La Riforma arriva in Parlamento

 

Minori, parola alle Camere

Casa delle Libertà: soglia di punibilità a 12 anni

 

Italia Oggi, 30 aprile 2002

 

Soglia di punibilità per i minori: l’ultima parola al parlamento. Tornano in discussione i punti caldi dei due provvedimenti messi a punto dal governo che ridisciplinano le norme civili e penali riguardanti i minori e il diritto di famiglia, tra le questioni più discusse e alle quali finora il governo non ha dato risposta c’è la decisione di abbassare a 12 anni la soglia di punibilità per i minori.

In programma ci sono già audizioni, consultazioni con esperti e l’esame di altri disegni di legge in materia presentati da componenti della commissione giustizia che la scorsa settimana ha iniziato l’esame dei ddl. Ancora una volta, sarà il Parlamento a dettare legge sulle questioni sollevate dal governo in materia di giustizia. Come già accaduto più volte nel corso di questa legislatura (si vedano per esempio le norme sul diritto societario) i parlamentari intendono rimettere mano ai provvedimenti messi a punto dal governo. I nodi da sciogliere sono numerosi. Innanzitutto, la soglia di punibilità dei minori che nel disegno di legge è rimasta inalterata (14 anni) e che secondo alcuni componenti della Casa delle libertà, tra cui il presidente della commissione antimafia e senatore FI, Roberto Centaro, dovrebbe essere abbassata. Chiarimenti in proposito li ha chiesti anche Luigi Vitali (FI) che, in una delle ultime sedute della commissione alla presenza del sottosegretario alla giustizia, Jole Santelli, ha avanzato la necessità di acquisire maggiori informazioni e dati statistici sul numero dei minori che abbiano subito denunce anche prima dei 14 anni. Non convince poi la scelta dell’esecutivo di creare sezioni specializzate nel diritto di famiglia in ogni capoluogo di provincia, accentrando così le competenze presso quei tribunali che hanno già un grosso carico di lavoro.

In proposito, Domenico Valentini (AN) e Giuseppe Marinello (FI) hanno manifestato la propria contrarietà a una revisione giudiziaria in tal senso, che sopprime di fatto l’esistenza dei tribunali per i minorenni, dislocati in tutte le regioni. Critiche dai parlamentari anche sulla scelta governativa di eliminare dal collegio giudicante la presenza dei magistrati onorari, che spariscono dal processo civile, mentre in quello penale ne rimane uno soltanto.

Alle perplessità del centro-destra, poi, si devono aggiungere quelle manifestate dai partiti dell’opposizione. Marcella Lucidi (DS) alla quale è stata affidata la presidenza di un Comitato interno alla commissione giustizia di Montecitorio, specializzato proprio nelle questioni riguardanti i minori, ha già invitato in audizione il ministro della giustizia, Roberto Castelli, per illustrare le ragioni della riforma. Per il centro - sinistra il metodo repressivo adottato dal governo in materia di devianza minorile rischia di trasformarsi in un boomerang per la società. Invece di pene più restrittive secondo l’Ulivo sarebbe necessario puntare sul trattamento e la rieducazione dei detenuti.

 

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