Spagna

 

In Spagna detenuti classificati in "gradi di trattamento"

Intervista alla dottoressa Henar Galàn, Psicologa – capo

dell’Equipe di Trattamento del Centro Penitenziario di Figueres (Catalogna)

 

Ristretti Orizzonti, n° 1 - 2000

 

Con il convegno di Firenze sul tema "Informazione e carcere", abbiamo voluto gettare le basi per la collaborazione a livello nazionale tra le realtà informative oggi esistenti nelle varie carceri, ma considerando che il nostro paese fa oramai parte a pieno titolo dell’Unione Europea, c’è parso non solo utile, ma doveroso, "dare un’occhiata" alle carceri di altri paesi comunitari.

Grazie ad un nostro redattore, di nazionalità spagnola, siamo riusciti a metterci in contatto con il Centro penitenziario di Figueres (Catalogna), dove si stampa il periodico (molto interessante) El Ojo e, in seguito, tra l’entusiasmo delle rispettive redazioni, s’è instaurato un rapporto di collaborazione, fin qui, e per ovvi motivi, limitato all’interscambio di informazioni sulle legislazioni penitenziarie vigenti nei rispettivi paesi.

L’intesa è stata tale che abbiamo già potuto intervistare (epistolarmente, s’intende) la Psicologa – capo dell’equipe di trattamento del Centro di Figueres, Henar Galàn, che con molta disponibilità e cortesia ha risposto alle nostre domande in maniera più che esauriente.

 

Dottoressa Galàn, ci potrebbe dire quali organi si occupano della persona detenuta e con condanna definitiva da scontare in carcere?

Due sono gli organi: la Direzione Generale dei Servizi Penitenziari e Riabilitazione (D.G.S.P.i.R.); ed il Giudice di Vigilanza Penitenziaria (J.V.P.): bisogna dire che il primo è un organo amministrativo e il secondo un organo giuridico.

 

Ci vorrebbe chiarire le competenze di ambedue?

Il Giudice di Vigilanza assicura che la detenzione sia attuata in conformità alle leggi e ai regolamenti in materia. Salvaguarda i diritti dei reclusi e corregge eventuali abusi o deviazioni dalle norme e dal Regolamento Penitenziario. Decide sulla proposta di libertà condizionale. Decide sui reclami presentati dai detenuti riguardanti sanzioni disciplinari. Decide, in base alle relazioni delle equipe di osservazione e trattamento o, eventualmente, della Centrale di Osservazione, i ricorsi referenti a classificazioni iniziali, a progressioni e regressioni di grado. Compie visite negli Istituti. Concede i permessi di uscita (permisos de salida), quando questi hanno durata superiore ai due giorni, ad eccezione di quelli richiesti da chi è classificato con il 3° grado di trattamento. (…)

In quanto alla D.G.S.P.i.R., le corrispondono le seguenti funzioni:

elaborare i programmi da applicare nei vari centri penitenziari, così come dare direttive sulle linee di trattamento da seguire;

risolvere le proposte realizzate nei centri in quanto a:

classificazioni di grado

destinazione definitiva

permessi di due giorni

uscita programmata

supervisione nello sviluppo dei programmi che si svolgono nei centri.

 

Dottoressa Galàn, lei ha parlato di "classificazioni di grado". Ci può spiegare in che consiste tale pratica?

L’articolo 100 del Regolamento Penitenziario prescrive che i detenuti debbano essere classificati in "gradi di trattamento". Ciò parte da un postulato moderno di individualizzazione del trattamento, contrapposto alla classica concezione del "carcere unico". La classificazione, in un grado o in un altro, determinerà il tipo di stabilimento penitenziario al quale il detenuto sarà destinato. Esistono tre tipi di stabilimento: in regime chiuso, ordinario, aperto, che corrispondono rispettivamente al 1°, 2°, 3° grado di trattamento.

 

In che momento viene effettuata tale classificazione?

