Protocollo Parma

 

Protocollo d’intesa per azioni di miglioramento della qualità della vita dei detenuti e loro progressivo reinserimento sociale

 

Parma, 9 aprile 2002

 

Il Comune di Parma, rappresentato dalla D.ssa Guarnieri Maria Teresa, nata a Piacenza il 27.11.1964, in qualità di Assessore delegato dal Sindaco in merito alle Politiche Sociali – Abitative e Pari opportunità domiciliata per la carica presso la Sede Municipale

 

e

 

Gli Istituti Penitenziari di Parma, rappresentati dal Direttore Dr. Di Gregorio Silvio, nato a Chieti il 19.05.1963, domiciliato per la carica presso gli II.PP.

 

Visto

 

la Legge 26-7-1975, n. 354 "Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà";

il DPR 30 giugno 2000, n. 230 "Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà";

il Protocollo d'intesa tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione Emilia-Romagna siglato il 5 marzo 1998 avente l’obiettivo di coordinare le varie realtà impegnate nella gestione e nel recupero dei soggetti in esecuzione penale, approvato con atto n. 778 del 10.12.1997 dal Consiglio regionale;

la delibera di Consiglio regionale n. 778 del 10 dicembre 1997, esecutiva ai sensi di legge con la quale veniva approvato il Protocollo d'intesa tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione Emilia-Romagna per il coordinamento degli interventi rivolti ai minori imputati di reato e agli adulti sottoposti a misure penali restrittive della libertà (proposta della Giunta regionale in data 14 ottobre 1997, n. 1842) con particolare riferimento all’impegno a promuovere "attività di avviamento al lavoro dei detenuti (…) attraverso progetti sperimentali diretti a verificare nuove professionalità e nuove forme

imprenditoriali, cooperative di lavoro, l’istituzione di borse di formazione-lavoro", nonché a "valorizzare iniziative indirizzate alla diminuzione del disagio all’interno degli istituti di pena". Mentre la Regione si impegna "a favorire la formulazione di orientamenti operativi omogenei tra gli Enti locali per quanto concerne l’assistenza penitenziaria";

le delibere di Consiglio n. 1207/99 e n. 44/2000, con cui la Regione Emilia Romagna ha inteso favorire nelle realtà locali interventi finalizzati alla mediazione culturale in carcere attraverso l’attivazione di spazi deputati all’"informazione legale", supportando "i detenuti nella ricerca delle condizioni idonee (…) per usufruire di misure alternative" e dei diritti connessi alla permanenza in carcere per persone imputate;

la delibera di Giunta Comunale n. 2507/92 del 25-10-1999 costitutiva del Comitato Area Esecuzione Penale Adulti, organismo preposto a "a) la rilevazione dei bisogni e la conoscenza delle dimensioni dei fenomeni attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati individuali; b) la programmazione e la sperimentazione di progetti innovativi che valorizzino le risorse del territorio; c) la formulazione di intese operative anche con il settore privato, al fine anche di promuovere una cultura dell’intervento del volontariato e dell’associazionismo non più sporadico ed occasionale ma come parte integrata di una più vasta rete fra soggetti ed istituzioni; la pubblicazione, la diffusione e la verifica dei risultati".

 

considerato che

 

 

Nel corso del 2001 e dei primi mesi del 2002 l’assessorato alle Politiche Sociali del Comune in collaborazione con la Direzione degli Istituti Penitenziari di Parma, oltre a sostenere le borse lavoro esterne nell’ambito delle misure alternative al regime di detenzione, ha altresì promosso, all’interno della struttura penitenziaria, uno sportello di mediazione culturale finalizzato ad orientare i detenuti rispetto all’accesso alle misure alternative, ai diritti di tutela giuridica ecc., nonché il programma di concerti "Come quando fuori sogno", finalizzati a favorire la socializzazione fra i detenuti, e per i quali interventi si rimanda a:

le delibere di Giunta Comunale 1880/89 del 26-10-2000 "Approvazione progetto per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti attraverso inserimenti lavorati" e 1886/89 26-10-2000 "Approvazione progetto mediazione culturale in carcere 2001-2002"; 1505/104 del 22-11-2001 "Approvazione progetti sportello informativo immigrati e progetto per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti";

le delibere di Giunta Comunale 2305/106 del 18-12-2000 "Progetto mediazione culturale in Carcere: approvazione progetto socio culturale Come quando fuori sogno" (prima annualità); 1634/109 del 10-12 2001 "Progetto mediazione culturale in Carcere: approvazione progetto socio culturale Come quando fuori sogno" (seconda annualità).

