Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazione sulla Cassa delle Ammende

 

Interrogazione a risposta scritta 4.07583 del 2 ottobre 2003 e risposta del governo pubblicata il 16 novembre 2004

 

Russo Spena - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia.

 

Per sapere - premesso che:

il regolamento penitenziario vigente ha disciplinato in forma più compiuta la materia riguardante la Cassa ammende definendo finalità, modalità organizzative e gestionali;

la Cassa, ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, provvede ad attuare le finalità individuate nell’articolo 129 con gli interventi diretti ed indiretti previsti nello stesso articolo;

in particolare, la norma prevede che i fondi patrimoniali della Cassa sono erogati, previa delibera del consiglio d’amministrazione, per finanziare prioritariamente progetti dell’amministrazione penitenziaria che utilizzano le disponibilità finanziarie dei fondi strutturali europei, nonché progetti che utilizzano finanziamenti previsti dalla normativa comunitaria, da quella nazionale e da quella regionale;

i fondi sono altresì erogati, previa delibera del consiglio d’amministrazione, per il finanziamento di programmi che attuino interventi di assistenza economica in favore delle famiglie di detenuti e internati, nonché di programmi che tendono a favorire il reinserimento sociale di detenuti e internati anche nella fase di esecuzione di misure alternative alla detenzione;

i programmi finanziabili possono essere presentati da enti pubblici, enti privati, fondazioni o altri organismi impegnati in attività di volontariato e di solidarietà sociale, dagli istituti penitenziari e dai centri di servizio sociale dell’amministrazione penitenziaria;

la Cassa ammende rappresenta una importante e concreta risposta al problema del reinserimento dei detenuti e internati;

è di tutta evidenza, infatti, che un condannato o un internato reinserito positivamente nel contesto sociale accresce la sicurezza della comunità locale mentre un dimesso dalle strutture penitenziarie abbandonato a se stesso non fa che ricadere nella spirale della delinquenza e di conseguenza minacciare la sicurezza dei cittadini -:

se siano stati costituiti gli organi statutari previsti per la Cassa ammende;

quale sia l’esatto ammontare delle disponibilità della medesima Cassa;

se siano state disciplinate le modalità concrete di accesso ai finanziamenti;

quanti e quali progetti l’amministrazione penitenziaria abbia realizzato utilizzando le disponibilità congiunte della Cassa e dei fondi strutturali europei o finanziamenti previsti dalla normativa comunitaria, da quella nazionale e da quella regionale;

quanti programmi siano stati presentati per essere ammessi a finanziamento;

quali enti pubblici e/o privati o istituti penitenziari o centri di servizio sociale abbiano presentato programmi;

quanti e quali programmi siano stati ammessi a finanziamento;

se l’amministrazione abbia o meno pubblicizzato adeguatamente le possibilità offerte dalle risorse disponibili al fine di incentivare le attività connesse con il reinserimento dei detenuti e internati o ammessi alle misure alternative alla detenzione;

quali iniziative l’amministrazione intenda intraprendere per una migliore utilizzazione delle risorse disponibili per le finalità istituzionali previste dalla legge.

 

Risposta

 

Il decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, agli articoli 121 e seguenti, ha modificato l’intero impianto normativo della Cassa delle ammende, ampliandone le competenze ed attribuendole nuove finalità.

Espletate le attività organizzative riguardanti il nuovo assetto dell’Ente, il neo Consiglio di amministrazione, riunitosi per la prima volta in data 23 gennaio 2001, ha preso atto che la novella de qua - segnatamente all’articolo 129 del decreto del Presidente della Repubblica 230/2000 - consentiva interventi ad ampio raggio che potevano investire sia la condizione detentiva che quella di esecuzione penale esterna.

Per tale motivo si ritenne opportuno che la prima attività dovesse riguardare l’individuazione dei criteri da seguire per il finanziamento dei progetti. Al contempo il Consiglio di amministrazione ha preso atto che l’ampliamento delle funzioni e la normativa emanata nel corso degli ultimi anni in materia di contabilità pubblica, imponevano una rivisitazione della struttura del bilancio della Cassa, non più rispondente a supportare il finanziamento delle nuove attività.

Per tali motivi, previo concerto con il ministero dell’economia e delle finanze, si è dovuto provvedere a realizzare un nuovo bilancio nel quale recepire tutte le innovazioni apportate.

Tale operazione ha necessariamente richiesto un congruo periodo di tempo.

Ciò posto, per quanto concerne gli specifici quesiti posti, si comunica quanto segue.

Tutti gli organi statutari previsti dalla Cassa ammende sono regolarmente costituiti e funzionanti.

Le disponibilità finanziarie della Cassa ammende sono le seguenti:

Fondo patrimonio euro 71.280.681,36;

Fondo depositi euro 16.056.866,76;

Totale generale euro 87.337.548,12.

Si fa presente che le disponibilità finanziarie utilizzabili ex articolo 129 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230 sono esclusivamente quelle contenute nel Fondo patrimonio.

