Lettera dei detenuti di Salerno

 

In carcere viviamo come gli animali: sovraffollamento

ozio forzato, scarsa igiene e pochi contatti con i familiari

 

La Città - Quotidiano di Salerno

 

"Sovraffollamento, ozio forzato, mancanza di igiene, di medicinali e di gesti d’affetto". Una situazione che non fa altro che "aumentare l’odio contro le istituzioni e la società civile". Più che un grido di ribellione è la necessità di sensibilizzare la gente sulla propria condizione, ad animare la lunghissima lettera spedita a "La Città" da nove detenuti nella struttura penitenziaria di Salerno Fuorni. Il 24enne paganese Michele Petrosino D’Auria, figlio di "Gioacchino spara spara", il 34enne paganese Carmine Desiderio, accusato dell’omicidio Caliendo. Poi gli angresi Matteo, Attilio e Andrea Principale, accusati di contrabbando, Vincenzo Soglia, lo scafatese Alfredo Faiella, Antonio Noschese, della Piana del Sele e Salvatore Bruno sono i firmatari di un’amara denuncia sulla condizione di carcerato. Una mancanza di libertà che non ha altro fine che incattivire.

Per "come sono concepite le carceri italiane", i detenuti sono giunti alla consapevolezza che "dal carcere, chi ha il piacere di uscirne in condizioni accettabili, sia dal punto di vista psicologico che fisico, fatto salvo per qualche eccezione, si sta peggio di prima. Anche se non si vorrebbe si è costretti a delinquere con maggiore ostinazione". La "rabbia e l’astio" che la condizione di prigionia crea getta troppe volte i detenuti in preda allo sconforto e alimenta gli atteggiamenti delittuosi. "Sono circa 60 mila rinchiusi in carceri sempre più "bestiali" nonostante la buona volontà di molti direttori e operatori". Non ha toni accusatori ma ormai rassegnati la lettera da Fuorni.

Ma troppo spesso le autorità locali sembrano sorde "dinanzi a chi soffre, spesso persino innocente, a causa di condizioni illegali di sovraffollamento, ozio forzato, mancanza di igiene, medicine, affetti e spazi vivibili, in una disperazione tale da portare spesso al suicidio...la costituzione italiana parla di rieducazione del condannato: ma viene il dubbio che possa effettuarsi in carcere, che di educativo e di educato ha assai poco". Così punto per punto i detenuti illustrano le mancanze e i difetti nella struttura penitenziaria.

In primis c’è il sovraffollamento: "In uno spazio di 28 metri quadrati ci costringono a trascorrere 22 ore al giorno, costretti a svegliarsi alle ore sei del mattino per poter mantenere quel minimo di igiene personale ed essere tutti pronti per l’ora d’aria". I detenuti spiegano che "con un tavolo di due metri quadrati per consumare il pranzo e la cena in otto persone bisogna creare dei sensi unici alternati per poter scendere dal letto". L’attenzione cade poi sull’ozio forzato "o stai sul letto, o stai sul letto, non hai altre possibilità", e sulla mancanza di igiene "un bagno di circa 2 metri quadrati con lavabo e water. Per il bidet ci hanno dotato di una bacinella di plastica, manca pure la doccia e l’acqua calda". Si passa poi alle cure mediche: "un mio amico di cella mangia e rimette già da una settimana. La sera prego per lui perché Dio lo aiuti a superare questi cinque mesi".

Non meglio i rapporti con la polizia penitenziaria, con le dovute e umane eccezioni. "È vietato accarezzare una mamma, prendere per mano un figlio. Non è possibile farsi portare una caramella o una bottiglia d’acqua o qualsiasi altra cosa che aiuti i nostri cari a trascorrere il tempo dell’attesa prima dell’ora di colloquio". Poi l’attenzione si sposta sulla vita in gruppo: "la sezione dei detenuti è dotata di una stanza che usiamo quando vengono a farci la perquisizione, ogni sei o sette giorni: la stanza per la socialità. Vi descrivo l’arredamento: un calciobalilla, un tavolo da ping pong, un tavolo, quattro sgabelli e un mazzo di carte". La lettera termina con drammaticità: "il carcere è lutto, perché uccide la voglia di vivere ed è proprio questo che porta troppe persone a quella che si chiama scelta di morte". Difficile replicare spiegando che c’è chi può meritare di essere lì.

 

 

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