Progetto "Form-azione"

 

Reggio Emilia: concluso il progetto "Form-azione"

nuove metodologie formative per il miglioramento

della qualità della vita negli Istituti Penitenziari"

 

Il progetto nasce dall’intenzione di favorire i rapporti e la comunicazione interpersonale fra i detenuti e coloro che sono occupati o fanno volontariato presso un istituto penitenziario, col fine di migliorare il contesto in cui i soggetti coinvolti sono inseriti e, di conseguenza, innalzare il livello della qualità della vita sia dei ristretti che degli operatori sul luogo di lavoro.

In questa fase il progetto prevede la realizzazione di laboratori formativi di apprendimento di tre tipi:

Laboratorio di linguaggio visivo;

Laboratorio di comunicazione teatrale;

Laboratorio di comunicazione corporea-musicale.

Tutti i laboratori sono volti a rilevare la percezione del sé e dell’altro come simile e dissimile, tenendo ben presente il contesto in cui i soggetti sono inseriti, ai fini di sviluppare una metodologia efficace per il miglioramento del clima relazionale all’interno di quello stesso contesto.

Gli utenti saranno suddivisi in tre gruppi distinti alla Casa Circondariale di Reggio Emilia (un gruppo composto dagli operatori, uno dai detenuti uomini ed uno dalle detenute donne), e due gruppi alla Casa Lavoro di Castelfranco Emilia (MO), uno composto dagli operatori ed uno dai detenuti uomini. Le attività di laboratorio verranno portate avanti parallelamente ma separatamente, con modalità adattate alle specificità di ciascuno dei suddetti gruppi.

Allo stesso tempo il progetto si pone un secondo obiettivo, che è quello di costruire un modello dell’esperienza formativa e renderlo esportabile in altre realtà, attraverso una ricerca costruita ad hoc per i laboratori di apprendimento svolti dagli attori di cui sopra.

Il progetto prevede che al termine vengano realizzati due momenti seminariali in cui verranno esposti e condivisi i risultati delle attività svolte e della ricerca effettuata.

 

Le istituzioni che parteciperanno al progetto sono:

Ente gestore: Centro Studio e Lavoro "La Cremeria" S.r.l.

Ente Finanziatore: Regione Emilia-Romagna

Casa Circondariale di Reggio Emilia

Casa Lavoro di Castelfranco Emilia (MO)

 

Fasi dell’intervento

 

Fase 1 – Ricerca

 

Il progetto mira alla sperimentazione di metodologie formative alternative e capitalizzabili. Al fine di rendere esportabile il modello si ritiene necessaria l’impostazione e la realizzazione di una ricerca che abbia l’obiettivo di analizzare e sistematizzare l’intero intervento formativo.

È istituito un gruppo di ricerca di cui faranno parte:

un consulente esperto di ricerca sociale e di tematiche di genere;

un consulente esperto di comunicazione interpersonale;

tre coordinatori esperti in processi formativi e conduzione dei gruppi;

un mediatore culturale

In alcune fasi del percorso di ricerca verrà richiesta la presenza dei docenti dei laboratori.

Le professionalità scelte servono a comprendere ed analizzare le specifiche tematiche che emergeranno all’interno dei gruppi di lavoro mediante chiavi di lettura parallele, finalizzate ad un’interpretazione qualitativa della complessa realtà considerata, al fine di monitorarne i singoli aspetti, e rendere esportabile l’esperienza.

Di conseguenza, il gruppo di ricerca sarà immediatamente impegnato nella individuazione e selezione di un sistema di indicatori qualitativi per la costruzione di strumenti di rilevazione e analisi da applicare durante le attività formative. L’obiettivo della ricerca è anche quello di rilevare ed affrontare le problematicità emerse, e monitorare le esperienze in itinere, al fine di rendere comparabili le stesse, nell’ottica dell’esportabilità della sperimentazione in altri Istituti Penitenziari. Il monitoraggio utilizzerà quale documentazione specifica, una reportistica qualitativa delle singole giornate di form-azione. Questo "diario dell’esperienza" costruito in progress rispetto all’attività dei gruppi, mira a sedimentare il racconto dell’esperienza, fornendo basi informative e propedeutiche alla riproducibilità della metodologia costruita attraverso la comparazione delle esperienze nei due Istituti considerati, oltre che indispensabile ai fini della valutazione del processo.

È prevista, ove possibile, la realizzazione di riprese filmate dei momenti di laboratorio, così da lasciare una testimonianza tangibile e condivisibile dei risultati ottenuti durante il percorso comunicativo-formativo.

 

Fase 2 – Formazione formatori

 

Durante le fasi di laboratorio, oltre ai docenti esperti di pittura, teatro e ritmo/musica/danza, è prevista la presenza in aula di un coordinatore esperto di processi formativi e di conduzione dei gruppi. Per garantire, durante tali momenti, un costante monitoraggio delle dinamiche di gruppo e di comunicazione interpersonale, ed un intervento qualificato a supporto delle attività di laboratorio, lo staff di attuazione, presente durante tali attività, è coinvolto in un percorso formativo con un consulente senior esperto di processi comunicativi con specializzazione in ambito psicologico-comunicativo (dott.ssa Graziella Gaddoni).

