Il Due Notizie

 

Il Due Notizie

Numero 1- 18/03/02

 

UNA VOCE PER TUTTI

 

Finalmente, dopo due numeri di prova, abbiamo deciso di stampare il numero 1 di "il Due Notizie", che settimanalmente vogliamo raggiunga tutte le celle, con idee e soprattutto notizie, di quello che avviene a San Vittore, e che pensiamo possa interessare tutta la popolazione carceraria. Noi redattori sappiamo come sia importante sapere quel che avviene tra queste mura e come possa essere utile conoscere e discutere sui problemi, anche della vita di tutti i giorni; pensiamo che sia importante conoscerci, così come siamo, divisi in tante etnie. Questo notiziario vivrà anche con le vostre segnalazioni e le vostre collaborazioni: scriveteci. La redazione, composta da ex allievi dei Corsi di approccio alle tecniche di giornalismo (promossi gratuitamente da anni da un gruppo di giornalisti), si aspetta critiche e suggerimenti. E tutto questo mentre sta nascendo la rivista ("I quaderni del Due") e mentre si è rinnovato il sito su Internet, (www.ildue.it), entrambi destinati a quelli che stanno fuori e che sanno ancor meno di noi di quello che succede qui a San Vittore o a Bollate. E per questo (forse) hanno pregiudizi e idee sbagliate. Avremo modo di riparlare di tutto. E speriamo che questo notiziario, che non costa niente, vada - scusate la battuta - veramente...a ruba!

 

La redazione è composta da: Emilio Pozzi, giornalista e direttore, Valdimar Andrade Silva, Giuseppe Calabrò, Emilio Gomizelj, Tomas Kristo, Diego Ludovico (segretario).

 

 

PRENDETE NOTA CHE

 

Avete visto l’avviso sulla Sfida, affisso nelle bacheche? Chi volesse scrivere come rappresenterebbe la sfida in un film può farlo, mettendo il suo tema in una busta, e indirizzando a "il Due Notizie", imbucando senza francobollo. Presso la nostra redazione è disponibile l’Ordinamento Penitenziario: chi volesse consultarlo ce lo faccia sapere, specificando a quale parte è interessato. Vogliamo sentire la vostra voce, quindi chi vuole scrivere o farci avere notizie, le mandi in una busta indirizzando a "il Due Notizie", imbucandola senza francobollo.

 

Quanti siamo

 

Uomini 1855

Donne 127

Bambini 7

 

Uomini

 

Albania 122,

Algeria, 88,

Argentina 2,

Austria 1,

Bolivia 1,

Bosnia 9,

Brasile 13,

Bulgaria 11,

Costa d’Avorio 2,

Cile 18,

Cina 6,

Colombia 12,

Costarica 1,

Croazia 8,

Cuba 1,

Ecuador 13,

Egitto 16,

Eritrea 1,

Etiopia 1,

Filippine 5,

Francia 8,

Gambia 4,

Germania 11,

Ghana 1,

Giamaica 1,

Grecia 2,

Inghilterra 1,

Iraq 4,

Israele 1,

Italia 944,

Jugoslavia 22,

Kossovo 4,

Libano 3,

Libia 1,

Macedonia 5,

Malesia 3,

Marocco 240,

Mauritania 1,

Messico 1,

Moldavia 7,

Montenegro 1,

Nigeria 7,

Palestina 9,

Perù 11,

Polonia 2,

Rep. Domenicana 3,

Romania 39,

Ruanda 1,

Russia 1,

Senegal 13,

Serbia 3,

Siria 3,

Slovenia 2,

Somalia 2,

Sri lanka 1,

Sudan 1,

Svizzera 4,

Tunisia 112,

Turchia 2,

Ucraina 15,

Ungheria 1,

Uruguay 4,

USA 8,

Venezuela 5,

Nazionalità sconosciuta 8.

 

Donne

 

Albania 6,

Algeria 1,

Argentina 1,

Bolivia 3,

Brasile 3,

Bulgaria 1,

Cina 1,

Colombia 4,

Croazia 1,

Danimarca 1,

Ecuador 1,

Filippine 5,

Francia 1,

Germania 1,

Italia 62,

Jugoslavia 4,

Macedonia 1,

Malawi 1,

Malesia 1,

Marocco 4,

Messico 1,

Moldavia 1,

Nigeria 1,

Nuova Guinea 1,

Perù 3,

Polonia 3,

Repubblica del Benin 1,

Romania 4,

Svizzera 1,

Tunisia 1,

Turchia 1,

Ungheria 3,

USA 1.

