Protesta dei detenuti dal 9 settembre

 

Comunicato dell'Associazione "Papillon"

 

Il sole di mezza estate sembra aver fatto purtroppo evaporare anche l’iniziale dibattito sulle diverse e coraggiose proposte di amnistia e indulto avanzate recentemente da autorevoli esponenti politici, sia della maggioranza che di Rifondazione Comunista.

Noi ci auguriamo che non sia così, ma intanto siamo però costretti a rilevare che altri esponenti delle forze di governo e dell’opposizione si sono affrettati a liquidare qualsiasi seria riflessione sugli strumenti concreti con i quali affrontare nell’immediato i tanti problemi del sistema penitenziario, e in primo luogo i drammi prodotti quotidianamente da un sovraffollamento senza precedenti nella storia della Repubblica.

Troppi uomini politici sono propensi a dirottare verso la costruzione di nuove carceri cifre molto più alte degli scarsi fondi che almeno sulla carta dovrebbero essere destinati al "trattamento rieducativo" intramurario dei detenuti e al loro reinserimento socio lavorativo esterno.

Così facendo, essi sembrano ignorare che la principale finalità costituzionale della pena (e quindi anche delle risorse investite nel circuito penitenziario) è la risocializzazione dei detenuti, e soprattutto sembrano disposti a sorvolare con disinvoltura sul fatto che troppe volte gli investimenti per nuove carceri si sono trasformati in occasioni di speculazione e corruzione davvero vergognose.

Ad ogni modo, noi continuiamo a sperare che le varie sensibilità presenti nella società civile e un po’ in tutti i partiti politici, riescano a non far cadere l’attenzione sulla drammatica situazione delle carceri e sulle inevitabili e pacifiche proteste che purtroppo i detenuti sono e saranno costretti ad effettuare per difendere i propri diritti e la propria dignità.

Nonostante le tante delusioni e le periodiche campagne di stampa che presentano le galere come una sorta di "villaggi turistici", noi non ci stancheremo mai di dialogare con la società esterna e con il mondo politico per ricordare a tutti che esiste un nesso profondo tra l’aumento del degrado sociale e culturale e la diffusione dell’illegalità. E soprattutto per ribadire che uno Stato di Diritto è cosa diversa e opposta al presunto diritto dello Stato di operare una vendetta sui cittadini che violano la Legge e pagano in prima persona.

Si invitano tutti i detenuti e le detenute ad attuare forme di protesta pacifica ad iniziare dal 9 settembre 2002, astenendosi dallo svolgere mansioni lavorative, dal ritiro del vitto dell’amministrazione penitenziaria, con "battiture" delle sbarre e altre forme di protesta compatibili con lo stato di detenzione. Tutto ciò al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, le forze politiche, l’autorità giudiziaria sulle problematiche del mondo carcerario.

 

Gli obiettivi ed i motivi della suddetta manifestazione sono i seguenti:

 

un indulto generalizzato di 3 anni;

il passaggio della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale;

la riforma del Codice penale, a partire dall’abolizione dell’ergastolo e dalla depenalizzazione dei reati minori;

l’abolizione delle prescrizioni contenute nell’art. 4 bis O.P.;

l’abolizione dell’anticostituzionale art. 41 bis O.P.;

l’aumento della liberazione anticipata a 4 mesi;

un aumento delle concessioni delle misure alternative al carcere;

espulsione dei detenuti stranieri che ne facciano richiesta.

 

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