Accordo - quadro Lombardia

        

Accordo quadro tra Regione Lombardia e Ministero della Giustizia

Individuazione delle priorità in materia di esecuzione penale degli adulti e dei minori

 

Premessa

Finalità

Soggetti

Aree di intervento

Strumenti e procedure di attuazione

Tempi

Risorse

Coordinamento e controllo

Disposizioni transitorie


Vista la dichiarazione d'intenti siglata in data 5.11.1997;


Preso atto degli impegni assunti con la sottoscrizione del Protocollo d'Intesa in data 22.2.1999;


Rilevato che a circa tre anni dalla sottoscrizione non appaiono compiutamente perseguiti gli obiettivi sottesi al Protocollo;


Rilevata, altresì, la necessità di adeguare il Protocollo stesso alla normativa statale e regionale emanata successivamente alla sua stipula ed in particolare alle disposizioni di seguito elencate :

Legge 45/99 "Disposizioni per il fondo Nazionale di intervento per la Lotta alla Droga e in materia di personale dei servizi per le tossicodipendenze";

Legge 22 giugno 2000, n. 193 "Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti"; nonché il decreto del 9.11.2001, "Sgravi contributivi a favore delle cooperative sociali, relativamente alla retribuzione corrisposta alle persone detenute o internate negli Istituti Penitenziari, agli ex degenti degli ospedali psichiatrici giudiziari e alle persone condannate e internate ammesse al lavoro all'esterno" ed il decreto 25 febbraio 2002 n. 87 "Regolamento recante sgravi fiscali alle imprese che assumono lavoratori detenuti";

Legge 8 novembre 2000 n. 328 "Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" ;

D.l.vo. 230/1999 "Riordino della Medicina Penitenziaria";

Decreto 21 aprile 2000 "Approvazione del Progetto Obiettivo per la tutela della salute in ambito penitenziario" nel quale viene data indicazione di specifici modelli organizzativi per l'esercizio delle funzioni previste in materia di tutela della salute dei detenuti e degli internati";

Decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000 nr. 230 "Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà", ed in particolare l'art. 4 secondo e terzo comma, laddove esplicitamente si prevede la realizzazione dei programmi di Istituti Penitenziari e Centri di Servizio Sociale "organizzati e svolti con riferimento alle risorse della comunità locale" e che "il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ed i Provveditorati Regionali adottano le opportune iniziative per promuovere il coordinamento operativo rispettivamente di livello nazionale e regionale";

D.L.vo nr. 146/2000 "Riordino dell'Amministrazione Penitenziaria";

il Documento di Programmazione Economica Finanziaria Regionale per gli esercizi 2001/2003 e 2002/2004, contenente, tra altri, l'insieme degli indirizzi e degli obiettivi per il sostegno alle iniziative per far fronte al disagio e all'emarginazione, dove, in particolare per l'area penale adulti e minori, è intenzione procedere nell'ottica di una maggiore stabilizzazione organizzativa attraverso la realizzazione di una rete di servizi e di presidi volti a soddisfare la domanda di assistenza, nelle sue diverse forme, migliorare la qualità delle prestazioni, nel rispetto dei principi di unitarietà dell'azione dei servizi, integrazione dell'assistenza e continuità terapeutica, per lo sviluppo di un sistema territoriale di intervento;

le direttive emanate alle Province in materia di formazione professionale in particolare per quanto concernente il Piano delle attività degli Istituti di prevenzione e pena per lo svolgimento delle attività e il loro coordinamento con le altre iniziative educative attuate negli istituti;

Legge regionale 6 dicembre 1999 n. 23 " Politiche regionali per la famiglia";

La d.g.r. 5 marzo 1999 n. 41826 " Linee programmatiche concordate tra la Direzione generale formazione e lavoro e provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria per la presentazione dei progetti FSE 1999 ob. 3 asse 3 subasse3, a favore delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale;

il complemento di programmazione del P.O.R. –programmazione 2000/2006 ob. 3 misura B1 per l'inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati, tra cui detenuti, minorenni soggetti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria minorile, anche in collaborazione con il privato sociale, in un'ottica di sussidarietà delle azioni, centrate sul ruolo strategico giocato dai centri provinciali per l'impiego;

La d.c.r 13 marzo 2002 n. 7/046 "Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004";

La Legge 8 marzo 2001, n. 40 "Misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e figli minori"


Considerata l'opportunità di individuare nell'ambito degli impegni assunti obiettivi da perseguire a breve- medio e lungo termine, precisando funzioni e compiti dei soggetti cointeressati;

Considerato l'assetto istituzionale conseguente:

 

alle modifiche al titolo V parte seconda della Costituzione alla normativa disciplinante il trasferimento e le deleghe delle funzioni amministrative e dello stato;

 

Fatto salvo quanto previsto nella legge 328/2000 art. 9 concernente l'esercizio delle funzioni assegnate allo Stato per gli aspetti relativi alla determinazione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni comprese le funzioni in materia assistenziale nell'ambito del settore penale adulti e minori;

Rilevato che per una corretta programmazione degli interventi è necessario far riferimento ai dati disponibili concernenti:

la distribuzione e le caratteristiche dei soggetti sottoposti a misure restrittive e/o limitative della libertà personale;

le statistiche relative alla popolazione detenuta ed ai soggetti ammessi alle misure alternative tossicodipendenti ed alcoldipendentii;

i dati relativi agli stranieri detenuti e ammessi alle misure alternative;

i dati relativi al settore minorile per quanto concerne il flusso dei soggetti sottoposti a misure restrittive e/o limitative della libertà personale

i dati relativi ai minori ospiti dei Centri di prima accoglienza, in particolare i minori stranieri

i dati relativi ai minori segnalati all'Ufficio Servizio Sociale Minori (U.S.S.M.) e presi in carico dai servizi territoriali

nonché ad ogni altro dato significativo ed utile per una miglior comprensione dei fenomeni.