Perché un detenuto possa avere la classificazione, è necessario che sia definitivo. A partire dal suo ingresso in istituto, l’equipe di trattamento dispone di due mesi di tempo per istruire la proposta di classificazione, la quale verrà discussa e decisa nella riunione della Giunta di Trattamento. Nel Centro Penitenziario di Figueres, la Giunta si riunisce ad ogni giovedì del mese; il secondo ed il quarto dei quali sono dedicati alla classificazione e revisione dei gradi di trattamento.

 

Da chi è composta la Giunta di Trattamento?

La compongono: il Direttore, il Vicedirettore, la psicologa–capo, una giurista criminologa, l’assistente sociale, un insegnante (in Spagna è obbligatoria la frequenza scolastica per tutti i detenuti che non abbiano adempiuto alla scuola dell’obbligo), un funzionario della sicurezza interna. Assiste alla riunione anche il medico, con facoltà d’esprimere la sua opinione, ma senza diritto di voto. Le informazioni che vengono lette nel corso della riunione formano il Protocollo Unificato, il quale include anche una sintesi finale che raccoglie dati su:

risorse personali, con le quali il detenuto può aiutarsi per la sua integrazione sociale;

elementi di appoggio all’esterno che possono facilitare il processo di integrazione sociale;

le aree di intervento per migliorare questo processo;

gli indicatori di evoluzione in ognuna di queste aree.

 

Quali i criteri che determinano la classificazione del detenuto in un grado o nell’altro del trattamento?

Questo, in sintesi, il parametro di classificazione:

durata della condanna;

rilevanza dei fatti delittuosi e impatto d’allarme sociale degli stessi;

recidiva;

durata e intensità della carriera criminale;

tempo effettivo della carcerazione espiata e residuo da scontare per arrivare ai tre quarti della pena;

motivazioni al cambiamento;

qualifica professionale ed elementi di appoggio all’esterno;

possibilità d’occupazione in attività lavorativa esterna;

comportamento in istituto;

pronostico di comportamento;

personalità del soggetto.

Questo per quanto riguarda il grado di trattamento. Le varianti che si tengono in conto per proporre un istituto o l’altro, sono i vincoli familiari in zona, la richiesta di trasferimento fatta dal detenuto, il possesso di una professione specifica, il comportamento nell’istituto.

 

Una volta discussa la proposta nella Giunta di Trattamento, essa diventa esecutiva?

Le proposte di grado e di destinazione si inoltrano alle sezioni di classificazione delle D.G.S.P.i.R. di Barcellona. Quando la condanna non è superiore ad un anno, se la Giunta di Trattamento raggiunge un accordo unanime, la sua risoluzione assume efficacia esecutiva ad eccezione che la proposta non riguardi il 1° grado di trattamento. In questo caso, le decisioni per l’attribuzione di questo grado spettano alla Direzione Generale.

Contro le attribuzioni di grado, gli interessati possono ricorrere al J.V.P., entro un mese a partire dalla notifica.

Spagna e Italia a confronto

 

Abbiamo visto che gli organi, amministrativo e giuridico, spagnoli, sono: la D.G.S.P.i.R., e il J.V.P.. Questi presentano corrispondenza certa con i nostri D.A.P. (Direzione Amministrazione Penitenziaria) e Magistrato di Sorveglianza. C’è però un alleggerimento delle mansioni del J.V.P. per quanto riguarda la concessione dei permessi inferiori a giorni tre, ma il punto più interessante è senz’altro rappresentato dalla classificazione in "gradi di trattamento" delle persone detenute.

Impossibile non pensare ai tre livelli di trattamento dei quali ha parlato il Direttore del D.A.P. Giancarlo Caselli. Quanto corrisponderanno a quelli già in uso in Spagna, ancora non ci è dato di sapere, ma contiamo di avere al più presto dati più precisi sull’ipotesi Caselli.

Nel prossimo numero, l’intervista proseguirà, vedremo come sono strutturate le "aree di intervento", delle quali la dottoressa Galàn ci ha fatto cenno, e vedremo come in Spagna viene concessa e considerata l’uscita in permesso premio, "los permisos de salida".  

 

Tiziano Fabbian e Josep Burgaya

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