Il corso di formazione ha un duplice obiettivo. Uno è quello di elevare le competenze comunicative specifiche dei coordinatori dei gruppi, necessarie per entrare in relazione con i partecipanti ed interagire con loro favorendone le capacità comunicative e relazionali. L’altro obiettivo è quello di formare uno staff compatto, che abbia una metodologia di lavoro condivisa, e che agisca sulle medesime dinamiche comunicative ed osservative, in modo da rendere il più possibile paragonabili le esperienze.

 

Fase 3 – Laboratori di apprendimento

 

La fase formativa è strutturata in attività di laboratorio, dove i partecipanti avranno la possibilità di esprimersi ed apprendere tecniche di comunicazione alternative a quelle verbali, che possano favorire la comprensione dell’altro da sé, ed un buon clima relazionale all’interno degli istituti.

I laboratori sono rivolti sia ai ristretti (un gruppo di donne della Casa Circondariale di Reggio Emilia ed un gruppo di uomini per ognuno dei due Istituti Penitenziari coinvolti), che agli operatori penitenziari, ai volontari della giustizia, agli operatori degli EE.LL. (gruppo misto di uomini e donne). Ogni laboratorio avrà la durata di 30 ore, ed ogni gruppo dovrà essere composto da un numero di persone compreso fra 8 e 20.

 

Le attività saranno le seguenti:

Laboratorio di linguaggio. Saranno formati tre gruppi a Reggio Emilia e due a Castelfranco, uno formato dagli operatori, uno dai detenuti uomini, uno dalle detenute (solo per RE).

Laboratorio di comunicazione teatrale. Questo laboratorio è rivolto agli operatori dei due istituti penitenziari.

Laboratorio di comunicazione corporea-musicale. Questo laboratorio è rivolto ai detenuti ed alle detenute.

I partecipanti verranno selezionati dagli istituti penitenziari, che dovranno tenere conto, per quanto riguarda i ristretti, delle variabili di disponibilità e di minima capacità linguistico-comunicativa, nonché della permanenza degli stessi presso l’istituto penitenziario il tempo necessario per completare il percorso formativo.

Ogni laboratorio sarà gestito da un docente esperto della materia (pittura nel caso dei laboratori di linguaggio visivo, teatro e danza nel caso dei laboratori di comunicazione teatrale e corporea), e da un coordinatore/formatore esperto di processi formativi e di conduzione dei gruppi.

Ai partecipanti sarà chiesto di esprimere se stessi ed il rapporto che hanno con gli altri attraverso le arti, in modo da potere elaborare insieme tecniche di fronteggiamento delle situazioni relazionali, in un’ottica di miglioramento del clima fra i gruppi.

Durante i laboratori verrà svolta, dal coordinatore, l’attività di ricerca, che, attraverso l’osservazione partecipante e l’applicazione degli strumenti preventivamente costruiti, permetterà la raccolta dei dati necessari ad un’analisi comparata dei laboratori, volta alla valutazione delle metodologie formative proposte e per l’individuazione di un modello metodologico esportabile e riproducibile.

Si prevede di realizzare l’attività di laboratorio a partire da febbraio 2004 fino a dicembre 2004.

 

Fase 4 – Rielaborazione e restituzione dell’esperienza

 

L’attività di monitoraggio e valutazione in itinere dell’attività di laboratorio darà luogo ad una documentazione che verrà analizzata e decodificata dal gruppo di ricerca, al fine di ottenere una formulazione di ipotesi circa l’efficacia metodologica degli strumenti utilizzati, nonché per l’elaborazione di un modello/prototipo di intervento.

Queste attività costituiranno il nucleo principale della pubblicazione dei risultati ottenuti (la quale sarà presumibilmente costituita da una parte cartacea/descrittiva dell’esperienza e del processo di individuazione del sistema di indicatori, e da un cd-rom che rappresenti, anche attraverso l’immagine, le metodologie di lavoro adottate): si prevede infatti di rendere l’esperienza non solo documentata attraverso la realizzazione del diario dell’esperienza sopra citato, bensì anche riproducibile attraverso l’individuazione di linee guida metodologiche e la creazione di strumenti operativi opportunamente costruiti e sperimentati.

L’ultima attività di questa fase è rappresentata dalla restituzione dei dati. Data la complessità e il carattere sperimentale dell’intervento, si ritiene di fondamentale importanza attuare una condivisione dei risultati con i partecipanti ai gruppi di lavoro, quale momento conclusivo del percorso di percezione del sé e dell’altro. A questo momento parteciperanno anche esperti di materia e professionisti del settore, per una ulteriore validazione del modello metodologico costruito. In tal senso si prevede di organizzare due convegni, uno in ogni Istituto Penitenziario considerato, per socializzare l’esperienza svolta, condividerne criticità e punti di forza, diffonderne la metodologia e gli strumenti. Questa fase di rielaborazione dei dati, stesura del report/manuale e diffusione dei risultati raggiunti vedrà coinvolto l’intero gruppo di ricerca e i docenti dei laboratori, nell’ottica di mettere a sistema e "sfruttare" tutte le professionalità che concorrono alla realizzazione del progetto, per ottenere un approccio critico e consapevole rispetto ai singoli aspetti considerati durante l’intero percorso di ricerca.

 

 

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