Rebibbia: muore un altro detenuto

 

Rebibbia, muore un altro detenuto. é il terzo in due mesi

 

Il Nuovo on line, 8 settembre 2002

 

E’ il terzo morto in poche settimane. L’uomo aveva bisogno dell’ossigenoterapia. La denuncia dell’associazione Papillon. Tutto questo alla vigilia dello sciopero di lunedì 9 nelle carceri, a Rebibbia e Regina Coeli.

 

Una morte pesante. Capitata proprio alla vigilia dello sciopero indetto dai detenuti per il 9 settembre. La denuncia del decesso (il terzo in poche settimane a Rebibbia) giunge dall’associazione Papillon: l’uomo, S.P., cardiopatico, detenuto nel Nuovo complesso, sarebbe morto per una crisi respiratoria. Secondo i volontari di Papillon, ci sarebbero stati ritardi nella somministrazione dell’ossigenoterapia, di cui l’uomo aveva bisogno. "La cosa più incredibile è che tutto questo è accaduto durante la visita di due rappresentanti politici, Deiana e Bonadonna di PRC - afferma Vittorio Antonini di Papillon - la direzione che li accompagnava ha fatto in modo che i due non si accorgessero di nulla".

Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato verde Paolo Cento, vice-presidente della commissione giustizia della Camera. "Mi sono recato in visita stamane a Rebibbia e sono venuto a sapere di quello che è successo presenterò un’interrogazione parlamentare su questa vicenda grave". Intanto i detenuti del carcere romano hanno aderito alla settimana di protesta che inizierà lunedì 9 settembre fino a sabato 14: sciopero della fame per tre giorni consecutivi con il rifiuto del vitto che passa l’istituto penitenziario. Astensione dei detenuti dalle prestazioni lavorative per tre giorni con turni a rotazione. E, infine, il gesto classico delle proteste carcerarie: la battitura delle inferriate due volte al giorno. Ma il carattere della protesta a Rebibbia, come in tutti gli altri istituti di pena sparsi sulla Penisola, sarà pacifico e non violento.

"Lo sciopero dei detenuti - ha spiegato ancora Cento - è un modo intelligente per sollevare il problema giustizia anche dal punto di vista di chi non ha garanzie e vive la condizione del carcere". Problema dei problemi: il sovraffollamento. A Rebibbia, denuncia Papillon, vivono circa 1600 detenuti. Ben oltre i 950 previsti e i 1250 che rappresentano la capienza massima tollerabile. Per questo i detenuti chiedono l’abolizione del 4 bis che esclude i benefici della legge Gozzini per coloro che si sono macchiati di reati legati allo spaccio di droga. Questi ultimi, infatti, per poter usufruire dei permessi devono aver scontato due terzi della pena e non un quarto come previsto dalla Gozzini. Un discorso a parte meritano i detenuti stranieri.

"Sono loro i più penalizzati - dice Antonini - perché quasi mai hanno una casa, un lavoro, una famiglia necessari per poter usufruire dei benefici di legge". Le richieste? Indulto generalizzato per tre anni, abolizione dell’ergastolo e, appunto, depenalizzazione dei reati minori. "Non stiamo chiedendo la luna. Anzi, le nostre sono richieste di buon senso su queste piattaforme abbiamo già ricevuto appoggio da uno schieramento trasversale, da PRC, DS e Verdi fino a Forza Italia e Alleanza nazionale". Lunedì prossimo una delegazione di parlamentari si recherà in visita nelle carceri romane mentre per sabato 14, in occasione della manifestazione dei girotondi, i Disobbedienti stanno organizzando un corteo che partirà da Regina Coeli e raggiungerà piazza S. Giovanni.

 

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