Fallimenti del proibizionismo

 

Fallimenti del proibizionismo

 

Corriere della Sera, 18 aprile 2004


A Tor Bella Monaca sono trecento i pregiudicati agli arresti domiciliari. In tutto l’ottavo municipio (che vuol dire anche Torre Maura, Torre Angela, Ponte di Nona, Tor Vergata)sono circa 30mila le persone che hanno avuto problemi con la giustizia, su una popolazione di 220mila.
. E ieri uno dei detenuti è scappato dalla prigione casalinga. Ma è stato individuato durante i super controlli, decisi dal questore Nicola Cavaliere, a cui è stato sottoposto il quartiere (dieci volanti del reparto prevenzione e crimine si sono aggiunte alle quattro che normalmente pattugliano il territorio), dopo l’omicidio di Maurizio Notargiacomo, il tabaccaio di Giardinetti. "Abbiamo solo potuto denunciarlo a piede libero, le sue condizioni cliniche sono inconciliabili con il carcere", racconta Bruno Samà, dirigente del commissariato Casilino.
Quello che il poliziotto non dice per tutelare la privacy del detenuto, lo raccontano a via dell’Archeologia. "Ha l’Aids conclamato, ma questo non gli impedisce di procurarsi i soldi in tutti i modi. Minacciando, rubando, spacciando", racconta Tiziana, 42 anni, impiegata in una ditta di pulizie e moglie di una guardia giurata. "In questo quartiere in fondo ci sto bene - continua la signora -, però quando i miei figli di 14 e 18 anni escono tremo. Non voglio che frequentino nessuno dei ragazzi della zona. C’è troppa droga".
L’ottavo municipio è un territorio vasto: è popolato come la città di Brescia, è esteso come Bologna. Ma è complicato come può essere l’estrema periferia di una città come Roma. Un’unità amministrativa che deve riunire zone diverse come Giardinetti, Torre Maura, Torre Angela, Borghesiana, Finocchio nate negli anni ’60. Agglomerati sociali cresciuti insieme a palazzine abusive (poi condonate) tirate su da operai, impiegati, piccoli commercianti provenienti dal Sud. Tra strade strette, senza marciapiedi, dove si affacciano le case disuguali che spesso hanno un giardinetto. "In queste borgate ormai si vive discretamente, se si ha un impiego.
Perché qui gli affitti non sono troppo alti e molti residenti sono proprietari delle villette dove abitano. Certo, per chi invece non ha una sistemazione la vita è davvero dura, si può girare a vuoto per ore senza sapere dove andare, come svoltare la giornata", racconta Pina Carta, 37 anni, impiegata di Torre Maura.
Il lembo più estremo è Tor Bella Monaca, ormai per tutti T.B.M, nata negli anni ’80, che non è una borgata, e nemmeno un quartiere, quanto piuttosto un inseguirsi di palazzoni popolari e campagna fino ai Castelli. Tanto verde e spazio da rendere sopportabile l’incuria in cui sono tenuti gli stabili. A T.B.M i ragazzi sfrecciano senza casco (in due ore a via dell’Archeologia ne passano 36, solo 5 lo indossano), si spaccia con naturalezza tra le auto posteggiate. "Con venti euro sotto Frascati te ne danno una di qualità migliore di quella di qui", è il discorso che fanno, tranquillamente, due ragazzi ieri pomeriggio davanti al bar di via Quaglia. Ma Giuseppe Celli, presidente del municipio, difende la sua zona: "La verità è che bisogna fare una legge speciale per certe periferie. Non diventeranno mai come l’Eur, se continuiamo ad occuparci solo dell’Eur". E ieri sera gli abitanti di Giardinetti, gli amici di Maurizio, durante una manifestazione spontanea di protesta hanno tentato di bloccare la ferrovia regionale.

 

 

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