Rilevata

la necessità di favorire la strutturazione di un sistema integrato, composto dall'insieme dei soggetti istituzionali competenti in materia e dalle risorse del Terzo Settore, alla stessa materia interessate, per individuare elementi di co-progettazione e criteri di scelta in base a priorità condivise, fabbisogni e capacità di spesa, in attuazione del principio di sussidiarietà ed in consonanza con le possibilità e le esigenze del territorio, al fine di un più efficace utilizzo delle risorse e di una coordinata programmazione delle attività;

la necessità di realizzare programmi d'intervento congiunto che tengano conto delle peculiarità della realtà locale, del principio di territorializzazione della pena, nel comune obiettivo del recupero di risorse umane ed energie sociali compromesse dalle conseguenze del reato, nonché come strategia di contenimento del fenomeno criminalità;

la necessità di favorire lo sviluppo di un'informazione capillare che sappia essere al tempo stesso completa e celere attraverso la messa in rete di tutte le risorse attive o attivabili;

la necessità di incrementare le opportunità offerte all'interno degli istituti penitenziari e per i soggetti in esecuzione penale esterna;

la necessità di individuare contestuali percorsi formativi integrati tra gli operatori dei servizi coinvolti, così come previsto nelle Linee di indirizzo in materia di Formazione congiunta al fine di consolidare buone prassi in atto e porre in essere azioni comuni di interventi condivisi;

la specificità dell'ambito penale minorile che richiede una sempre maggiore attenzione per lo sviluppo di interventi caratterizzati da istanze educative e di aiuto oltre che sanzionatorie e di controllo, sia attraverso il potenziamento delle esperienze in atto che attraverso la promozione di iniziative sperimentali, in particolare per quanto relativo ai minori stranieri nonché all'utenza con gravi disagi psicologici e patologie psichiatriche.

la necessità altresì di sviluppare azioni propositive tali da consentire un costante innalzamento della promozione umana.

Tutto ciò premesso

il giorno 3 marzo 2003, presso la Regione Lombardia, via F. Filzi 22 – Milano


Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il Ministro della Giustizia Roberto Castelli

concordano di sottoscrivere il presente Accordo Quadro che, con richiamo alle vigenti disposizioni, determina le linee di intervento e le indicazioni operative per i soggetti sottoposti a misure restrittive e/o limitative della libertà personale e per i minori sottoposti a procedimento penale, con particolare attenzione alle priorità territoriali, correlando attraverso la progettazione integrata le rispettive e reciproche competenze.

Specificano che tale accordo, come di seguito enunciato nel dettaglio, consta delle seguenti parti:

 

Finalità

Soggetti

Aree di intervento

Strumenti e procedure di attuazione

Tempi

Risorse

Coordinamento e controllo

Disposizioni transitorie

Finalità

Obiettivo primario è il raggiungimento di modelli di collaborazione interistituzionale atti a porre in essere azioni concrete che traducano in operatività i contenuti sanciti nel Protocollo d'Intesa sottoscritto nell'anno 1999.

A tal fine il presente Accordo Quadro prevede:

la definizione della Commissione Regionale, prevista dallo stesso Protocollo d'Intesa all'art 13, con i seguenti componenti:

Direttore Generale Famiglia e Solidarietà Sociale o suo delegato;

Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria- Lombardia o suo delegato;

Direttore Centro Giustizia Minorile della Lombardia o suo delegato;

la costituzione della Sotto- commissione Adulti che sarà integrata di volta in volta da persone all'uopo individuate, ritenute competenti per le materie oggetto di valutazione;

la revisione del Protocollo d'intesa, al fine di adeguarlo alle più recenti modificazioni normative, all'attuale assetto degli Istituti Penitenziari e dei Centri di Servizio Sociale sul territorio regionale, con particolare riferimento alla mutata composizione dell'utenza, alle attuali risorse territoriali attive o attivabili.

l'individuazione degli obiettivi prioritari e relativi tempi di attuazione a valere per ogni singola annualità e in relazione all'intera durata del presente Accordo.

Tenendo conto della opportunità e della necessità che tutti gli interventi proposti nelle aree di cointeressenza siano adeguatamente strutturati e valutati e si collochino idoneamente nell'ambito delle logiche d'intervento delle Amministrazioni interessate, si stabilisce inoltre con il presente Accordo la necessità che ogni iniziativa sia preventivamente co-progettata, conditio sine qua non per la realizzazione delle proposte stesse.

A tal fine le parti si impegnano ad individuare strumenti permanenti di collaborazione e coordinamento, anche a carattere pluriennale, prevedendo modalità di utilizzo integrato degli operatori penitenziari e del territorio, compreso il Terzo Settore, e ad attivare, previo esame congiunto, specifici tavoli di lavoro.

A tal fine le parti definiscono che l'attuazione delle previsioni qui contenute è demandata ai seguenti uffici:

Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, che assumerà anche funzioni di coordinamento delle Commissioni, Sottocommissioni e Tavoli di Lavoro;

Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria e Centro di Giustizia Minorile della Lombardia, rispettivamente per i settori adulti e minori, per il Ministero della Giustizia;


A tali Uffici è demandato l'incarico di individuare strumenti permanenti di collaborazione e coordinamento, anche aventi validità pluriennale, prevedendo modalità di utilizzo integrato degli operatori penitenziari e del territorio, compreso il Terzo Settore, e ad attivare, previo esame congiunto, specifici tavoli di lavoro.

