Superare le carceri minorili

 

"No alle carceri minorili, sono inutili"

La Margherita: meglio le comunità per riscattare i baby criminali

 

La Stampa, 30 luglio 2003

 

Stamattina, nella sala del cenacolo a Montecitorio, la Margherita presenterà un’iniziativa. Non si tratta di un disegno di legge (ancora), ma di tutta proposta di sperimentazione con un obiettivo ambizioso: chiudere i carceri minorili e consentire ai ragazzi che si macchiano di reati una via di recupero umano e civile e umano da conseguire all’interno di comunità a questo scopo approntate.

A illustrare questo progetto ci saranno il responsabile per le politiche della solidarietà e del disagio giovanile, Giuseppe Fioroni, e don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, che ha una lunga esperienza nelle azioni di recupero dei giovani in difficoltà.

"Nei carceri minorili - spiega Fioroni - entrano ogni anno circa 1.500 ragazzi, con percorsi e reati alle spalle della più disparata natura. Non proponiamo per loro una impunibilità, perché è giusto garantire una sicurezza ai cittadini rispetto a scippi, furtarelli o peggio. Anzi, siamo anche disposti a ipotizzare un abbassamento dell’età della punibilità, dato che sono sempre più i ragazzini a commettere reati. Diciamo però che questa punizione non deve configurarsi come una repressione fine a se stessa, che appaghi solo il senso di vendetta della società, ma chiediamo di considerare che a un ragazzo si deve assolutamente concedere una via di riscatto e pieno recupero sociale. È un suo diritto, in quanto i suoi comportamenti delinquenziali sono anche il risultato di gravi omissioni della famiglia (quando c’è), della scuola, della società più in generale".

Questa via di recupero non può essere - secondo Fioroni - il carcere minorile così com’è oggi, in quanto è noto che, "se un ragazzo entra in carcere con il foglio rosa della delinquenza, ne esce con la patente piena, perché questo ci dice l’esperienza dei fatti".

La Margherita, dunque, propone al ministro di Grazia e Giustizia la possibilità di attuare una sperimentazione di "affido in prova" dei minori che si siano macchiiati di reati, a delle comunità con comprovata capacità di offrire un itinerario di recupero alternativo al carcere.

Per questa sperimentazione si è già offerto don Mazzi, con due comunità, una ad Assisi e tutt’altra ad Africo (in Calabria). Sulla base di questa sperimentazione si potranno poi fare aggiustamenti e integrazioni e giungere quindi ad un disegno di legge compiuto che consenta di trasferire - in un arco ragionevole di tempo - tutti i minori che debbono scontare pene, in queste comunità, e chiudere quindi i carceri minorili.

"Questa nostra proposta non è né di destra ne di sinistra - spiega ancora Fioroni - ma una proposta per il bene dei ragazzi e della società nel sud insieme. Per questo vorremmo che, dopo il periodo di sperimentazione che può essere deciso dal ministro per vie amministrative, si possa giungere ad un ddl trasversale tra le forze politiche. Perché crediamo che in tutti i ragazzi che hanno sbagliato ci sia una possibilità di recupero. Anche in Erika ed Omar. A patto che non li segreghiamo più oltre le sbarre, ma indichiamo loro una via - anche severa – di riscatto effettivo".

 

 

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