Concorso di poesia e prosa

    

L’Università delle tre età

C/o casa di reclusione di Porto Azzurro

La Società di S. Vincenzo de Paoli

di Piombino e Follonica

 

 

con la collaborazione della Direzione della casa di reclusione di Porto Azzurro - con il patrocinio di Regione Toscana - Provincia di Livorno - Comune di Piombino

 

promuovono

 

II° Premio Letterario Nazionale "Emanuele Casalini"

Seconda edizione 2003, riservato ai detenuti delle carceri italiane

Il Premio si articola in due sezioni a tema libero: Poesia e Prosa

 

Premi per ciascuna sezione:

1 ° premio 2.000 euro

2° premio 1.200 euro

3° premio 900 euro

 

Agli altri 10 migliori elaborati saranno rilasciati attestati di merito.

 

Fra tutti i partecipanti, che non risultino già premiati, sarà assegnato un Premio Speciale di 1.000 euro al migliore degli elaborati che abbiano evidenziato i valori dello sport. Il premio è stato messo a disposizione dalla UISP Piombino.

 

La Giuria è composta da: Giovanna Vizzari (Presidente), Andrea Baldocchi, Fabio Canessa, Pabio Gorini, Anna Maria Mascia, Luigi Alberto Mascia, Paolo Pesciatini, Davide Puccini.

 

Regolamento

 

È ammessa la partecipazione ad una sola delle due Sezioni:

Poesia: presentare al massimo due poesie per complessivi sessanta versi;

Prosa: presentare un racconto o componimento di altro tipo per un massimo di tre cartelle di trentadue righe ciascuna.

Le opere, in lingua italiana, possibilmente dattiloscritte o comunque chiaramente leggibili, non dovranno riportare firma o nome dell'autore, né alcun altro riferimento identificativo. I dati identificativi (nome, cognome e Indirizzo) saranno indicati su foglio a parte.

Gli elaborati e i dati indicativi dovranno essere spediti in busta chiusa entro e non oltre il 22 aprile 2003 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo: Segreteria Premio c/o Società di San Vincenzo de Paoli - Via L. Landi, 39 - 57025 Piombino (LI).

 

Gli elaborati non verranno restituiti. Il mancato rispetto anche di una sola delle suddette norme comporta l'esclusione automatica dal concorso.

Le opere saranno valutate a giudizio insindacabile della Giuria: le prime tredici classificate per ogni sezione e l'elaborato vincitore del premio speciale verranno pubblicati. La premiazione avverrà in data da destinare, presumibilmente nel mese di ottobre 2003.

La partecipazione al Premio costituisce espressa autorizzazione:

a) all’uso dei dati anagrafici ai fini delle comunicazioni inerenti al concorso;

b) all'eventuale pubblicazione delle opere.

Per ciascuno dei sei vincitori e per il vincitore dei Premio speciale (o persone designate) viene offerta ospitalità per due giorni e per due persone in alberghi dell'Isola d'Elba.

 

Società di San Vincenzo de Paoli - Via L. Landi, 39 - 57025 Piombino (LI)

Tel. 0565.228056 (dalle ore 9 alle 12) - 0565.221079 (ore pasti)

e-mail: piombino@sanvincenzoitalia.it

http://piombino.sanvincenzoitalia.it

Comunicato stampa

 

Scrivere per ritrovarsi - I carcerati si raccontano e ci fanno meditare

 

Il Premio letterario "Emanuele Casalini" viene riproposto nella seconda edizione a tutti i detenuti delle 204 carceri italiane, a quella popolazione, spesso dimenticata, che per numero (circa 58.000 abitanti) va a formare quella che altri hanno definito "l’altra città". Una città sofferente e per lo più sconosciuta, dove si pensa che la Legge stia facendo bene il proprio corso. In realtà il carcere si muove tra mille contraddizioni; contenitore di scelleratezza, miserie umane, povertà e solitudine, non riesce, neppure in parte, a restituire alla società civile degli uomini riscattati e pronti a recuperare un proprio ruolo. Tutti coloro che operano volontariamente a sostegno dei carcerati – tra cui la Società di San Vincenzo de Paoli e l’Università delle tre età, promotori di questo premio – sanno quanto sia difficile strappare queste persone alla spirale perversa della recidiva (circa l’80%), in assenza di un trattamento umanamente accettabile, e per la carenza di percorsi scolastici, formativi e lavorativi, cui solo una minima parte di loro può accedere.

Tra le varie iniziative di sostegno e reinserimento a favore dei detenuti, che quel piccolo esercito di quasi settemila volontari penitenziari riesce a portare avanti in tutta Italia, coprendo in parte i vuoti dell’amministrazione penitenziaria, il Premio "Casalini" si è fatto apprezzare non tanto per l’aspetto letterario in sé, quanto per la capacità di sollecitare meccanismi creativi in grado talvolta di combattere la disperazione e lo stato di abbandono. Non è facile neppure per i cosiddetti esperti capire in quali meandri della psiche vada a rifugiarsi l’istinto di sopravvivenza di una persona ristretta in carcere, quando ogni nuovo giorno l’angoscia di vivere si ripropone in tutta la sua crudezza. Molti non ce la fanno, gli atti di autolesionismo sono cosa normale, i tentativi di suicidio si avvicinano al migliaio, gli ultimi dati ufficiali parlano di 70 persone che in un anno (2001) si sono tolte la vita.

Chi riesce a prendere la penna in mano, a conservare, ritrovare o addirittura scoprire la compagnia della scrittura, che talvolta è l’unico aggancio col mondo esterno ma anche col mondo interiore, allora può tentare di stemperare in quelle linee ed in quei segni i molti grumi che si sono addensati nella propria mente. Dando forza ai pensieri, recuperando nella soffitta segreta dei propri ricordi immagini, sensazioni, odori e sapori, tenerezze e crudeltà, può riuscire, senza volerlo, a mettere qualche cerotto sulle ferite della propria anima, iniziando un lento ma positivo processo autoterapeutico.

Talvolta, come è successo nella passata edizione del premio, da percorsi di vita sciagurati, dalla macerazione dei propri fallimenti spuntano delle composizioni luminose, incredibili, che a noi, uomini liberi ma sempre più appiattiti da una falsa cultura globalizzata, danno i brividi costringendoci a guardare ciò che neanche vediamo più, ciò che sembra provenire da mondi e tempi lontanissimi della nostra memoria.

Se la partecipazione a questa seconda edizione del premio sarà pari o superiore a quella dello scorso anno (circa 800 lavori), potremo attenderci tante altre storie - vere, inventate, poco importa - ma sicuramente sentite, emblematiche, forse ingenue ma anche crude ed eloquenti, utili a liberare i pensieri, a ricercare agganci con quella società civile che parla tanto di reinserimento sociale, ma che stenta ancora a riconoscere dignità a quei fratelli marchiati dalla colpa.

Riuscirà ancora la bellezza e la leggerezza dell’arte a compiere quel piccolo miracolo che si chiama riconciliazione?

 

 

Precedente Home Su Successiva