In particolare nelle materie individuate come prioritarie, si impegnano a licenziare linee di indirizzo congiunte, tenendo conto degli esiti delle consultazioni ed i gruppi di lavoro già avviati tra i diversi settori dell'Amministrazione Regionale, il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, il Centro Giustizia Minorile, i Comitati Carcere Territorio presenti nell'ambito regionale, realizzatesi attraverso gruppi tecnici, già attivi in particolare per quanto inerente l'area delle dipendenze, ed apposite commissioni istituite ex D.L.vo 272/89 ;

Soggetti

 

Le parti, in reciproco accordo per contenuti e per metodo, attivando direttamente i propri Uffici e Servizi, e attraverso la Commissione e le Sotto-commissioni previste dal Protocollo, si impegnano a procedere congiuntamente ad una pianificazione organica ed articolata, nel rispetto delle finalità sopra indicate ed al fine di stabilire una linea d'intesa e collaborazione.

La Commissione Speciale sulla situazione carceraria e per il rispetto dei diritti civili dei detenuti, secondo il dettato della d.c.r. n. 7/22 del 27.7.2000, è promotrice di sinergie utili per la realizzazione degli intenti espressi in seno alla Commissione e alle Sotto-commissioni, di cui al precedenti punto 1.

A tale proposito e all'occorrenza la Regione Lombardia, l'Amministrazione Penitenziaria e la Giustizia Minorile, rappresentata dal Provveditorato Regionale e dal Centro per la Giustizia Minorile, indiranno d'intesa apposite "Conferenze di Servizio", coinvolgendo gli enti e le istituzioni interessate: ASL, Aziende Ospedaliere, Enti Locali, Terzo Settore, Cooperative Sociali e loro organismi di rappresentanza.

Le parti si impegnano nello specifico a perseguire nello sviluppo di una pianificazione coordinata con le attività gestite sul territorio anche mediante l'adozione di specifici provvedimenti, accordi e convenzioni.

Evidenziandone la valenza quali organismi consultivi per lo sviluppo di una rete territoriale volta a favorire il raccordo interistituzionale e lo sviluppo di azioni mirate, verrà sollecitata, in particolare, la costituzione provinciale di Comitati Carcere – Territorio, rafforzandoli laddove esistenti. Con analoghe motivazioni si conferma la collaborazione con la Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia per il confronto ed il dialogo tra gli organismi di volontariato presenti e la relativa rappresentanza.

Specificatamente e con particolare riferimento alla vigente normativa in materia di trattamento e riabilitazione delle persone consumatrici di sostanze psicoattive, è confermato a livello regionale il Gruppo Tecnico di coordinamento delle attività di prevenzione, cura e riabilitazione a favore dei detenuti tossico/alcoldipendenti costituito da tecnici referenti, rispettivamente, in rappresentanza dell'Amministrazione Penitenziaria, delle ASL, del Terzo Settore, così come da d.d.g. nr. 3703 del 29/07/1999 e successive modifiche ed integrazioni.

Specificatamente e con particolare riferimento al D.P.R. 448/88 in materia penale minorile è confermata la Commissione Regionale operante ex art. 13 D.L.vo 272/89, da considerarsi sotto-commissione per il livello minorile ai sensi dell'art. 13 del Protocollo di intesa.

E' altresì specificatamente confermato, l'intendimento di favorire l'applicazione della Legge 193/2000, al fine di valorizzare ogni occasione di avvio di azioni da parte di imprese sociali, nella consapevolezza che il valore aggiunto caratteristico di tale soggetto giuridico, possa contribuire alla stabilizzazione del raggiungimento di un concreto reinserimento dei soggetti sottoposti a procedimenti penali;

A riguardo e con particolare riferimento alla normativa in vigore in materia di Cooperazione sociale si ritiene altresì necessario, per il massimo coinvolgimento del Terzo Settore, promuovere e sostenere lo sviluppo di progetti finalizzati all'inserimento lavorativo intra ed extra murario e al recupero sociale dei soggetti sottoposti a misure restrittive e/o limitative della libertà personale.

Aree di intervento

 

Le parti riconoscono la specificità di interventi destinati ai distinti settori adulti e minori.
In particolare individuano i seguenti aspetti:

Settore adulti

tutela del diritto alla salute con puntuale riferimento alle indicazioni contenute nel D.M. 21.4.2000 e con particolare riguardo alle materie già transitate ai sensi dell'art. 8 D.Lvo 230/99 (prevenzione, tossicodipendenza e alcoldipendenza);

supporto all'organizzazione all'interno delle strutture penitenziarie, di interventi specifici volti al trattamento delle persone ristrette, con il massimo coinvolgimento del Terzo Settore e particolare attenzione al settore della formazione – lavoro; e riservando particolare attenzione: 1) all'implementazione di servizi volti a supportare conseguenze la fase dell'ingresso in carcere;2) alla promozione di azioni volte a circoscrivere le conseguenze della detenzione sull'equilibrio psico-fisico delle persone e sulle relazioni con i contesti socio familiari di appartenenza, in particolare attraverso progettualità in grado di valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e la capacità genitoriali; 3) alla costituzione delle basi progettuali del percorso formativo e lavorativo del detenuto;

promozione di interventi volti all'integrazione degli stranieri ristretti negli istituti regionali o ammessi alle misure alternative, favorendo l'intervento di operatori di mediazione culturale;

promozione dell'accesso alle informazioni istituzionali e non da parte dell'utenza, al fine di favorire, attraverso l'attivazione di sportelli informativi, la conoscenza di opportunità interne ed esterne all'istituzione penitenziaria, tali da facilitare percorsi individuali di reintegrazione sociale, nonché con l'ausilio della Carta dei Servizi.

integrazione dei servizi penitenziari, generalmente intesi, con quelli del territorio, in raccordo anche con le forze del Terzo Settore, per gli interventi nei confronti dei soggetti in esecuzione penale esterna, dei dimessi dal carcere, delle famiglie dei detenuti e degli ex detenuti;

supporto all'organizzazione nell'ambito del distretto regionale di eventuali forme di custodia attenuata da destinarsi a particolari e definite tipologie di ristretti;

Inoltre le parti si impegnano a concordare/promuovere indirizzi operativi che garantiscano la partecipazione del settore penale intra ed extramurario nella definizione della programmazione sociale locale integrata, come delineata dalla Legge 328/2000, prestando particolare attenzione ai soggetti in esecuzione penale esterna, ai dimessi dal carcere e dalle loro famiglie:

 

Tenuto conto che le competenze dei Centri di Servizio Sociale in materia di coordinamento con le Istituzioni e i Servizi Territoriali, connotano l'area penale esterna come punto di una rete che si colloca nel territorio all'interno delle dinamiche e delle politiche sociali, alla pari di altri soggetti.

