Inchiesta sull'assistenza sanitaria

 

Questa inchiesta è stata realizzata attraverso un questionario

anonimo rivolto ai detenuti della Casa di Reclusione di Padova
All'iniziativa hanno aderito 420 persone

 

La riforma della Sanità, avviata nel 1999, ha determinato l’inizio del graduale passaggio al S.S.N. della competenza sulla Medicina Penitenziaria. Dall’anno scorso, come primo passo, l’assistenza dei detenuti tossicodipendenti è svolta direttamente dalle A.S.L. e, in alcune regioni, è stata avviata una sperimentazione per il passaggio al Ministero della Sanità di tutte le competenze in materia di sanità penitenziaria.

Il "Progetto Obiettivo per la tutela della salute" (Decreto Legge dell’aprile 2000) prevede, tra le altre cose, che le A.S.L. predispongano "una ricognizione dei rischi per la tutela della salute" nelle carceri di rispettiva competenza. Queste indagini dovrebbero coinvolgere anche "operatori penitenziari e detenuti".

Il Veneto non partecipa alla sperimentazione (citata al punto 1) e, nelle carceri di Padova, finora non è stata avviata alcuna "ricognizione", da parte dell’A.S.L., per accertare la natura e la qualità delle prestazioni sanitarie erogate alla popolazione detenuta.

Preso atto di tutto questo, il Centro di Documentazione Due Palazzi della Casa di Reclusione di Padova ha realizzato, in collaborazione con la direzione dell’Istituto e i dirigenti sanitari, un questionario anonimo, molto dettagliato, che è stato distribuito ai detenuti nel mese di ottobre 2001.

 

I dati rilevati e le risposte più significative sono raccolte nelle pagine che seguono:

 

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