 

rilevato altresì

 

che l’esperienza compiuta ha proficuamente avviato una collaborazione che può essere potenziata e sviluppata consentendo idonee interazioni;

 

convengono

 

nel rispetto delle rispettive competenze e responsabilità, di realizzare le azioni e gli interventi di seguito riportati, relativi agli adulti sottoposti a misure penali restrittive della libertà presso gli Istituti penitenziari di Parma, per favorire la reintegrazione sociale delle persone ristrette presso gli II.PP. cittadini, in particolare delle persone residenti nel Comune di Parma, per le quali sia già in corso un programma trattamentale interno o sia in via di definizione un progetto di reinserimento elaborato d'intesa con i servizi territoriali competenti, e più specificatamente:

 

Consolidamento dello sportello informativo

 

Attraverso lo "Sportello informativo" – già attivato in forma sperimentale a partire dal 12 marzo 2001 e rivolto agli ospiti italiani e stranieri della Casa Circondariale e della Casa di Reclusione nell’ambito del quale sono state pubblicate e distribuite le pubblicazioni relative a "Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà", "Le strade del reinserimento" ed un vademecum per il passaggio dalla lira all’euro – il Comune di Parma e la Direzione degli Istituti Penitenziari, si impegnano a consolidare il servizio, al fine di orientare ed informare i detenuti in relazione alle seguenti aree tematiche:

Orientare ed informare in relazione ai diritti di tutela giuridica e di fruizione di percorsi alternativi alla detenzione;

Offrire ai detenuti stranieri una risposta adeguata alle molteplici difficoltà quotidianamente incontrate nella comprensione della nostra lingua e cultura, attraverso il supporto dei mediatori, attraverso la traduzione in madre lingua dei materiali di documentazione prodotti dallo sportello e la consulenza di esperti;

Informare rispetto a realtà sociali, economiche, lavorative, scolastiche, formative presenti sul territorio;

Raccogliere informazioni per poter individuare le modalità di integrazione tra le attività interne di Formazione Professionale e l’attivazione di borse lavoro interne od esterne;

Raccogliere tutte le notizie utili in merito alle reali necessità dei liberandi al fine di provvedervi;

supportare e favorire nella ricerca delle condizioni idonee (lavoro, riferimento domiciliare, documentazione etc. ..) per un reale ed effettivo reinserimento sociale

Verificare, anche attraverso contatti con il Centro per l’Impiego della Provincia, la possibilità di collocamento al lavoro dei liberandi che stabiliscano la residenza nel circondario.

 

Lo "Sportello informativo" si avvale della figura di un coordinatore, messo a disposizione dal Comune, che, sulla base delle indicazioni del Dirigente della Struttura Operativa Adulti:

sottopone a monitoraggio le attività del servizio per una costante verifica dei risultati; sovrintende alla redazione di pubblicazioni e di sintesi tematiche (newsletter) a supporto degli incontri del personale dello sportello con i detenuti;

redige periodiche relazioni al dirigente della struttura comunale competente;

svolge una funzione di raccordo sia rispetto ai percorsi di formazione/lavoro, finalizzati al progressivo reinserimento sociale dei detenuti, sia rispetto altresì rispetto ai soggetti del privato sociale e del volontariato, operanti nel settore.

Il coordinatore mantiene altresì i rapporti con l’educatore referente dell’area trattamentale all’interno agli Istituti, con cui collabora per attuare le strategie condivise fra le due amministrazioni. L’Ente Locale mette inoltre a disposizione dello sportello, di cui il coordinatore è responsabile, un tutor legale per lo svolgimento dei colloqui con i detenuti sulle aree tematiche precedentemente indicate.

Per facilitare l’informazione e l’orientamento dei detenuti verranno realizzati materiali informativi e di documentazione di volta in volta concordati, analogamente a quelli già pubblicati. In particolare è da prevedere la produzione di un foglio periodico, finalizzato a favorire fra i detenuti la conoscenza delle opportunità che regolano la vita detentiva. I detenuti possono accedere allo sportello secondo le procedure già messe in opera nel periodo di apertura sperimentale. Particolare attenzione viene posta rispetto alla condizione dei detenuti stranieri. Ciò, in considerazione del fatto che la situazione degli stranieri in carcere presenta un quadro di netto aggravamento rispetto ai problemi di carattere sociale ed antropologico-culturale, quali: difficoltà di relazioni sia all'interno che all'esterno del carcere; difficoltà economiche e affettive per mancanza di supporto familiare; emarginazione all'interno stesso della struttura carceraria; sussistono maggiori problematicità per la fruizione delle misure alternative alla detenzione.