Al fine di individuare strumenti nuovi per la costruzione di partnership e progetti che diano respiro alla collaborazione con tutte le risorse del territorio, comprese quelle del Terzo Settore, anche nell'intento di favorire sinergie nel rispetto delle reciproche competenze, con le agenzie preposte al controllo per la prevenzione dei reati della recidiva

Considerato inoltre, il rilievo assunto dalla Giustizia riparativa, nel Nuovo Regolamento di esecuzione, le parti si impegnano altresì nella promozione di progetti di intervento in tale ambito all'interno delle linee di indirizzo nazionali, nonché alla promozione di progetti che prevedano la prestazione di attività socialmente utili o di iniziative di tipo volontario e benefico da parte di soggetti sottoposti ad esecuzione penale esterna in favore di Enti ed Associaizoni di pubblica utilità e senza scopo di lucro.

Settore minori

 

miglioramento della conoscenza e della lettura del fenomeno della devianza minorile anche attraverso l'individuazione di strumenti per la valutazione degli interventi realizzati dai servizi;

ampliamento delle opportunità per gli interventi nell'area penale svolti all'esterno della struttura detentiva;

tutela della salute con particolare riferimento alla presa in carico di minori tossicodipendenti e/o con problematiche psichiatriche ed individuazione di una struttura residenziale idonea;

sostegno per il raggiungimento dell'autonomia da parte dei minori stranieri fino alla chiusura del procedimento penale

sostegno allo sviluppo di progetti sperimentali, compreso quello della mediazione penale minorile.

Priorità interistituzionali regionali

La Regione Lombardia riconosce quale priorità l'attivazione di idonee forme di coordinamento tra la Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale e le diverse Direzioni Generali, in particolare la Direzione Generale Sanità, Direzione Formazione, Istruzione e Lavoro, Direzione Industria, piccole e media impresa e cooperazione e turismo, Direzione Generale Opere Pubbliche, Politiche per la casa e Protezione civile, a vario titolo interessate al settore penitenziario, al fine di assicurare interventi opportunamente integrati con le rispettive parti dell'Amministrazione Penitenziaria e Minorile nelle seguenti Aree:

Tutela della salute delle persone ristrette negli istituti penitenziari e dei soggetti ammessi a misura alternativa

 

Le parti riconoscono il diritto alla salute quale diritto inalienabile, e si impegnano a garantirlo a tutti i soggetti in condizione di restrizione della libertà.

Pur prendendo atto dell' incertezza normativa relativa al passaggio della medicina penitenziaria al SSN, previsto dal D. Lvo 230/99, si impegnano con riferimento al D. Lvo n. 433/2000 con il quale è stata prorogata ed estesa la fase di sperimentazione, a predisporre quanto necessario per l'individuazione di modalità e forme di collaborazione che tengano conto delle indicazioni contenute nel D.M. 21.4.2000, con particolare riferimento alle attività connesse ai settori Prevenzione e Tossicodipendenza, già transitati ai sensi dell'art. 8 dello stesso decreto 230/2000 ed in attuazione alle previsioni di cui al punto 3.2 del Progetto Obiettivo (individuazione del modello organizzativo generale dell'assistenza), nonché delle indicazioni contenute nel D.P.C.M. 29.11.2001 "Definizione dei livelli essenziali di assistenza".

A tal fine solleciteranno la stabilizzazione della rete di intervento di assistenza in forma organizzata e strutturata, favorendo il convenzionamento delle aziende ospedaliere con gli istituti penitenziari.

A) Assistenza ospedaliera e Prestazioni sanitarie

 

Particolare attenzione viene riconosciute all'Assistenza ospedaliera e prestazioni sanitarie erogate, ovvero erogabili dal SSN.

A tal fine procederanno alla determinazione delle modalità con cui gli istituti penitenziari e l'istituto penale per minorenni della Regione possano avvalersi di servizi e dei presidi sanitari, siano essi pubblici o privati accreditati, i quali dovranno impegnarsi a fornire le prestazioni sanitarie ambulatoriali e/o ospedaliere secondo la normativa vigente, tenendo conto delle esigenze sanitarie e di sicurezza.

La Regione Lombardia si impegna a diramare un invito alle strutture sanitarie finalizzato a fornire un livello di collaborazione adeguato, prevedendo espressamente che le prestazioni specialistiche siano assicurate, così come precisa il Protocollo ed il nuovo regolamento penitenziario in modo "uguale a quelle praticate ai cittadini in libertà", garantendo l'iscrizione al SSN, secondo le normative vigenti.

Si impegnano, altresì a licenziare in tempi brevi linee di indirizzo congiunte relativamente alle misure di profilassi contro le malattie infettive, previo verifica dello stato di attuazione delle direttive emanate in materia.

