Ciampi visita Casal del Marmo

 

Ciampi visita i ragazzi del carcere minorile: "Non siete criminali"

 

Con Castelli a Casal del Marmo

 

Il Messaggero, 29 giugno 2002

 

Una giornata nel carcere minorile di Casal del Marmo, per parlare, discutere, mangiare pizza con i ragazzi. Era un incontro che il presidente Ciampi desiderava da tempo. «Per età potrei essere vostro nonno, da tanto tempo desideravo venirvi a trovare, nei miei viaggi mi incontro spesso con i giovani e reputo importante il dialogo tra vecchie e nuove generazioni». Così il Capo dello Stato ha salutato una quarantina di ragazzi, quasi tutti extracomunitari, età dai 14 ai 18 anni che stanno scontando il loro precoce debito con la società. Molti non parlano bene l’italiano e Ciampi ha regalato loro una serie completa di 40 videocassette per lo studio della lingua, oltre a qualche film di comici italiani come Troisi, Verdone e Benigni. Un modo per sottolineare la disponibilità a stabilire un rapporto costruttivo con giovani che hanno difficoltà ad inserirsi nel paese dove hanno scelto di vivere. «Signor Presidente, non siamo criminali», dice a nome di tutti Katiuscia, una sedicenne brasiliana che ha il coraggio di prendere la parola. E Ciampi le risponde: «Sì, lo so che non siete dei criminali, anzi è la società che ha un debito con voi». E’ questo il messaggio che il Presidente tiene a sottolineare, poi aggiunge: «Molto è stato fatto per migliorare il sistema penitenziario minorile, anche se molto resta ancora da fare. Voi siete qui perché avete violato qualche regola della convivenza civile, considero questo istituto un centro di formazione più che di espiazione. Se nelle famiglie nelle quali siete nati è mancata la serenità che solo il lavoro può offrire, se l’ambiente in cui siete cresciuti e la scuola vi avessero dato ciò di cui ogni ragazzo ha diritto e bisogno sono certo che molti di voi avrebbe evitato quegli errori che lo hanno portato qua». E conclude: «La rieducazione, di un minore è l’effettiva finalità da perseguire all’interno degli istituti penitenziari perché siate messi nella condizione di ripudiare l’errore commesso».

All’incontro era presente anche il ministro della Giustizia Castelli che ha sottolineato il ruolo della famiglia: «L’assenza di educazione porta allo sviluppo di gruppi minorili che di fatto rappresentano l’antifamiglia». Poi ha aggiunto: «Solo una politica sociale costruttiva per i minori può avere un ruolo determinante per la prevenzione del crimine». Il Guardasigilli ha anche ricordato l’allarme lanciato dal Procuratore generale della Cassazione, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario per la diffusione dei reati minorili, con l’aumento di furti e rapine e il coinvolgimento di giovani e giovanissimi nella criminalità organizzata, traendo queste conclusioni: «La crisi della famiglia, anche per mancanza di una politica sociale, ha un peso importante nella devianza. La famiglia deve recuperare il proprio ruolo fondamentale nella cura, nella formazione e nell’educazione dei figli, l’assenza di educazione porta i giovani ad inserirsi talora in gruppi di minorenni che di fatto rappresentano l’anti famiglia». E sulla riforma della giustizia minorile, il ministro conferma: «Non muterà l’impianto normativo, perché i minori hanno diritto ad un processo differente da quello degli adulti, anche se non bisogna cedere ad atteggiamenti paternalisti. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra libertà, autodeterminazione e rispetto delle regole».

 

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