A questo proposito ed allo scopo di poter meglio comprendere le esigenze dei detenuti stranieri il tutor dello sportello usufruisce del supporto di mediatori culturali/linguistici, facilitatori dell’approccio con i detenuti stranieri, così come è prevista la traduzione in lingua di tutti i materiali prodotti nell’ambito dello sportello.

Inoltre, sulle questioni più rilevanti che coinvolgono gruppi di detenuti (permesso di soggiorno, presentazione istanze), di volta in volta si organizzeranno specifiche iniziative avvalendosi anche di esperti esterni. Allo scopo di poter meglio monitorare le varie tipologie di richieste, da parte dei detenuti, a seguito dell’incontro preliminare presso lo sportello e degli eventuali successivi colloqui, verrà compilata dall’operatore dello "Sportello informativo" una apposita scheda di rilevazione, da conservarsi all’interno dell’istituto a disposizione di tutti gli operatori, per una documentazione quanti-qualitativa dei tempi di risposta e delle procedure attivate.

La verifica dell’andamento delle attività dello sportello, sulla base dell’esperienza svolta, deve realizzarsi attraverso incontri periodici dell’équipe composta dal referente per gli Istituti indicato dal Direttore, dal referente per la Struttura Operativa Adulti del Comune, dal coordinatore dei Progetti Carcere, dal tutor legale, con la supervisione del dirigente della Struttura Operativa Adulti.

 

Attività trattamentali nel settore educativo, culturale, ricreativo

 

Anche per tale ambito si intende consolidare le iniziative in essere e promuovere in modo più organico ulteriori iniziative culturali, educative e ricreative, sia sul versante del trattamento personalizzato di cui all'art. 1 della Legge 354/75, che sul versante di un possibile trattamento comune in relazione a bisogni specifici collettivi di determinate fasce di soggetti, così come previsto dall'art. 14 della stessa legge, favorendo altresì il coinvolgimento degli organismi pubblici, privati e del volontariato che operano all'interno del carcere. Nel contesto del progetto "Come quando fuori sogno" e nella prospettiva di un suo potenziamento attraverso laboratori teatrali, saranno valorizzate tutte quelle iniziative che, per le caratteristiche di continuità e quotidianità, e quando sussistano le condizioni, si pongano l'obiettivo di facilitare il rapporto interpersonale fra i detenuti all’interno della struttura e con il mondo esterno.

 

Formazione professionale e inserimento nel mondo lavorativo

 

L’Amministrazione Comunale e gli Istituti Penitenziari di Parma, si impegnano ad attivare tutte le iniziative possibili al fine di favorire e facilitare l’accesso alle misure alternative riconoscendo la formazione professionale e il lavoro quali parti integranti e rilevanti del trattamento penitenziario.

Gli interventi relativi alla formazione e al lavoro coinvolgono in uguale misura sia l'Amministrazione penitenziaria che gli Enti locali su un piano di pari dignità ed in modo integrato e coordinato. In particolare gli Enti firmatari del presente protocollo si impegnano a sostenere "progetti individuali" per detenuti ammessi a percorsi di orientamento e/o formazione professionale, nonché al lavoro interno su commissione esterna, ed al lavoro esterno. I "progetti individuali" dovranno essere parte integrante del programma di trattamento e comprendere ipotesi di percorso formativo e/o inserimento lavorativo. I progetti individuali saranno anche elaborati attraverso il lavoro congiunto degli educatori professionali degli II.PP., degli assistenti sociali del CSSA, che potranno avvalersi di esperti progettisti di formazione. È previsto inoltre il coinvolgimento sistematico dei servizi addetti alla formazione professionale e del Centro per l’Impiego, affinché i detenuti possano usufruire degli strumenti ordinari di inserimento lavorativo.

L’Amministrazione Comunale si impegna a favorire l’avviamento al lavoro per i detenuti che possano usufruire di misure alternative, nel quadro di una programmazione che, partendo dal monitoraggio, nell’ambito dello "Sportello informativo", delle aspirazioni formative dei detenuti, contempli, l’attivazione di stage e tirocini formativi, quali premesse per l’attivazione di borse lavoro presso cooperative sociali e/o ditte private presenti nel territorio.