 

B) Salute Mentale

 

In materia di tutela della salute mentale ed al complesso delle attività previste, si impegnano a definire progetti di sperimentazione con le Aziende Ospedaliere degli ambiti territoriali ove sono collocati gli Istituti stessi, affinché mediante apposita convenzione possa essere garantita una adeguata risposta ai bisogni che verranno individuati, privilegiando gli interventi che prevedono la partecipazione congiunta degli operatori penitenziari e del territorio, compresi gli organismi del Terzo Settore, in ordine alla presa in carico e alla realizzazione di percorsi specifici di informazione, formazione e di aggiornamento.

In particolare si richiama la necessità di verificare la disponibilità dei Dipartimenti di salute mentale delle Aziende Ospedaliere ad effettuare interventi presso gli Istituti Penitenziari secondo le direttive emanate in materia di assistenza psichiatrica. Effettuata la verifica si procederà a definire forme di intervento sperimentale sollecitando laddove possibile il convenzionamento diretto fra Aziende Ospedaliere e Istituti stessi.

La Regione si impegna ad individuare nell'ambito delle proprie competenze in materia di autorizzazione e accreditamento, le strutture terapeutiche idonee.

 

Interventi trattamentali

 

Circa gli elementi del trattamento individuati dall'art. 15 dell'ordinamento penitenziario, le parti ritengono opportuno promuovere e valorizzare le iniziative pubbliche e private presenti in ciascun contesto territoriale interessato, anche attraverso l'indicazione di indirizzi operativi coerenti con i contenuti e con le procedure di attuazione presenti nel Protocollo d'Intesa e nel presente Accordo, in grado di favorire l'omogeneizzazione degli interventi finalizzati a sostenere lo sforzo riabilitativo e di reinserimento dei soggetti. Verranno pertanto supportate, tra le altre, le iniziative culturali, ricreative e sportive a tal scopo realizzate, sostenendo progetti specifici all'uopo predisposti. Particolare attenzione verrà prestata alla tutele del diritto alla libertà di espressione religiosa, spirituale e morale dei detenuti nel rispetto dell' appartenenza alle diverse confessioni religiose. Più in particolare si prevedono azioni mirate rispetto alle seguenti attività:

 

A) Formazione professionale e istruzione .

Relativamente alle attività di formazione professionale e istruzione la Regione Lombardia, in particolare, la Direzione Generale Formazione, Istruzione, Lavoro, il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria e il Centro Giustizia Minorile assicurano, per quanto di rispettiva competenza, uno stretto raccordo per tutti gli interventi di orientamento, formazione/lavoro promossi a favore di detenuti, degli ammessi a misure alternative, delle persone dimesse e dei minori sottoposti a procedimento penale, nonché di monitoraggio, vigilanza, controllo, verifica e valutazione, secondo le linee programmatiche delineate nel piano triennale della Formazione 2002/2005-area obiettivo 3: "sostegno e accompagnamento all'integrazione sociale e lavorativa dei soggetti appartenenti a categorie svantaggiate, in particolare detenuti ed ex detenuti minorenni soggetti a provvedimenti delle autorità giudiziarie",.

Inoltre, è assicurato il medesimo raccordo, nell'ambito delle rispettive competenze, nei confronti della pianificazione e programmazione dell'offerta formativa integrata rivolta agli adulti, ai sensi dell'art. 138 del D.lgs. n° 112/98, in materia di "Riorganizzazione e potenziamento dell'educazione permanente degli adulti"

Nell'ambito delle competenze concernenti la pianificazione e la programmazione dell'offerta formativa integrata rivolta agli adulti e ai minori, ai sensi dell'art. 138 D.Lvo 112/98 nonché degli orientamenti espressi dall'Accordo sottoscritto il 2.3.2000 dalla Conferenza unificata Stato-Regioni (ex art.8 D.Lvo 281/97) circa "La riorganizzazione ed il potenzionamento dell'educazione permanente degli adulti" ed in applicazione della Direttiva per il Sistema Istruzione approvata in sede di Conferenza Unificata in data 6 febbraio 2001, la Regione Lombardia e, per il Ministero della Giustizia, il Provveditorato Regionale dell' Amministrazione Penitenziaria ed il Centro Giustizia Minorile, si impegnano a favorire, anche attraverso apposite convenzioni, e per quanto di rispettiva competenza, il coordinamento fra i gli attori dei diversi sistemi coinvolti nell'offerta di istruzione e formazione professionale, con particolare riferimento all'Ufficio Scolastico Regionale e alla Direzione Generale Formazione, Istruzione, Lavoro della Regione, al costituendo Comitato Regionale per l'Educazione degli Adulti e alle Province:

 

supportando, per quanto di rispettiva competenza, l'operatività delle Commissioni Didattiche previste agli artt. 41 / 42 del DPR 230/00;

promuovendo la predisposizione di piani regionali in grado di favorire l'integrazione fra i sistemi dell'istruzione, della formazione professionale e delle politiche attive del lavoro da realizzarsi anche attraverso azioni di informazione, consulenza, orientamento, formazione e predisposizione di percorsi lavorativi assistiti;

monitorando, verificando e valutando congiuntamente le relative attività, tenendo conto anche delle linee programmatiche delineate nel piano triennale della Formazione 2002/2005- Area Obiettivo 3: "Sostegno e accompagnamento all'integrazione sociale e lavorativa dei soggetti appartenenti a categorie svantaggiate, in particolare detenuti ed ex detenuti minorenni soggetti a provvedimenti delle autorità giudiziarie";

favorendo uno stretto raccordo fra tutti gli interventi formativi promossi in favore dei detenuti, degli ammessi a misure alternative , delle persone dimesse e dei minori sottoposti a procedimento penale, atte a porre in connessione le azioni.

