L'Interlocutore

 

Liberi di leggere

 

Francesco Faciana

 

La storia delle biblioteche carcerarie è più lunga di quanto si possa credere: ecco quanto Giuseppe Fovel, Commissario distrettuale, scriveva il 2 ottobre 1872 in una lettera circolare in favore delle biblioteche carcerarie di Ceneda (l’attuale Vittorio Veneto) e Serravalle: "Dotare le carceri di una buona e scelta biblioteca a cui nel lungo e faticoso ozio possa ricorrere il detenuto per avere un compagno nella sventura, un consigliere nel dubbio, un suggeritore nei migliori propositi, è ormai incontrastabilmente come un atto di moderna e vera filantropia che deve meritare ogni incoraggiamento e che deve sollecitare ogni animo generoso e benefico".

In tempi più recenti, il Manifesto dell’Unesco sulle biblioteche pubbliche ci ricorda che il servizio di biblioteca è per tutti i cittadini, senza distinzione economiche, sociali, culturali, linguistiche, anagrafiche: in esso vi è esplicita menzione della popolazione carceraria, cui vanno indirizzati "servizi e materiali specifici". È soprattutto con questo spirito poi che l’Associazione biblioteche carcerarie sorta nel 2000 si propone di favorire la crescita di singole biblioteche carcerarie, ma soprattutto di estendere il dialogo tra tutti coloro che, a diverso titolo, operano in esse.

In tutti gli Istituti di pena italiani dovrebbe quindi essere obbligatorio un servizio di biblioteca, o quantomeno questo servizio dovrebbe essere garantito dalla biblioteca cittadina, come stabilisce il Nuovo Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà, approvato con D.P.R. 30 giugno 2000, n. 230.

L’art. 21 sul servizio di biblioteca prevede: "La Direzione dell’Istituto deve curare che i detenuti e gli internati abbiano agevole accesso alle pubblicazioni della Biblioteca dell’Istituto, nonché la possibilità, a mezzo di opportune intese, di usufruire della lettura di pubblicazioni esistenti in biblioteche e centri di lettura pubblici, funzionanti nel luogo in cui è situato l’Istituto stesso.

Nella scelta dei libri e dei periodici si deve aver cura che vi sia una equilibrata rappresentazione del pluralismo culturale esistente nella società esterna.

Il servizio di biblioteca è affidato, di regola, a un educatore. Il responsabile del servizio, si avvale, per la tenuta di pubblicazioni, per la formazione di schedari, per la distribuzione dei libri e dei periodici, nonché per lo svolgimento di iniziative per la diffusione della cultura, dei rappresentanti dei detenuti e degli internati previsti dall’art. 12 della legge, i quali espletano le suddette attività durante il tempo libero…".

Nel nostro Istituto pavese attualmente sono catalogati più di 4.000 libri, in più circa 400 ci sono stati donati a seguito di una iniziativa presa dalla Biblioteca e dalla Scuola elementare del Comune di Travacò Siccomario, ed anche il Cappellano del carcere ha dato il suo contributo effettuando una raccolta di libri tra i suoi parrocchiani. Un grazie di cuore va dai detenuti di questo Istituto a chi promuove questo tipo di iniziative, poiché molti detenuti, che quando erano fuori non hanno mai letto un libro, con lo stato di detenzione spesso si avvicinano alla lettura, non solo come svago, ma imparando anche a riflettere. Se poi i detenuti che frequentano maggiormente la biblioteca sono quasi sempre gli stessi, questo è anche dovuto al fatto che ci sono pochissimi libri in lingua straniera e quindi l’albanese, il marocchino, il tunisino, il rumeno troverebbero ben poco adatto a loro. E purtroppo gli stranieri sono circa la metà della popolazione detenuta.

Con l’aiuto dei professori provenienti dall’Istituto Volta di Pavia che insegnano qui da noi, ultimamente si sta cercando di poter anche accedere alla biblioteca cittadina, affinché sia lo straniero sia chi legge abitualmente possa così attingere a risorse meglio fornite. I nostri 4.400 libri non sono comunque pochi e sono tutti catalogati per argomento (dai romanzi alla biologia, dalla botanica alle biografie, ai testi scolastici, d’arte, ecc.) e a questi spesso ne vengono aggiunti altri, poiché non è difficile che un detenuto che si fa portare qualche libro da casa lo metta poi a disposizione di altri detenuti regalandolo alla biblioteca.

Anche nella gestione dei libri stessi siamo abbastanza all’avanguardia: abbiamo un ampio locale adibito a biblioteca, dove ci riuniamo anche come redazione del giornalino interno, ed inoltre ci serviamo di un computer che ci ha messo a disposizione la Direzione, sia per la catalogazione dei libri che per lo smistamento, grazie a un funzionale programma fatto appositamente per questi luoghi.

 

 

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