Detenuta muore in cella

 

Salerno: detenuta per droga muore in cella

 

La Città, 30 marzo 2004

 

 

 

Sono state le sue compagne di cella a dare l'allarme ma quando Rosina Marotta, 56enne originaria della provincia di Potenza ma da tempo residente nella zona orientale della città, è arrivata al Pronto soccorso dell'ospedale ''San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona'', dopo l'una e 45, per lei non c'era ormai più nulla da fare. Morte per arresto cardiocircolatorio (probabile infarto), si legge nel primo referto, ma sarà l'autopsia fissata per questo pomeriggio alle 15, a stabilire le cause del decesso della donna arrestata il mese scorso con l'accusa di detenzione di cocaina. Autopsia sulla salma della 56enne salernitana disposta dal Pm Lo Mastro, il magistrato della locale Procura della Repubblica a cui è stato affidato il caso e che già ieri mattina ha dato incarico al dottor Zotti di eseguire l'accertamento. Per il momento non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati: il medico legale incaricato dalla Procura dovrà verificare attraverso l'autopsia cosa abbia condotto alla morte la detenuta, mentre un'altra indagine interna al carcere di Fuorni dovrà stabilire l'esatta dinamica dei fatti e se l'assistenza prestata alla Marotta sia stata conforme al suo stato di salute. Secondo una prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti, infatti, Rosina Marotta, già nella prima serata di domenica, aveva confidato alle sue compagne di cella di sentirsi male. Una patologia ipertensiva che la donna si portava dietro da diversi anni e che già le aveva provocato diversi disturbi. Poi, subito dopo l'una di ieri, la crisi si è acutizzata. A questo punto è stato lanciato l'allarme con l'arrivo di un'ambulanza al carcere di Fuorni ed il trasferimento immediato della detenuta al pronto soccorso dell'ospedale ''San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona''. Una corsa rivelatasi inutile visto che la 56enne salernitana è giunta al nosocomio cittadino quando era ormai morta. Comunicato l'evento alla Procura il magistrato di turno, il dottor Lo Mastro, ha ordinato il sequestro del cadavere ed aperto un fascicolo d'inchiesta. Intanto dell'accaduto venivano informati i familiari della donna ed il suo avvocato di fiducia, il penalista salernitano Massimo Ancarola. Lo stesso legale che qualche settimana fa aveva presentato ai giudici del locale Tribunale del Riesame una richiesta di concessione dei domiciliari alla propria assistita, finita in carcere alla fine del febbraio scorso con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti. L'avvocato aveva allegato al suo ricorso una serie di documenti (per lo più certificati medici) che riguardavano anche lo stato di salute della detenuta che da tempo soffriva di patologie ipertensive. I giudici, però, non accolsero l'istanza del legale ritenendo ancora sussistenti le ragioni cautelari messe a base dell'ordinanza di arresto chiesta dal Pm Cassaniello e convalidata dal Gip. E così la Marotta era rimasta in cella e, probabilmente, nessuno poteva prevedere che le sue condizioni si potessero aggravare a tal punto da arrivare all'improvviso decesso. Sarà ora l'inchiesta aperta dal Pm Lo Mastro a chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda. Primo, importante atto l'esame autoptico sulla salma della detenuta che sarà svolto questo pomeriggio, dopo le 15, nella morgue dell'ospedale ''San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona'', ed affidato al dottor Zotti. Subito dopo la verifica del medico legale il cadavere sarà consegnato ai familiari della donna che potranno così fissare il rito funebre.

 

 

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