 

B) Inserimenti lavorativi

Relativamente alle attività di inserimento lavorativo la Regione Lombardia, in particolare la Direzione Industria, piccole e media impresa e cooperazione e turismo assicura in stretto raccordo con i percorsi di formazione professionale di cui sopra l'incentivazione di forme di inserimento lavorativo, in coerenza con quanto disposto dalle Legge 193/2000 nonché coordinando e incrementando in particolare forme di negoziazione, nel rispetto della normativa L. 381/91 e modificazioni seguenti, per la riserva e l'assegnazione di una quota parte delle commesse degli enti pubblici, alle iniziative produttive, infra ed extramurarie, gestite dalle imprese e dalla cooperazione sociale e consorzi, che coinvolgono in tutto o in parte detenuti e/o ammessi a misure alternative alla detenzione e persone dimesse, nonché dell'art. 47, terzo comma D.P.R. 230/2000 che consente l'affidamento a cooperative sociali anche dei servizi interni agli istituti penitenziari.

Le parti si impegnano a favorire l'applicazione della normativa emanata allo scopo di promuovere l'attività lavorativa delle persone in esecuzione penale (Legge 193/2000 e relativi decreti applicativi).

A tal fine:

concerteranno iniziative finalizzate all'omogeneizzazione qualitativa e quantitativa degli interventi da realizzarsi in tutti gli istituti di pena del distretto sollecitandone il raccordo con il sistema della formazione professionale e con le politiche attive del lavoro, da favorirsi anche attraverso la messa a punto di una rete di servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro, autonomo e dipendente, da attivare all'interno degli istituti di pena e una puntuale azione di informazione delle aziende e delle imprese;

individueranno i beni ed i servizi da fornirsi all'Ente Regione e agli Enti Locali attraverso apposite commesse da assegnare alle istituendo lavorazioni penitenziarie;

predisporranno opportuni accordi circa l'allocazione delle risorse finanziarie rese disponibili dalla Regione e dal Ministero della Giustizia impegnandosi a privilegiare prioritariamente i progetti presentati dalla cooperazione sociale e dal terzo settore, degli enti locali e del mondo delle imprese la cui fattibilità sarà stata preliminarmente vagliata anche dal Provveditorato Regionale e dal Centro Giustizia Minorile.

Relativamente alle attività di inserimento lavorativo la Regione Lombardia, in particolare la Direzione Industria, piccola e media impresa e cooperazione e turismo assicurerà, in stretto raccordo con i percorsi di formazione professionale e avvalendosi di quanto disposto dalla Legge 193/2000, l'incentivazione di inserimenti lavorativi, il coordinamento e l'incremento di forme di negoziazione, nel rispetto della normativa L. 381/91 e modificazioni seguenti, per la riserva e l'assegnazione di una quota parte delle commesse degli enti pubblici, alle iniziative produttive, intra ed extramurarie, gestite dalle imprese e dalla cooperazione sociale e consorzi, che coinvolgono in tutto o in parte detenuti e/o ammessi a misure alternative alla detenzione e persone dimesse, nonché dell'art. 47, terzo comma D.P.R. 230/2000 che consente l'affidamento a cooperative sociali anche dei servizi interni agli istituti penitenziari.

L'amministrazione penitenziaria si impegna a verificare attraverso una ricognizione i servizi affidabili a terzi, in modo tale da consentire la piena applicazione dell'art. 47 del Regolamento Penitenziario, con particolare riferimento alla possibilità di incrementare il lavoro all'interno degli Istituti Penitenziari.

La Regione Lombardia, Direzione Industria, piccole e media impresa e cooperazione e turismo, fornirà elementi circa le cooperative in grado di assicurare in maniera stabile i servizi.

Edilizia Penitenziaria

A) Le strutture penitenziarie


Coordinamento degli interventi relativi alle aree sopra individuate con quelle relative alle condizioni strutturali degli istituti penitenziari, con il particolare coinvolgimento dell'area Tecnica del Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria.

Individuazione di sedi idonee :

 

per la realizzazione di sedi ove realizzare reparti a custodia attenuata

per la realizzazione di reparti destinati all'esecuzione di misure alternative alla detenzione

per l'eventuale realizzazione di nuovi insediamenti penitenziari che tengano conto della necessità di rendere l'istituto penitenziario parte integrante del territorio;

per consentire la maggiore distribuzione sul territorio dei servizi penitenziari in particolare per quanto concernente nuove sedi per il Centri Servizi Sociali Adulti (C.S.S.A.);

B) Edilizia agevolata e convenzionata.

per facilitare soluzioni abitative da destinarsi al personale operante nel settore penitenziario.

Per lo sviluppo e il sostegno di interventi di housing sociale.

 

Strumenti e procedure di attuazione

Per la realizzazione delle finalità indicate al punto 3, si individuano all'interno delle singole aree tematiche i seguenti strumenti e procedure operative, volte a realizzare coordinamento interistituzionale , individuazione delle competenze, ottimizzazione della resa dei servizi a livello locale, per il miglioramento della qualità e dell'accessibilità anche ai soggetti minori ed adulti sottoposti a procedimenti penali:

Tutela della salute delle persone ristrette negli istituti penitenziari e dei soggetti ammessi a misura alternativa

Le parti si impegnano a diramare indicativamente entro 8 mesi dalla sottoscrizione del presente Accordo, Linee di Indirizzo congiunte che possano favorire:

 

Costituzione di gruppi di lavoro tra gli istituti Penitenziari e le Aziende Sanitarie sede degli stessi, al fine di definire interventi coordinati relativi alle seguenti tematiche:

 

programmi di igiene ambientale

programmi di igiene alimentare

programmi di profilassi e controllo delle principali malattie infettive

 

Mantenimento e sviluppo dei flussi informativi coerentemente con quanto stabilito dal piano di riordino sulla profilassi definito dalla Direzione Generale Sanità

Prosecuzione del monitoraggio dei minori sottoposti a procedimento penale

Verifica dell'andamento dell'attività dei reparti ospedalieri istituiti ai sensi della legge 296/93, destinato al ricovero esclusivo di detenuti

