In 56 anni 47 mila grazie

 

In 56 anni 47 mila grazie, il record con Gronchi

 

Ansa, 8 aprile 2004

 

Sono oltre 47 mila le grazie concesse negli ultimi 56 anni; tra il 1948 e il 1991 tra i beneficiari ci sono 280 ergastolani. Il maggior numero di provvedimenti di clemenza (2.777) si è avuto nel 1953, con Luigi Einaudi capo dello Stato, che complessivamente nel suo settennato ha "perdonato" 9.000 detenuti. Ma in assoluto il presidente che ha concesso più grazie è stato Giovanni Gronchi: oltre 13 mila tra il 1964 e il 1971. Picchi ci sono stati anche con Giuseppe Saragat (più di ottomila nel suo settennato) e Giovanni Leone (oltre settemila).

E nella storia repubblicana c’è anche un caso di grazia concessa senza domanda del condannato o di suoi parenti e senza proposta del Guardasigilli. Risale al 1965, con Giuseppe Saragat presidente. A beneficiarne fu un cittadino jugoslavo, che da 18 anni scontava una condanna all’ergastolo. La grazia istruita d’ ufficio, insieme a quella in favore di altri tre jugoslavi, che però ne avevano fatto domanda, venne concessa nell’ambito di un accordo che garantiva un pari trattamento a italiani detenuti in Jugoslavia.

Negli ultimi anni c’è stato un calo nella concessione delle grazie. L’attuale presidente Carlo Azeglio Ciampi ne ha firmate sette: l’ultimo a beneficiarne è stato nell’ottobre scorso Vito De Rosa, condannato all’ergastolo nel 1953, per aver ucciso con un’accetta il padre che lo picchiava a sangue, e che dopo l’arresto era stato trasferito in un ospedale psichiatrico. Destinatari delle grazie sono stati anche condannati per reati di terrorismo.

E in alcuni casi non sono mancate le polemiche: come quando nel 1985 Sandro Pertini concesse la grazia, dopo la sua dissociazione dal terrorismo a Fiora Pirri Ardizzone, condannata per associazione sovversiva, e figlia della seconda moglie di Emanuele Macaluso; era stato proprio l’esponente politico a segnalare il suo caso al presidente e Giuseppe Tatarella arrivò a denunciare a una procura l’allora segretario generale del Quirinale Antonio Maccanico. Tra i terroristi graziati c’ è Marco Pisetta, considerato il primo "pentito" della storia dell’eversione di sinistra, ed ex brigatisti, come Annunziata Francola, condannata nel processo Moro quater a 24 anni, Paolo Baschieri, Claudio Cerica, Paolo Maturi, Manuela Villimburgo e Marinella Ventura.

Anche Ciampi ha graziato un ex terrorista: l’ex senatore socialista Domenico Pittella, condannato con sentenza definitiva, nel 1993, a 12 anni e un mese di reclusione per reati legati all’attività delle Brigate rosse. A beneficiare di provvedimenti di clemenza sono stati anche nel 1996 24 ex terroristi altoatesini ritenuti responsabili di reati non di sangue e due anni dopo quattro persone condannate per attività eversiva e azioni antiitaliane compiute in Alto Adige all’inizio degli anni Sessanta. E ancora: tra i graziati ci sono anche l’ex esponente di Avanguardia Nazionale Giovanni Di Lellio e l’ex terrorista dei Nap Giorgio Panizzari.

Non solo ex terroristi: a ottenere la grazia sono stati anche protagonisti di casi clamorosi di cronaca: come Luciano Lutring, noto alle cronache degli anni 60 con il nome di "solista del mitra", perché era solito nascondere la sua arma preferita dentro la custodia di un violino, che fu "perdonato" nel 1976 da Giovanni Leone. Nel 1986 fu, invece, Francesco Cossiga a graziare l’ergastolano Renzo Ferrari, detto "il veterinario del bitter", in carcere dal 1962 per aver ucciso con una bottiglia di bitter misto a stricnina, il marito della sua amante.

Sempre alla presidenza di Cossiga risale la grazia ad Elisa Spinelli, una zingara che, come Sofia Loren nel film "Ieri,oggi e domani", aveva messo al mondo 11 dei suoi 14 figli, pur di non scontare un residuo di pena di 14 mesi per rapina. Fu Sandro Pertini nel 1984 a mettere fine alla detenzione dell’ergastolano Raoul Ghiani, accusato di aver ucciso nel 1958 Maria Martirano, moglie di Giovanni Fenaroli. Mentre è stato Scalfaro nel 1993 a graziare Massimo Carlotto, lo studente padovano accusato e condannato per l’omicidio di Margherita Magello nel gennaio 1976 e da allora proclamatosi sempre innocente.

 

 

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