Di là dal muro

 

Di là dal muro

Interventi rivolti alla relazione, scambio e comunicazione

con le donne detenute nel carcere di Bologna

 

Circolo Arci Iqbal Masih

 

Il circolo Arci Iqbal Masih è nato nel 1998 per creare momenti di scambio culturale, di conoscenza e di solidarietà con quelle figure della società che meno vengono alla ribalta e che trovano ascolti distratti da parte delle istituzioni.

Svolge iniziative di informazione sui problemi del territorio (casa, lavoro, marginalità, differenze) e organizza su questi temi incontri e assemblee. In questi anni ha intrecciato reti di solidarietà con associazioni che si occupano di handicap, immigrazione e carcere. L’Arci a livello nazionale ha promosso numerose iniziative sul carcere.

Due esempi: a Roma, nel carcere di Rebibbia, è nata qualche anno fa l’associazione "Arci-Ora d’Aria", che organizza momenti culturali e di dibattito tra i detenuti e la società; ad Empoli, nella Casa di Custodia Attenuata Femminile, è stato creato il giornale "Ragazze fuori".

A Bologna, il circolo Iqbal Masih tramite il gruppo Donne fuori ha intrecciato relazioni e scambi con le donne detenute del carcere cittadino della Dozza. In collaborazione con la direzione e le insegnanti, sono state organizzate feste all’interno del carcere e, presso la sede del circolo, promosse iniziative di autofinanziamento per l’acquisto di piccoli elettrodomestici ed altri oggetti necessari ad alleviare le mancanze connesse allo stato di detenzione. Attualmente è condotto un corso di cucito che sta riscuotendo molti consensi fra le detenute.

 

Donne fuori

 

"Donne fuori" è un gruppo di donne, costituitosi presso il circolo Arci Iqbal Masih, fondato su quella relazione tra donne che, in un insieme di intelligenza e di pratica, sa dare forza, corpo e consapevolezza all’agire e alle particolarità di ciascuna. I nostri percorsi, individuali e collettivi, ci hanno portato all’incontro con donne immigrate e donne carcerate che (le une e le altre - quasi tutte) vivono la quotidiana condizione dello sradicamento e dell’emarginazione.

Nei contatti avuti con le detenute, sia nell’occasione della consegna di oggetti richiestici – lavatrice, frigorifero, macchina per cucire ed altri piccoli elettrodomestici –, sia durante lo svolgimento di alcune feste che ci è stato permesso organizzare, sia nelle ore del corso di cucito, è apparso via via chiaro che senza aiuti anche all’esterno, senza che l’essere recluse trovi opportunità di miglioramenti per la vita, diventando un ponte emancipatorio da più miserie, la tappa in cella aggiunge l’ulteriore marchio infamante di ex detenuta ad un curriculum spesso già molto screditato per essere accettate all’esterno dalle mura penitenziarie.

In carcere, pesano non soltanto le mancanze di libertà e spazio, ma anche i tempi scanditi da ritmi che non sono i tuoi. Il tempo che esiste fuori, la stessa nozione del tempo, sono "altro" da quello, vissuto dentro, dell’attesa perenne: del pacco, del colloquio, dell’avvocato. Non c’è presente, c’è solo la tensione verso qualcosa che non si può gestire.

Condividere, con le donne carcerate, contenuti che diano un minimo di serenità e speranza, con particolare riguardo alla sofferenza per la lontananza dei figli, della famiglia (e le distanze si smisurano per le straniere); sostenerle nella cura della persona per attutire lo scoramento e aiutarle a reggere, al di là delle tensioni, il rapporto forzato e la comunicazione con le altre; fare, passo dopo passo, qualcosa per poter costruire un pensiero del dopo che, da una non autonomia e, forse, non consapevolezza, vada ad un progetto di possibile cambiamento del futuro, è spezzare il grigio cerchio avvilente del tempo infinito, è ridare vitalità al qui ed ora.

Essere strumento e dare strumenti, affiancando il lavoro delle operatrici e degli operatori del carcere, per una migliore e maggiore percezione di sé, attraverso la scoperta o riscoperta di capacità e limiti individuali, e farne una leva, una sorgente a cui attingere, per una condizione più favorevole del vivere contemporaneo e venturo, è ciò che noi consideriamo riconoscersi tramite – trascendenza orizzontale – tra l’essere donna dentro e fuori dal carcere, cultura di una sorellanza sociale.

Progetto "ad alta voce"

ovvero la comunicazione interna al carcere e tra carcere e società

 

Sedi dell’intervento

 

Si individuano quali sedi dell’intervento il carcere di Bologna – sezione Femminile – e l’emittente locale Radio città 103 – Cooperativa "L’informazione nuova" con sede in Via Masi n° 2.

 

Destinatari dell’intervento

 

Le donne detenute nella casa circondariale di Bologna, Via del Gomito n° 2.

 

Gruppo di lavoro

 

Valeria Ferrari

Alessandra Davide

Maria Cecilia Luzzi

Maria Teresa Migliori

 

Con la collaborazione di esperti/e in campo giuridico, sanitario, dell’informazione (Radio) ed operatori dei servizi sociali.

 

Presentazione del progetto

 

Le donne sono una minoranza della popolazione carceraria e quando si parla di problemi legati al carcere lo si fa quasi sempre declinandoli al maschile. La realtà e la specificità femminile dietro le sbarre vengono inglobate in un generico neutro che toglie identità e visibilità ai bisogni e ai problemi delle donne.

