Ricordi del Cappelano di Rebibbia

 

Regina Coeli pubblica i ricordi del cappellano: 25 anni d’incontri speciali e centomila volti nel libro di Padre Vittorio

 

Corriere della Sera, 11 dicembre 2003

 

Il libro di Padre Vittorio dovrebbe finire sulla bancarella di Piazza Navona. Lo stand per Herald Editore e i suoi "Quaderni dal carcere" è stato chiesto da un nutrito gruppo di consiglieri del I Municipio, con in testa Luigi Ippoliti (An) e Alessandra Luciani capogruppo della Margherita nel parlamentino di via Giulia.

E così il lavoro editoriale dei detenuti di Regina Coeli sbarcherà ufficialmente nel salotto natalizio della città, per ricordare a tutti ciò che il cappellano dello storico carcere romano ha visto nel corso sei suoi 25 anni passati dentro le mura di Via della Lungara. Presentato ieri nell’aula consiliare del I Municipio alla presenza del presidente Giuseppe Lobefaro, il libro di ricordi di Vittorio Trani, il sacerdote francescano di 60 anni che ha dedicato la sua vita ai detenuti, prima per tre anni a Rebibbia e poi per un intero quarto di secolo (da poco ultimato il 1 settembre scorso) dentro Regina Coeli. Il libro si intitola "Tra il serio e il faceto" e racconta gli incontri decisamente speciali di padre Vittorio, che quando fa i conti dice tranquillamente di aver visto passare sotto i suoi occhi qualcosa come centomila volti di carcerati, una sorta di quartiere in più nella capitale costituito da tutti quelli che in un giorno della loro vita si sono ritrovati a salire i famosi "tre gradini" del carcere romano. Una teoria di volti - ha scritto il sacerdote - ognuno dei quali ha depositato qui la sua storia, sempre unica, sempre pesante".

Come quel Mauro, venuto a Roma dal salernitano, finito dentro come il "piromane dei cassonetti" (non aveva neanche un avvocato di fiducia) e che dopo 6 mesi di "gabbio" voleva restare dentro perché non sapeva dove andare. O come quel poveraccio che ai tempi di Jack Lametta era stato arrestato come lo sfregiatore, salvo poi ritrovarsi con quello vero in azione per la città. Il libro serve a far riflettere sul carcere, hanno ricordato in molti nel corso della presentazione. Ricordando pure che non è ancora risolto il problema di riuscire ad offrire alle famiglie povere dei detenuti che vengono in visita da lontano un ricovero a Trastevere, come ha invece auspicato un ordine del giorno votato all’unanimità in via Giulia. Mancavano alla presentazione i detenuti della casa editrice: persone come l’illustratore Pasquale Di Stefano o il "semilibero" Giorgio Pennino. Il carcere è pur sempre carcere.

 

 

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