Dietro le sbarre 130 tossici

 

Dietro le sbarre 130 tossici e cento malati psichiatrici

 

L’Unione Sarda, 20 febbraio 2004

 

Illustrati in un convegno i dati sulla situazione a Buoncammino. Sono assistiti da 14 medici di base e da specialisti. Il disagio è denunciato dai suicidi, ben 13 nel 2003.

Un tonfo sordo e la porta si chiude a doppia mandata. Restano quattro pareti vuote, una branda, tanta solitudine e la consapevolezza delle devastanti conseguenze dell’errore commesso. È la depressione la patologia più frequente nelle carceri isolane, dove si registra la più alta percentuale di sofferenti mentali. È il dato più allarmante emerso ieri, nella giornata iniziale del convegno "La sanità penitenziaria in Sardegna", organizzato al Palazzo di giustizia di Cagliari. Oltre al disagio mentale gli esperti hanno espresso preoccupazione anche per l’aumento delle patologie legate alla tossicodipendenza, fenomeno che interessa molti carcerati, soprattutto a Buoncammino.

 

La sofferenza

"Il mondo delle carceri soffre", ha detto il Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Francesco Massidda, che ha elencato i malanni degli istituti sardi: strutture risalenti all’Ottocento, spazi inesistenti, carenza di operatori e polizia penitenziaria. Problemi particolarmente sentiti nel carcere cagliaritano, le cui strutture sono in fase di ristrutturazione in attesa di una nuova Casa circondariale. "La mancanza di spazi - ha spiegato Massidda - ha impedito anche l’organizzazione dei corsi professionali: i finanziamenti ci sono ma non riusciamo a spenderli".

 

Sanità penitenziaria

Paradossalmente è uno dei settori che vanno meglio. Grazie a un protocollo d’intesa tra amministrazione penitenziaria e Regione, firmato qualche anno fa dall’ex assessore alla Sanità Giorgio Oppi, i detenuti sardi hanno diritto a farmaci e assistenza sanitaria gratuita. A Cagliari, ad esempio, il servizio è garantito dal reparto Malattie Infettive del Santissima Trinità, al cui interno sarà inaugurata una corsia blindata riservata ai detenuti. L’allarme-Massidda ha evidenziato la necessità di prestare maggiore attenzione alla cura della mente dei detenuti sardi. Nonostante il rassicurante rapporto medici-carcerati (uno ogni 20-25), gli istituti sardi vantano la più alta percentuale di suicidi e malattie mentali. Non si contano poi gli episodi di autolesionismo, segno di un sempre crescente disagio tra i detenuti. Per potenziare l’assistenza - ha annunciato l’ex assessore Oppi - sarà realizzata ad Ussana una struttura psichiatrica protetta abbinata alla Asl 8.

 

I numeri

Nei 12 istituti di pena sardi sono attualmente impegnati 76 medici di base, 109 specialisti e 91 infermieri, per circa 1800 carcerati (600 tossicodipendenti e 400 stranieri). Particolarmente drammatica è la situazione del carcere di Buoncammino, che conta 130 tossicodipendenti e un centinaio di malati psichiatrici per 14 medici di base, numerosi specialisti convenzionati e circa 40 infermieri. "Il problema maggiore è la gestione delle patologie infettive legate alla tossicodipendenza", spiega il dirigente sanitario Matteo Papoff. Disagio confermato dall’alto numero di suicidi (13 solo nel 2003) e casi di depressione dovuti alla solitudine. "Le carceri sono frequentate da molti sofferenti mentali che hanno reagito in maniera abnorme al trauma della carcerazione", ha spiegato Nereide Rudas, presidente onorario della società italiana di Psichiatria forense. Mentre il neurologo Gian Luigi Gessa ha evidenziato i meccanismi che governano la tossicodipendenza.

 

Interventi

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, il consigliere regionale Nazareno Pacifico, il Direttore generale della Asl 8 Efisio Aste e l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Cagliari Tarsilla Rossi.

 

Il giudice

Dopo aver ricordato il contesto giuridico della sanità nelle carceri (articoli 32, 25 e 27 della Costituzione che sanciscono il diritto alla salute e l’indefettibilità della pena, che non deve consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e tendere alla rieducazione del condannato), il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari, Leonardo Bonsignore, ha auspicato la costituzione di un ufficio di coordinamento tra amministrazione penitenziaria, magistratura e istituzioni locali.

 

Decentramento

Per effetto dell’attribuzione alle Regioni della competenza sulla sanità penitenziaria dopo la modifica del Titolo V della Costituzione, dallo scorso 30 giugno l’assistenza dei detenuti tossicodipendenti è garantita dai Ser.T. La Regione inoltre è in attesa di recepire il decreto Bindi, che parifica definitivamente i detenuti a qualsiasi altro paziente.

 

Le barriere

Al convegno ha assistito una ragazza diversamente abile che, per entrare, ha dovuto aspettare che alcuni volenterosi la aiutassero a varcare la rampa di scale per accedere all’aula magna. L’incidente non è passato inosservato. "Con tutte le battaglie contro le barriere architettoniche - ha denunciato la coordinatrice del Tribunale del malato di Cagliari Luisanna Cossu Giua - è assurdo che esistano proprio nel Palazzo di giustizia".

 

 

Precedente Home Su Successiva