Gli Istituti Penitenziari di Parma, nel rispetto delle determinazioni degli organi competenti, favoriranno l'ammissione al lavoro all'esterno dei detenuti che abbiano maturato specifiche esperienze professionali o di formazione e che si trovino nei termini di legge per usufruire dei benefici previsti.

Il Comune di Parma e gli Istituti Penitenziari si impegnano a sostenere in modo concertato la progettazione degli Enti di formazione. Il Comune di Parma si impegna a porre in essere tutti gli interventi idonei a garantire la rete territoriale di sostegno per i soggetti che necessitino di tale appoggio (affidati in prova, ammessi al lavoro esterno, semiliberi, in detenzione domiciliare, detenuti in permesso premio, ecc.).

Detti interventi, oltre alle necessarie componenti economico-assistenziali, devono porsi come elementi di un programma di sostegno globale alla persona. A tal fine si concorda sulla necessità di avviare una stretta collaborazione ed integrazione con i Servizi sociali del Ministero di Grazia e Giustizia e con il progetto Équipe Carcere del Ser.T. Inoltre è necessario che i programmi per i detenuti, condotti all'interno degli istituti, in previsione dell'applicazione di misure alternative possano essere resi fruibili anche dalle persone condannate che si trovano in misura alternativa senza essere state in precedenza detenute.

 

Promozione e valorizzazione della rete territoriale di sostegno

 

Le Amministrazioni firmatarie riconoscono il valore del terzo settore, per il ruolo che la cooperazione sociale e le associazioni di volontariato possono esercitare nelle attività di prevenzione generale, nonchè nel corso del trattamento e del reinserimento sociale degli adulti sottoposti a provvedimenti penali. In particolare il Comune di Parma e gli Istituti Penitenziari si impegnano a concertare forme di collaborazione stabili e organiche con le associazioni di volontariato e con le cooperative sociali del territorio che già operano in tale ambito. In questo contesto si inserisce l’azione del Comune di Parma, finalizzata a creare un percorso teso a favorire il graduale recupero della persona, anche nella prospettiva del reinserimento sociale nella fase di transizione dal fine pena alla libertà, attraverso:

l’impegno finanziario a sostenere percorsi lavorativi presso cooperative sociali, o comunque aziende private, ecc.;

la collaborazione, con l’associazione Assistenti Volontari Penitenziari "Per Ricominciare", per la gestione della struttura di accoglienza temporanea per familiari non residenti ed indigenti di detenuti;

l’attivazione di una struttura abitativa, collocata nel tessuto urbano, adibita a residenza temporanea per persone che abbiano terminato la pena, sia allo scopo di gestire situazioni di emergenza, sia allo scopo di sviluppare percorsi finalizzati al reinserimento sociale, prevedendo, quale referente dei singoli progetti personalizzati, l’assistente sociale comunale preposta dalla Struttura Operativa Adulti.

Al fine di favorire il superamento della logica di interventi occasionali e sporadici, l’Amministrazione Comunale individua nella collaborazione con il volontariato ed il privato sociale la modalità e di perseguire un sistema integrato di azioni. A tal fine obiettivo comune delle due Amministrazioni è di realizzare moduli di formazione e di aggiornamento che vedano coinvolti operatori e volontari.

Si recepiscono integralmente le "Linee di indirizzo in materia di volontariato" approvate nel marzo 1994 dalla Commissione nazionale consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni e gli Enti locali, e si intende lavorare alla loro diffusione e puntuale applicazione.

 

Il sistema informativo

 

Le due amministrazioni si impegnano ad informarsi reciprocamente sulle iniziative condotte singolarmente che possano parzialmente rientrare nei punti trattati nel presente accordo. Si concorda di realizzare un sistema informativo quale strumento di supporto agli obiettivi di territorializzazione e di integrazione degli interventi.

Le parti si impegnano pertanto ad attivare un confronto permanente sulle reciproche esigenze e modalità di raccolta, elaborazione ed analisi dei dati, nonchè a curare la necessaria interconnessione con le altre possibili fonti istituzionali, associative o di volontariato, allo scopo di costruire una rete informativa comune, rispettosa della riservatezza dei dati e della relativa normativa di tutela della privacy.

 

e pertanto sottoscrivono

 

Il presente protocollo con il quale si impegnano all’esecuzione di tutti quegli atti consequenziali a quanto sopra concordato, nonché ad una verifica complessiva entro il 31 dicembre di ogni anno della validità del presente protocollo.

 

 

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