Problemi sanitari

 

Problemi di salute denunciati dagli intervistati

 

Il vitto carcerario non è adeguato per chi deve rimanere detenuto a lungo: col tempo provoca patologie gastrointestinali e avitaminosi.

 

Ho un problema ortopedico alla spalla. Per paura di essere trasferito non mi lamento troppo, ma chiedo terapie adeguate, in struttura sanitaria civile.

 

Ho dolori fortissimi alla testa, ormai da tre anni, e chiedo ogni giorno una visita ospedaliera ma non la ottengo perché pensano che stia fingendo.

 

Nel 1999 ebbi un infarto, mentre già ero detenuto, e mi ricoverarono all’ospedale di Padova. Ora sono abbandonato al mio destino, perché non vedo il cardiologo da oltre un anno.

 

Ho avuto due infarti in tre mesi e dovrei avere dei controlli periodici, all’ospedale di Padova, ma ad agosto ho rifiutato il ricovero perché non volevo tornare al bunker. Rischio la vita ogni giorno, anche per gli effetti collaterali alla mia patologia.

 

Ho dei calcoli alla cistifellea: non mi faccio operare perché non mi fido delle strutture cliniche penitenziarie, che sono "Sanità di serie B", forse anche meno.

 

Sono invalido civile 60/100, con cirrosi epatica di tipo scompensato. Ogni giorno prendo farmaci per la pressione e altri farmaci per la ritenzione idrica.

 

Soffro di ulcera gastroduodenale, sono stato ricoverato e operato due volte per emorragie interne. Non mi è possibile seguire una dieta specifica.

 

Ho problemi ai denti e ho visto il dentista una sola volta in sei mesi. E poi le cure non sono idonee: i denti vanno curati, non estratti. Se una persona rimane in carcere un po’ di anni esce senza denti.

 

Ho continui dolori alla schiena, fuori portavo il busto ortopedico ma qui dentro non posso usarlo.

 

Forti dolori alla testa, servirebbe un neurologo che non c’è.

 

Soffro di patologie gravi, che non possono essere curate in carcere: sono stato operato quattro volte alle reni ed in carcere non ricevo nessuna assistenza.

 

Il metadone per me è un problema enorme che dovrò risolvere facendomi ricoverare, quando esco, per disintossicarmi. In carcere non puoi disintossicarti, non ti danno niente per calmare i dolori che conseguono all’aver preso il metadone per due anni.

 

Sono invalido civile per mancanza arto superiore destro.

 

Soffro di frequenti mal di testa e per avere un analgesico devo aspettare 24 ore. In cella non è possibile tenere nemmeno una compressa d’emergenza, altrimenti prendi rapporto e conseguentemente perdi 45 giorni di liberazione anticipata.

 

Ho una cefalea a grappolo, diagnosticata dopo sette anni di terapie con farmaci sperimentali. Se mi avessero mandato, a suo tempo, al Centro Cefalee dell’Università di Parma potrei aver risolto il problema.

 

Ho l’epatite da parecchi anni e, attualmente, non so nemmeno in quale stadio della malattia mi trovo. Cerco di curarmi facendo attività fisica e con una dieta, ma non ho certezze che sia quella giusta.

 

Sono ammalato di lombosciatalgia cronica, con vertebre schiacciate. I medici del carcere mi suggeriscono di operarmi ed i miei periti mi consigliano di non farlo, perché c’è il rischio che possa rimanere paralizzato. Da due anni qui sono in attesa di un busto da indossare.

 

Ho scalato l’assunzione di 70 mg di metadone in soli 70 giorni, per mia volontà. Soffro di postumi d’astinenza e non sono adeguatamente aiutato.

 

Funziona solo "l’auto riduzione del danno", cioè non devi fare troppi casini, se vuoi evitare dispiaceri maggiori che non quelli causati dalle malattie. Qui non c’è assistenza psicologica ed il medico ti propina solo vari farmaci generici.

 

Ho saputo di avere l’epatite C, che da libero non avevo.

 

Sono positivo all’H.I.V. e all’epatite C. Tra qualche mese esco, ma so già che fuori sarò abbandonato e dovrò tornare a morire in questo posto.

 

Soffro di sifilide, finora ho fatto soltanto molti esami e sto più male di prima.

 

Come tanti compagni, sono affetto dal male peggiore di cui si possa soffrire: il menefreghismo dei sanitari.

 

In carcere ho avuto una frattura (curata male) e, ora, preferisco non farmi operare da detenuto per scarsa fiducia nei sanitari.

 

Ho problemi di pressione e seguo anche una terapia regolare, ma il problema è che non mi viene mai fatto il controllo della pressione.

 

Nel maggio dell’anno scorso ho avuto una grave intossicazione, tanto da essere ricoverato al bunker per dieci giorni. Dopo un anno e mezzo ancora non so ancora cosa mi è accaduto, perché i medici dell’istituto non mi hanno mai dato alcuna spiegazione.

 

Sono affetto da epatite B e col tempo sono peggiorato, perché non ho avuto nessuna cura.

 

Sono affetto da una scoliosi multipla (diagnosticata quando ero libero), con invalidità riconosciuta del 50%: qui non mi è mai stato fatto alcun controllo.

 

Ho problemi di gastrite con forti emicranie: mi sono rivolto più volte ai sanitari senza ricevere alcuna terapia e non sono mai stato sottoposto a visite specialistiche.

 

 

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