Per quanto concerne la disciplina delle modalità di accesso ai finanziamenti, si comunica che il 18 febbraio u.s. il Consiglio di amministrazione ha approvato il Regolamento interno disciplinante l’attività istruttoria della Cassa delle Ammende che tiene conto di tutte le innovazioni introdotte dall’articolo 129 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000 n. 230 e delle norme in materia di contabilità pubblica.

Con l’approvazione di detto Regolamento la Cassa delle ammende è stata posta in condizione di poter concretamente provvedere alle connesse attività di finanziamento di due progetti già avviati: "Va dove ti porta il cuore" e "La rete che dura".

Presentati dalla direzione generale dei detenuti e del trattamento del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, si tratta di due progetti concernenti la sperimentazione della telemedicina nelle carceri e l’attività di sostegno ed integrazione psichiatrica in favore di soggetti affetti da patologie psichiatriche o da gravi disturbi della personalità che, all’interno degli istituti, pongono spesso in essere atti di autolesionismo e di tentativi di suicidio.

Programmi e progetti pervengono a cura prevalentemente di istituti e servizi penitenziari che sono via via sottoposti alla valutazione ed eventuale approvazione del Consiglio di amministrazione.

Per quanto concerne il numero e gli enti promotori dei programmi e dei progetti, presso la Cassa ammende ne sono pervenuti n. 22 da parte di strutture centrali e periferiche dell’Amministrazione penitenziaria; n. 1 da parte di una Asl di Firenze; n. 10 da privati (fondazioni, cooperative e consorzi di cooperative). Il Consiglio di amministrazione sta procedendo alla valutazione di altri progetti pervenuti alla Cassa.

Nessun progetto è stato realizzato utilizzando le disponibilità congiunte della Cassa ammende e dei fondi strutturali europei o finanziamenti previsti dalla normativa comunitaria, da quella nazionale e da quella regionale.

A tale proposito si ritiene utile evidenziare che nell’anno 2001 il Nucleo Permanente progetti Fondo sociale europeo, nell’ambito delle proprie competenze, disciplinate con circolare n. 3457/5907 del 1o luglio 1997, ha elaborato, con il contributo di tutte le Direzioni generali del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, un progetto transnazionale da finanziare nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Equal, denominato "Arrco" (attività di ricerca, reinserimento, consulenza e occupazione dei condannati).

Con tale progetto l’Amministrazione penitenziaria si proponeva di promuovere un complesso di attività, strategicamente coordinate, finalizzate a realizzare condizioni favorevoli di occupazione ed impiego stabile dei condannati.

Soggetti proponenti del progetto erano: il ministero della giustizia - dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, come referente; l’università di Roma la Sapienza, l’Associazione Galgano International, l’Istituto addestramento lavoratori (IAL) e il Consorzio nazionale della cooperazione di Solidarietà sociale Gino Matterelli (CGM), come partner.

Al progetto avevano dato, inoltre, formale adesione: l’Ente nazionale della formazione per l’Addestramento e per il perfezionamento professionale in agricoltura (Enapra), la Confcommercio e la Performa Commercio,

Per la parte transnazionale, l’iniziativa Arrco prevedeva, infine, la collaborazione di alcuni Stati membri (Germania, Regno Unito e Francia), dove più efficace si è dimostrato il sostegno alla ricettività dell’imprenditore per pervenire alla creazione di una stabile struttura di accoglienza nel mondo del lavoro per i condannati.

Per la parte finanziaria si rappresenta inoltre che era previsto, secondo i principi comunitari che regolano tale settore, il cofinanziamento del fondo sociale europeo (per la quota comunitaria) e della Cassa delle ammende dell’amministrazione (per la quota nazionale). Nonostante gli sforzi profusi per la realizzazione dell’iniziativa, il progetto non ha ottenuto il finanziamento richiesto.

È, tuttavia, in corso di elaborazione da parte del Nucleo permanente progetti FSE, una nuova proposta progettuale che utilizza la stessa metodologia di coinvolgimento della Cassa ammende, delle direzioni generali del citato dipartimento e degli enti pubblici e/o privati.

Si intende presentare tale proposta in occasione della prossima selezione di progetti promossi nell’ambito della stessa Iniziativa comunitaria Equal. In ogni caso il Nucleo permanente progetti Fondo sociale europeo, istituito presso il suddetto dipartimento, nell’ambito dei compiti affidatigli dal decreto che lo istituisce, ha rivolto agli uffici centrali e periferici opera di sensibilizzazione in merito alla presentazione di progetti utilizzando gli strumenti previsti dall’articolo 129 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000 n. 230.

Si comunica infine che l’amministrazione penitenziaria si è sempre impegnata a pubblicizzare adeguatamente le possibilità offerte dalle risorse disponibili al fine di incentivare le attività connesse con il reinserimento dei detenuti e degli internati o ammessi alle misure alternative alla detenzione.

 

Il Ministro della giustizia: Roberto Castelli.

 

 

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