I manicomi non erano scomparsi?

 

Ma i manicomi criminali non erano scomparsi?

Su Raitre "Socialmente pericolosi"

 

Liberazione, 31 maggio 2002

 

Volete riaprire i manicomi? Alla destra che dal salotto di Vespa lancia l’ultima assurda campagna noi rispondiamo: datevi un’occhiata questa sera a "Socialmente pericolosi". Si tratta di un documento di un’ora circa, a firma Stefano Mencherini e Fabrizio Lazzaretti (Raitre, ore 23.40) filmato dentro il manicomio criminale di Aversa. In realtà quello di Aversa non è un manicomio, ma un Opg.

Per chi non lo ricordasse, nel 1975 una riforma penitenziaria italiana trasforma i manicomi criminali in Ospedali psichatrici giudiziari (Opg). Due anni dopo, la legge Basaglia approvata dal Parlamento italiano abolisce i manicomi civili. Ma per gli Opg il discorso rimane sospeso. Se si eccettua la realtà di Castiglione delle Stiviere, gli altri sono ancora oggi un orrendo ibrido tra carcere e manicomio.

Al momento in Italia di Opg ne esistono ancora sei ed ospitano circa 1200 internati. "Socialmente pericolosi" entra appunto in uno di questi, forse il più famoso, sicuramente il più antico, il manicomio di Aversa, data di apertura il 1876.

Nei fatiscenti locali del Filippo Saporito, Massimo ci è finito circa dieci anni fa, per furto d’auto. Infatti, per finire in Opg non è necessario essere "pazzi", basta essere stati riconosciuti "incapaci di intendere e di volere" al momento dell’atto criminoso. Così Massimo è finito all’Opg di Aversa e, come lo stesso direttore della struttura, Adolfo Ferraro, dichiara: «se uno come lui entra in un luogo come questo finisce per dare i numeri davvero». Così è stato. Oggi Massimo - che da "libero" faceva il fotografo - lo chiamano "cavaocchi" perché un giorno ha cavato gli occhi a un suo compagno di sventura.

Ferraro, direttore della struttura ma anche psichiatra, cerca di salvare il salvabile. Il problema è che, se anche volesse fare uscire i suoi "detenuti", fuori non ci sarebbe nessuno ad accoglierli, né famiglie né strutture.

In un’ora di testimonianze e immagini raccolte in quasi due mesi di lavoro dai due giornalisti-curatori, "Socialmente pericolosi" racconta questa realtà dura e contraddittoria. Solitudine, disperazione e abbandono sono le costanti della quotidianità degli internati.

Dal punto di vista giuridico, gli internati degli Opg appartengono alla categoria dei "prosciolti", termine che definisce i responsabili di reati incapaci di intendere e di volere al momento del fatto. Quindi, non punibili ma "socialmente pericolosi". In Parlamento giacciono da diversi anni tre progetti di riforma degli Opg. Invece di riaprire i manicomi, i deputati spenderebbero meglio il loro tempo rendendo realmente operativa la legge Basaglia così come era stata pensata, legge che tutto il mondo scientifico ci ha sempre invidiato.

Per concludere, dunque, se volete avere un’idea più precisa di cosa sia un manicomio, basta accendere la tv.

 

 

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