La complessità della sfera affettiva, ad esempio, pone le detenute in una sofferenza particolarmente intensa – sicuramente diversa rispetto a quella degli uomini – per la lontananza dalla famiglia e dai figli cui si aggiunge spesso il senso di colpa per averli "abbandonati" e la preoccupazione per loro.

Inoltre molte detenute sono straniere e per loro, oltre alla sofferenza per la lontananza dalla famiglia e dal paese d’origine, forte è il problema della comunicazione interna a causa della differente cultura e soprattutto della lingua. In genere le donne immigrate – a causa della minore conoscenza della lingua italiana – hanno maggiori difficoltà rispetto agli uomini ad esprimere il proprio sentire, dai bisogni più elementari ai pensieri più profondi e complessi.

Ciò aggiunge ulteriore disagio alla sofferenza per la carcerazione. In questo contesto avere voce, per le donne in carcere, diventa fondamentale: poter esprimere nei modi e nei linguaggi più diversi il proprio disagio, ma anche la solidarietà che a volte nasce, il cambiamento che inevitabilmente avviene in una persona col passare del tempo, è un’esigenza molto sentita dalle donne.

La comunicazione che si è creata in questi anni fra noi e le detenute ci ha permesso di individuare insieme alcuni dei bisogni e difficoltà del vivere in carcere. I problemi più sentiti riguardano la salute e, appunto, la comunicazione sia interna al carcere sia col mondo esterno. Partendo da questi presupposti abbiamo pensato insieme ad alcune donne detenute che, per agire la comunicazione, un mezzo molto efficace possa essere la radio. Il progetto di trasmissioni radio dal carcere si propone di realizzare programmi radiofonici curati e condotti da donne detenute e donne del gruppo Donne Fuori col supporto tecnico di operatori dell’emittente locale Radio città 103.

La comunicazione che vogliamo mettere in movimento s’articola attraverso una varietà di aspetti tendenti a coinvolgere e a sollecitare le differenze d’interessi e di modi espressivi individuali, ma è anche rivolta ai bisogni di rapporti esterni alla prigione, affinché non si crei – o si attenui – una scissione con la realtà "di là dal muro".

 

Attività ed obiettivi

 

Interagire col giornale realizzato in carcere fornendo informazioni relative a questa esperienza con approfondimento degli argomenti trattati;

Affrontare nello specifico femminile i problemi quotidiani della vita fra le mura con particolare attenzione per:

la sfera affettiva (figli in carcere o a casa, sensi di colpa, sofferenza per lontananza dai figli e dal compagno, sessualità negata);

tutela della salute e cura del corpo – anche dal punto di vista estetico – incontri con operatrici sanitarie;

il femminile del mondo carcerario – donne a confronto: detenute e agenti;

vita/giornata in carcere;

Diminuire il senso di isolamento ed esclusione delle donne straniere trattando argomenti delle varie culture presenti in carcere;

Alleggerire la vita in carcere con programmi di intrattenimento, rubriche varie, notiziari dal carcere;

Creare momenti di scambio con la messa a disposizione di una rubrica di posta.

 

Azioni

 

Formare un comitato di redazione per la scelta degli argomenti da trattare e per la realizzazione delle trasmissioni;

Realizzare una trasmissione radio con cadenza quindicinale con incontri in carcere di tipo allargato (comitato di redazione, detenute, esperti e volontari);

Realizzare interventi dalla radio quali interviste, stacchi musicali, ecc.;

Coinvolgere e collaborare con le organizzazioni di volontariato presenti in carcere, con esperti/e in campo giuridico, sanitario, dell’informazione, con associazioni che si occupano di carcere, di immigrazione, di disagio e violenza.

Promuovere con l’intervento della Direzione, sia un’adeguata informazione sull’iniziativa, sia la possibilità di partecipazione attiva delle detenute e del personale (agenti, educatori, insegnanti, volontari).

 

Durata e tempi d’attuazione

 

Si propone un progetto sperimentale della durata di tre mesi rinnovabile sulla base di verifiche effettuate, con trasmissioni di 2 ore in giorni e orari da concordare con la Direzione del carcere tenendo anche conto dell’esigenza di programmazione dell’emittente radio.

 

Scheda tecnica della radio

 

Al fine di programmare la diretta dall’interno dell’istituzione carceraria, oltre agli aspetti giornalistici che verranno messi a punto con la collaborazione della "Coop. L’Informazione Nuova Radio Città 103", necessitano anche tasselli di strumentazione tecnica.

In particolare sono indispensabili un computer portatile attrezzato con il software dovuto per la messa in atto dello streaming (la trasmissione on-line), un mixerino corredato da microfoni e lettore cd e audio-registratore per costruire, seppur in modo minimale, l’ambiente di uno studio radiofonico.

 

L’attrezzatura si può completare con un piccolo registratore portatile per le interviste volanti.

 

Spese

 

Quantità

Descrizione tecnica

Importo in Euro

1

Computer portatile

1.300

1

Mixer

400

2

Microfoni

80

1

Lettore cd

300

1

Audio registratore

300

1

Registratore portatile

80

 

 

Circolo Arci Iqbal Masih

Via della Barca n° 24/3

40133 - Bologna

Tel. - Fax n° 051.6146887

E-mail circcim@iperbole.bologna.it

 

 

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