 

 

WOYZECK a OPERA

 

Mentre a San Vittore prepara lo spettacolo ispirato a "Gli uccelli" di Aristofane, Teresa Pomodoro ha presentato alla Casa di Reclusione di Opera un altro spettacolo rielaborando un testo emblematico di Georg Buchner, ispirato all’universalità del dolore, "Woyzeck": vi hanno assistito detenuti, parenti e ospiti esterni. Cinquecento spettatori per volta: venerdì la platea del teatro era affollata per tre quarti da detenuti (uomini e donne) che hanno sottolineato con applausi ma anche con grida di approvazione o di dissenso, a seconda dei casi, le vicende del protagonista. L’impianto scenografico era di Arnaldo Pomodoro, un artista celebre. Oltre quaranta, tutti detenuti, gli attori e i tecnici di scena.

 

 

IL CIELO STELLATO SOPRA DI NOI

 

Abbiamo deciso di istituire anche noi dei riconoscimenti per i benemeriti di san Vittore, riservati esclusivamente a persone che figurano nel "libro matricola", perché sono in difficoltà psicologica a compiere gesti meritevoli. Non potendo competere con gli "Ambrogini d’oro", ci accontenteremo della Stella di San Vittore (di carta, un attestato, insomma) che verrà data a chi, al di là di ogni comportamento lodevole, di cui terranno conto i compilatori della sintesi, ha fatto qualcosa che i compagni ritengano giusto segnalare: alle volte, un piccolo gesto spontaneo può aiutare molto, nei momenti difficili. Le segnalazioni, motivate per iscritto, vanno inviate alla nostra redazione, in busta chiusa, senza francobollo. Decideremo poi le modalità e la frequenza delle Stelle. Siamo sicuri che potremo creare un intero firmamento.

 

 

FRIGORIFERI IN CELLA

 

Per iniziativa di un consigliere comunale di Trieste, Silvano Magnelli - ha pubblicato "Città Nuova" del Movimento dei Focolari - e con il coinvolgimento dei consiglieri dell’opposizione, nelle carceri di questa città è stato possibile dotare ogni cella di un piccolo frigorifero, utilissimo per conservare tanti prodotti che hanno bisogno di una certa temperatura per conservarsi, non ultimo i cibi cotti che i familiari mettono nel pacco che, altrimenti, si è costretti a consumare nella stessa giornata o a gettare. Nel box, nella pagina riservata alla posta del direttore e ben evidenziato, il suddetto consigliere comunale di Trieste, quasi a scusarsi con i detenuti, rileva che i due anni occorsi al Ministero di Giustizia per dare l’assenso siano dovuti al fatto che in Italia Trieste sia il primo comune a prendere un’iniziativa del genere. In quello scritto cogliamo lo spirito del consigliere Magnelli, che mostra che la collaborazione con l’opposizione è sempre possibile, se c’è la volontà di collaborare a un progetto diretto a far beneficiare la società. Ma quello che ci sembra più utile sottolineare è che se qualcuno si occupa in concreto dei problemi del carcere, qualcosa si muove. Un invito, quindi, a chi governa Milano, a muovere passi in questa direzione. Ce la faranno?

 

D.L.

 

 

UN’ETNIA ALLA VOLTA

 

Albania

 

Tu, in alcuni momenti sei proprio un albanese! Mi hanno detto parecchie persone sconosciute tra loro. All’inizio mi irritavo e chiedevo con insistenza cosa gli avessero fatto, gli albanesi; poi, partecipando ad un gruppo di comunicazione, ho compreso il senso di quella frase, e mi domando: cos’è che ci distingue dagli altri? Nel carcere San Vittore siamo la seconda comunità straniera e questo indica qualcosa. Negli ultimi tempi, sono aumentati i reati legati allo spaccio e quelli di rapina e sono diminuiti quelli a sfondo sessuale e di sfruttamento della prostituzione. Non è un salto di qualità, è un adattamento nella società capitalistica: si rischia la stessa condanna con un profitto migliore. La droga, malanno inguaribile, ha infettato con rapidità anche il mio Paese, che finora era rimasto indenne. Possiamo ricavare alcuni dati essenziali sul nostro carattere diverso: la determinazione per ogni impegno preso, anche quando genera danni, la fedeltà verso gli amici e la solidarietà verso chi si trova in difficoltà.

