Le carceri sarde sono invivibili

 

Visita dell’europarlamentare radicale Gianfranco Dell’Alba: "Le carceri sarde sono invivibili: mancano personale e direttori"

 

L’unione Sarda, 7 giugno 2003

 

Celle da due posti occupate da cinque persone. Carenza di personale, condizioni assolutamente invivibili negli edifici. La situazione di alcune carceri sarde viene tracciato dall’europarlamentare radicale Gianfranco Dell’Alba, che ieri, accompagnato dagli esponenti di "Azione Radicale" Isabella Puggioni e Paolo D’Aquila, ha visitato gli istituti penitenziari di Nuoro, Macomer e Sassari. Il quadro che viene fuori dai tre sopralluoghi è drammatico, tanto "che la Sardegna dovrebbe restare dentro l’Obiettivo uno solo per la situazione della carceri isolane", sottolinea Dell’Alba, che poi aggiunge: "Sono indignato che la politica tratti problemi così gravi con tanta superficialità".

Le parole del deputato europeo sono durissime: "La legge che regola le condizioni carcerarie non viene rispettata sia per quanto riguarda la mancanza di alcuni servizi minimi, che per le condizioni di abitabilità della struttura". I numeri descrivono ancora meglio la situazione delle carceri di Sassari e Nuoro. A San Sebastiano sono presenti 276 detenuti (cento in più della capienza), con un’altissima incidenza di tossicodipendenti, controllati negli orari notturni da appena cinque guardie carcerarie. "A fare compagnia ai detenuti, ci sono anche migliaia di topi lunghi almeno quindici centimetri", denuncia Gianfranco Dell’Alba. La situazione migliora in provincia di Nuoro: a Macomer sono presenti sessanta detenuti e la struttura è moderna e accogliente.

"Ma il detenuto che si è suicidato nel carcere appena qualche giorno fa, come ci hanno detto tutti, non era adatto a stare in un istituto penitenziario, doveva andare altrove a espiare la sua pena", ha osservato l’eurodeputato radicale. A Nuoro, nell’istituto penitenziario di Badu ‘e Carros, ci sono meno problemi di natura strutturale (anche perché sono in corso lavori di ristrutturazione che hanno infatti costretto le autorità dell’istituto a spostare cento dei circa 240 detenuti presenti abitualmente), ma qui la vera emergenza è rappresentata dal personale, direttore in testa. Il responsabile del carcere nuorese risiede a Pescara e "quattro o cinque direttori si dividono gli istituti sardi, curandone almeno tre a testa", affermano i radicali.

E il personale è assolutamente inadeguato alle esigenze dell’istituto penitenziario, dove opera un solo educatore (contro i due di Macomer per sessanta detenuti). "Questo significa", osserva Maria Isabella Puggioni, "che viene ritardata notevolmente anche la concessione dei permessi, e di tutti quei benefici previsti dalla legge". Insomma, ne va di mezzo il reinserimento dei carcerati nella vita quotidiana e quindi la stessa funzione della detenzione.

"Ho visitato almeno trenta penitenziari nella mia vita", dice ancora Gianfranco Dell’Alba, "ma posso dire di non aver mai visto un degrado come in Sardegna, peraltro descritto bene dalla Commissione regionale che due anni fa si è occupata del problema. Sembra di leggere il rapporto di Giustino Fortunato del 1870", aggiunge, "e se la Commissione giustizia del Senato, che lo scorso anno ha visitato anche Badu ‘e Carros, ha parlato di una situazione diversa, direi che il quadro non è proprio esatto". Presto arriveranno nell’isola altri 140 detenuti dalla Penisola, e la situazione dunque potrebbe aggravarsi ulteriormente.

 

 

 

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