Detenuti al lavoro sostitutivo

 

Sconteranno la pena lavorando in Villa comunale a Ribera (AG)

 

La Sicilia, 1 novembre 2003

 

Dovrebbero scontare la detenzione domiciliare provvisoria o essere affidati in prova ai servizi sociali, al posto del carcere. Invece, lavoreranno in qualità di operai presso la villa comunale e saranno pagati per il servizio riabilitativo svolto. Protagonisti del provvedimento del Ministero della Giustizia tre giovani di Ribera che così saranno sottoposti alle misure alternative alla detenzione. Per tale ragione è stata sottoscritta una convenzione tra il centro sociale adulti del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di Agrigento, l’assessorato all’Agricoltura del comune di Ribera e il Sert dell’Usl 1.

L’accordo prevede la collaborazione per la realizzazione di un progetto di recupero sociale e di inserimento formativo-lavorativo di soggetti a rischio, in base a stanziamenti finanziari soprattutto per giovani in esecuzione penale esterna. "Si tratta di un progetto che prevede - spiega il direttore dell’ufficio agricoltura del comune di Ribera, Giovanni Puma - la formazione professionale dei tre giovani nel comparto del giardinaggio con lezioni teoriche e uno stage pratico da effettuare presso la villa comunale e il Parco degli ulivi per imparare la potatura, la messa a dimora di piante e la conduzione di un vivaio di fiori e piantine ornamentali. I lavoratori saranno utilizzati, con la collaborazione dei tecnici comunali, per la manutenzione e creazione di aiuole".

La durata della borsa-lavoro è di quattro mesi, prorogabili, ma comunque non eccedenti la misura alternativa, in atto, alla detenzione. Per tale attività, i tre giovani riceveranno pure una remunerazione mensile e saranno coperti dall’assicurazione Inail. Non è la prima volta che a Ribera si registrano iniziative del genere. Già in passato, altri giovani hanno trovato occupazione temporanea presso il distaccamento del corpo forestale.

In tema di villa comunale e di salvaguardia dei beni pubblici, c’è da registrare l’appello del presidente dell’associazione "Ribera Verde", Giuseppe Puma, il quale fa una denuncia dopo l’ultimo atto di vandalismo che ha provocato nei giorni scorsi l’uccisione del grosso cigno bianco della vasca centrale, ad opera certamente di qualche balordo che l’ha lapidato a colpi di pietra.

Il rappresentante dell’associazione si lamenta del mancato e periodico controllo dei giardini pubblici riberesi e chiede interventi per scongiurare atti vandalici che hanno portato nei mesi scorsi all’uccisione barbarica di anatre, pesci e di altri cigni, donati all’inizio dello scorso anno scolastico dai bambini di una scuola materna riberese.

Anche le altre associazioni ambientalistiche riberesi, dal Wwf all’Archeoclub e alla Pro Loco, hanno espresso il disagio dei tanti bambini che alla villa comunale sono stati privati della gioia di ammirare gli animali nell’acqua. E alla domanda su dov’erano andati a finire quegli splendidi ed eleganti volatili gli è stato risposto che erano volati via, per non sconvolgerli.

 

 

Precedente Home Su Successiva