I lati negativi sono la chiusura in un piccolo cerchio ristretto addirittura alla stessa zona di provenienza e l’intolleranza verso il diverso. Non è una fuga dagli sconosciuti, ma un disinteressamento, un rifiuto di altre realtà. Ci piace socializzare con altri gruppi di stranieri e con gli italiani, ma con un riserbo, per il timore di non essere compresi. Potrebbe essere un difetto ereditato dall’esperienza decennale del sistema totalitario comunista e l’orgoglio di potercela fare, sempre e da soli, perché il chiedere aiuto potrebbe essere interpretato come un segno di debolezza e potrebbe causare mancanza di stima.

Quando arrivai a San Vittore, trovai decine di paesani che socializzavano esclusivamente tra di loro: tranne qualcuno che frequentava qualche corso scolastico, gli altri non sapevano niente delle diverse attività culturali del reparto. Ci piace essere trattati alla pari, ci piacciono le sfide e ammiriamo i vincitori. Per noi è importante praticare gli sport, possibilmente distinguendoci tra i partecipanti. Questo legittimo desiderio viene interpretato dai più come un male e siamo descritti come un gruppo feroce, sena scrupoli ed ignoranti, che sa solo delinquere. Perché non si sottolinea che la comunità albanese, in Italia, comprende circa centomila persone e in carcere c’è soltanto lo 0,1%? Quindi, la maggioranza lavora onestamente e con dignità.

Perché ignorare il contributo di migliaia di giovani, maschi e femmine, che lavorano, risparmiano al massimo per aiutare le famiglie in Albania? Certo che c’è la delinquenza, è un prodotto della società e della disuguaglianza che esiste tra le persone e la loro cultura. Ci vuole pazienza, comprensione e solidarietà per favorire al meglio l’inserimento di persone che si sentono sole, per allontanarle da quel vicolo cieco che è la delinquenza.

 

T.K.

 

 

Francesco Scaglione ringrazia il Magistrato di Sorveglianza per il permesso premio che gli ha concesso, sia pure con tanti limiti, dopo ben sette anni di carcere, anche se va in articolo 21 da quasi un anno ed è a due mesi dalla fine!

 

 

CHIUDE LA NOVA SPES

 

Il direttore, Dottor Pagano, ha ufficialmente comunicato ai detenuti interessati che la Nova Spes, che si occupa di data entry, cesserà la propria attività all’interno del reparto Penale di San Vittore, probabilmente entro la fine del mese corrente. gli interessati, due maschi e quattro donne, saranno assorbiti dall’Ecopelletteria.

 

 

L’associazione Mario Cuminetti organizza, presso il capannone, dei gruppi d’incontro, dal 21 marzo e fino a giugno, per poi continuare da settembre, sul tema della relazione genitori/figli. Per i primi incontri sono invitati l’avvocato Grazia Del Buttero, il giudice della Corte d’Appello per i minori, Augusta Tognoni, la responsabile dei Servizi Sociali del Comune, Maria Carbone, la psicopedagogista Susanna Mantovani e lo psicoterapeuta e fondatore dell’Associazione GeA (Genitori Ancora), Fulvio Scaparro. Possono partecipare i detenuti che hanno già avuto contatti con l’associazione stessa, previa domandina alla Direzione.

 

 

Stai uscendo e sei solo, senza casa? Chi avesse in previsione un differimento, una sospensione pena o altro e non avesse una casa e nessuno che lo possa ospitare, può contattare, anche con domandina, la Sesta Opera San Fedele, Piazza San Fedele, 4 - 20122 - Milano, che mette a disposizione, per un tempo massimo di tre mesi, un appartamento in condivisione con altri detenuti con le stesse difficoltà. Auguri.

 

Nel prossimo numero

 

Un’etnia alla volta: Marocco

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