Sostegno a forme di collaborazione costante tra il Terzo Settore, operatori penitenziari e territorio, per lo sviluppo di un'azione propositiva tale da consentire la promozione della persona;

Stabilizzazione della rete di intervento di assistenza da parte dell'ASL, in forma organizzata e strutturata, tenendo conto ove possibile del previsto passaggio delle competenze in materia di medicina penitenziaria al S.S.N.;

Definizione di protocolli di intervento in particolare per quanto riferito all'impiego di farmaci sostitutivi nel trattamento delle persone tossicodipendenti e all'adozione di un modello uniforme per la predisposizione di interventi volti a favorirne l'accesso a misure alternative alla detenzione;

Definizione di protocolli di intervento per la presa in carico di minori con problemi di dipendenza e con problematiche psichiatriche;

Sviluppo della collaborazione dei Dipartimenti Dipendenze con i servizi della Giustizia Minorile per concertare azioni di intervento nei confronti degli adolescenti;

Promozione di forme idonee atte a favorire l' accesso per interventi di carattere terapeutico ai servizi specialistici degli Enti Sanitari negli Istituti Penitenziari;

Coordinamento tra i Dipartimenti Dipendenze, i Centri Psico-Sociali e U.O. Penale, con gli altri servizi delle ASL, per la realizzazione di programmi e/o progetti di intervento per la presa in carico congiunta dei minori e delle loro famiglie attraverso l'elaborazione di appositi protocolli di lavoro per lo sviluppo di metodologie adeguate e strategie di intervento complementari;

Adozione di forme di convenzionamento idonee con il servizio Unità Operativa Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza per gli utenti dei servizi della giustizia minorile.

Miglioramento dei livelli di collaborazione con le Aziende Ospedaliere per l'accoglienza dei minori dell'Istituto Penale Minorile.

Area salute mentale

Attivazione di un confronto periodico tra le Direzioni Generali competenti della Regione, il Provveditorato Regionale dell'Amm.ne Penitenziaria ed il Centro di Giustizia Minorile per una verifica dello stato di avanzamento dei programmi e dei progetti sui risultati raggiunti sulla base dei monitoraggi e delle verifiche attivate;

Promozione e costituzione di gruppi di lavoro a livello locale, articolati secondo competenze funzionali ed obiettivi, con il compito di diffondere progetti operativi e modalità organizzative finalizzate alla tutela della salute mentale;

Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura residenziale idonea a minori con patologie psichiatriche.

Interventi trattamentali

 

 

Formazione professionale e istruzione

 

Individuazione di forme idonee di coordinamento degli interventi di formazione professionale a diverso titolo avviate nel circuito penitenziario regionale, in accordo con le politiche attive del lavoro.

Ampliamento degli interventi relativi alla formazione professionale rivolta ai minore tutelando la specificità delle iniziative già avviate;

Realizzazione di interventi di formazione e inserimento lavorativo, in particolare per i detenuti interessati al progetto sperimentale in atto presso la Casa Circondariale di Bollate;

Miglioramento dell'accesso alla formazione ed all'inserimento lavorativo dei detenuti stranieri adulti e minori;

Realizzazione – in collaborazione con le Province, avvalendosi del Terzo Settore, all'interno degli Istituti Penitenziari, di Sportelli – Lavoro, con compiti di supporto, ricerca e orientamento degli inserimenti lavorativi

Sostegno agli orientamenti espressi dall'Accordo sottoscritto il 2/03/2000 dalla Conferenza unificata Stato- Regioni ex art. 8 D.lgs. n° 281/97, in materia di Riorganizzazione e Potenziamento dell'Educazione Permanente degli Adulti.


Inserimenti lavorativi

Individuazione di forme idonee al coordinamento degli interventi al fine di evitare eventuali carenze, sovrapposizioni, diseconomie o disfunzioni;

Promozione di forme di programmazione congiunta tra sistema della Giustizia Minorile, ASL, Enti Locali (L. 328/2000) anche in un ottica di prevenzione;

Individuazione ed applicazione ai sensi della legge 381/1991 art. 5, delle condizioni di utilizzo delle Cooperative Sociali da parte degli Enti pubblici, per favorire l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati;

Valorizzazione e sostegno a imprese sociali in applicazione delle Legge 193/2000 per porre un contributo concreto alla stabilizzazione dell'autonomia dei soggetti "svantaggiati".


Attività collaterali di carattere culturale, ricreativo e sportivo

 

Sostegno allo sviluppo di progetti sperimentali attraverso la messa in rete delle esperienze già avviate sulla mediazione penale e avvio di ulteriori protocolli tra il CGM, l'Ente Locale e l'ASL con delega;

Coordinamento interistituzionale ed individuazione delle competenze, ottimizzazione della resa dei servizi a livello locale, per il miglioramento dell'accessibilità e qualità anche ai soggetti minori sottoposti a procedimenti penali per il loro pieno reinserimento;

Promozione, sviluppo e incremento di tutte quelle attività culturali, ricreative e sportive, che, nell'alveo degli indirizzi trattamentali propri di ogni singola realtà penitenziaria, si ritenga possano favorire il maggiore sviluppo delle potenzialità individuali.

 

Terzo Settore: attività Progettuali

 

Relativamente al ruolo primario del lavoro nell'attuazione del trattamento penitenziario, è ritenuto opportuno favorire l'organizzazione di lavorazioni all'interno ed all'esterno degli Istituti Penitenziari, da parte di imprese pubbliche, private e del Terzo Settore così come anche previsto nel Protocollo d'Intesa per la gestione di progetti integrati di reinserimento per detenuti, sottoscritto dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e la Cooperazione il 24/07/1998, in attuazione dell'art. 20 della legge 26 luglio 1975, n. 354, modificato dall'art. 2 della legge 12 agosto 1993, n. 296.

