghe leggere e droghe pesanti– avrà, qualora dovesse venire trasformato in legge, un’evidente ricaduta sulla situazione carceraria italiana.

Dietro lo striscione comune «giusto o sbagliato non può essere reato», il corteo è stato accompagnato dalla musica lanciata dagli impianti montati sui camion dei centri sociali e dai colori dei carri allegorici giunti da ogni parte d’Italia. Il piazzale dei Partigiani, luogo scelto per il raduno, appariva gremito al momento della partenza, avvenuta con quasi due ore di ritardo rispetto all’orario di appuntamento. Più di trenta tra pullman e treni speciali erano stati messi a disposizione dei manifestanti provenienti da tutto il Paese.
Il cartello promotore ConFiniZero aveva presentato la giornata di protesta in conferenza stampa qualche giorno prima. Fin dalle scorse settimane le adesioni erano stato numerosissime e variegate. Si va dai centri sociali alle sigle indipendenti (Movimento di Massa Antiproibizionista, Pazienti Impazienti, …), dai partiti ai sindacati (attivissima la Cgil), dalle associazioni agli operatori del settore, Ser.T. in testa. Il ddl Fini, infatti, vuole avere tra i vari effetti quello di marginalizzare prepotentemente il ruolo delle strutture pubbliche a tutto vantaggio delle comunità private, alle quali accorda potere di certificazione autonoma dello stato di tossicodipendenza e facoltà di predisporre il conseguente programma terapeutico sul soggetto in questione, nonché la possibilità di iscriversi in appositi albi in vista della stipula di accordi e convenzioni con Regioni e Ministero della Giustizia.

 Il giorno seguente, i giornali parlavano di almeno diecimila persone che hanno preso parte a questo carnevale antiproibizionista festoso e arrabbiato insieme. C’è chi diceva addirittura quindicimila. Si misurava a occhio che sicuramente eravamo in tanti, molti i giovanissimi, senz’altro minoritaria la rappresentanza dei partiti, con i consueti, pochi e soli, esponenti dei Verdi e di Rifondazione Comunista. Lo striscione di Antigone sfilava allegramente dietro un gruppo di Giovani Socialisti. Come si diceva, il cartello delle adesioni contro questo disegno di legge è davvero molto ampio...

Si vorrebbe cancellare in un soffio decenni di lavoro in direzione della riduzione del danno, allontanando l’Italia dal contesto di tante politiche europee che si stanno rivelando di assoluto successo.
Per un momento abbiamo tutti creduto che il vicepremier questa volta avesse esagerato persino per qualche suo alleato. Un tizio in giacca, cravatta e mocassino arriva al piazzale del raduno sventolando una bandiera di Forza Italia. Un capannello di manifestanti e giornalisti gli si forma intorno in meno di un attimo. Tutti vogliono vedere l’incredibile prodotto sociale. Possibile che sia qui solo per fare un torto a Fini ? No, ecco che prende qualcosa dalla tasca e si accende uno spinello. Ma allora intende davvero manifestare un dissenso? E noi cosa gli diciamo? Il capannello di folla, interdetto, rimane sospeso per qualche lungo secondo. Fino a quando il ragazzo non regge più la farsa e ci racconta della sua maschera di carnevale...

Convegno a Londra su Carcere e Politiche Penitenziarie, di Nunzia Bossa

 

Dal 23 al 25 giugno 2004 presso la City University di Londra (Islington) si terrà un importante convegno sulle carceri europee organizzato dal gruppo di lavoro del professor Roger Matthews.

Il convegno mira a creare un forum sul ‘Carcere e Politiche Penitenziarie’ nei differenti paesi europei. L’intenzione è quella di discutere il ruolo e la natura in trasformazione della reclusione, per  tracciare le diverse esperienze ed affrontare analisi comparative sul carcere.

 

Le discussioni ruoteranno principalmente intorno alle seguenti aree tematiche:

-   Riforma Penale

-   Il ruolo in trasformazione della reclusione

-   Lo sviluppo delle misure alternative

-   Pratiche di condanna

-   Privatizzazione

-   Condizioni ed organizzazioni delle carceri

-   Diritti umani e vittimizzazione

-   Giustizia ristorativa

 

Ci saranno, inoltre, sessioni di discussione in cui si esaminerà il trattamento di gruppi specifici di detenuti, in particolare minoranze etniche, donne e giovani.

E’ possibile registrarsi attraverso il sito internet del convegno http://www.prisons2004.com nella sezione Registration. Le registrazioni vanno effettuate entro il 1 marzo 2004, altrimenti ci sarà un costo addizionale per la registrazione, che normalmente costa 295 sterline (più Iva).

La tassa di registrazione comprende: la partecipazione al programma completo del convegno; il materiale dei lavori; la partecipazione agli eventi organizzati;  l’accoglienza e tutti i pasti. Registrandosi automaticamente viene eseguita dall’organizzazione una prenotazione in un hotel locale che offre diverse tipologie di prezzo e servizio.

Per qualsiasi informazione relativa alla presentazione di paper o all’organizzazione delle sessioni di discussione è possibile contattare il Roger Matthews presso il Centro di Criminologia della Middlesex University (Queensway Enfield Middlesex EN3 4SF England); tel: +44-020 8411 6439; fax: +44-020 8411 2640; email: r.matthews@mdx.ac.uk.

Per informazioni riguardanti la registrazione, il viaggio o il soggiorno è possibile, invece, contattare Nick Bolton della Nexus Conferences (Albion House 113 Station Road Hampton Middlesex TW12 2AL England); tel: +44-020 8941 3133; fax: +44-020 8941 5733; email: nbolton@nexus-conferences.com.

Le iniziative di Antigone

 

Antigone e Medici contro la tortura organizzano due seminari tenuti da Mauro Palma, componente di nomina italiana del Comitato per la prevenzione della tortura (CPT), nonché presidente onorario di Antigone. Il primo incontro si è svolto  lunedì 23 febbraio, il prossimo si terrà, invece, lunedì 22 marzo 2004 sempre presso la Sala Blu dell’Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo Locale, per il Lavoro del Comune di Roma in Lungotevere de’ Cenci, 5, secondo piano dalle ore 17.30 alle 20.00, sarà intitolato Il profilo della vittima di tortura in Europa.

 

Ricordiamo nuovamente che venerdì 12 marzo 2004 Antigone, Comune di Roma, Amnesty International e Istituto dell’ Enciclopedia Italiana organizzano un incontro internazionale sul nuovo Protocollo delle Nazioni Unite alla Convenzione contro la tortura. Il convegno si terrà presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana in Piazza dell’Enciclopedia Italiana a Roma dalle ore 15.30 alle 20.00.

 

 

Precedente Home Su Successiva