Sperimentazione e avvio di attività progettuali intra ed extra-murarie, in considerazione della rilevanza della Cooperazione Sociale in Lombardia e che trova conferma nella legge 381/91, nonché nel Protocollo d'Intesa sottoscritto dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e la Cooperazione, in materia di gestione di attività lavorative a favore dei soggetti ristretti e/o sottoposti a misure restrittive della libertà

Area formazione congiunta

Le parti si impegnano altresì ad individuare le aree tematiche rispetto alle quali stimano opportuno progettare, programmare e realizzare iniziative di formazione congiunta degli operatori dell'amministrazione penitenziaria e dei servizi territoriali secondo le " Linee di indirizzo" emanate dalla Commissione Nazionale per i rapporti fra il Ministero della Giustizia, le Regioni e gli Enti Locali e ad informarsi reciprocamente circa le iniziative adottate nell'ambito delle autonome progettazioni. Si conviene circa l'opportunità di sostenere, attraverso idonee iniziative da concertarsi fra le parti, l'integrazione tra gli operatori interagenti presso la Casa Circondariale di Bollate.

Edilizia Penitenziaria

Le strutture penitenziare

 

Individuazione di forme idonee di programmazione nell'ambito dei nuovi progetti di edilizia penitenziaria;

Supporto per l'individuazione dei nuovi servizi penitenziari (nuove sedi per i Centri di Servizio Sociale Adulti);

Avvio di studi Studi di fattibilità per sezioni a custodia attenuata, con il tramite di collaborazioni esterne;

Predisposizione di un programma per la realizzazione della casa mamma-bambino sita sul territorio del Comune di Milano;

Predisposizione ed attivazione di uno Studio di fattibilità per la realizzazione di una struttura residenziale idonea a minori con patologie psichiatriche;

Realizzazione di una Comunità di transito preso il Comune di Milano per minori extracomunitari coinvolti nel circuito penale;


Edilizia agevolata convenzionata

 

Sperimentazione di risorse abitative con forme di affitto sociale per ammessi a misure alternative e scarcerati;

Verifica ampliamento progetto "mille alloggi" e accesso a tutti gli operatori.

 

Tempi

 

Per dare attuazione a quanto sopra esposto le parti si impegnano alla realizzazione del complesso delle iniziative e degli interventi in collegamento alla Programmazione economica finanziaria 2002/2004, attuando forme di immediata collaborazione e di stretto coordinamento, utilizzando appieno ed in tempi rapidi tutte le risorse a disposizione, rimuovendo ogni ostacolo procedurale in ogni fase di attuazione dell'accordo stesso.

 

Risorse

 

Personale e servizi

La Regione, con il tramite delle ASL, le Aziende Ospedaliere, gli enti gestori, coinvolgendo gli Enti Locali sedi di Istituti Penitenziari e gli enti locali più in generale, in base alle rispettive competenze e compatibilmente con le risorse disponibili si impegna all'attivazione, in via ordinaria, delle azioni qui contenute e ritenute di carattere prioritario.


Il Ministero della Giustizia con i propri servizi competenti a livello regionale in base alle rispettive competenze e compatibilmente con le risorse disponibili si impegna all'attivazione, in via ordinaria, delle azioni qui contenute e ritenute di carattere prioritario.

Mezzi finanziari

Il complesso delle iniziative e degli interventi, eccedenti le prestazione di carattere ordinario, sono subordinate alla concessione di contributi mirati su attività progettuale, da attivarsi in sede locale, su affidamento e con finanziamenti degli enti titolari presentanti, subordinandoli al rispetto integrale degli impegni previsti secondo un dettagliato piano di intervento.

La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, si impegna a far confluire le risorse previste dalle vigenti leggi in materia al complesso delle azioni prioritarie previste nel presente accordo.

Il Ministero della Giustizia, nell'ambito delle proprie competenze, si impegna a far confluire le risorse previste dalle vigenti leggi in materia al complesso delle azioni prioritarie previste nel presente accordo.

Coordinamento e controllo

 

Programmazione e valutazione

I soggetti firmatari del presente accordo quadro si impegnano, per il tramite delle già citate Commissione e sotto commissioni a:

Verificare gli interventi concretamente posti in essere in attuazione del presente accordo, allo scopo di segnalare eventuali ridondanze, carenze, sovrapposizioni, diseconomie o disfunzioni degli interventi stessi o nelle loro procedure o modalità operative;

Valutare lo sviluppo e l'integrazione del sistema territoriale attraverso una valutazione di qualità e contestuale verifica delle prestazioni e degli standards quali-quantitativi dei servizi stessi;

Presentare periodiche relazioni e procedere alla stesura annuale del documento così come previsto nel capitolo 13 del protocollo di intesa fornendo indicazioni per la modifica, l'integrazione del presente accordo.

Procedere con cadenza annuale altresì all' invio formale della documentazione di cui al precedente punto alla Magistratura di sorveglianza e alla Magistratura minorile acquisendo pareri, proposte e sollecitazioni.

Individuare forme idonee per rendere disponibili le banche dati.

 

Disposizioni transitorie

 

Quale conclusione del presente Accordo Quadro le parti concordano nel ritenere lo stesso e i suoi contenuti come uno strumento importante e reciprocamente vincolante, ma aperto, nel senso che deve ritenersi possibile effettuare sullo stesso progressive integrazioni, conseguenti al procedere dell'esperienza o ad emergenti e necessarie contingenze ed opportunità.

Le parti ritengono altresì che eventuali iniziative non espressamente richiamate nel presente accordo, ma valutate funzionali ad uno sviluppo positivo del processo avviato, potranno essere attivate mediante successivi accordi, e qui inseriti a titolo di aggiornamento, a valenza annuale.

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